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Capitolo Quindici


È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto,
e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo.
Aristotele



La mente di Harry ragiona in modo lento e offuscato. Le sinapsi si snodano confuse in mezzo a fili intricati, e i pensieri sono imprigionati in ragnatele invisibili. Il grifondoro prova la vaga impressione che in queste ultime ore, nulla stia andando come dovrebbe. La traiettoria per l'uscita non è più corretta e il tragitto improvvisamente è diventato impervio e buio.
Tutto il contorno tremola, trasformando l'ambiente in un accozzaglia di tenui lineamenti lontani e indistinti.

Persino il chiacchiericcio del locale, si leva ovattato. I visi risultano sfuocati e le labbra color ciliegia che si muovono di fronte ai suoi occhi, sono avvolte in un denso fumo indifferente.
-... domani mattina tardi. Tu ci verrai il prossimo mese, giusto?-

Le parole senza senso gli arrivano strillanti alle orecchie. Harry deve obbligarsi a sbattere le ciglia varie volte, deglutire la saliva e cercare urgentemente di ritrovare il filo di quei pensieri sconnessi.
-Scusami Ginny. Non ho afferrato nulla di quello che mi stavi dicendo.-

Una leggera smorfia di stizza, appare sul viso della ragazza.
-Ho detto, che tra poco ripartirò con le Holyhead Harpies. Dobbiamo riprendere gli allenamenti in vista dell'inizio della seconda parte del campionato. Volevo sapere se sarai presente alla mia prima partita del girone di ritorno.-

-Tenterò... io...ehm, ci proverò.-
Il tono che Harry utilizza per risponderle, è basso e intriso di puro senso di colpa. Le mani corrono veloci verso la burrobirra e la portano sulle labbra. Al primo sorso che scende, l'aroma zuccherino gli solletica le pupille gustative e lo porta ad arricciare il naso confuso. Probabilmente per sopravvivere a questa serata, o meglio per reprimere i fastidiosi pensieri che gli vorticano in testa da ore, dovrebbe ordinare qualcosa di decisamente molto più alcolico. Tipo uno scotch, magari proprio la marca che solitamente preferisce Draco.

-Pensi di dirmi cosa ti sta succedendo ultimamente, o ce ne rimarremo tutta sera seduti in silenzio a bere come due vecchi amici che non hanno più nulla da raccontarsi?-

Il tono velatamente accusatorio, porta le spalle del Grifondoro a irrigidirsi. Sospira appena, girando il viso dalla parte opposta e guardando verso terra.
-Ho tanti pensieri. E' un periodo che mi sento totalmente diverso dalla persona che credevo di essere.-

-Che ci sia qualcosa che non vada, me ne ero accorta perfettamente anche da sola.-
Un piccolo sorrisino ironico le si dipinge sul volto. Ginny osserva come il ragazzo si strofini meccanicamente la cicatrice, prima di rialzare la testa e scrutarla saldo negli occhi. Però continua a non parlare. Soltanto le iridi verdi sono attraversate ininterrottamente da ombre scure.

-Deve essere una cosa veramente molto brutta, visto che non hai il coraggio di dirmela. Harry... oramai possiamo tranquillamente affermare che io e te siamo amici da moltissimi anni, e che lo rimarremo per sempre. Nonostante tutto quello che c'è stato tra di noi, e che probabilmente adesso è finito morto e sepolto, non c'è veramente più nulla che tu non possa confidarmi.-
La mano di Ginny si appoggia alla sua. La sfiora appena, accarezzandola con dolcezza e rassicurazione.

L'Auror si schiarisce la voce, prendendo tempo.
-Dunque... uhm... Penso di essere bisessuale.-

Gli occhi della ragazza si sgranano. Le ciglia aranciate sfarfallano mentre tentano di nascondere l'espressione totalmente sorpresa che ha assunto il suo volto. Distoglie lo sguardo velocemente dal suo viso, mentre si sposta i capelli all'indietro.

-Per la barba di Merlino! Non me lo aspettavo proprio. Non pensavo che il tuo recente turbamento dipendesse da qualche dubbio sulla tua sessualità. Quando.. uhm, come lo hai capito?-

-Mi sto vedendo con un ragazzo. Ma la questione non è così semplice come si potrebbe pensare. Io e lui abbiamo stretto un accordo, in cui può usarmi come personale giocattolo sessuale. Potrebbe sembrare una cosa orribile detta in questo modo, e magari ripensandoci lo è persino... ma il vero problema è che a me questa situazione piace. E anche parecchio.-

Ginny infossa il mento sul collo. Al solo pensare al suo ex ragazzo implicato in azioni sconce con un altro uomo, le guance le diventano paonazze. Ora è il turno della donna di nascondere il viso dietro il grande boccale della burrobirra. La finisce in un sorso unico, riappoggiandola svelta al tavolino.
Chiama con un cenno un cameriere ordinando del sidro alcolico per due, prima di rialzare lo sguardo.
-Penso che necessitiamo di qualcosa di più forte, prima di continuare l'argomento.-

Harry ridacchia divertito, scuotendo la testa finalmente rilassato. Sta avendo la stessa identica reazione che ha avuto suo fratello Ron neppure alcuni giorni prima. Per fortuna lei regge molto meglio l'alcool di lui.

- Da quanto mi stai dicendo questa persona però, inizia a piacerti sul serio.-

Il dito di Harry tamburella sul naso. Poi si alza, si sposta e spinge indietro gli occhiali rimettendoli fermi al suo posto.
-E' quello che sto cercando di capire. Le cose sono molto più complicate di quello che sembrano. Stasera gli avevo chiesto di vederci per parlarne, ma lui non ha voluto. Ha detto che aveva altro da fare.-

-Ah, adesso ho capito. Per questo hai deciso di uscire con me. Sono diventata un rimpiazzo.-

Le iridi smeraldo si spostano veloci sul volto della ragazza. Harry stringe le labbra sottili, sentendosi immediatamente in colpa.
-Oh no, Ginny. Non era quello che intendevo dire.-

Una risatina divertita si perde nell'aria.
-Stavo scherzando, Harry. Non fare quella faccia sbattuta! Piuttosto... cosa pensi di fare, ora?-

-Non lo so. L'unica cosa che vorrei veramente in questo momento, è capire se questo sentimento che mi sta lacerando il cuore, sia vero. Come il tormento che mi scuote ossessivamente il petto. Non sono abituato a sentirmi distrutto in questo modo.-

Gli occhi della ragazza lo fissano intensamente. Lo sondano con minuzia, valutandolo in maniera silenziosa. Poi all'improvviso una notifica le illumina lo schermo del cellulare. Lei lo afferra portandoselo davanti al viso. Lo guarda completamente assorta per vari secondi, per poi riappoggiarlo sulla tavola girato con il display verso il basso.

-Ho sentito Percy oggi pomeriggio. Mi ha detto che ha beccato te e Hermione al ministero. Stavate lavorando di nascosto al caso del "ladro dei sogni". Questo non mi ha stupito, avete sempre fatto di testa vostra, fregandovene delle regole fin dai tempi di Hogwarts. Quello che mi ha lasciata invece perplessa, è il fatto che ti ha beccato mentre eri in procinto di bere una pozione anti Eroticus.-

Le guance di Harry esplodono per l'imbarazzo. Si era perfettamente accorto che lo sguardo indagatore di suo fratello maggiore si era posato sulla boccetta vuota.
-In realtà l'avevo appena presa.- Sibila contrariato.

Tutto il petto si smuove irritato: nonostante non possa che essere grato a tutti i componenti della famiglia Weasley per la loro attiva partecipazione nella sua vita, a volte questo affetto sfocia quasi in prepotente invadenza. Si zittisce, facendosi indietro con le spalle e lasciando spazio al cameriere che sta appoggiando due bicchieri colmi di liquido color ocra, al loro tavolo. Torna nella posizione in avanti, solo quando sono nuovamente soli.

-Allora forse, quel sentimento che pensi di provare in realtà non c'è.- marca Ginny.

-Potresti avere ragione, ma la vera questione che mi lascia completamente stupito, è che io provi queste sensazioni soltanto con lui. E non succede solo nei sogni, ma anche nel mondo reale.-

Un sorrisetto amaro e triste aleggia sul volto della ragazza.
-Malfoy.- Sussurra piano, spostandosi i lunghi capelli rossi da davanti agli occhi.
-Già... Immaginavo stessimo parlando di lui. Ti ha sempre affascinato il pericolo, e lui sicuramente è un soggetto altamente insidioso. Probabilmente la trovi una cosa addirittura gratificante.-

-Gratificante?- Le ringhia addosso incredulo Harry. -Pensi che io trovi appagante essere l'unico sopravvissuto alla morte dei miei genitori, o di aver lottato contro Voldemort in persona, o ancora l'essere preso sempre di mira ogni qual volta succeda un disastro? Credi che io mi diverta?-

-Non intendevo assolutamente affermare questo, e tu lo sai perfettamente. Ma devi riconoscere che le situazioni calme, non fanno per te. Ti annoiano a morte. Sei cresciuto moltissimo dagli anni in cui frequentavamo Hogwarts, ma dentro non sei comunque cambiato neppure di un millimetro. Sei l'identico curioso ragazzino che si cacciava ogni anno, in qualche guaio. La pensano come me anche Ron, George e...-

-Porca Umbridge! Ne avete parlato tutti insieme!-

-Fai parte della nostra famiglia, Harry! Siamo solamente preoccupati per te.-

L'auror volta imbestialito la testa di lato. Lo sguardo si sofferma su un punto qualsiasi del grande locale. Socchiude la bocca mentre percepisce l'ammanco d'aria stritolargli la gola. Ha seriamente bisogno di calmarsi e di respirare cautamente. Oltretutto, deve ammettere con sè stesso che Ginny non ha proprio tutti i torti. I suoi amici non stanno facendo nulla di male. Tentarono soltanto di proteggerlo. Nonostante ciò, lui si sente ugualmente come se fosse stato tradito.

Alza gli occhi puntandoli verso un lontano riflesso di una tonalità marroncina, mettendola a fuoco con forza. E' una lunga piuma, che si erge alta e fiera. Se ne sta lì, immobile e piantata in mezzo a un grande cappello a falda larga. L'ornamento nasconde il viso della donna che sembra essere molto bello e giovane. Harry trasla lo sguardo verso destra, dove al suo fianco appare un'altra figura. Spalanca le iride ed emette un singulto allibito: per poco non cade dalla seggiola.

Draco indossa un lungo cappotto color cammello che gli rimane aperto sul davanti, un pantalone dal taglio sportivo chiaro e una camicia bianca semplice. I capelli biondissimi sono leggermente tirati all'indietro e mostrano impudichi, quelle iridi disumanamente ipnotiche.

I due si avvicinano a un tavolo libero, appoggiandoci sopra i bicchieri che avevano stretti in mano. Eppure nonostante questo, non si siedono ma ci restano in piedi affianco. Si parlano vicini, con calma e leggerezza.

-Astoria.-

Al richiamo, sia la diretta interessata che Harry si voltano all'unisono. Dal fondo del locale appare un bel ragazzo molto alto, che si accinge a raggiungerli. Ha i capelli di un lucido colore castano chiaro acconciati in un poncho disordinato, pelle abbronzata e grandissimi occhi verdi. Una leggera barbetta gli sporca le guance, facendolo sembrare più maturo di quello che è.
Harry lo riconosce immediatamente. E' Terence Higgs, il cercatore dei Serpeverde che fù sostituito in squadra dallo stesso Draco. Non pensava fossero amici e soprattutto che fossero rimasti ancora in contatto.

La ragazza lo accoglie con un pallido sorriso, prima di salutarli entrambi e andarsene.
I due rimasti da soli, si siedono al tavolino iniziando subito a parlottare fitto.
Harry aggrotta la fronte, amareggiato. Quello che si sta svolgendo davanti ai suoi occhi è chiaramente un appuntamento segreto, e la donna ha fatto soltanto da diversivo nell'eventualità che ci fossero occhi indiscreti.

Il fastidio gli investe la gola e lo stomaco brontola di delusione. Abbassa la testa verso il bicchiere pieno, lo afferra e lo svuota in un secondo. Si alza di scatto prima di puntare lo sguardo verso la figura di Ginny.
-Arrivo subito, ho bisogno di andare un attimo in bagno. Nel frattempo, ordina altri due di questi. Anzi... facciamo quattro.-

Le gambe di Harry iniziano a percorrere frettolosamente la strada verso i servizi, diminuendo appositamente l'andatura soltanto quando si trovano in prossimità del tavolo dove è seduto Draco. Il Grifondoro lo sbircia con la coda dell'occhio, facendosi notare. Con un cenno lo invita a seguirlo dentro la stanza.
Appena ne varca l'ingresso, si guarda attorno furtivamente prima di registrare la totale assenza di persone. Rinfrancato, si appoggia in attesa con le spalle al muro.

Uno sbuffare acuto, anticipa lo scossone brusco della porta d'entrata.
-Cosa diamine ci fai tu qui?- Gli sbraita contro Draco, muovendo furioso la bacchetta, e avvolgendo entrambi in una bolla trasparente. -Mi stai per caso seguendo?-

-Ti devo parlare urgentemente. Questa mattina io e Hermione siamo stati al Ministero per controllare alcuni alibi. Ieri sera dopo la festa, ho pensato alle parole che mi avevi detto. In sostanza, mi hai fatto venire qualche dubbio e volevo controllare personalmente gli spostamenti dei Grifondoro.-

Un sorrisetto compiaciuto si alza verso l'alto.
-Ma non mi dire... mi hai veramente ascoltato. Sai essere sorprendente quando vuoi. Continua.-

-Non abbiamo comunque fatto in tempo a cercare nelle cartelle di tutti. Siamo in troppi. La comunità magica è molto vasta, e stiamo praticamente brancolando nel buio se possiamo escludere dai crimini soltanto i Serpeverdi.-

Un smorfia disgustata macchia il viso di Draco. Alza un sopracciglio verso l'alto, muovendo una mano e invitandolo a proseguire.

-Ma non è stato totalmente un buco nell'acqua. Ho per caso incontrato Percy e mi ha suggerito che per entrare nei sogni, potrebbero essere state usate delle passaporte stregate.-

Il viso di Draco cambia improvvisamente espressione. Distoglie lo sguardo e si strofina forte le mani tra di loro.
-Visto che sai già cosa fare, non comprendo questo bisogno maniacale di volerne parlare anche con me. Ho un impegno, Potter. Come hai visto stasera ho in mente di concedermi qualcosina di più... istruttivo.-

Alza il braccio lentamente con l'intento di far scoppiare la bolla invisibile in cui sono immersi, ma la mano di Harry gli si aggrappa addosso.
-Sei fuori per un appuntamento con Higgs?-

Le labbra del Serpeverde si stringono in una linea dura e stizzita.
-Non penso che questi siano affari tuoi, sfregiato.-

Gli occhi color smeraldo si alzano verso quelli freddi dell'altro. Li osservano con cautela. Sono gelidi e lo scrutano con la solita espressione sprezzante.
-Lavoriamo sullo stesso caso, e nell'ultimo periodo ci siamo avvicinati parecchio. Insieme siamo persino riusciti a trovare risvolti interessanti, come quest'ultimo. Non ti ho chiesto di dormire insieme, ma soltanto di dedicarmi un pochino del tuo tempo. Forse non te lo ricordi ma c'è un maniaco là fuori che ha preso di mira delle povere persone babbane... e persino me. A mio avviso, mi sembra il minimo il fatto che tu stasera potessi evitare questa uscita amorosa.-

Draco sorride. Le labbra si alzano in modo scanzonato verso l'alto. Riabbassa la mano, avvicinandosi di un passo verso di lui.
-Io e te non siamo mai stati amici e non siamo nemmeno le persone che possono starsene sedute a conversare apaticamente del meteo. Sei nervoso e dici un sacco di bugie. Cos'è che ti rode così tanto? Cos'è che ha smosso la tua solida corazza dorata, tanto da farti agitare in questo modo? Sei per caso geloso, Potter?-

La bocca del Grifondoro si asciuga. Osserva il viso del Serpeverde che gli si avvicina a pochi millimetri dal suo. Il cuore prende a battere fortissimo nel petto, e la convinzione che quella fottuta contro pozione NON abbia funzionato per nulla, ora è una sicurezza assodata.
-Ti piacerebbe... - Risponde con finto tono sicuro.

Draco appoggia lentamente un dito sulle sue labbra. Le tasta, aprendole piano. Le iridi chiarissime sono appoggiate su di loro e le sondano rapite. Con un leggero movimento si avvicina maggiormente e Harry si ritrova a socchiudere gli occhi, aspettandolo.
Ma questo non succede. Percepisce i suo polpastrelli tremargli contro, prima di staccarsi di colpo. La bolla che li aveva tenuti celati agli occhi degli altri esplode, e la stanza riappare magicamente attorno a loro.

-Stasera non ho nessuna voglia di star dietro ai tuoi giochetti. Devo tornare al tavolo dal mio amico, a fare quello per cui sono uscito. Divertiti e non pensare troppo a me, Potter.-

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