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Capitolo Quattro

L'amore è la risposta,
ma mentre aspettate la risposta,
il sesso può suggerire delle ottime domande.
Woody Allen



C'e' qualcosa che non funziona come dovrebbe.
Non riesce a muoversi: gli arti sono bloccati, i muscoli intorpiditi e gli occhi sono... bagnati?

Deve essere finito sott'acqua. Il freddo pungente delle correnti si infrange sulla sua fronte, il nero pece di un lago scuro lo accompagna, insieme ad una insistente pesantezza sul petto .
Gli occhi verdi si spalancano di soprassalto e la schiena scatta vigile in posizione eretta.
Dove diamine è adesso?

Cerca con il palmo della mano gli occhiali da vista, trovandoli subito appoggiati alla sua destra, e indossandoli in un istante.

Un materasso morbido, una stanza ordinata, alcune foto di famiglia in cui svettano capelli rossi e sorrisi pieni di amore.
Dal movimento veloce, una pezzuola ancora intrisa di liquido trasparente gli scende dal capo, sbattendogli sulle gambe.

-Harry! Finalmente ti sei svegliato!-
Hermione si precipita al suo capezzale avvolgendolo in un caldo abbraccio.

-Cosa...? – Domanda lui sbattendo le ciglia varie volte, e scrutando stupito la figura di Ron rimasta ferma sulla soglia della porta.

-Amico, ci siamo preoccupati come dei matti per colpa tua. Miseriaccia! Eri bianco come un lenzuolo e non ti muovevi per niente. Avevi persino la febbre altissima!
La mia ragazza ha vegliato su di te per un giorno intero.- Dichiara spostando con ammirazione il capo verso la Grifondoro ancora vicina al suo fianco.

Le gote gli diventano rossastre mentre assottiglia le palpebre cercando di ricordare cosa possa essergli successo.
Le reminiscenze sono vaghe: lui che implora Draco di aiutarlo, il secco rifiuto, e il doversi, obbligatoriamente, darsi piacere da solo.
Una volta, poi due e ancora tre... e forse altre venti volte.

-Sono.. svenuto?- Domanda guardandosi a disagio le mani.

-Lo eri quando ti abbiamo trovato. Prima non sappiamo cosa ti sia successo. Ti ha portato fuori dal sogno Malfoy.-

Le nocche si stringono in un chiaro segno di agitazione.
-E come stavo? Insomma.. ero, ehm... vestito? Ero... sporco?-

Ha posto la domanda cercando di mantenere un tono fermo, ma alzare la testa e cercare di capire come mai Hermione non stia rispondendo, è un'azione che gli risulta più difficile del previsto.

Le iridi castane vagano sul suo volto esaminandolo seria.
-Eri avvolto sia nella sua maglia, che tra le sue braccia. Non ci siamo accorti di nulla di diverso dal solito. Lui ti ha portato qui, a casa dei genitori di Ron, e ci ha aiutato a spogliarti e a darti il primo soccorso.-

-C'entra per caso lui?- L'amico dai capelli rossi stringe forte le labbra tra di loro. Non è una novità il fatto che il Serpeverde non gli vada a genio, è stato così fin dai tempi della scuola.
Inoltre, saperlo lavorare come Auror, nello stesso dipartimento di Hermione e di Harry, lo innervosisce parecchio.
-E' sua la colpa di quello che ti è successo?-

-Malfoy non ha colpe!- Grida subito Harry lasciando la coppia sconvolta a fissarlo preoccupati da questo inusuale scatto di rabbia.

Rifugge dagli sguardi stupiti degli amici girando il volto e notando una chioma dai lunghi capelli rossi affacciarsi alla porta.
-Ginny.- Mormora stupito mentre la bocca si apre a formare un cerchio perfetto.

-Ci hai fatto impensierire parecchio... lo sai?- dichiara lei tranquilla, entrando in stanza.

La camminata decisa, i soliti vestiti pratici che le stanno benissimo, e quegli occhi castani che brillano di coraggio.
Come sempre è bellissima.

Al suo passaggio Hermione si ritrae, alzandosi e facendo un leggero cenno con il capo a Ron, che alza le spalle non capendo l'allusione, e beccandosi una leggera spintarella, prima di seguirla borbottando fuori dalla stanza.

-Stai meglio ora?-

Il pensiero di aver veramente creato un enorme casino, ad Harry è abbastanza chiaro. La sicurezza di non poter più fare finta di nulla è, allo stesso modo, un coltello affilato che lo colpisce e gli squarcia lo stomaco.

-Si, grazie. Decisamente molto meglio. Ne ho passate ben di peggio!- Ironizza sistemandosi gli occhiali con un dito.

La sensazione di cambiamento permane, la percepisce anche Ginny che lo esamina trovandolo diverso, più deciso... più maturo.
-Te la senti sabato sera di uscire a bere qualcosa con gli altri? I nostri amici erano tutti molto preoccupati per te, e vorrebbero vederti.-

Tutti... Quel banale pronome per qualche istante lo destabilizza, lo fa viaggiare con la testa altrove, prima di farlo atterrare amaramente al suolo.

-Certamente.-








Abbracci convulsi, palmi che sbattono forte sulla schiena, parole concitate e dolci sorrisi.

Il tavolo è pieno di chiacchiericcio e di commenti ingigantiti su come è stato trovato : la sua pelle pallida, il respiro lento e la totale perdita di coscienza.

Harry si stropiccia la cicatrice a disagio: non stava morendo, probabilmente era soltanto esausto da quel venire continuo.. sai che risate si farebbe se dovesse spiegarglielo sul serio?

Prende un grosso sorso della sua birra, rispondendo a quel continuo domandare con monosillabi veloci, usando ogni momento in cui è lasciato libero, per fare vagare lo sguardo attorno.

Gli occhi di Hermione sono fissi comunque su di lui e nel voltarsi per l'ennesima volta, il Grifondoro si accorge di essere stato beccato in flagrante.

Oziosamente si stiracchia la schiena, cercando di farlo con nonchalance, prima di mettersi in una posizione rigida e attenta: Draco è appena entrato dall'ingresso.

Cammina fluido verso il bancone, attendendo in piedi l'ordinazione impartita e girandosi, poi, con uno scotch stretto tra le mani.

Perchè...? Per la Barba di Merlino! Non sia mai che lui beva cose comuni come fanno gli altri.
Persino la bevanda altezzosa deve prendere.

Saluta con un piccolo cenno le altre persone attorno al tavolo che ricambiano, mettendo poi sfrontato le iridi gelide dentro a quelle di Harry.

-Sei ancora vivo, Golden Boy? Ti ho visto un pochino... ohhhhhhhhhh.- Ridacchia sarcastico portandosi il dorso di una mano sulla fronte e imitando una persona che sta per svenire.
-E dire che pensavo fossero terminati i periodi in cui anche solo vedere svolazzare in aria un dissennatore, ti faceva cadere stecchito per terra.-

La linea seccata e dura della bocca di Harry non arriva a formarsi, anzi... sente alzarsi la punta delle labbra verso l'alto.
Vorrebbe raggiungerlo, vorrebbe ringraziarlo e scusarsi per il suo indecente comportamento.

Questo suo esitare, i discorsi degli altri che continuano senza nessun battibecco da parte dei due, e Draco che volta la testa senza più calcolarlo... sono gesti alquanto particolari. I suoi occhi verdi rimangono piantati sul viso dalla pelle diafana e questa nuova e strana ostinazione, non sfugge a Hermione.

La ragazza gli tira l'orlo del maglione cercando di attirare la sua attenzione.
-Cosa diavolo stai... state... combinando, voi due? C'e' qualcosa che non mi hai detto, per caso?-

-Io... devo.. anzi no... voglio, solo ringraziarlo.-

-Per averti portato fuori? Per la mandragola, Harry! Siamo Auror... e prima di tutto anche persone educate. Cioè, forse lui non proprio... ma è comunque il minimo che potesse fare!-

-Hermione, tu non capisci.- Dichiara secco.

-E allora spiegami.-

-Fidati di me, va bene?-

Gli occhi castani scandagliano ancora per pochi istanti il viso dell'amico, prima di decidersi ad aprire il pugno ancora stretto sull'indumento e lasciarlo libero.

Harry raggiunge in pochi passi il Serpeverde: si avvicina al suo orecchio, cercando di superare con la voce la musica del locale.
-Mi hanno detto che mi hai portato fuori tu, dal sogno.-

-Mmmmm.- Mugugna lui mettendosi un pezzo di ghiaccio in bocca e rompendolo con i denti.
Il rumore dato dalla mascella e la solita espressione supponente piantata in volto, non lo smuove di un millimetro.

-Dovrei dirti grazie, allora.- Ribatte senza riuscire a smettere di guardarlo.

-Si... Dovresti.- ripete inclinando il bicchiere e avviluppando con la lingua un altro pezzo di ghiaccio.

Un tenue sospiro si alza dal petto di Harry.
-Sono stato un idiota a non tenere fede al nostro contratto. Volevo solo farti sapere che mi dirai tu, quando vorrai...-

-Harry!-
Le braccia di Ginny gli circondano veloci il busto e la testa gli si appoggia alla schiena.
La ragazza lo ha chiamato a voce alta, e ora sta ridendo felice appiccicata contro il suo corpo.

Harry si stacca e la osserva meravigliato: sarà la musica, l'alcool, o quel vestito color panna che le sta d'incanto, ma stasera è veramente bellissima.

-Balleresti questa canzone con me?- Domanda lei portandosi una mano sul petto.

-Certamente.- Risponde lui facendo apparire un enorme sorriso anche sul suo viso.
-Beh, allora Malfoy, mi dirai poi tu quando posso ricambiare quel famoso favore!- Grida nella direzione del Serpeverde che è rimasto ad osservare la scena in totale immobilità.

I ragazzi si spostano verso la pista e si tengono per mano, raggianti.
Harry le appoggia le mani sui fianchi e Ginny ricambia spostandosi in modo suadente i lunghi capelli color fuoco.
Si stringe a lui: appoggia la guancia vicino al collo, infila il naso nell'incavo e gli respira sulla pelle.
Si bea dell'increspatura evidente sulla pelle di Harry, che lo fa rabbrividire, pensando di esserne la causa.

Ma Harry sta pensando ossessivamente alle due fessure color ghiaccio che gli stanno incidendo a fuoco la schiena.
Non le vede, ma sa che sono lì, cucite addosso a lui. Percepisce il calore di quello sguardo che gli sta trapassando gli abiti e si sta insinuando come un serpente fin sotto pelle.

Alla prima giravolta che fanno, deglutisce imbarazzato senza poter evitare l'alzarsi delle iridi verdi che vanno ad appoggiarsi alla figura di Draco.

Il ragazzo è fermo dov'era prima.

Smuove a destra e a sinistra il bicchiere vuotato anche dal ghiaccio, e ha sul viso il solito sorrisino indecente che non preannuncia mai nulla di buono.
Alza le sopracciglia varie volte, richiamandolo silenziosamente verso il suo viso, prima di schiudere le labbra ed iniziare ad articolare alcune parole.
Sono chiaramente rivolte a lui, perché la direzione dello sguardo è proprio quella.

Harry non comprende: sposta gli occhiali, si tira da parte la lunga frangia...
Poi si blocca, ferma il ballo spostando Ginny dal davanti e sbattendo le ciglia scure.
Si vuole assolutamente concentrare su quelle labbra rosee e cercare di svelarne il mistero.

Stanno dicendo...
-Ora...- Sillaba Draco.
-Ora...
Fuori dal locale.
Il favore in cambio, lo voglio... Ora.-

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