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Capitolo Quattordici

Le male lingue parlano,
mentre le buone danno orgasmi.
Anonimo, Pinterest


Per raggiungere da casa propria il Ministero della Magia, Harry deve attraversare una piccola stradina che sbuca direttamente davanti alla Via degli Affari, di Londra. Passata poi quella, infilarsi nella cabina telefonica in disuso situata vicina al solito parcheggio dove staziona da secoli la sua auto babbana. E per ultimo, digitare sulla tastiera del telefono, una serie di cinque numeri. Sono sempre gli stessi: l'identico particolare codice rimasto immutato ancora dagli anni in cui andava a Hogwarts. Per capirsi meglio, quello composto dallo stesso Arthur Weasley la prima volta che lo aveva accompagnato al Ministero.
62442.

Certamente il modo più semplice per raggiungere l'edificio, sarebbe l'utilizzo della metropolvere e la successiva materializzazione. Eppure Harry oggi percepisce un insano terrore beffardo, che lo ammonisce severamente dal non farlo. Come se qualcosa nella pozione che tiene ancora ben nascosta in tasca, potesse nel viaggio, mutare. Non ha veramente nessun senso logico questo pensiero fantasioso, ma in testa gli vorticano pensieri strambi e una sensazione poco rincuorante gli opprime il petto da questa stamattina.

Scende nel sottosuolo attraverso lo stretto abitacolo della cabina-ascensore, per poi arrivare direttamente nell'Atrium. Percepisce il battito accelerare e la gola diventare secca dal nervosismo. E' sabato mattina, e non dovrebbe esserci in giro praticamente nessuno. Il nulla, apparte lui e...

-Harry!- esclama Hermione, chiamandolo a voce alta. -Ti stavo aspettando. Va tutto bene? Stanotte hai avuto qualche effetto collaterale?-

Il ragazzo si osserva prudentemente in giro, registrandone con una rapida occhiata, l'effettiva totale assenza di persone.
-Oh, quello te lo saprò dire appena avrò ingerito la pozione. L'ho presa dietro con me.- Dichiara, sbattendosi un palmo sulla tasca del giubbotto.

La ragazza non replica. Scuote la testa e prende subito a camminare veloce verso un lungo cunicolo buio. Da questo si diramano varie scale e ascensori, che portano alle zone separate del Ministero. Quella degli Auror è al secondo piano.

-Come mai hai deciso di vederci proprio in un giorno festivo, e soprattutto qui?-

-Ieri sera indirettamente Malfoy mi ha suggerito una pista, che oggi vorrei tentare di seguire. Inoltre tra poco mi appresterò a inghiottire il tuo preparato miracoloso, e non vorrei rischiare di morire stecchito, in casa e da solo. Preferisco di gran lunga che tu sia qui accanto a me, ad aiutarmi in entrambi i casi. Sei o non sei la più brava Auror e strega, che io conosca?-

-Ho capito. Immagino che tu non abbia trovato nessun'altro di talmente pazzo da venire il giorno di riposo al lavoro, ad ascoltare i tuoi preoccupanti deliri. Il tempo passa ma tu rimani sempre il solito adulatore delle cause perse.- Risponde Hermione, abbassando la testa contrariata ma sorridendo teneramente da in mezzo ai fitti capelli castani. Ovviamente è chiaro come il sole, che lo avrebbe aiutato qualsiasi fosse stata la sua risposta.

-Quindi il Serpeverde platinato ti ha ispirato una pista... A questo punto, immagino sia andata molto bene la festicciola con i suoceri.-

I loro passi si perdono per le scale e i corridoi deserti. Harry ferma la camminata di fronte alla porta massiccia del secondo piano. Con alcuni colpi di bacchetta, scopre una fessura sul muro da cui esce un congegno meccanico. Si avvicina con il viso e spalanca un'iride verdissima aspettandone il riscontro.
Il portone si apre con un leggero stridio metallico.

-La serata effettivamente, è andata molto bene.- risponde senza voltarsi indietro. Sente i passi cadenzati dell'amica seguirlo. Sono lenti e calcolati. Probabilmente nonostante sia soltanto prima mattina, il suo cervello sagace è già in completo e perfetto funzionamento.
-Gli ho strappato un capello dalla testa, proprio come mi hai detto di fare tu.-

-Strappato?- sobbalza Hermione stupita. -In che senso?... In che modo?-

Harry si volta, fermandosi in mezzo alla stanza e indicandogli con un cenno della testa la sua scrivania. Sorride leggermente, cercando di non guardarla troppo negli occhi.
-Fidati, è meglio che questa ultima cosa tu non la sappia.-

Si lascia cadere su un piccolo sgabello, afferrando una biro e un foglio vuoto dal tavolo e iniziando a scriverci sopra alcune righe. Hermione si siede su una seggiola di fronte a lui, sbirciandone dal lato opposto il contenuto. Legge i quattro nomi indicati sopra, arricciando il naso confusa.

-Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Sono le quattro case di Hogwarts. Non sto capendo... perchè gli ultimi sono barrati?-

La mano di Harry molla svelta la penna che ricade sul foglio. Si appoggia sulla cicatrice in eguale velocità, e la strofina con forza. Poi si intrufola dentro alla tasca del giubbotto e ne estrae prima l'ampolla, e poi un sacchetto trasparente con alcuni fili biondi contenuti all'interno.
-Mentre che parlavamo, Malfoy mi ha detto che aveva controllato personalmente gli spostamenti di tutte le persone che erano presenti alla festa di venerdì sera. Erano seguaci di Voldemord ed ex Mangiamorte. Li ho visti in viso e riconosciuti perfettamente. Ma a detta sua, ognuno di loro aveva un alibi, e sono quindi da escludere.-

-Oh, andiamo Harry. E tu ci hai creduto? Non penso oltretutto, che fossero presenti alla festa proprio tutti tutti. E anche se fosse stato così, potrebbero muoversi in gruppo, o darsi un appoggio silenzioso a vicenda. Potrebbe addirittura essere lo stesso Malfoy a coprire qualcuno di loro. Magari proprio uno della sua stessa famiglia.-

-Non è così Hermione! Ti posso assicurare che lui non è assolutamente la persona che noi crediamo di conoscere. Malfoy potrebbe averci visto giusto, stavolta. Tutto il dipartimento ha dato per scontato che il "ladro di sogni" fosse proprio un discepolo del mago oscuro. Ma se fosse stato semplicemente un modo per fuorviarci? Se fosse invece... un emulatore? Qualcuno che invece noi riteniamo stare dalla parte dei buoni?-

Gli occhi castani tornano a osservare il foglio. Si fissano sulla prima scritta, rabbrividendo di paura e fastidio insieme.
-L'idea stramba potrebbe persino starci. Ma se veramente fosse così, non avrebbe senso che questo criminale stia prendendo di mira proprio te. Sei amato da tutta la comunità magica. Esclusi ovviamente, quelli che preferivano l'ascesa al potere di Voldemord. Ma questo ci riporta invariabilmente, a sbircriare tra le fila dei Serpeverde.-

Harry mette le spalle indietro. Si sposta in equilibro sullo sgabello, meditando sulle ultime parole dell'amica. La ragazza segue sempre un filo ordinato di pensieri che lui a volte invidia tantissimo. Eppure questa volta, pecca del guizzo intuitivo, e anche un pò pazzoide, che a lui invece non manca per niente. Si fida di Draco. Se fosse necessario, gli darebbe persino la sua vita tra le mani.

Afferra la boccetta, sfilandone il tappo. La trattiene in bilico con due dita, mentre sfila un capello biondo dalla bustina trasparente e lo inserisce all'interno.
Il composto diventa immediatamente di un bel colore giallo brillante, quasi splendente. Gli ricordano quelle ciocche lucenti che lo assillano da settimane. Emette un poderoso sospiro, buttandolo giù in un colpo solo.

Hermione si sporge dalla seggiola, esaminandolo accigliata.
-Stai... ehm, stai bene? Nessun sudore freddo, crampo, senso di vomito?-

-Ne sembri sorpresa.-

-Beh, non avendola mai fatta ero un pochino preoccupata.-
Ammette, arrossendo sulle guance.

-Puoi stare tranquilla, allora. Per ora nessun effetto collaterale, nessuna parte del corpo mutata, nessun fastidio... a parte...
Sgrana gli occhi, portandosi una mano tremante sulla gola. La stringe, come se stesse per soffocare e platealmente si butta con la faccia in avanti, spiaccicandosi con la guancia contro la scrivania. 

-Harry!- Urla lei, alzandosi di botto e facendo cadere la seggiola all'indietro. Il rumore che rimbomba nella stanza vuoto è fortissimo, ma non attutisce lo scoppio di risa del Grifondoro.
Al sentirlo, la mano della ragazza va veloce alla bacchetta. La muove mormorando a tempo alcune parole. Un grosso libro impolverato si alza da alcuni scaffali e plana di botto sulla testa dell'amico, producendone un tonfo sordo.

-Ahia...- mormora Harry, toccandosi la parte lesa ma non riuscendo a frenare un'altra risata.

-Se te lo avessi lanciato io, ti avrei fatto sicuramente più male! Tu... non lo fare mai più! Mi hai fatto quasi venire un'infarto!-

-Quasi quasi mi dispiace di non possedere una giratempo per potermi godere la tua espressione disperata. Peccato veramente che ne abbiano vietato il loro utilizzo. Avremmo anche potuto scoprire facilmente l'identità dell'assassino.-

-O assassina...- Mormora a bassa voce Hermione, guardandolo assorta.

-State lavorando, o vi state divertendo?-

Una voce fin troppo conosciuta sferza l'atmosfera, e li porta bruscamente entrambi a girarsi di scatto verso gli archivi.
La figura alta e smunta di Percy Weasley, appare di fronte a loro. Il ragazzo ha i radi capelli rossi in disordine e indossa come sempre i suoi immancabili occhiali con montatura di corno.

-Oh... ehm... Ci siamo lasciati un pochino andare. Pensavamo di essere da soli.-

-Dovreste fare più attenzione, ci sono occhi e orecchie ovunque. Anche qui dentro... Comunque io sono solo di passaggio. Ho notato la porta principale del piano Auror aperta, e ho pensato di infilarmici dentro.-

-Già, infatti tu non dovresti essere qui, ma nel tuo piano di Trasporto Magico.-

L'uomo si guarda attorno, in maniera furtiva e complice. Si avvicina svelto alla scrivania, fissandoli intensamente in volto.
-Abbiamo trovato una pista. Un informatore anonimo ci ha suggerito che "il ladro di sogni" potrebbe usare delle passaporte stregate per attirare i babbani. Questo metodo era già stato usato in passato, da altri maghi oscuri. Volevo capire se nel vostro archivio, ci fossero delle identità che assomigliassero al profilo che stiamo cercando.-

-Non è detto che la persona implicata sia una ripetente in materia.- Ribatte Harry, con tono serio.

-Certamente.-

-E oltretutto mi sembra molto strano che un babbano venga trascinato, in questo semplice modo, dentro al sogno costruito. Questa persona deve in qualche maniera averci già avuto a che fare.-

-Potrebbe essere.- 

Hermione osserva tristemente il viso stanco di Percy, e i fili grigi che si intravedono tra i radi capelli cremisi. L'uomo sta invecchiando, ma non è solo quello. L'isolamento forzato che ha avuto dalla sua famiglia, e i tentativi di riavvicinamento infruttuosi, devono essergli costati molto.
-Sei preoccupato.- Dichiara seria.

La solita espressione fredda, lascia spazio a un cipiglio ancora più austero.
-Molto. Sapete perfettamente quanto io abbia perso per colpa di Voldemord. Non ho creduto al suo ritorno, non ho appoggiato Harry ma il Ministero corrotto, e di rimando ho sciupato il rapporto prima con la mia famiglia e poi con tutti i miei amici. Non è bastato combattere dalla parte giusta, nell'ultima guerra magica. Agli occhi degli altri, sono rimasto sempre e comunque un abietto. Io ora voglio... ho bisogno di trovare il colpevole.-

-Beh, anche noi lo vorremmo. Eravamo proprio qui per un guizzo intuitivo del prescelto.-

All'appellativo punzecchiante, le guance del Grifondoro prendono fuoco. Ma non tanto per la parola, ma per un ricordo improvviso che lo ha colto totalmente di sorpresa. La voce di Draco che lo chiama in quel modo, gli è rimbombata sensuale nelle orecchie.

-Harry ha pensato che potrebbe essere proprio un Grifondoro a causare tutto questo trambusto.-

Percy si gratta la testa dubbioso, osservandolo in silenzio.
-E perchè lo avrebbe fatto?-

-Ehm... uhm... non mi è ancora chiarissima questa cosa.- Dichiara Harry, abbozzando a un sorrisino di scuse.

-Buona fortuna, allora. Senza una valida motivazione, mi viene solamente da pensare a quanti maghi ci siano là fuori non legati alla casa dei Serpeverde, che avrebbero potuto farlo. Centinaia? Addirittura a milioni, oserei dire. Penso che ti servirà qualcosa di più concreto, per poter restringere il campo. Magari potrei tenervi aggiornato se trovo qualcosa. E voi potreste farlo altrettanto, con me.-

-Mi sembra un'ottimo compromesso.- Dichiara Harry, prima di spalancare gli occhi sorpeso ed emettere un singulto.
Si porta una mano sulla bocca, storcendo il naso nauseato.
-Scusatemi.- Borbotta, guardandosi lo stomaco che ringhia arrabbiato da solo.

Gli occhi indagatori di Percy si muovono sulla bottiglietta vuota appoggiata sulla tavola. La scandagliano, incerti e preoccupati.
-E' veramente tutto ok, ragazzi?-

-Oh, si. Ho solamente bevuto una contro pozione.- Aggunge svelto. -Hermione me l'ha preparata apposta per me. Non sto male, mi sento solamente un pochino... strano.-

Le spalle dell'uomo si alzano. Percy alza la mano, come per salutarli mentre inizia a dirigersi verso l'uscita.
-Buona fortuna di nuovo. Se domani sulla Gazzetta del Profeta, ci saranno i titoli in prima pagina di un Auror trasformato magicamente in Thestral, saprò già a chi dare la colpa.-



Deve vederlo. L'unica cosa che gli frulla per la testa da ore, è il fatto che sente un irrefrenabile bisogno urgente di toccarlo, e di capire se è veramente cambiato qualcosa.
Si sente già diverso, più forte e intrasigente verso di lui e i suoi perversi sentimenti. Distaccato e meno cedevole, certo... ma deve comunque vederlo per appurarlo.

Dopotutto è sabato, e già ieri sera sono rimasti alla festa quasi tutta notte, facendo tardi. Draco non è una persona da uscite mondane, attività modaiole da seguire addirittura per ben due giorni di seguito.
Ginny la mattina lo ha contattato e gli ha chiesto di uscire per fare due chiacchiere. Ed è quasi sera, e lui veramente si sente un idiota perchè ancora non le ha risposto. Ma lo farà. Lo farà sicuramente appena quel dannato di un Serpeverde si prenderà la briga di rispondergli.

Ritenta per la ventesima volta di chiamarlo al cellulare, che invece suona a vuoto. Gli manda un altro messaggio, meno carino e gentile dei precedenti.
Lo sta facendo impazzire. E' da stamattina che non sa dove sia finito. Non c'è neppure nessuna spunta che testimoni che abbia letto una sola riga di quello che gli ha scritto.

Si alza dal divano imbestialito. La cicatrice pulsa e lo infastidisce... Perché diavolo lo sta ignorando? Non è successo nulla tra di loro di così terribile da spingerlo a fare lo stronzo in questo modo.
Oltretutto non vuole avere altro che una chiara risposta alla sua instabile situazione.

Volta la testa e si perde a osservare il gufo marrone che sta mangiando alcune castagne dentro alla sua gabbietta. Gli si avvicina, aprendola e accarezzandolo dolcemente sulla testa. Potrebbe usare l'animale, lui lo stanerebbe di sicuro. Ma dopo la morte di Edvige, il rapace che vive a casa sua è più per compagnia che per un uso vero e proprio. Infatti è grasso e ammorbito dai piaceri della vita.

Afferra nuovamente il telefono, per rispondere positivamente all'invito fattogli da Ginny. Ha bisogno assolutamente di uscire e di svagare la testa, altrimenti potrebbe seriamente prendere la scopa e recarsi senza invito a Villa Malfoy.

Appena invia la sua conferma alla serata, un'improvvisa notifica lo fa sobbalzare sul posto.

Draco 🐍 :
Smettila di assillarmi con chiamate e messaggi continui. Ogni tanto fai lavorare quell'inutile testolina che ti ritrovi.
Se non rispondo ci sarà un legittimo motivo, non credi? Oggi e domani non sono disponibile, Potter.
Dovrai fartene una ragione e risolverti da solo, il pruritino intimo. Ci vediamo direttamente lunedì al lavoro.
Buon fine settimana, sfregiato.

———-

Beh, idee?
Chi potrebbe essere il ladro di sogni?

La pozione invece, ha funzionato?

Come mai il nostro Draco ha altro da fare?

Tutto alla prossima puntata! Eh eh eh!

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