Capitolo due
L'erotismo è importante non per il sesso in sé, ma per il desiderio.
Il sesso è solo ginnastica, il desiderio è invece forza del pensiero.
E la forza del pensiero ha un potere immenso... può fare qualunque cosa.
Pedro Almodòvar
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I giorni si stanno susseguendo molto velocemente.
Sembra persino impossibile che siano già trascorse alcune settimane dall'ultima volta in cui i tre Auror sono entrati dentro ad un sogno e hanno lavorato a stretto contatto insieme.
L'ondata di magia oscura, che si era propagata nei sogni di alcuni babbani, sembra essersi finalmente placata.
Dopo vari studi, effettuati da parte di tutto il comparto del Ministero Magico per capire in che modo venissero scelte le vittime, la situazione si era improvvisamente schiarita proprio per merito di uno di loro.
Il punto di svolta era stato raggiunto da Hermione che aveva collegato, con il suo solito guizzo intuitivo, alcuni punti fin troppo semplici se analizzati a mente sgombra.
Le persone coinvolte avevano tutte in comune un comportamento atipico nel mese precedente: attacchi di sonno improvvisi, perdita di memoria con sdoppiamenti di personalità, che portavano ad un rapido decorso fino al suicidio.
I maghi oscuri riuscivano ad entrare nei loro sonni e ad insediarsi nelle menti, accompagnandoli verso la morte.
La motivazione?
La tanto acclamata ricerca della Razza Pura.
L'insistente caccia verso l'insieme cromosomico perfetto.
Per i Maghi Oscuri, era un'ossessione fin troppo rara e difficile da combinare, soprattutto dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Fatto sta, che il momentaneo stallo, era stato accolto dal mondo normale, con un grosso sospiro di sollievo.
Se gli Auror non troveranno un rimedio veloce, presto la Terra potrebbe andare incontro ad un sanguinoso massacro di massa.
I dubbi per ora permangono:
Come hanno fatto a entrare nei sogni?
Chi sono questi nuovi "Mangiamorte"?
In che modo potrebbero essere definitivamente eliminati?
Tutte domande che ronzano nelle menti degli Auror che si trovano, nuovamente, ad affrontare una temibile minaccia.
Le luci della giornata sono oramai scese e l'ora di cena è vicina: Harry ed Hermione sono ancora chini sulla scrivania a ricontrollare per l'ennesima volte alcune carte. Una pizza, già porzionata in fette sottili, attende fumante di essere mangiata. L'odore invitante del formaggio riempie l'aria e sembra avvolgere l'atmosfera... peccato che i maghi siano troppo presi dal lavoro per accorgersene!
Un messaggio illumina il display del cellulare della ragazza. Lei solleva di scatto la testa, lo controlla e con espressione indecifrabile lo ripone via nella borsetta. Un piccolo sorriso compare sul suo volto: la leggera smorfia non è, per l'amico, difficile da intrepretare.
-Forse è il caso che tu vada a casa. Ron ti starà aspettando per la cena e ultimamente, fai sempre troppo tardi.- Dice Harry, senza staccare gli occhi dai fogli che stringe tra i palmi.
-Hai detto che volevi terminare di guardare questi incartamenti. Finiamo insieme questo lavoro e me ne andrò. Lui capirà.-
-Hermione... Non facciamogli sfoderare la sua tanto antipatica gelosia.-
Gli occhi si cercano complici alcuni istanti, prima di far scoppiare a ridere insieme i due amici.
-Mi dispiace veramente lasciarti da solo. Potresti sempre chiedere una mano a Malfoy. Ho visto che stava andando via ora.-
-Ma per favore! - Uno sbuffo esasperato lascia le labbra del ragazzo che alza gli occhi verso il soffitto irritato.
Improvvisamente arriva uno spostamento d'aria, e un brivido gelato gli percorre la schiena.
Harry si volta di scatto: come se fosse stata richiamata, la figura slanciata del Serpeverde appare vicino a loro, silenziosa come un'ombra.
-Sempre a cercare di salvare il mondo voi due, è? Non siete stanchi di fare le cose per bene?- Sputa acido aumentando il passo dopo avergli lanciato una veloce occhiata sprezzante.
-Malfoy... aspetta!- Grida Hermione alzandosi in piedi.
-Io dovrei andare via. Tu potresti restare mezz'oretta ad aiutare Harry a controllare le ultime dichiarazioni?-
Gli occhi verdi del Grifondoro serpeggiano angosciati sul viso dell'amica, mandandole un muto segno di rimprovero.
-Si... sicuramente lui... lui...non... ehm, non può.- Balbetta il ragazzo moro agitato.
-Potrei invece... dopotutto se Potter ha veramente bisogno...- Mormora sibillino, tornando indietro con un ghigno vittorioso stampato in volto.
L'atmosfera è appena divenuta pesante, quasi palpabile in un certo senso.
Rimasti da soli, i due ragazzi controllano ciascuno i propri documenti in doveroso silenzio e a testa bassa.
A dirla tutta, in verità Harry ogni tanto sbircia da in mezzo alla frangia scura il viso assorto di Draco ed in particolare le lunghe ciglia dorate.
Il naso si muove delicatamente per annusare l'aria. Freme nel percepire la forte fragranza di uomo, riconosciuta e temuta, durante le calde sessioni di sesso che hanno avuto.
Sospira piano, arrossendo imbarazzato quando si accorge che il Serpeverde ha rialzato gli occhi e lo ha sorpreso con lo sguardo fisso su di lui.
-Ehm... vuoi... vuoi un pezzo di pizza?- L'improvvisa domanda di Harry suona talmente strana alle sue stesse orecchie, da fargli colorare, in un attimo, le guance di un rosso acceso.
Draco solleva un sopracciglio mentre il Grifondoro indica, con l'indice tremante, il cartone ancora mezzo pieno.
La lingua schiocca sul palato nel classico modo irritante che Draco adotta per innervosire gli altri.
-Hai per caso qualche pruritino intimo da sistemare là sotto? O ti è piaciuta la nostra posizione?- Domanda ironico allargando il sorriso.
-Ma che esserino arrogante che sei! Cercavo soltanto di essere gentile!- Sbotta Harry alzandosi e chiudendo di botto la cartellina di documenti con le guance imporporate.
-Se pensi che mi faccia piacere farmi mettere sotto da te, non hai proprio capito nulla.
E adesso... ho finito! Direi che possiamo andarcene!-
La testa bionda si smuove verso l'alto e gli occhi chiari brillano di puro divertimento.
Draco stende la schiena sistemandosi con un palmo la camicia chiara.
-Senti Potter, domani mattina prima di venire al lavoro, passa da casa mia. Direi che come orario le sette e mezza sarebbero perfette.-
Il tono della richiesta è atono, freddo.
Harry si gratta la cicatrice in un chiaro nervosismo. Di tanto in tanto solleva verso Draco i suoi occhi smarriti in un blando tentativo di comprendere il significato di quella frase.
Andare a casa sua.. mai andato fin ora!
-E cosa dovrei fare da te ad un orario così presto? Portarti la colazione?-
Un ridacchiare leggero gli arriva alle orecchie facendolo di nuovo avvampare sulle guance.
Gli occhi gelidi si incastrano nei suoi e per qualche istante rimangono lì fermi, a prendersi beffe di lui.
-Diciamo che di prima mattina mi piace ricevere un giochino di bocca. La giornata prende totalmente una piega diversa.- L'indice destro va a picchiettare piano sul labbro inferiore.
-Appena sveglio sarebbe sicuramente meglio, ma visto che non siamo abbastanza in confidenza, mi sembra giusto lavarmi prima.-
Le sopracciglia di Harry convergono verso il naso e gli occhi verdi scandagliano dubbiosi il volto del Serpeverde.
-Penso di non aver capito esattamente, cosa tu voglia da me.-
-Ahhh, ma che purezza d'animo che hai. Voglio che tu mi faccia un pompino, sfregiato. Voglio che ti inginocchi ai miei piedi, che me lo prendi in bocca, e che me lo succhi fino a farmi venire. E prima che tu mi dica di no, ti ricordo che hai acconsentito al contratto.
E quindi, caro mio Golden Boy, adesso sei diventato il mio Grifondoro, puttanella, personale...
Hai compreso bene, ora, cosa devi fare?-
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