Capitolo Diciotto
Non c'è nulla di più profondo nel cuore dell'uomo,
dell'idea della possessione.
D.H. Lawrence,
L'amante di Lady Chatterley
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Appena usciti dal castello di Hogwarts, i due Auror si sono materializzati direttamente nella sede principale del Ministero. Sia Hermione che il loro capo erano già lì, sollevati e pronti ad accoglierli. Al solo vederli comparire però, la loro espressione distesa si era tramuta in una smorfia preoccupata e ansiosa. Che qualcosa di inusuale nel sogno li avesse stravolti, era un fatto fin troppo evidente.
-Abbiamo trovato un indizio.- Dichiara subito Harry, cercando di tenere un tono fermo e di resistere alla cocente tentazione di guardare Draco in viso.
Alza in alto la penna che tiene ancora stretta tra le dita, mostrandola compiaciuto davanti ai loro occhi.
-Non è poi un così clamoroso indizio, Signor Potter.- sibila il loro superiore, osservandolo attentamente.
-Potrebbe appartenere a metà delle persone della popolazione magica, che indossano un cappello. Riflettendoci persino più attentamente, potrebbero farne parte anche quelle babbane.-
-Possiamo sempre farci sopra un "Avenseguim".- aggiunge svelta Hermione, partendo subito in quarta. -Ho letto in alcuni libri, che questo incantesimo è sempre stato molto utile nel localizzare le persone, proprio grazie a un oggetto da loro posseduto.-
Harry si schiarisce la gola, riabbassando la mano e nascondendo la penna dalla loro vista. Dato quello che sta per confidargli, preferisce che la loro totale attenzione sia catalizzata soltanto sulle sue parole.
-Certamente potremmo farlo. Oppure potremmo andare direttamente dalla persona che indossava questo particolare cappello ieri sera, e vedere se è ancora in mano sua.-
I visi dei presenti, sbiancano dallo stupore.
-Sai di chi si tratta?- domanda Hermione, sbalordita.
- Di Astoria Greengrass.-
Un lieve lamento soffocato si alza dal petto di Draco. Nessuno ha fatto troppo caso a lui... fin ora. Dopotutto il Serpeverde è abituato a muoversi furtivo e a non attirare troppo l'attenzione su se stesso. Eppure la postura rigida che tiene oggi, le nocche chiuse a pugno che tremano e il ghigno insolente che mostra in maniera fin troppo sfacciata, enfatizzano il suo stato d'animo tormentato.
-Non pensa che possa essere stata lei, Signor Malfoy?-
-Ne sono altamente sicuro. La conosco da quando siamo adolescenti, e ho avuto più volte il piacere di frequentare sia la sua casa, che la sua famiglia. E' una donna che definirei, irreprensibile. Ma soprattutto, è mia amica.-
-E' per caso la tua ex ragazza?- La domanda di Hermione esce fuori così, all'improvviso. Sferza l'aria, rendendola rovente. Probabilmente la Grifondoro nel farla, è stata presa dalla sua solita smania di rapida risoluzione dei problemi e non ha neppure pensato alla seria implicazione che ne sarebbe derivata.
Draco assottiglia gli occhi gelidi, scoprendo i denti e sbuffando incattivito.
-Stupida impicciona!- Sussurra a voce bassissima.
- Signor Malfoy, ci dica subito se lo è!- Impartisce il loro capo, indurendo la mascella.
Il Serpeverde non si volta neppure a guardarlo, ma marcia verso la ragazza che impaurita fa alcuni passi indietro.
-Sei una donna ottusa e mediocre. Hai sempre e solo visto soltanto quello che ti si muove davanti al naso. Una sangue marcio saputella, che non conosce nulla della vita degli altri ma si permette ugualmente di giudicarla!-
-Ma io...-
-Vaffanculo, Granger.-
-Adesso basta!- strilla il loro superiore, tirandolo indietro per un braccio.
-Non ci si appella a una donna, e a una collega, definendola in quel modo. Visto la sua palese partecipazione sentimentale alla vicenda, le chiedo di andarsene immediatamente a casa. Finiremo noi il lavoro che ha iniziato con gli altri due Auror.-
Lo sguardo di Draco si sposta dal viso di Hermione, a quello pallido di Harry. Lascia che le sue iridi si fondano per qualche istante con quelle verdissime dell'altro, prima di estrarre la bacchetta dalla tasca della giacca.
-Non c'è nessun problema. Voi avete deciso di incriminare una persona, ancora prima di indagare sulla sua effettiva disonestà. Avete scelto di credere a quello che erroneamente avete visto. Ma va bene! Vi lascio tutta l'infamia dello sbaglio. Non venite però a cercare il mio aiuto quando vi accorgerete dell'enorme cazzata che avete appena fatto.-
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La dimora della famiglia Greengrass, è una villa antica d'altri tempi immersa in un meraviglioso parco secolare. Quando i tre Auror si sono palesati davanti al cancello d'ingresso, sono stati accolti proprio dalla stessa Astoria che li ha guidati serena verso l'interno della casa.
La donna ha ascoltato silenziosamente le loro ragioni, annuendo partecipe a ogni affermazione. Ha tenuto sempre lo sguardo rivolto l'alto, mantenendo lo stesso atteggiamento fiero e prevenuto per tutto il tempo. Non ha chiamato nessuno in suo aiuto e non ha provato neppure a discolparsi dalle accuse, ma anzi li ha lasciati frugare in tutta casa senza battere ciglio.
Il suo temperamento nobile, tanto simile a quello dello stesso Draco, ha vacillato solamente nel momento in cui con la formula "Accio", il cappello è apparso magicamente di fronte a loro.
Che la piuma ancora in mano ad Harry fosse il pezzo mancante dello stesso, è stato talmente tanto evidente, che la donna si è alzata dal divano immediatamente, per mettere in avanti i polsi.
Le manette magiche sono scattate attorno a essi, e lei ha continuato a restare in assoluto silenzio.
Tutta la situazione che si è andata a creare, agli occhi di Harry sembra strana e soprattutto sbagliata.
Mentre il suo superiore le legge alcuni diritti, lui si prende del tempo per osservarla meglio da vicino. Il volto perfetto è veramente segnato da una bellezza arcaica, anche se le guance adesso appaiono alquanto esangui.
La donna muove i primi passi verso l'uscita quasi barcollando, sorretta da Hermione che deve aver compreso come si senta. Si ferma solo alcuni istanti vicino alla porta, giusto il tempo di voltarsi e conficcare gli occhi esausti, in quelli di Harry.
-Non abbandonare Draco, per favore.-
Le sue parole enigmatiche, rimangono sospese nell'aria, e il Grifonodoro stravolto, rimane a guardare lo stesso punto in cui era la donna che diventa, ad ogni secondo che passa, sempre più vuoto.
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Appena viene ufficializzato l'arresto di Astoria, Harry estrae velocemente il cellulare dal pantalone e tenta disperatamente di contattare Draco.
Il telefono del Serpeverde però, suona come se fosse stato "staccato" e lui, senza pensarci nemmeno due volte, saluta frettolosamente l'amica per montare in sella alla scopa e volare a casa sua.
Purtroppo per la seconda volta nell'arco della giornata, deve amaramente arrendersi all'evidenza che il Serpeverde non solo non sia in casa, ma che stia addirittura cercando di non farsi trovare da nessuno.
Con un sentimento di pura tristezza nel cuore, si dirige sconfitto verso casa, maledicendosi mentalmente per esserselo fatto scappare senza avergli prima rivelato i suoi veri sentimenti.
Quando si avvicina al portone dell'appartamento ed estrae le chiavi, una losca figura incappucciata appare vicino al suo fianco.
Harry sobbalza intimorito. Corre a mettere mano alla bacchetta, prima di bloccarsi meravigliato.
Il cappuccio viene tirato indietro, e i capelli biondissimi di Draco risplendono come raggi dorati, sotto le luci del tramonto.
-Dove diavolo sei stato!- prorompe il Grifondoro, facendo un passo in avanti. Poi, conscio del fatto che potrebbero essere visti in pubblico, si blocca sul posto.
-Qui. Sono sempre stato qui.-
-Ti ho cercato dappertutto! Potevi restare a casa tua e ti avrei raggiunto io.-
Le ultime parole vengono dette a tono basso. Come se fosserro un loro scabroso segreto nascosto.
-Sai benissimo che non è il caso di farci vedere assieme. Non solo la tua famiglia, ma anche i tuoi amici non approvano questa nostra... ehm, amicizia.-
L'espressione fredda di Draco, si tramuta in una maschera di puro odio incendiario.
-Sinceramente, Potter? A me non me ne frega un cazzo. Sarei persino contento che tutti mi vedano ora, qui sotto a casa tua! Pensi che abbia paura che i miei genitori possano venire a saperlo!? E cosa diavolo potrebbero mai fare, dopo? Mi diserederanno? Te lo ripeto di nuovo in maniera totalmente sincera... non me ne sbatte un emerito cazzo!-
Nonostante il tono secco usato nel pronuciare queste crude parole, le labbra rosee del Serpeverde hanno avuto un leggero tremito. Harry si ritrova a sorridergli, mentre lo spinge verso l'ingresso di casa sua.
-Smettila di dire queste assurdità ed entriamo.-
La luce del lampadario, illumina un anticamera ampia e colorata, piena zeppa di soprammobili e foto che si muovono. Draco si toglie le scarpe, riponendole ordinatamente in un angolo.
-Non era necessario lo facessi. Non sono così fissato con la pulizia, come lo sei tu. Dimmi piuttosto... hai fame per caso? Potrei preparare qualcosa.-
-Poca. Se lo hai, mi basterebbe che mi facessi un tè accompagnato con qualche biscotto. E comunque la buona educazione, è una delle regole base della mia famiglia. Mi dispiace che tu non possa vantare, di essere stato cresciuto con le buone maniere dei cari maghi Purosangue.-
La chioma scura si scuote divertita. Sulla punta della lingua, Harry sente fremere la voglia di ribattere che di "buone maniere" dei Purosangue, lui ha avuto il piacere di averne viste fin troppe.
Si dirige ancora ridacchiando verso la cucina, riempiendo un pentolino di acqua e mettendolo sul fuoco. La luce ipnotica dei fornelli, e il liquido trasparente che si increspa, lo rapisce alcuni istanti trasportandolo in mezzo ad alcuni pensieri.
C'è qualcosa di strano in quello che è successo oggi. Un particolare offuscato che proprio non riesce a farselo andare bene.
Pur non essendo totalmente d'accordo con Draco sulla cieca fiducia che ripone nella persona di Astoria, riesce ugualmente a capire benissimo cosa stia provando il Serpeverde. Inoltre deve ammettere che le circostanze di come abbiano trovato facilmente la penna incriminata, siano veramente ambigue. Lo accarezza il sospetto che la donna volesse proprio farsi beccare, oppure che stesse addirittura cercando di coprire qualcun altro.
Un fruscio vicinissimo al suo orecchio e un peso piantato contro la sua schiena, lo portano a sobbalzare stupito. Si gira con la testa di alcuni centimetri, riconoscendo la guancia di Draco spiaccicata contro la sua spalla. Il Serpeverde si addossa maggiormente a lui, e appoggia una mano al suo fianco, cingendolo con infinita dolcezza.
-L'hanno già portata via? I dissenatori intendo... sono già arrivati?-
Harry sospira tristemente. Riporta le iridi verdi verso il pentolino, esaminandolo distratto.
-Non ancora. Probabilmente le faranno prima un processo, poi se risulterà effettivamente colpevole arriveranno in cella per accompagnarla verso Askaban.-
Un brivido improvviso scuote il corpo di Draco, che si avvicina a Harry infilandogli il naso in mezzo ai capelli.
-Lei non ha fatto nulla. Te lo posso assicurare.-
Le mani del Grifondoro vanno veloci ad appoggiarsi a quelle del Serpeverde. Per qualche istante le ciglia si chiudono sugli occhi, e la speranza di poter ancora rimanere in questa posizione stretta per tutta la vita, gli attraversa il cervello.
-Io purtroppo posso solamente dirti quello che ci è risultato chiaro. L'incantesimo che ha lanciato Hermione, ha scovato il capello gemello nascosto in casa. Astoria non ha negato che fosse suo. Lei, ehm... non ha fatto o detto nulla, per tentare di scagionarsi.-
Nuovamente il corpo di Draco si stringe a quello di Harry. Nel sentire quella presa ferrea e possessiva sul suo petto, il Grifondoro emette un debole gemito.
-Potrebbe essere stato messo lì apposta dal vero criminale. Ci sono mille probabilità diverse, da dover prendere in considerazione. Te l'ho già detto.-
Un lieve sospiro lascia le labbra di Harry. Stacca le braccia di Draco per girarsi verso di lui. Lo spazio che ha a disposizione tra il fornello e il corpo caldo dell'altro, è veramente misero. Particamente si ritrova a dovergli parlare direttamente sulle labbra.
-Lo so, e se fosse veramente così ne arriveremo a capo. Solo per favore, ora... calmati.-
Gli occhi di Draco scendono famelici e si soffermano maliziosamente sulla sua bocca. La scrutano ammaliati, mentre con un dito ci passa sopra e ne saggia la consistenza morbida.
-Harry...- Mormora con tono vibrante. -Posso rimanere da te, stanotte?-
Che sia per paura, per ansia o per bisogno, al Grifondoro non interessa veramente nulla. L'unica cosa che ora pensa, è spegnere il fuoco del fornello, e lanciarsi in mezzo alle braccia del Serpeverde. Lo artiglia con una mano e lo sbatte contro il muro mentre gli infila la lingua in bocca. Lo palpa brutalmente sul sedere, accarezzandolo sopra i vestiti e tirandogli quei ciuffi biondissimi che lo fanno letteralmente impazzire.
Lo bacia sugli zigomi, sugli occhi e sulla piega candida del collo.
-Aspetta un attimo.- Farfuglia Draco, spostandoselo da addosso.
-Forse non sono stato abbastanza chiaro, con quello che intendevo. Non sono qui per prendermi ciò che da contratto sarebbe... mio. Non è quello che voglio adesso. Per la barba di Merlino! E' difficile per me da dire, ma io... ah, sono dispiaciuto che prima o poi questa nostra specie di relazione, dovrà finire. E lo so perfettamente che io e te in sostanza non siamo niente, ma sono stato bene. Il modo in cui mi guardi, o addirittura come mi tocchi, beh... è incredibile. Anche adesso... mi fai sentire come se fossi la cosa più preziosa che hai al mondo. Ed è tutto dannatamente magnifico.-
Le ciglia di Harry si chiudono sulle iridi verdi, mentre gli angoli degli occhi si inumidiscono appena. Il cuore batte forte nel petto e sembra che voglia addirittura spaccare a mezzo il costato. Si morde quasi la lingua, nel brutale tentativo di trattenere quello che vorrebbe dirgli.
Perchè Draco non gli crederebbe neppure questa volta e lui non può assolutamente rischiare di perderlo. Il sentimento di amore che prova nei suoi confronti è vero e reale. Anzi.. azzarderebbe a dire, che addirittura se lo sente distruttivo.
E oramai ha compreso a sue spese, che l'unico modo per farglielo capire, è dimostrargli che crede totalmente in lui. Che ha e che avrà sempre e comunque, il suo totale appoggio, anche quando non sostiene completamente certe sue scelte. Come quella di credere incondizionatamente all'innocenza di Astoria.
Quindi la prima cosa che ora deve fare per fargli comprendere il suo amore, è arrivare a una veloce e sicura conclusione sulla vera identità del "ladro dei sogni".
Ed è proprio quello che ha intenzione di fare.
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Due capitolini e la chiudiamo?
Che dite. Si o no?
Ma che ne so, direte voi! 🤣🤣🤣🤣
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