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30. Did you know?!

Mi sveglio a causa del caldo che percepisco, nonostante sia pieno inverno e le coperte siano scostate dal mio corpo. So perfettamente che il peso che mi sta opprimendo il fianco sinistro, è il braccio muscoloso di Harry; il che non mi dà fastidio. Mi ritrovo, infatti, la pancia e la parte superiore delle gambe, sudate. Fuori sta nevicando, come ha sempre fatto durante il giorno del mio compleanno.

Oggi è il ventuno gennaio ed io compio diciannove anni, ed esattamente tre settimane fa io ed Harry siamo diventati ufficialmente una coppia. Con quel "ufficialmente", chiaramente intendo aver confessato i nostri sentimenti più profondi ed aver deciso di provare a stare insieme, nonostante le mille avversità che ci allontanano. Poiché, purtroppo, ufficializzare il nostro rapporto (qualunque esso, ora, sia), non è una buona idea. Ciononostante, lo vorrei con tutta me stessa.

Oggi è anche un giorno "buono" perché sono venti giorni che ho finalmente lasciato Niall; non lo definisco un bel giorno perché non penso sia tale. Credo semplicemente che aver finito di prenderlo in giro spudoratamente, sia una cosa buona. Come l'ha presa? Dio, volevo morire. Ma, infondo, essendo del tutto sincera, la sua reazione non è stata per niente esagerata; mi ha solo alzato il dito medio e se n'è andato dalla mia camera. Inizialmente pensavo che non solo se ne fosse andato da casa mia, ma anche dalla mia vita; però, successivamente, mi sono ricreduta: ha cercato in tutti i modi di perdonarmi ed io non potrei esserne più felice. Adesso, nonostante siano passati un po' di giorni dall'accaduto, mi saluta e, a volte, gli scappa un lieve sorriso che ricambio molto volentieri. Quel ragazzo è davvero una persona d'oro; ed io mi odio per il fatto che non abbia funzionato tra di noi.

Ad interrompere i miei pensieri è proprio il centro di essi: il mio ragazzo. Ammetto che fa ancora un certo effetto chiamarlo, nel senso positivo. Insomma, fino a pochi giorni fa eravamo solamente fratellastri che avevano, ogni tanto, dei benefici.
«Amore mio.» la sua voce roca e profonda di prima mattina è sempre un colpo al cuore.
«Buongiorno, Haz.» gli bacio un lato delle bocca e vedo che sorride lievemente a causa del gesto tenero.
«Che ore sono?» chiede passandosi una mano nei capelli ribelli e sbuffando pesantemente, forse seccato dal fatto che dobbiamo andare a scuola.
«Le sei e quarantacinque.» gli rispondo e, nel frattempo, mi alzo, inciampando nelle lenzuola disordinate.

Odio dover andare a scuola il giorno del mio compleanno, penso sia una cosa davvero ingiusta. E, ad essere del tutto sincera, da quando Harry è presente nella mia vita, la scuola è un optional tra tutti gli altri.

«Piccola, restiamo a casa per oggi?» Harry, in tutta la sua magnificenza mattutina, sbuca alle mie spalle facendomi prendere un infarto.
«Abbiamo fatto troppe assenze.» ridacchio di gusto per la sua svogliatezza (non che io abbia molta voglia di andare in quell'aula e studiare per otto ore consecutive).
«Non ci fa nulla, sarà l'ultima.» mi bacia il collo arrossato per tutti i suoi succhiotti aggressivi. Rido sommessamente.
«Era l'ultima anche quattro volte fa, Harry.» gli faccio notare e lui sembra sbuffare, ma so che, in realtà, è divertito quanto me.
«Dai...» mi lecca il lobo dell'orecchio ed io mi sento morire dentro; possibile che questo ragazzo mi faccia impazzire anche la mattina presto? Santo Cielo!

«Harry. Dobbiamo andare a scuola, basta.» lo fermo con le parole perché, sono sicura tanto da scommetterci l'anima, non sarei capace con i gesti, dato che lo voglio quanto lui desidera me. Dio, sono patetica.
«Okay!» sbuffa e poi mi lascia un bacio a stampo, come per farmi capire che, in realtà, non è arrabbiato con me.
«Dammi un bacio, però.» lo tiro per il polso verso di me e mi mordo il labbro inferiore.
«Vieni qua, nana.» dice prima di abbracciarmi dai fianchi.

Odio quando mi chiama con quello stupido nomignolo! Insomma, sono minuta, ma non poi così bassa; è lui che sembra un gigante. Comunque sia, questo non toglie che bacia benissimo. Infatti, il bacio con cui sta divorando la mia bocca, è carnale e molto passionale. Adoro questo tipo di effusione: ti fa intendere quanto bisogno ci sia di sentire l'altro accanto a sé. La sua lingua rincorre la mia e la circonda, creando un gioco che non ha fine. Le sue mani vagano al di sotto della mia maglietta, facendomi rabbrividire sin sopra le spalle. Amo quando vuole farmi sentire sua, perché, in fin dei conti, lo sono: sono completamente e felicemente sua.

Comunque, penso che la sua proposta e il suo affetto improvviso siano dovuti al fatto che, oggi, la sua ragazza compie diciannove anni (Dio! Mi sento vecchia solo a pronunciare quelle due cifre). Ma mi sorprendo del fatto che, nonostante sia sveglio già da qualche minuto, non mi ha fatto gli auguri; non che me ne freghi qualcosa... Ho sempre odiato i miei compleanni; così felici ed allegri, quando io, invece, stavo malissimo per i soliti problemi. Ciononostante, ho imparato a non criticare chiunque mi faccia gli auguri o, ancora meglio, un bel regalo.

«Dai amore, andiamoci a lavare.» ridacchia, staccandosi lentamente da me; così piano che, fino a qualche secondo fa, potevo sentire il suo fiato sulla mia bocca umida e aperta.
«Sì.» rispondo semplicemente e mi avvio verso il bagno.

Da quando la mia stanza è occupata solo da me ed Harry, il tutto sembra molto più facile. Gemma, con la scusa del "voglio stare sola, perché Holland è troppo disordinata" (parole sue, non mie), si è trasferita in camera di suo fratello e, di conseguenza, quest'ultimo è venuto a convivere con me. L'idea, inizialmente, non mi sembrava una delle migliori che il cervello di mia sorella potesse elaborare; ma mi sono dovuta ricredere. Adoro pienamente svegliarmi sotto il muscoloso braccio di Harry, o con le gambe attorcigliate alle sue, o con i suoi meticolosi baci umidi sul collo. Quindi, in conclusione, ringrazio, ogni giorno, mentalmente Gemma che, pur di non destare sospetti, ha inventato milioni di scuse reggenti. È davvero un genio, quella ragazza.

~

È appena suonata la campanella che annuncia l'inizio dell'ora di pranzo ed io non potrei essere più annoiata di così. Gli auguri che ho ricevuto questa mattina, sono stati tutti molto strani; certo, mi aspettavo che tutti mi dicessero che sono vecchia, ma non che addirittura mi tirassero un uovo in testa dicendomi che volevano testare la mia pazienza dato che sono invecchiata. Santo Cielo, li avrei voluti uccidere uno ad uno fino a che Gesù Cristo sarebbe sceso in Terra a pregarmi di smetterla... Non so se mi sono spiegata.

Comunque sia andata, Harry è scomparso dalla circolazione e la cosa mi urta un pochino; insomma, dovrebbe stare con me, soprattutto in un giorno speciale (considerato tale dagli altri) come questo. Chiaramente: non voglio assolutamente nulla di speciale da lui, già mi sento più che fortunata ad essere la sua ragazza; è solo che non mi ha neanche fatto gli auguri. Che lo abbia dimenticato? Dio, mi sembra troppo strano; Harry mi tratta come se fossi una regina, la sua regina... quindi perché dimenticare una cosa del genere?

Decido che è meglio non commiserarsi per cose così futili (probabilmente mi dirà un sonoro buon compleanno con tanto di bacio, stasera) e quindi mi avvio verso la mensa. Tutti i ragazzi che mi vedono, mi fanno l'occhiolino o un cenno con il capo ed io non vorrei altro che Harry accanto a me, per dire loro di smetterla perché sono felicemente impegnata.

Comunque sia, incontro Angie e Gemma che mi chiedono di pranzare al loro tavolo.
«Certo.» rispondo allegramente, per quanto io lo possa essere, comunque; e poi ci avviamo verso il centro della grande sala.
«Allora, Holly! Come festeggerai oggi?» chiede d'un tratto la ragazza di mia sorella, girandosi completamente verso di me.
«Penso che andrò in qualche pub.» dico la verità, nonostante abbia omesso qualcosa: sì, andrò in discoteca per fare qualcosa, ma sicuramente sarò accompagnata da Harry. Sempre che lui non abbia altri impegni, data la sua maledetta dimenticanza.
«Dove andrai?» chiede sempre più curiosa mia sorella Gemma, facendomi innervosire un tantino; perché volerlo sapere?
«Ancora non ho deciso.» sbotto freddamente; irritata dal fatto che vogliano conoscere i miei piani.

Ma, subito dopo, riconoscendo che questo mio nervosismo sia dovuto al fatto che Harry ha sicuramente dimenticato il compleanno, mi scuso con entrambe, inventando una scusa irrilevante.
«Okay, sta' tranquilla, tesoro.» sorride mia sorella, dandomi una pacca sulla spalla.
«Già...» borbotto sotto voce, seccata come mai lo sono stata in vita mia; la cosa mi sorprende alquanto. Ribadisco, come ho già precisato precedentemente, non mi è mai interessato più del dovuto il mio compleanno; perché dedicargli più pensieri proprio quest'anno?

«Holland!» sento la voce di Louis richiamare il mio nome e, dopo qualche secondo, vedo quest'ultimo sbucare da dietro l'angolo con le braccia aperte in modo teatrale.
«Lou!» lo saluto abbracciandolo fortemente; ridacchia e mi dà un morso sulla guancia e, nonostante sappia che lui sia gay, avvampo e sgrano gli occhi lievemente imbarazzata.
«Auguri, amore mio!» esclama dandomi un bacio sulla fronte; gesto che, per la cronaca, mi ricorda Harry. Ma dove si sarà cacciato?
«Grazie Lou.» ridacchio e mi metto comoda sulla sedia bianca.

Mi guardo intorno, sperando di vedere il mio fratellastro spuntare da qualche angolo remoto della sala, che, alla fine, tanto remoto non sarebbe poiché io lo vedrei benissimo. Constato che, seriamente, Harry ha dimenticato il mio compleanno. E, il punto, non è esattamente questo; non me ne frega nulla di questa data, ma del suo maledetto pensiero. Perché dimenticarlo così facilmente?
«Dio...» mormoro a bassa voce, sperando che nessuno dei presenti a questo tavolo mi senta. Ma, come penserebbero in molti, non per il fatto che mi potrebbero prendere per pazza (poiché lo sono, e non ho bisogno che qualcuno me lo ribadisca); ma per il semplice accaduto che poi mi chiederebbero spiegazioni. E questo implicherebbe un mio scatto nervoso, di cui mi potrei presto pentire; non vorrei rovinare questa giornata, per una volta.

«Sapete dov'è Zayn?» ad un tratto, la voce di Louis mi riscuote dai miei pensieri.
«Già, dov'è quel deficiente?» ride Allison che, all'improvviso, si aggiunge a noi. Ella mi stampa un bacio sulla guancia e mi augura un buon compleanno con tanto di tirata di orecchie; l'ha sempre fatto, fin da piccola.
«In realtà non saprei.» ridacchio quando, con un lieve soffio, mi fa spegnere la piccola fiamma azzurra che aveva creato con un accendino.
«Non ti ha ancora fatto gli auguri?» chiede innocentemente Gemma; so che non gli è mai andato a genio il mio migliore amico e, al momento, è evidente che cerca di farci litigare. Ma, per quanto io adori mia sorella, non ha capito che Zayn per me è come un fratello (se non di più); e non riuscirà a mettermelo contro per una banalità come gli auguri del compleanno.

«No, ma non ha mai dimenticato il giorno della mia nascita, Gem.» la zittisco e lei, come se fosse indignata da questo gesto, mi fa la linguaccia e mi alza il dito medio; ridacchio e penso che, in fondo, siamo peggio dei bambini.
«Holland, c'è qualcuno che ti chiama.» è Louis ad interrompere i nostri discorsi infantili; gliene sono sinceramente grata.
«Chi?» chiedo ingenuamente, guardandomi alle spalle: non vedo nessuno che pronuncia il mio nome.
«Lì.» con una mano, Angie, mi gira delicatamente la mandibola in direzione del diretto interessato: è Zayn.

Mi alzo subito dal tavolo e corro verso di lui; per ora ho solo un grande bisogno di un abbraccio del mio migliore amico, l'unico ed il solo che mi fa sorridere con poco.

«Piccola, auguri!» mi prende in braccio al volo, al che io scoppio in una grossa risata perché stavamo per cadere, se non fosse stato per il muro dietro di noi che ci ha sorretto.
«Deficiente!» urlo, ridacchiando per il suo modo di fare; mi ha afferrato saldamente le cosce per potermi portare fuori dall'istituto.

«Andate via, qui c'è una persona che compie diciannove anni, idioti!» strilla contro le persone che, sorprese e sconvolte dal nostro comportamento, camminano davanti a Zayn come se nulla fosse.
«Aiuto.» trillo quando, con un saltello strano, mi fa alzare ancora di più sul suo corpo; comunque sia messa al momento, lui corre più veloce che può verso l'uscita. Spero solamente che, da qualche aula che si affaccia su questo corridoio, non sbuchi qualche insegnante o, peggio ancora, il preside.
«Vai più piano!» dico vicino al suo orecchio e, successivamente, gli lascio un bacio sulla guancia, lievemente ricoperta dalla barba.

Arrivati al piccolo giardino, alleggerisco la presa che ho ai suoi fianchi muscolosi e scendo, buttandomi sul prato pieno di neve. Inutile dire che, nonostante sia freddo e poco sano, Zayn mi segue a ruota e appoggia la testa sul mio petto, come per rilassarsi. Ridacchio per il solletico che mi provocano i suoi capelli un po' più lunghi del normale; finalmente gli sono perfettamente ricresciuti e non ha tardato a tingerli con un colore molto chiaro, biondo - sta davvero benissimo.
«Ti voglio bene, piccolina.» mi bacia la pancia ricoperta dai vari indumenti ed io sorrido, contenta di avergli sentito dire quelle parole.

Zayn non è uno di quei ragazzi che confessano i propri sentimenti, ma d'altronde non lo è mai stato. Lui preferisce i fatti alle parole; come me, oserei dire; penso siano un po' tutti così, alla fine. Chi non preferisce un bell'abbraccio ed un bacio sulla fronte ad un "perdonami"? Nessuno, appunto.

«Anch'io, tanto.» gli lascio una carezza tra i capelli e un brivido mi percorre la schiena: il freddo, in questo periodo dell'anno, è davvero pungente.
«Cosa c'è che non va, tesoro?» apre bocca mentre, con la mano destra, mi massaggia la pancia facendomi rilassare.
«Non so, sento qualcosa che non va, ma non riesco a decifrare cosa sia.» il mio piccolissimo discorso intricato e contorto viene afferrato da Zayn (o, almeno, di questo mi convince il mio migliore amico).
«Si chiama amore, Holland.» dice ridacchiando ed arrestando i movimenti piacevoli che stava attuando nel mio alto addome.

Anche lui no, adesso! Perché tutti sono convinti che ogni dannato problema di ogni maledetta persona giri intorno all'amore?!

«E so che pensi che sono pazzo. So anche che mi stai maledicendo brutalmente per il fatto che io pensi sia l'amore. Ma sai cosa c'è? So anche che ti stai auto-convincendo del fatto che il tuo problema non è l'amore; ma, nel tuo profondo, sai di star sbagliando.» dice, facendomi scioccare e confondere alle sue parole. Che sia un veggente?
«Quindi, quando sarai sincera con te stessa, vieni da me.» mi schiocca un bacio sulla guancia e si alza, spolverandosi i pantaloni, per poi andarsene.

«Non mi manca Niall. L'ho lasciato perché non lo amavo più; ergo, non sto male per l'amore né tantomeno per il biondo.» con tutto il coraggio del mondo, dico queste poche frasi per cercare di camuffare i miei pensieri; seppur inutilmente. Sono così prevedibile ai suoi occhi?

«Non parlo di Niall.» dice semplicemente, continuando a camminare nel mio verso opposto.

Mentre il moro cammina verso l'entrata, sgrano lentamente gli occhi e cerco di rilassarmi attraverso la frescura del ghiaccio sotto di me (ho sempre amato il freddo, adoro sentire quest'ultimo sulla mia pelle). Dio, sapevo che Zayn era un ragazzo che non parlava molto ma pensava e capiva tutto quello che lo circondava; ma non fino a certi punti. In qualche secondo è riuscito a capire quello che io, il mio cuore (o il mio cervello, dipende dai punti di vista) non abbiamo compreso in mesi e mesi. E, questo, mi sorprende alquanto; oramai, con il mio migliore amico, non c'è più privacy: riesce a captare tutti i miei pensieri, anche i più inutili.

«Sicuramente Harry non ha dimenticato il tuo compleanno, tranquilla.» neanche si gira quando, con un tono ambiguo, pronuncia queste parole che mi fanno agghiacciare.
«Come?» chiedo allora, spaventata da una sua possibile risposta.
«Harry, Harry non ha dimenticato il tuo compleanno; sta' tranquilla.» spiega meglio, come se fossi una bambina di tre anni (non che io non mi senta tale, a volte).
«Cosa c'entra il mio fratellastro?» chiedo con finta aria ingenua, sperando che la mia voce non mostri la verità.

Sbuffa una sonora risata chiaramente sarcastica e, qualche passo prima del cancello, si gira verso di me con un'espressione a dir poco schifata.
«Holland, ma vuoi prendere qualcuno per il culo? Non con me, per favore; ti conosco troppo bene.» ridacchia ancora ironicamente e poi si avvicina nuovamente a me, facendomi aspettare il peggio.
«No, io...» inizio a balbettare, neanche la fine del mondo fosse vicina. Ma, pensandoci bene per più di quelli che possono considerarsi pochi secondi, questa, per me, è la fine del mondo. Dio, non può essere!

«So che stai insieme ad Harry, sin dai primi giorni che lui è arrivato. Lo vedo da come vi guardate, anche se inizialmente sembrava solo tensione sessuale; ma si è trasformata in qualcosa di più, in qualcosa di più grosso.» parla lentamente, come solo lui sa fare: scandisce bene le parole e tra un vocabolo ed un altro fa delle piccole pause. È una cosa che mi mette a dir poco agonia; ma penso che tale definizione sia solamente un eufemismo che minimizza il concetto.
«Non starò qui a dirti cazzate come: "siete fratelli, quindi è sbagliato" o peggio "siete troppo diversi".» continua a parlare, tendendomi una mano per alzarmi.
«So solo che è la prima volta che sei seriamente innamorata, quindi vai dal tuo ragazzo e fregatene della scuola. Cazzo: è pur sempre il tuo compleanno, no?!» mi dà una sculacciata ed io mi mordo il labbro per la situazione strana andatasi a creare.

«Ma io non...» cerco di parlare, ma il suo sguardo mi fulmina, al che mi sento catapultata nella parte del torto.
«Holland, sì invece. Sei innamorata persa di lui, quindi va'.» mi spinge lievemente verso la parte opposta dell'entrata.

Ha ragione il mio migliore amico: devo andare dal mio ragazzo (mi piace definirlo tale, anche perché lo è).

«Okay, hai ragione.» dico convinta delle mie stesse parole.
«Lo so. Ti aspetta a casa vostra, se te lo stai chiedendo.» ridacchia e mi dà un bacio sulla guancia per salutarmi.
«Grazie, Zayn. Sei veramente un fratello.» sorrido dolcemente e, a quelle parole, si morde il labbro e arrossisce.
«Ancora auguri, Holland.» mi spinge nuovamente, al che inizio a correre verso casa.

Inutile precisare che ci impiego venti minuti buoni, con un passo di corsa molto veloce; Dio, mi manca il respiro a tal punto che devo fermarmi e cercare di riempire i polmoni dell'ossigeno che Madre Natura ci dona. Metto una mano sul petto stringendo fortemente il tessuto della felpa e mi mordo il labbro per la preoccupazione. Spero che Harry non abbia veramente dimenticato il mio compleanno; ma, come dice Zayn, una cosa del genere è impossibile - d'altronde il mio migliore amico ha ragione su tutto. Ribadisco che non mi interessa ricevere una Maserati come regalo (se qualcuno me la donasse, però, non rifiuterei, ovviamente), mi importa che egli si ricordi di questa piccolezza.

«Harry!» urlo quando entro in casa, sicura di non trovare nessuno se non il mio fratellastro; non griderei mai, altrimenti.
«Haz!» strillo ancora più forte, salendo velocemente le scale che portano al corridoio principale; dove si è cacciato?

Arrivo nella sua camera e rimango a bocca aperta: i petali di rosa sono sparsi per tutto il pavimento, le candele accese profumano. Non ho mai amato cose del genere, non sono mai stata un tipo romantico; ma, ammetto, che vedere questo sforzo da parte del mio ragazzo, è qualcosa di sensazionale. Sulla scrivania giace il computer della marca che ha scelto come icona una strana mela morsicata da un lato; è accesso. Così, presa dall'immensa curiosità che quest'atmosfera mi dona, mi avvicino ad esso e guardo il display. Vi è una cartella con su scritto "per Holland"; chiaramente ci clicco sopra per scoprire cosa la mente malata di Harry sia potuta arrivare a fare.

Si apre un video che, velocemente, aziono. La musica inizia a diffondersi per la camera ed io sgrano gli occhi per la canzone; è la mia preferita.

«Ti conosco da poco, amore. Ma quel poco mi basta per capire che sei la persona con cui preferisco condividere ogni momento della mia esistenza. Hai portato vita nella mia semplice sopravvivenza; mi hai fatto rinascere, amore. Per te ho pianto e ho riso e ho giocato e ho rinunciato al mio cuore. Pensavo che fosse un organo dimenticato ed invece ero io ad averlo completamente scordato. Incredibile come, da un giorno all'altro, io possa aver capito che stavo conducendo un'esistenza senza senso. Ma poi sei arrivata tu: con quei capelli maledettamente rossi e lunghi e i tuoi atteggiamenti da ragazza aggressiva.» inizio a piangere leggermente, ma non uno di quei pianti pieni di singhiozzi o tirate di naso; semplicemente: il mio viso è solcato da lacrime infinite che sono destinate a cadere.

«Volevo semplicemente ringraziarti di avermi fatto vivere una volta per tutte. Tra dolori e gioie, mi hai fatto capire che se qualcosa si vuole, si deve ottenere.» asciugo il mio volto, rigato da piccole goccioline salate che, appena asciugate, mi induriscono la pelle della mascella.

«Per non parlare di tutte le figure di merda che mi hai fatto fare.» dice serio, sbuffando sonoramente. Rido sonoramente ribadendo tutte quelle volte in cui ho veramente esagerato; ad esempio quando, per la Befana, gli ho attaccato il mio chewing-gum nel sedere e l'ho fatto camminare così per chilometri e chilometri. Dio, che risate!
«Ma è una lato di te che amo; te ne freghi del parere della gente e hai un carattere fortissimo, come l'hanno in pochi.» blocco il video per qualche secondo; troppa emozione in pochi secondi - devo riprendermi.

«Non sapevo cosa regalarti,» clicco di nuovo sul tasto play, sperando che i miei occhi non creino un nuovo oceano.
«così ho optato per darti in cambio quello che mi hai donato tempo fa... Una vita.» a queste parole, il cortometraggio pieno di nostre foto e della sua bellissima voce finisce; non potrei essere più confusa. All'improvviso, dalla porta della camera, sbuca una testolina e produce un suono a dir poco strano per essere attribuito ad un umano.

È una cane! Precisamente è un piccolo cucciolo dal pelo dorato, penso sia un golden retriever; non sono molto competente in questo settore, nonostante io ami gli animali con tutta me stessa. Penso che essi siano le creature più belle ed affidabili al mondo, l'ho sempre creduto; fin da quando mio padre mi regalò un gattino grigio alla tenera età di otto anni. Comunque sia, il cucciolo si guarda intorno e, successivamente, con un fiocco blu legato attorno alla pettorina, mi raggiunge contento.

Mi abbasso subito alla sua altezza e lo guardo prima di prenderlo in braccio e stampargli un bacio sulla tempia; è un maschio, il che è una cosa buona. Non sopporto le femmine. Scodinzola come se non ci fosse un domani, e ho paura che la sua coda si possa staccare dal resto del corpo. Rido, rido come poche volte ho fatto nella mia intera vita e coccolo per bene quello che, sicuramente, chiamerò Stan; ho sempre desiderato chiamare così un cane di queste dimensioni (diventerà piuttosto grande e, di questo, sono contenta).

«Ti è piaciuto, allora.» constata Harry che, come se nulla fosse, entra dalla stessa porta attraverso la quale Stan mi ha raggiunto.
«Haz, è tutto bellissimo. Grazie.» mi alzo in piedi con il cucciolo ancora nelle mani e stampo un bacio sulle labbra alla persona migliore del mondo. Come gli è potuta venire in mente un'idea del genere?!
«Allora non ti eri dimenticato!» affermo contenta della situazione, non potevo desiderare di meglio per il mio compleanno. Penso sia il migliore di tutti quelli che si sono susseguiti negli anni, e ne sono passati diciannove...

«Come potrei mai scordare il giorno in cui è nata la mia salvezza?» chiede sinceramente.

Lo bacio immediatamente; come se fosse l'ultima cosa da fare per rendere la giornata ancora più bella.

Angolo autrice

Il capitolo è stato finalmente completato, mi scuso ancora per l'immenso ritardo, ma ripeto: non posso forzare le mie dita... La scrittura è una cosa alquanto naturale e non va sforzata, dovrete aspettare al solito una settimana per il capitolo nuovo.
Sono appena ritornata dalle Canarie (sono in aereo) ed è stato bellissimo; se ne avete la possibilità vi consiglio di andarci.
Qualcuno mi ha chiesto se la storia finirà a breve e non so come rispondere; a 100 capitoli non arriverà sicuramente, ma penso che ne farò molti altri. Quindi, per chi segue volentieri la storia, state tranquilli. Ringrazio ancora e dedico il capitolo a _WilliamShare_ che ha gentilmente fatto il trailer. È venuto davvero bellissimo, grazie.

La vostra Tori.

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