20. The third lessons.
Chiudo gli occhi e inspiro pesantemente chiedendomi cosa io stia facendo per l'ennesima volta.
Ci stacchiamo qualche secondo dopo solamente per prendere fiato e lo osservo in tutta la sua bellezza. Mi chiedo come facciano ad esistere delle labbra così carnose e colorate da questo pigmento rosso a dir poco forte. Ed i suoi occhi, cavolo, il colore delle sue iridi è qualcosa di meticoloso, ti mette quasi in soggezione. Sono verdi chiari, con qualche macchia di una tonalità più scura qua e là e il loro contorno è nero come la pece.
Quando mi accorgo che lo sto osservando da troppo tempo arrossisco violentemente e guardo in basso, aspettandomi una qualche battuta ironica che, però, non arriva.
«Mi piace da morire quando mi fissi, mi fai sentire più carino.» alle sue parole, sia io che lui, sgraniamo gli occhi e apriamo la bocca: siamo entrambi scandalizzati dalla sua frase.
«Tempo fa mi hai detto che odi essere fissato dalla gente.» gli ricordo, rammendandomi di quel giorno in auto.
«Infatti: la gente.» specifica dandomi un bacio a stampo sulle labbra facendomi desiderare molto di più.
«Ora, baciami.» supplico posizionandogli le mani sulle spalle, alzandomi in punta di piedi cercando di arrivare alla sua altezza.
«Subito.» obbedisce all'ordine dandomi un pizzicotto nel sedere che mi fa ridere di buon gusto prima di baciarmi seriamente.
La sua lingua accarezza la mia dolcemente, facendomi avvampare e sentire quella strana sensazione in mezzo alle cosce quando la sua mano scende ed accarezza la pelle che ricopre le mie gambe. È davvero formidabile come questo ragazzo riesca a farmi sentire bene, nonostante non provi niente per lui. Posizione la testa all'altezza del mio seno e bacia lo spazio tra quest'ultimo, facendomi mugolare dal piacere. Piego leggermente il capo in avanti e gli bacio il ponte del naso che, per miracolo, non gli ho rotto il giorno precedente. Gli scappa un leggero gemito di dolore quando, senza accorgermene, gli tiro un riccio, come a volerlo strappare.
Mi bacia successivamente la parte che congiunge il collo al viso ed io chiudo gli occhi cercando di godermi questo momento meglio possibile. Quando potrebbe ricapitarmi un Harry così affamato di sesso? Decido di osare un po' di più, così mi abbasso all'altezza del suo membro e gli lascio alcuni baci umidi sui muscoli laterali degli addominali abbastanza accennati.
«Oh dio.» dice quando mi rimetto in piedi afferrandolo per i passanti dei jeans e attirandolo a me. Mi piace farlo impazzire, in questo modo; mi piace farmi desiderare da un ragazzo come lui: particolarmente esperto.
Mi abbraccia dalla vita esile e mi solleva di poco, privandomi della terra sotto i piedi - in tutti i sensi esistenti, e mi porta fino al suo letto. Si siede su quest'ultimo e mi mette in braccio facendomi posizionare comodamente sulle sue lunghe gambe ricoperte solo dai jeans stretti. Ci guardiamo negli occhi reciprocamente per qualche minuto, perdendoci ognuno nei propri pensieri. Le sue labbra, meravigliosamente carnose e rosse, si attaccano al mio petto baciando, nuovamente, il solco tra i miei due seni, facendomi per l'ennesima volta rabbrividire. Mentre il suo viso è immerso nelle mie curve, ricambio le piccole carezze affettuose baciandogli i ricci.
Si stende sul letto, portandomi con sé e, di conseguenza, facendomi coricare sopra di lui, che ha i muscoli duri come il marmo, ma è sorprendentemente comodo. Resterei così per tutta la vita, se potessi e, soprattutto, se lui me lo permettesse.
«Mh.» mugola in approvazione quando, per posizionarmi meglio, spingo il mio bacino contro il suo, creando una forte frizione.
«Ah.» butto un sospiro tenendomi sopra la sua "V" che scompare sotto i jeans per dare un'altra leggera spinta.
«Come fai a farmi impazzire semplicemente con un po' di frizione?» mugola a tratti piantando i talloni nel materasso e spingendo verso l'alto il bacino, a fine di incontrare il mio.
«Non lo so, mi chiedo lo stesso di te.» mi posiziono meglio sopra alla sua alta figura e, cercando di essere sempre sensuale nei movimenti, mi ci metto a cavalcioni, di sopra. Ansimo e serro gli occhi, così fortemente e saldamente, che quasi ho paura di non riuscire ad aprirli più.
Alza un po' il busto permettendomi di togliergli la maglietta con più facilità. Mi aiuta in questa mossa ed il tessuto finisce in un angolo remoto della sua camera. La seguono i miei jeans stretti ed io mi ritrovo in slip sopra la sua dolorante erezione.
«Uh, Holly.» geme più frequentemente quando, prendendomi i fianchi con le sue grandi mani, mi spinge in basso, contro il suo pacco; facendomi, di conseguenza, godere.
«Ha-Harry.» mugolo togliendomi la maglietta - con qualche difficoltà a causa dell'ingombrante gesso, davanti i suoi occhi dalle pupille estremamente dilatate.
«Oh.» gli esce un ringhio gutturale dal fondo della gola quando, guardandomi il seno, si alza leggermente per sganciarmi il reggipetto nero di pizzo.
Me lo leva e, trascinandomi con sé, mi succhia un capezzolo facendomi gemere e desiderare sempre di più. Le protuberanze dei miei seni si induriscono sotto al suo tocco esperto e coinvolgente, facendomi sospirare per il piacere.
In un movimento scaltro e, così veloce che quasi non me ne rendo conto, mi ritrovo sotto la sua figura slanciata ed il suo petto meravigliosamente tonico tocca il mio.
«Holland, ti desidero più di qualunque altra cosa al mondo. Ti prego permettimi di assaporarti tutta.» pronuncia le parole scandendole bene, una per una, con le pupille enormemente allargate per la lussuria, penso.
«Accomodati, ma prima vorrei fare una cosa se non ti dispiace.» dico mentre gli abbasso i pantaloni, piano piano.
«Sono tutto tuo.» quando ansima queste parole, quasi desidero che non le abbia dette solo perché siamo in una circostanza del genere - quasi, appunto.
«Piano.» lo rimprovero senza reale cattiveria ridacchiando quando, levandosi i pantaloni, mi colpisce leggermente il braccio rotto.
«Scusa.» mette una faccia tenera ed io sorrido ampiamente prima di calarmi sotto le coperte pesanti e raggiungere i suoi boxer. Risalgo di poco ed inizio a lasciargli baci umidi su tutti gli addominali abbastanza accennati. Scendo piano fino ad arrivare alla striscia formata dalla leggera peluria che va dall'ombelico fino all'addome basso.
«Dio.» pronuncia quando, con i denti, acchiappo l'elastico dell'unico indumento che ha indosso e lo tiro per poi lasciarlo provocandogli un gemito di dolore.
Strofino il naso contro la sua pelle caldissima, nonostante ci sia un freddo micidiale, e, con l'aiuto delle mani, gli calo le mutande, levandogliele definitivamente. Con un movimento da parte delle sue caviglie cadono finalmente a terra e la sua erezione pulsante salta sullo stomaco. Io, d'altra parte, resto immobile davanti a questa creatura - perché sì, penso proprio che questa sia una creatura estraniata da Harry.
Prendo la sua lunghezza all'interno del mio piccolo pugno ed inizio a fare movimenti lentissimi trascinando la mano su e giù. Cerco di farmi coraggio e, con il viso rosso e caldo, mi avvicino al suo glande mettendolo in bocca, abituandomi a quella strana situazione. Trascino il suo membro ancora più in fondo alla mia gola, affogandomi quasi e lui tira un forte sospiro immergendo la mano nei miei capelli per accompagnarmi nei movimenti. Alzo leggermente gli occhi per osservarlo meglio e lo vedo mordersi il labbro, così fortemente da fare diventare la parte interessata quasi bianca. Sorrido - per quanto possibile in questa posizione, per il fatto che io gli sappia dare piacere.
Poggio la mano alla base della sua lunghezza aiutandomi con i movimenti delle mie labbra e della mia lingua. Dopo qualche secondo di questi lenti, decisi e strazianti movimenti, inizia a respirare molto più pesantemente facendomi intuire che sta esplodendo dalla goduria. Sento le sue mani premermi ancora di più verso il basso ed inizio ad aumentare le velocità con cui compio i movimenti.
«Mh.» piagnucola quando il suo petto inizia ad abbassarsi ed alzarsi molto più velocemente del normale.
«Holland, fermati subito.» ringhia con la voce arrochita dal piacere, cercando di sottrarsi alla mie labbra. Io continuo con i miei movimenti, sperando di farlo venire grazie a me.
«Ti ho detto di fermarti!» ulula levandosi da sotto di me, facendomi confondere e, quasi, offendere. Lo raggiungo, fino a distendermi nuovamente sopra di lui e lo guardo negli occhi dilatati a causa della goduria.
«Perché? Pensavo ti piacesse...» chiedo abbastanza afflitta e piuttosto curiosa.
«Certo che mi piaceva, solamente... Non volevo venire così.» risponde sorridendomi, dandomi un'ottima visuale delle sue meravigliose fossette.
Lo guardo addolcita dal rossore diffuso sulle sue guance e lo bacio sulle labbra, facendogli sentire il suo stesso sapore.
«Posso ricambiare il favore?» chiede prima di succhiarmi e leccarmi il lobo, facendomi rabbrividire. Mi sconvolgo quando mi accorgo che non mi da fastidio, anzi, mi fa accapponare la pelle per la sensazione meravigliosa. Questo ragazzo mi sorprende ogni giorno di più, come pochi.
«Mh.» mugolo in approvazione quando lui afferra il mi bacino trascinandoselo fino al suo pacco ancora duro.
«Ti farò urlare il mio nome, fosse l'ultima cosa che faccio.» dice dimenandosi facendomi mordere il labbro dal piacere.
«Allora fallo.» gli ordino spingendo la mia intimità contro la sua in modo violento.
«Come gradisci piccola.» disse posizionando il suo pacco sul mio clitoride facendomi risucchiare un respiro.
«Cazzo non ho ho i preservativi!» urla frustrato, quando con una mano fruga nel cassetto del suo comodino.
«È okay; tranquillo sarà per la prossima volta.» dico io, in realtà, un po' dispiaciuta.
«Sì, ma ti devo ancora un orgasmo.» mi bacia teneramente le labbra - per quanto un gesto possa essere tenero dopo aver pronunciato quella frase.
Posiziona il pollice sulla parte più sensibile della mia intimità e, dopo avermi guardato per ottenere una conferma - che non tarda ad arrivare, inizia a fare cerchi veloci.
«Sei tutta bagnata, piccola.» mi dice mentre aumenta la velocità con cui mi sta facendo gemere dal piacere.
«Continua e sta' zitto.» dico muovendomi contro la sua mano. Mentre lui esegue i miei ordini, mi abbasso fino a raggiungere il suo petto tonico con il mio seno morbido e, dopo avergli baciato il collo, gli stringo i ricci sentendomi in Paradiso.
«Non penso durerò molto.» dico e lo guardo mentre, con l'altra mano, si stimola l'erezione, facendomi eccitare ancora di più.
«Ci pe-penso io.» balbetto afferrando la sua erezione stringendola più del dovuto e iniziando a torturalo sadicamente con movimenti lenti ma decisi.
«Posso torturati anch'io.» ridacchia malvagiamente mentre rallenta i movimenti del suo dito contro di me.
Sbuffo per il maledetto controllo che ha su di me e, così, inizio a masturbarlo seriamente. Quando noto che i suoi ansiti ed i suoi respiri sono più pesanti, aumento la velocità e, con mia grande ma gradita sorpresa, lui fa lo stesso con me.
«Harry.»
«Holland.»
Gridiamo i nostri nomi reciprocamente e contemporaneamente quando, con un ultimo movimento deciso veniamo entrambi sporcandoci del suo seme. Il suo liquido è schizzato un po' ovunque facendomi ridacchiare: il suo addome, la mia mano ed il mio seno sono unti dalla sostanza appiccicosa.
Mi butto vicino a lui, fregandomene altamente di andarmi a pulire e sospiro pesantemente appoggiando, successivamente, la testa contro il suo tonico petto imperlato da un leggero strato di sudore causato dal piacere.
«È troppo bello il sesso con te.» dice dandomi un bacio sul naso, facendomi ridacchiare. Mi accoccolo di più contro di lui, incrociando le nostre gambe di lunghezza differente, e gli bacio la pelle sotto il capezzolo.
~
Io ed Harry, dopo aver fatto una doccia insieme, stiamo preparando le nostre valigie: quelle che ci serviranno per quando saremo ai Caraibi.
«Ma secondo te questo costume è carino?» mi chiede posizionando davanti alla sua vita un bermuda giallo canarino.
«Sì, certo.» dico annuendo e rivolgendo nuovamente l'attenzione alla zip dell'abnorme aggeggio sotto al mio sedere. Ebbene sì, mi sono seduta sopra quest'ultimo nel tentativo di riuscire a chiuderlo, dati i troppi indumenti all'interno.
«Vuoi una mano?» entra in camera Des facendomi sorridere e annuire per ricevere il suo aiuto.
«Quello stupido di tuo figlio mi guardava e rideva invece di comportarsi da gentiluomo.» alzo gli occhi al cielo con fare drammatico e l'uomo accanto a me manda una finta occhiataccia terribile ad Harry.
«Beh, prima non ti lamentavi dicendomi stupido.» sussurra, ma a causa del silenzio tombale che regna nella camera, suo padre lo sente e ci guarda interrogativi. Dò una gomitata ad Harry, facendolo gemere dal dolore e guardo angelicamente Des.
«Nel senso che mi ha fatto lavare nella sua doccia perché l'acqua calda nel mio bagno non funzionava.» invento una bugia al momento e, sentendomi tremendamente scema, spero che ci creda perché sono una frana nel mentire su due piedi.
«Beh, dovremmo fare controllare ad un idraulico; capita spesso tra il suo ed il tuo bagno.» dice annuendo a sé stesso facendomi ridacchiare e sospirare dal sollievo allo stesso tempo. Dio, meno male.
Quest'ultimo mi manda un bacio volante in modo derisorio ed io sbuffo legandomi i capelli in una crocchia disordinata e morbida sulla testa.
«Ma Leila?» chiedo d'un tratto riferendomi al fatto che mia madre non si vede in casa da un po', mentre il compagno di quest'ultima finisce di sistemare la mia valigia.
«È solo molto impegnata con il lavoro per ora. Sai, per avere queste due settimane libere doveva recuperare.» spiega sorridendo leggermente alla fine del discorso.
Annuisco felice di non averla avuto troppo intorno ed esco dalla camera per recarmi in cucina e bere.
«Oh mio Dio.» esclamai portandomi la mano al cuore quando, un Niall tutto pimpante e sorridente, entra nel salone.
«Cosa ci fai qui?» chiedo imitando un sorriso che, spero con tutta me stessa, sia venuto credibile o almeno abbastanza.
«Ti sono venuto a trovare.» dice semplicemente lasciandomi un bacio casto e semplice sulle labbra rosee.
«Ma sono le tre di notte, Niall.» ridacchio e lui mi guarda accigliato, corrugando la fronte. Ha una faccia buffa, al momento.
«Appunto... Che ci fai sveglia, in giro per casa a quest'ora?» domanda avvicinandosi a me, socchiudendo gli occhi, come per studiare meglio il mio volto.
«Nulla stavo finendo di preparare le valigie, domani non avrò tempo perché devo togliere il gesso.» spiego dicendo semplicemente la verità. Dopo aver capito le mie parole mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia.
«Giusto, non c'avevo pensato ma Gemma mi già aveva accennato qualcosa.» sorride angelicamente mettendo un braccio attorno alle mie spalle minute.
«Mh mh.» annuisco dirigendomi in cucina con lui al seguito.
«Mi mancherai eh.» dice mentre bevo l'acqua fresca appena presa dal frigorifero.
«Anche tu.» ribatto quando mi abbraccia da dietro, stringendo leggermente i miei fianchi esili. E stavolta, comunque, non ho mentito: mi mancherà davvero, solo, non nel modo in cui pensa lui. Sono orribile.
«Mi devi mandare un messaggio ogni volta che puoi e ti va, mh?» cerca conferma dandomi dei piccoli baci sulle orecchie ed io quasi non mi giro per urlargli in faccia che odio quando lo fa.
«Sì, certo.» annuisco sorridendo, respingendo il fastidio in un angolo remoto del mio cervello che tanto remoto non è, in realtà.
«Niall, io ho finito tutti i preparativi ed ho davvero sonno, quindi...» cerco di fargli intendere che voglio solamente andare a letto per riposarmi e lui, dolce com'è, trova una soluzione per non lasciarmi.
«Posso dormire, con te, se vuoi.» propone guardandomi con dei meravigliosi occhi da cucciolo che mi fanno addolcire all'istante.
«Certo, andiamo.» gli afferro una mano e mi dirigo, seguita da lui, in camera mia.
Chiudo la porta dietro le nostre spalle e mi infilo nel letto, coprendomi con il piumone pesante, invitando Niall a fare lo stesso. Lui, d'altro canto, dopo aver messo i suoi vestiti sopra la mia sedia girevole, mi raggiunge dandomi un bacio sulle labbra.
«Buonanotte amore.» mi dice prima di chiudere gli occhi e farmi accoccolare al suo accogliente petto.
«Buonanotte Harry.» dico in un sussurro bassissimo.
«Cos'hai detto?» chiede non avendo capito bene quali parole hanno lasciato la mia bocca, senza che io me ne accorgessi.
«Nulla.» dico cercando di sembrare credibile. Spero vivamente di esserlo stata.
«Oh scusa pensavo di aver sentito qualcosa. Allora, buonanotte piccola mia.» dice dandomi un bacio leggero sulla tempia.
«'Notte.» dico chiudendo gli occhi.
Ed ancora una volta da quando tutta la situazione è stata complicata dall'immensa bellezza di Harry e dalla mia maledetta stupidaggine, penso che vedo Niall più come un fratello che Harry in sé.
~
Mi sveglio attraverso i raggi di sole fiochi che entrano dalla finestra chiusa a causa del freddo. Li percepisco sotto le palpebre calate, così, dopo essermi abituata a questa lucentezza, apro un occhio e controllo l'orario sul mio cellulare. Sono le cinque del pomeriggio e, appena mi ricordo di aver l'appuntamento dal dottore prima della partenza, salto giù dal letto correndo verso il bagno. Mi meraviglio quando noto che Niall non è in giro per casa.
"Amore sono dovuto andare via per Theo e non volevo svegliarti, scusa. Se vuoi passa prima di partire. Ti amo, piccola xx -Niall" narra il biglietto scritto da una bella calligrafia sopra la mia scrivania. Sbuffo pensando che quel ragazzo sia troppo maledettamente perfetto per essere innamorato di una persona orribile come me.
«Harry!» urlo sperando che il mio fratellastro mi raggiunga in fretta.
«Dimmi.» risponde urlando dalla sua camera, troppo comodo per venire da me.
«Dai vieni, stronzo!» dico in modo scherzoso per convincerlo ad alzarsi.
«Uffa.» sento sbuffarlo e ridacchio al suo carattere da bimbo.
E per la milionesima volta, in tutto l'arco di tempo in cui Harry fa parte della mia vita, mi chiedo: ma quando dimostrerà di avere diciassette anni comportandosi da uomo?!
In poco tempo la porta si apre svelando una testa di ricci accompagnata da un sorriso perfetto incorniciato da due fossette tenerissime. Lo maledico per la sua innata bellezza e gli tiro addosso le chiavi della mia auto, sperando che non abbia impegni.
«Mi accompagni in ospedale, per questo?» indico il braccio ormai sano, ma ancora ricoperto da quello scomodissimo involucro.
«Sì, andiamo.» annuisce e mi dà un bacio nell'angolo delle labbra.
E così, dopo aver ascoltato un bel po' di musica nella mia auto, ci ritroviamo nella sala d'attesa dell'ospedale.
«Quanto ci vuole ancora?!» urla sbuffando infastidito dalla lunghissima attesa proprio quando un'infermiera ci dice che è il mio turno. Ringrazio tutti i santi presenti nel Cielo per aver messo fine alla persistente noia e raggiungo quella donna seguita da Harry.
L'appuntamento si svolge abbastanza velocemente e, in men che non si dica, il mio braccio è libero da ogni involucro infernale.
«Allora... Com'è sentirsi liberi?» mi chiede il mio fratellastro ed io sorrido immensamente muovendo il braccio davanti ai suoi occhi.
«È meraviglioso!» urlo con tutta la gioia presente nel mio piccolo corpo.
«Cioè, ora posso fare tutto molto meglio, tipo questo.» dico prima di posizionarmi davanti a lui, immergere la mano nei suoi capelli e baciarlo passionalmente.
«Uh, allora è una cosa buona.» dice appena ci stacchiamo, sistemandosi i ricci che gli ho scombinato appositamente.
«Sì, decisamente.» sghignazzo troppo contenta per stare ferma o zitta per più di qualche secondo.
«È una sensazione meravigliosa, ti giuro.» continuo a saltellare da un piede all'altro finché non raggiungiamo il mio bolide.
«Mi devi accompagnare da Niall.» dico appena saliamo in macchina, accomodandoci sui morbidi sedili in pelle.
«Okay.» annuisce semplicemente prima di accendere il motore e dirigersi verso il luogo precedentemente da me nominato.
Arriviamo a casa del mio ragazzo in tempo per salutarlo e non perdere l'aereo che ci condurrà in quel posto paradisiaco.
Busso alla porta e mi apre il biondo in tutto il suo splendore con Theo in braccio e un pannolino nell'altra mano. Faccio una smorfia disgustata e gli bacio la guancia.
«Nì, devo sbrigarmi perché tra poco ho il volo.» dico sorridendo amaramente mentre lui cerca di farmi entrare in casa. Quindi, rifiuto l'invito dolcemente e gli lascio un'ultimo bacio sulle labbra dicendogli che lo chiamerò appena posso.
«Buon viaggio, amore!» urla mentre salgo in macchina facendo sbuffare il riccio per la "lunga" - come la definisce lui, attesa.
«Dovresti seriamente smetterla di fare questo a quel povero ragazzo.» dice mentre raggiungiamo la nostra casa per prendere le valigie e recarci all'aeroporto.
«Lo so, solo, non so come fare.» spiego mentre mi torturo il labbro inferiore con i denti, rendendolo screpolato e sanguinoso.
«Beh, trova un modo, cazzo.» sbotta arrabbiato con le goti rosse ed io faccio un balzo nel mio sedile spaventata dalla sua improvvisa reazione.
«Calmati!» butto un urlo stridulo portando una mano al cuore cercando di rallentare il battito cardiaco. Accidenti a lui!
Arriviamo poco dopo a casa nostra e, dopo aver caricato tutte le cose essenziali nel bagagliaio della macchina dei miei, ci dirigiamo verso l'aeroporto sperando di non essere troppo in ritardo per l'entrata nel gate. Noto che le mie preghiere sono state ascoltate quando vedo che siamo la penultima famiglia a dare i biglietti e i passaporti all'assistente di viaggio.
Qualche minuto più tardi ci ritroviamo seduti sopra i sedili riscaldati dell'aereo ed io sono posizionata comodamente, se non fosse per il bimbo che piange ed urla alla mia destra. Alla mia sinistra, d'altra parte, c'è Gemma con il cellulare in mano e, subito dopo di lei, Harry che mi guarda facendo facce strane per farmi ridere. Il che faccio, perché, seriamente, è davvero buffo questo ragazzo e, soprattutto, riesce a fare smorfie così strane e divertenti da farti soffocare per le troppe risate. Amo quando arriccia il naso e corruga la fronte in modo tale da sembrare quasi un bambino piccolo. Mi copro la faccia con entrambi le mani per evitare di ridere e, di conseguenza, far morire d'infarto il bambino accanto a me che, imperterrito, piange ed urla facendomi venire voglia di strapparmi i capelli uno ad uno. Che nervosismo!
Iniziamo a decollare qualche minuto dopo, sentendo il poppante urlare e strillare ancora di più, facendomi impazzire quasi del tutto.
«E basta!» getto un piccolo grido disperato e mi alzo dal mio posto, facendo cambio con quello di Gemma.
«Svegliatemi appena arriviamo.» detto questo Harry, dopo aver chiuso gli occhi ed essersi accoccolato meglio al sedile, inizia a russare facendomi sbuffare.
«Ma scherza?» domando girandomi verso la bionda seduta acconto a me. Alzo gli occhi al cielo lamentandomi silenziosamente quando noto che, dato che ha messo gli auricolari nelle orecchie, non mi ha sentito.
Sento un leggero rumore che mi fa risvegliare e, strofinandomi gli occhi, mi meraviglio del fatto che mi sia addormentata senza accorgermene. Mi guardo intorno vedendo il buio più totale; successivamente vedo che sopra le mie gambe c'è una coperta che mi sta tenendo al caldo. Sorrido quando vedo che il mio fratellastro non ha nulla addosso e si sta appallottolando contro il sedile. Gli scuoto la spalla notando che stiamo atterrando ed io mi meraviglio per tutte le ore che ho dormito.
«Ehi, svegliati...» lo richiamo dandogli un bacio nella tempia di nascosto, assicurandomi che nessuno mi abbia visto.
«Eh lasciami.» si gira dall'altra parte e ridacchio quando pronuncia queste semplici parole. È sempre così buffo.
«Dai, alzati.» insisto ancora di più tirandogli qualche riccio. Appena gli sfioro il cavallo dei pantaloni balza sulla superficie morbida del sedile.
«Finalmente!» dico slacciandomi la cintura mentre atterriamo.
Appena le ruote toccano l'asfalto iniziamo ad alzarci e a prendere i nostri zaini dagli scomparti appositi sopra le nostre teste.
«Fa davvero tanto caldo per essere notte fonda eh.» dice il mio fratellastro raggiungendomi fino all'uscita dall'aeroporto. Gemma, mia madre e Des sono un po' più indietro che discutono su "quanto ci divertiremo durante questa vacanza in famiglia. E di quanto siamo eccitati" - parole loro, non mie.
«Certo, siamo ai Caraibi!» esclamo prendendo il mio cellulare dalla tasca posteriore dei miei jeans. Apro l'applicazione della fotocamera e metto la telecamera interna per scattare una foto con me ed il ragazzo riccio accanto a me.
«Cheese!» urla mentre sorride esageratamente per poi fare una strana posa.
Prendiamo velocemente il taxi che ci porta in un albergo meraviglioso con una piscina illuminata all'entrata. Ed io, per la milionesima volta in tutto l'arco di tempo che Harry fa parte della mia vita, mi chiedo quanti soldi abbiano i nostri genitori.
«I Caraibi!» urla Gemma gettando le borse a terra e alzando le mani al Cielo come per ringraziarlo.
«I Caraibi.» concordo in un sussurro annuendo.
Angolo autrice
Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia. Allora, parto col dire che forse sono stata esagerata nella parte "hot", ma la mia perversione aumenta!
Poi c'è il mio migliore amico che mi dà una mano facendomi sfogare quindi i capitoli vengono scritti velocemente e, di questo, lo devo ringraziare fino alla morte.
Volevo farvi le due solite domande:
1) siete tipi romantici? Io decisamente no, odio tutte quelle cose dolci eccetera. Davvero, sono insopportabili.
2) Qual è la vostra materia preferita. La mia il latino, infatti oggi mi sono quasi messa a piangere scoprendo di aver preso un misero "6 e 1/2" in una verifica scritta.
La vostra Tori.
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