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04. The first lesson.

Lo sto facendo impazzire da circa dieci minuti; le mie labbra tracciano il suo orecchio e, la cosa, lo sta facendo eccitare.

«Vedo che Harry Junior si sta ribellando al costume stretto.» gli mordo leggermente il lobo. Alcune persone appena arrivate si sono sedute abbastanza lontane, a qualche sdraio da noi; mi stanno guardando come se fossi pronta a stuprare il ragazzo in mezzo alle mie gambe, ma, al momento, non me ne potrebbe fregare di meno. Si sta eccitando e, non lo noto solo dal costume che si sta restringendo attorno al suo corpo; lo capisco dal modo in cui la sua mano sta stringendo violentemente la mia coscia scoperta.

«Giuro che ti prenderei qui. Ora. Su questo muretto.» parla a scatti, mentre ansima leggermente quando gli bacio l'orecchio e la parte superiore del collo.
«Calmalo.» dico toccando leggermente il suo membro attraverso la poca stoffa che lo ricopre. Caspita, c'è qualcosa di grande tra le sue gambe; molto grande.
«Devo andare in bagno, scusa.» dice prima di uscire con un piccolo saltello dall'acqua fresca.

Credo che debba fare un ''lavoretto fai da te''; così, prima di pensare troppo, lo raggiungo in bagno a passo svelto. Appena mi ritrovo davanti la porta con su scritto ''WC maschile'' entro e busso alla prima porta.
«Cazzo! Occupato!» ansima la voce che capisco essere quella del mio fratellastro. Penso che i ragazzi tra gli undici e i diciannove anni siano tutti in calore; esseri ambigui!

«Puoi aprire un secondo?» chiedo bussando di nuovo leggermente.
«Sì.» risponde appena capisce che sono io. Apre velocemente la porta e mi guarda con uno sguardo omicida; mi guardo intorno un po' impacciata e finalmente si decide a spezzare il silenzio che si era formato nel piccolo bagno.
«Guarda cosa cazzo hai fatto!» mi sgrida bonariamente mentre mi indica il costume che, ora, è decisamente troppo stretto. Un atto di coraggio: ecco quello che serve.

Vado più vicino al suo corpo ansante e con un movimento svelto e scaltro abbasso l'indumento che copre la sua intimità.

Sono abbastanza nervosa e imbarazzata quando prendo la sua lunghezza in mano ed inizio a pompare leggermente. Quando con le dita tocco distrattamente la punta arrossata sento che risucchia un respiro e si aggrappa alla maniglia della porta chiusa. Ormai è da circa un minuto che ho velocizzato i movimenti e, a causa della sua espressione esterrefatta, posso confermare che non gli dispiace.
«Merda.» impreca quando vado più veloce del previsto e stringo il suo membro un po' più del dovuto.
«Cosa c'è?» mi fermo preoccupata vedendo i suoi occhi sgranati.
«No, n-niente. Continua cazzo.» mi incita spingendo i fianchi verso la mia mano chiusa attorno al suo membro più duro del cemento. Prendo un piccolo respiro e ripeto i movimenti che stavo facendo fino a qualche secondo fa.
«Se non v-vuoi sporcar-.» prima che possa finire la frase si riversa sulla mia mano che, ora, è unta e appiccicosa a causa del suo seme. Continuo ad accarezzargli il bastone che si trova in mezzo alle gambe, accompagnandolo durante il suo orgasmo.

Agito la mano nel vuoto schizzando un po' del liquido bianco dappertutto e mi mordo il labbro inferiore aspettando che dica qualcosa per rompere il silenzio imbarazzante.
«Cazzo.» impreca nuovamente con un sorriso stampato in faccia.
«C-com'è stato?» chiedo arrossendo lievemente. Non risponde, si limita a guardarmi ancora con quell'espressione da ebete che rappresenta in pieno la sua personalità: quella di un piccolo ragazzo con quoziente intellettivo inferiore a quello di una persona normale.
«Wow, cioè, cazzo! Sarai una brava alunna... grazie.» dice prima di alzarsi il costume e spingermi contro la piccola porta plastificata del bagno.

La sua mano raggiunge immediatamente il mio seno ed inizia a palparlo dolcemente, come se possa rompersi; le mie gambe attorno al suo bacino e le nostre labbra attaccate. La sua bocca è incredibilmente morbida e carnosa e, devo ammetterlo, sa baciare bene. Senza permesso la sua lingua raggiunge la mia e corre lungo tutto il palato raggiungendo quasi la gola. Il suo pollice, insieme all'indice, sta stuzzicando il mio capezzolo sensibile sotto il tocco di un esperto.

Gemo come se non ci fosse un domani quando lui immerge le mani tra i miei folti capelli arricciati. Quando preme maggiormente il mio corpo contro la porta fredda, quest'ultima si apre, facendoci cadere.
«Ahi.» riesco a dire tra le risate; Harry è in mezzo alle mie gambe leggermente divaricate e, nonostante mi stia schiacciando, riesco a ridere come una matta. Il ragazzo sopra di me cerca di fermare le sue forti risate mentre bacia il mio collo sensibile al suo tocco.
«Scendi. Mi stai soffocando.» dico con il respiro corto prima che lui scenda e mi dia una mano per alzarmi.

«Scema.» respira sul mio orecchio prima di lasciarvi un bacio abbastanza umido.
«Ora non iniziare. Sei tu quello che ci ha fatti cadere.» dico ovvia mentre gli prendo la mano e lo conduco fuori da questo piccolo servizio puzzolente.
«Ci rilassiamo un po'?» chiede appena giunti davanti le nostre sdraio. Annuisco e gli porgo un leggero sorriso in segno di approvazione, prima di sederci su quest'ultime.
«Devi sederti sempre con lui.» istruisce prima di prendermi le mani e farmi poggiare sulle sue gambe distese.
«Okay.» rispondo mettendomi a gambe incrociate tra le sue, ora, un po' divaricate. Mi sorride leggermente, un sorriso sghembo, quasi malizioso che mi fa venir voglia di toglierlo dal suo viso con un pugno. Mi irrita anche se è il ragazzo più sexy che io abbia mai visto, dopo Ashton.

«Ehi, ragazzi.» ci saluta ridacchiando Cindy.
«Ciao.» rispondo cercando di imitare il suo tono vocale acuto e stridulo.
«Come va, Harry?» chiede mettendogli una mano sul braccio muscoloso ricoperto da tatuaggi.
«Bene.» risponde freddamente prima di tornare a guardare me.

Sono felice che non dia molta corda a Cindy - non perché sia gelosa, ma non è una buona compagnia e, purtroppo, io ho a che fare con lei. Ricordo qualche mese fa quando mi ha dato uno schiaffo solo perché avevo fatto una battuta sul suo lavoro (ovvero aspettare al semaforo qualche adolescente con desideri sessuali da soddisfare); io non ho reagito molto garbatamente così le ho iniziato a tirare i capelli, strappandoli - ecco spiegato perché li porta scalati sul davanti.

«Ti va di prendere qualcosa?» chiede la mammifera - se così si puó definire questo essere, facendo finta che la sottoscritta non sia presente.
«Non vedi che sono con mia sorella Holly?» chiede indicandomi con la mano che non è occupata a domare i ricci.
«Si, beh, volevo farti un favore.» dette queste parole quello stupido si alza prendendo dal braccio la ragazza dinanzi a me, mimandomi un ''arrivo subito''.

Dio che stupido!

Prima mi porta in questa sottospecie di ''appuntamento'' per istruirmi sulle basi del sesso e dopo cosa fa? Mi lascia sola, su una sdraio, con il sole cocente che batte sulla mia pelle delicata - sono bianca come una brutta mozzarella. Davvero romantico! Lo ucciderei se potessi, seriamente. L'odio represso che provo per lui supera tutto e, con la parola ''tutto'', intendo qualsiasi cosa. Respiro pesantemente prima di andarmi a sedere sul bordo della piscina facendo navigare i pensieri all'interno del mio cervello. Prima gli faccio un preliminare - la prima cosa riguardo al sesso che ho mai fatto in vita mia, e poi lui se ne va con quella sgualdrina che mi fa alterare i nervi.

Non mi rendo conto di star schizzando l'acqua attorno ai miei piedi fin quando un biondo mi blocca delicatamente la caviglia con la mano.
«Ehi.» mi richiama quello che capisco subito essere Luke.
«Scusa. Sono solo un po' incazzata.» scendo dal muretto e lo saluto timidamente.
«Che ci fai qui?» chiede sorridendo facendo un segno alquanto vago attorno a noi.
«Oh. Sono con mio ''fratello''.» faccio le virgolette con le dita pronunciando quella parola abbastanza disgustata.
«Tu? Non sei da Allison?» mi mordo il labbro osservando al meglio il piercing che contorna la sua bocca nella parte inferiore.
«Uhm. No, lei mi piace, ma tende ad esagerare.» risponde arricciando il naso.

Osservo i miei piedi attraverso l'acqua cristallina mentre cerco di pensare ad una risposta sensata da dirgli.
«In che senso?» opto per una domanda e continuo a tenere lo sguardo basso, come se potesse leggere nei miei occhi tutto l'odio che sto reprimendo nei confronti di quel cavernicolo.
«È appiccicosa come una cozza!» ridacchia amaramente prima di portare la sua attenzione verso di me.
«Ma mi piace. È perfetta.» mi rammenta sorridendo come un ebete.
«Già...» sospiro pensando alla mia migliore amica.

«Qualcosa non va?» chiede.
«Oh, niente.» mento sfoggiando il mio miglior falso sorriso per convincere il ragazzo di fronte a me a cambiare argomento.
«Hai qualche consiglio?» domanda corrucciando il volto in un cipiglio.
«Su cosa?» alzo un sopracciglio non capendo l'argomento su cui si basa il suo quesito.

Ma, prima che lui possa darmi una risposta, arriva quell'essere che mi sta rovinando la vita che interrompe la mia conversazione.
«Che ci fai qui?» chiedo stizzita ed infastidita dal fatto che mi usi; certo, lo sto usando pure io, ma la situazione è ben distinta.
«Sono uscito con te, sorellina.» mi prende in giro con quello stupido, ma adeguato in parte, appellativo.
«Si, beh, lo pensavo anch'io, fin quando non sei andato via con quella.» dico con enfasi l'ultima parola che sta ad indicare Cindy.

«Ce ne andiamo!» alza di pochissimo la voce rendendola più acuta del solito.
«E chi lo dice?» rispondo ugualmente infastidita; ma chi cavolo si crede di essere?! Questo moccioso lo conosco da appena due giorni e già rompe le scatole!
«Io!» alza ancora un po' la voce facendomi quasi sussultare.
«Scusa Luke. Devo andare perché, come vedi, mio fratello è davvero uno stronzo. Ci vediamo in giro.» saluto prima di lasciargli un leggero bacio sulla guancia.

«Sei fottutamente irritante!» abbaio quando entriamo nella mia macchina.
«Guido io.» dico autoritaria prima di strappargli le chiavi dalle mani e dirigermi verso il posto del guidatore.
«Cosa?! Sei tu che stai con quello.» sbatte lo sportello dell'auto prima di sedersi meglio sul sedile in pelle.
«Sta' zitto prima che ti lanci una scarpa contro, Harry!» ringhio prima di mettere in moto e uscire dal parcheggio della acquapark.

Il viaggio verso casa passa in silenzio e, in questo momento come non mai, rimpiango vivamente l'assenza di un adulto nell'abitazione. Se Leila e Des fossero stati a casa oggi, invece di uscire come una maledetta coppia - al pensiero mi salgono i conati di vomito, forse sarei ancora nel mio letto a ponderare e a fare la muffa! Appena entro nel mio quartiere parcheggio velocemente e maldestramente - me ne frego del parere o le parole che esprimeranno i miei dannati vicini, ed entro in casa ''nostra''. È ancora brutto sentire questa parola, ormai devo condividere tutto con questo cavernicolo!

«Aspetta.» mi richiama Harry prima di prendermi per un braccio e attirarmi a sé con un semplice gesto.
«Che c'è, adesso?!» scatto disperata; questo ragazzo nel giro di pochi mesi mi manderà sicuramente al patibolo, ne sono certa.
«Scusa.» abbassa lo sguardo verso le mie labbra e le osserva come se fossero un panorama mozzafiato.
«Ma figurati!» rispondo con un tono ironico prima di sottrarmi dalla sua salda, ma allo stesso tempo, delicata presa.

Salgo di corsa le scale e raggiungo la mia camera per poi sbattere la porta alle mie spalle. Prima che possa sedermi sul letto e poggiare il cellulare sulla mia scrivania, sento bussare insistentemente alla porta.
«Non sono qui!» urlo per farmi sentire da Harry.
«Apri.» grida in risposta. Decido di aprire, solamente per non battibeccare più; è davvero stressante.
«Un'altra chance. Solo questa mi serve.» dice mettendomi una mano sul fianco.
«Harry, non perché io ti odi con tutta me stessa, più di qualsiasi altra cosa al mon - » mi interrompe prima che possa finire il mio grande monologo.
«Arriva al punto.» taglia corto.

«Beh, dicevo... Non è che perché ti odi, che non voglia più imparare cose nuove sul sesso. Quindi, il nostro accordo non si chiude. Ma giuro che, se ti viene ancora il ciclo,» lo schernisco riferendomi al suo temperamento bipolare e fastidioso, «e superi il limite della mia pazienza, ti stacco le palle e te le faccio mangiare, dal naso.» finisco di progredire la mia minaccia per poi stampargli un bacio sulla mascella.

Mi guarda sbigottito prima di posizionare le sue mani a coppa nel mio sedere ricoperto solo dagli shorts.
«Beh? Cosa mi insegni oggi, coach?» mi mordo il labbro inferiore prima di sorridere maliziosamente.
«Potrei insegnarti una variante di quello che mi hai fatto qualche ora fa...» dice vago prima di iniziare a baciarmi il collo e i lembi di pelle appena sotto la clavicola.

«Cazzo!» gemo pesantemente quando con una mano inizia a massaggiare i miei seni.
«Ti piace piccola?» chiede mentre prende un mio capezzolo tra le dita facendolo girare. Come risposta gemo e ansimo pesantemente sperando che lo prenda come un segno d'approvazione.

Prima che possa prendere ancora un po' d'aria per respirare e riacquistare il mio normale battito cardiaco, Harry mi prende in braccio trattenendomi dal sedere e mi guida fino al mio letto. Durante quel piccolo tragitto fa scontrare duramente i nostri bacini provocandomi una scossa che in men che non si dica si propaga per tutto il mio corpo facendolo fremere.
«Holly.» risucchia un respiro Harry e chiude gli occhi quando mi conduce la mano alla patta dei suoi pantaloni.

«Merda.» impreca quando li tiro giù con un semplice movimento.
«Forse peró, è meglio che io ti faccia vedere cosa si prova...» dette queste poche parole mi abbassa i pantaloncini e poggia la mano a coppa sulla mia intimità.
«Sei bagnata.» ridacchia prima di spostare gli slip del costume di lato.

Accarezza delicatamente il mio clitoride prima di iniziare a disegnarci piccole circonferenza attorno. Gemo leggermente quando applica più pressione sempre su quel punto e rende i movimenti più veloci e rudi. Alzo leggermente i fianchi per sentire di più la sua mano su di me prima che mi lasci scappare un gemito, quando, senza preavviso, fa scivolare due dita dentro di me.

Cavolo! All'inizio è una sensazione nuova, strana e fastidiosa, ma appena mi ci abituo diventa piacevole e notevolmente perfetta. Inizia a pompare lentamente per poi aumentare il ritmo facendomi quasi gridare il suo nome. Mentre bacia il mio collo sussurra al mio orecchio parole sporche che mi fanno soltanto eccitare maggiormente.
«Devi imparare a soffocare le tue urla di piacere, se no poi chi ti può scopare in presenza di altri in casa?» dice riferendosi ai nostri genitori mentre le sue dita aumentano il ritmo sulla mia area pulsante.

«Cazzo!» grido quando vengo grazie alla mano di Harry - quell'arto mi ha fatto provare sensazioni sconosciute e davvero meravigliose, inarco la schiena verso l'alto e chiudo gli occhi prima di buttare un sospiro che non sapevo di aver trattenuto.
«Com'è stato?» chiede lasciando baci umidi nella mia pancia che, ora, è ricoperta dalla pelle d'oca. È davvero incredibile l'effetto che questo ragazzo mi provoca anche solo attraverso un piccolo tocco.

«Cazzo...» dico massaggiandomi gli occhi ancora estasiata dal mio primo orgasmo. Sul suo volto cresce un sorriso furbo e malizioso che mi riporta alla realtà; lo avvicino ancora di più a me e gli lascio un bacio vicino l'orecchio.
«È stato piuttosto okay...» divago stuzzicandolo.
«Okay? Ma se gridavi come una fottuta gallina in calore!» ridacchia toccandomi il sedere e stringendolo qualche volta facendomi leggermente sussultare.
«Ma sta' zitto! Sei venuto solo guardandomi!» ribatto mentre appoggio la testa sul suo petto sudato e intinto di inchiostro.

Ride ancora leggermente, mi lascia baci tra i capelli e continua a sussurrarmi cose sporche all'orecchio.
«Sei bellissima.» quando pronuncia queste due semplici, ma incriminanti parole il mio cuore si scalda, non perché le volessi dette da lui, ma perché nessuno me lo ha mai detto così dolcemente. Invece di rispondergli verbalmente gli porgo un leggero sorriso e gli bacio la mascella un po' ispida a causa della barba.
«Lo so.» rispondo infine con fare arrogante e superficiale.

«Cosa vuoi fare, ora?» chiede mettendosi seduto a gambe incrociate come solo un bimbo sa fare.
«Beh, prima di tutto mangiare. Ho davvero fame. Poi, se magari ti va, potremmo andare da Allison e Zayn.» propongo mordendomi aggressivamente il labbro.
«Sì, per me va bene.» dice annuendo leggermente e cercando di alzarsi dal mio letto.

«Quando compi gli anni?» chiedo ricordandomi che di lì a poco ne avrebbe compiuti diciotto diventando, così, maggiorenne.

«Tra qualche mese.» risponde. Ma mi prende in giro? Aveva esplicitamente detto che mancavano pochi giorni al suo diciottesimo compleanno.
«Mi avevi detto che li avresti fatti tra poco...» sorrido falsamente quando vedo il suo viso corrucciarsi.
«Beh, non volevo che mi ritenessi un bamboccio.» si morde il labbro.
«Harry tu sei un bamboccio, e ti avevo già avvertito di non superare il limite della mia pazienza! Mentimi un'altra volta e ti strappo i ricci uno ad uno.» scandisco bene le parole dell'ultima frase per renderla più chiara e minacciosa possibile.

«Okay okay, scusa.» alza le mani in aria in segno di difesa e poi mi bacia. Un bacio casto sulle labbra morbide ed umide che tanto mi caratterizzano.
«Cosa vuoi mangiare?» chiedo mentre mi reco in cucina con i nervi ancora un po' tesi.
«Cucino io!» si offre prima di precipitarsi davanti il frigo e riempirsi le mani e le braccia di qualsiasi cibo contenga grassi.

Lo guardo mentre esce qualche pentola e, alcune volte, non sapendo dove si trovano gli utensili, domanda a me facendomi ridere. Butta dentro la padella un po' d'olio d'oliva e del peperoncino rosso; di seguito immerge il tacchino in una ciotola piena di farina. Qualche volta scappano delle risatine dalle mie labbra facendo cadere l'attenzione su di me: non posso fare a meno di ridere e pensare che sia buffo... insomma quando mi capiterà di rivedere Harry, il tatuato, come cuoca svizzera in preda alla fantasia culinaria?

«Evita di fissarmi. So che sono perfetto, ma è inquietante.» questa frase me l'ha ripetuta almeno venti volte e sta iniziando a darmi sui nervi. Ma, non posso non ammettere, che lo stavo realmente fissando desiderando che fosse Ashton. Lo guardo torva. Idiota!

«Sta' zitto e cucina prima che per pranzo io ti faccia mangiare i tuoi testicoli immersi nella salsa.» lo minaccio mentre inumidisco le mie labbra, ormai disidratate, con la lingua.
«Smettila!» mi rimprovera quando continuo a fissare la sua crescente erezione che si fa strada nei pantaloni.
«Cazzo!» si irrita quando nota la sua eccitazione attraverso la poca stoffa che ricopre la sua intimità.

Sorrido alzandomi dal bancone avvicinandomi a lui.
«Cosa c'è? Quest'effetto ti provoco?» chiedo respirandogli sul collo e baciandogli alcuni lembi di pelle abbronzata. Quando lo spingo un po' indietro lui mi tira con sé ed andiamo a finire vicino il tacchino; proprio quando sta per afferrarmi la t-shirt io mi stacco e vado a sedermi nel posto precedente.
«Cucina, che ho fame.» ordino facendogli scuotere la testa.

«Sei incredibi - » dice sorridendo.
«Lo so.» rispondo interrompendolo per poi sorridere a trentadue denti al suo fantastico commento.
«Incredibilmente irritante.» aggiunge per poi infilare il tacchino dentro il forno già caldo.

Sgrano gli occhi e passo una mano tra i miei folti e lunghi capelli. Respiro pesantemente e cerco di non lanciargli la bottiglia di birra che sto bevendo.
«Cristo!» urla quando esce il dito fuori dal guanto da cucina.
«Cos'è successo?» alzo di poco il tono della mia voce a causa del mio disinteresse.
«Mi sono scottato.» dice mentre continua a far muovere la mano in aria come se ce l'abbia addormentata.

Faccio spallucce e lui mi manda uno sguardo truce come per dire: ''vorrei vedere te con un'ustione al dito!''. Rido per i miei pensieri brevi, ma veritieri e riporto la bottiglia verde alle mie labbra.

«Uhm. Harry si è fatto la bua.» esclamo falsamente triste utilizzando una voce molto infantile. Sporgo il labbro inferiore verso l'esterno e sbatto le ciglia costantemente.
«Vuoi un bacino?» chiedo avvicinandomi di più al suo corpo slanciato. Prendo il suo indice tra le mie piccole mani e lo bacio prima di mettermelo in bocca e succhiarlo sensualmente.
«Troppo sale.» commento riferendomi al gusto del dito sicuramente intinto nell'impasto del tacchino.
«Come?» mi guarda con le sopracciglia inarcate.
«Niente lascia stare.» affermo facendo uscire dalla mia bocca calda il suo dito lungo e affusolato, ricoperto da due anelli, con un sonoro ''pop''. Mi guarda interdetto prima di ritornare a mettere in atto le sue doti culinarie; spero solo che non faccia saltare in aria la casa.

~

Abbiamo finito di mangiare abbastanza presto e, devo ammettere, che è stato il pranzo migliore di tutta la mia vita. Il tacchino e gli spaghetti italiani che ha preparato erano davvero ottimi; i migliori di sempre.

Adesso siamo in macchina diretti verso il centro commerciale: necessita di un guardaroba nuovo visto che hanno smarrito una delle sue valige in viaggio. Sta guidando lui, pure perché, io sono troppo stanca anche per poter poggiare i piedi sui pedali.

«Senti... Devo spiegarti una cosa.» dice d'un tratto quando entriamo nel parcheggio del grande edificio vetrato. Prima che possa rispondere, annuire o approvare lui parla torturando le sue povere dita.
«Beh, io non sono figlio unico... Ho una sorella più grande: Gemma. Dovrebbe arrivare tra una settimana, è rimasta nella mia vecchia casa perché non voleva lasciare il suo migliore amico.» spiega mordicchiandosi le dita.

«Che? Pure una sorella? Almeno, ti assomiglia?» chiedo spaventata dalla risposta che Harry potrebbe darmi con nonchalance.

«Sì, molto.» mi sorride e ritorna ad occuparsi di quello che stava facendo prima di questa ''confessione'' - ovvero imprecare contro un vecchietto che gli ha rubato il parcheggio.

Sono ancora molto preoccupata a causa della nuova notizia; ovviamente quella stupida di mia madre non mi ha avvisato neanche di una nuova sorella! Spero solo che abbia almeno diciannove anni e sia più simpatica e meno irritante di suo, o meglio, "nostro'' fratello. Non sopporto ancora l'idea di avere due maschi in casa... mia madre non poteva continuare a chattare in siti dove le persone non si conoscevano e nutrivano speranze e sogni che non si sarebbero mai realizzati? Perché ha dovuto divorziare da mio papà e trovare un altro subito dopo? Perché ha dovuto rovinare tutto come ha sempre fatto? A volte penso che mia madre giochi a "facciamo tutti imbestialire Holland" e, che purtroppo, faccia partecipare tutte le persone che conosce. Odio. Ecco quello che sento verso quella donna.

«Finalmente, cazzo!» esclama felice il ragazzo seduto accanto a me, quando finalmente trova un posto per parcheggiare.
«Alleluia!» esulta quando esce dall'auto e chiude la portiera prima di prendermi dalla vita. Sorrido e ci avviamo verso l'edificio per poi entrarvi e cercare il negozio di Calvin Klein; cercheremo qualche jeans stretto e alcune t-shirt a maniche corte.

«Bene. Provati questi.» dico ad Harry prendendo dagli scaffali tutto quello che mi piace e mi attira. Lo spingo fino al camerino e, prima di chiudere la piccola tendina, gli lancio un altro indumento.
«Sù, veloce!» lo richiamo quando lo colgo a fissarmi come un pervertito.
«Okay okay.» chiude la tenda e sento che si toglie le scarpe.

Dopo qualche minuto alzo gli occhi al cielo sbuffando drammaticamente per la lentezza del riccio. Quando sto per uscire il cellulare fuori dalla tasca dei miei pantaloncini, vedo un moro avviarsi verso i camerini. Appena noto la bandana rossa che giace sulla sua testa piuttosto riccioluta capisco che si tratta di Ashton.

«Ehi.» saluto sventolando una mano energicamente verso la sua direzione.
«Ciao.» mi fa vedere il suo perfetto sorriso sghembo: piega solo il lato sinistro della bocca facendo apparire una fantastica fossetta.
«Che ci fa qui?» domanda mettendosi il labbro inferiore tra i denti perfetti.
«Aspetto che Harry si provi qualcosa.» indico con una mano il camerino di fronte a me.

«Stasera ci sei?» mi chiede avvicinandosi un po' e mettendomi una mano sul fianco. Annuisco leggermente con la testa prima di guardare le sue dita che premono contro la mia pelle delicata.
«Allora ci vediamo lì.» mi lascia un bacio sul lato sinistro della bocca prima di dirigersi in uno dei piccoli spazi dove si possono provare indumenti.

Esulto mentalmente e qualche minuto dopo Harry esce dal camerino per poi guardarmi come se fossi un'assassina.

«Allora?» chiede abbassandosi un po' i jeans con la targhetta ancora attaccata.
Sorrido in segno di approvazione e finalmente, dopo aver pagato, usciamo dal centro commerciale per andare a casa di Allison. Il pensiero della mia migliore amica mi conduce alla scuola: quel posto lugubre dove accadono cose inconcepibili, come l'insegnamento obbligatorio. A cosa caspita serve nella vita conoscere gli argomenti che tratta l'astronomia? Cioè, quando una persona cerca un lavoro e fa un colloquio non ti chiedono mica cosa succede durante la collisione di due maledetti asteroidi!

Il viaggio continua ad essere molto silenzioso, ma preferisco così; d'altronde, so che, se parliamo, finiremo per litigare. Nelle casse della mia auto si sentono i Maroon 5, gruppo che amo fin da quando ho sedici anni: penso che la loro musica non solo sia significativa, ma anche stupenda ed orecchiabile... e ammetto che quando ero più piccola - età in cui gli ormoni di una ragazza vergine si agitano come se fossero girini in uno stagno, mi sono innamorata del corpo del cantante del gruppo.

«A destra.» istruisco per evitare che il ragazzo qui sbagli strada.
«Lo so, Holly.» sbuffa girando il volante. Sorrido facendogli il verso con una voce abbastanza acuta e, dopo che la macchina è posta nel grande giardino, scendo seguita da Harry. Posiziona un braccio attorno alle mie spalle e ci avviamo verso casa dei miei due migliori amici.

«Piccola.» mi saluta Zayn dandomi un bacio sonoro sulla guancia. Restituisco l'affettuoso gesto e mi reco in cucina per prendere una birra e di seguito strapparla.
«Dov'è tua sorella?» grido a Zayn che si trova in salotto con il riccio.
«In spiaggia. Con Luke.» dice duramente. Sicuramente sarà geloso; il mio migliore amico è la dolcezza fatta uomo, ma quando si tratta di me ed Allison potrebbe uccidere chiunque.

~

Sono le 22:46 ed io sono ancora in bagno a decidere cosa indossare o come truccarmi; sicuramente ci sarà Ashton quindi devo apparire al meglio. Decido di applicare un leggero strato di mascara e un rossetto rosso scuro che esalta molto le mie labbra. Indosso una t-shirt e dei semplici pantaloncini a vita alta e, appena ho finito di sistemarmi i capelli, scendo in spiaggia con gli altri. In lontananza posso già vedere Ashton con una semplice canotta indosso ed un paio di bermuda.

«Ragazzi!» saluto Louis e gli altri ragazzi presenti in spiaggia.

Prima che me ne possa accorgere sono già ubriaca, seduta su Zayn che mi sorregge da vero amico qual è. Passiamo il tempo facendo il gioco del bastoncino e, in men che non si dica, le persone attivano la lingua e le labbra. Quando il pezzo di legno cade grazie ad un mio movimento brusco parla Cindy.
«Devi baciare...» ci pensa un po' su, cercando di decidere qualcosa di abbastanza fastidioso da farmi fare.
«Lui.» ridacchia indicando qualcuno dietro di me. Dato che il mio cervello non ragiona perfettamente durante la sbornia, ci metto un bel po' di secondi a capire che il ragazzo con cui devo pomiciare è Harry.

«Cosa? Ma sei rincoglionita?!» quasi urlo alzandomi in piedi; ma, siccome non riesco a tenere l'equilibrio, ricado addosso a Zayn che mi accoglie a braccia aperte.
«È mio fratello, troia!» alzo ancora un po' il tono della mia voce.

«O questo, o bevi una bottiglia di vodka, e poi non lo è neanche di sangue.» dice Cindy con quella sua voce stridula ed irritante tanto da far venir voglia di strapparsi i capelli. Per quanto voglia evitare di baciare Harry in pubblico, purtroppo non posso scolarmi una bottiglia sana di vodka...

«Una cosa veloce.» esclamo prima di afferrare dalla maglia Harry e far scontrare le nostre bocche amare a causa dell'alcol forte ingerito questa sera.

Muovo velocemente e di mala voglia le mie labbra contro le sue e, appena le nostre lingue si sfiorano, ignoro la scossa che mi percorre la schiena. Ci stacchiamo qualche millesimo di secondo dopo e, prima che potesse lasciarmi la vita, che stava trattenendo durante la nostra effusione, Ashton si alza e mi viene addosso.

Senza capire come o perché, vedo il ragazzo che mi piace sopra a mio fratello. Gli sferra un pugno sulla mandibola urlando frasi disconnesse.

«Non la tocchi, okay?!» queste sono le parole che pronuncia Ashton prima di far sbattere la testa di Harry contro la sabbia umida.

Che caspita?!

Angolo autrice

Ho visto che le visualizzazioni, i voti ed i commenti crescono ogni giorno di più. Io non so davvero come ringraziarvi; siete semplicemente i migliori. Come al solito, se volete parlare con me (o comunque farmi domande) mandatemi un messaggio privato o scrivete un commento.
Grazie, davvero.

La vostra Tori,

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