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02. Serios?

Stiamo mangiando da venti minuti circa il pollo che stranamente mia madre non ha bruciato nel forno. Ogni tanto guardo come Leila, la mia tanto amata madre (c'è da cogliere la troppa ironia presente in una semplice frase, naturalmente) che quasi mi fa paura, fa gli occhioni dolci a quel Des e come quest'ultimo fa continui complimenti sulle abilità culinarie di mia madre. Caro mio, convivici per diciotto anni della tua splendida vita e poi ci ripensi, se non sei morto avvelenato.

Harry è molto silenzioso, strano, pensavo fosse un ragazzo esuberante ed invece è alquanto misterioso. Appena finisco il mio cibo - che ad essere sincera non sono tanto sicura del fatto che l'abbia cucinato mia madre, saluto tutti con un falso sorriso e mi avvio verso la mia camera.

«Holland! Aiuta Harry a sistemare la sua nuova stanza.» mi richiama mia madre appena giungo al primo gradino della rampa di scale.
«Ovvio.» rispondo facendogli il verso. Aspetto quel moccioso sul ciglio delle scale e quando mi raggiunge gli indico dov'è la sua camera da letto.

«Armadio. Bagno. Letto. Scrivania. Arrangiati.» parlo freddamente a quel ragazzo che, non so il motivo, mi sta già antipatico.
«Perché mi trovi così fastidioso?» domanda falsamente offeso.
«Io non l'ho mai detto.» ribatto accigliata, anche se, in realtà, lo penso veramente.
«Lo fai capire.» risponde scrollando le spalle con fare menefreghista.
«Okay, beh, come ti pare.» dico freddamente per poi avviarmi verso il corridoio.
«Stronza.» e a causa della parola che sento uscire dalle labbra di Harry, mi viene voglia  di inveire ed imprecare in tutte le lingue del mondo.

Arrivata alla mia destinazione, il letto, considerato un amico fidato, inizio ad ascoltare musica e cercare di soffocare i miei pensieri. Cerco di condurre la mia mente al bacio con Ashton, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è quel cavernicolo che dovrò definire "parte della famiglia", come lo definisce mia madre.

Ad interrompere i miei pensieri è un bussare imperterrito alla porta che mi fa sbuffare rumorosamente.
«Sì?» chiedo per capire che mi divide dalla porta celeste della mia camera.
«Posso?» domanda prima di aprire leggermente la porta. Per un solo momento mi sono ''rallegrata'' perché ho visto i capelli neri di mia madre, ma appena è entrata ha rivelato dietro di lei quel riccio dall'aria "sono troppo bello per degnarvi della mia voce". Mi metto a sedere e aspetto che dica qualcosa; se mi ha disturbata mentre mi facevo i dannati affari miei, deve avere un buon motivo.

«Siccome è venerdì,» prende un lieve sospiro mentre guarda la finestra e, dopo, sposta nuovamente la sua attenzione verso di me, «ed Harry non conosce nessuno, beh, potreste uscire... così gli fai conoscere Londra.» sorride quel serpente della mia genitrice. Piego le labbra all'insù falsamente ed annuisco lentamente, maledicendomi per il grande errore che sto per compiere.
«Con piacere.» dico ironicamente, al che lei se ne accorge ed esce dal mio rifugio lasciandomi sola con quello.

«Beh. Qui sono belle le ragazze?» questa è la prima domanda che mi pone il ragazzo che possiede il nome di Harry Styles - ho scoperto il cognome durante il pranzo.
«Giudica da me.» dico sfidandolo. Scrolla le spalle e poi inizia a parlare muovendo, fastidiosamente, avanti e indietro i piedi ricoperti da stivaletti marroni.
«Allora... si può fare.» ribatte squadrandomi e, con un sorrisetto malizioso e sinistro, si sofferma nelle poche curve che accentua il mio corpo.

«Bene. Andiamo. Non mi va di stare qui. In casa.» non so il perché, ma con lui, non riesco a parlare come una persona sana di mente. Annuisce prendendosi il labbro inferiore tra i denti ed uscendo dalla mia camera, seguito dalla sottoscritta. Dove lo posso portare? Mi annoio troppo a mostrargli l'intera città ma, poi, chi voglio prendere in giro? L'unico posto che gli saprei far visitare è la casa di Allison e Zayn, che vivono da soli, e la mia scuola.

«Non aspettateci!» urlo per farmi sentire dai due adulti presenti in casa. Sbuffo sonoramente e mi avvio verso la mia Lamborghini e gli indico il sedile del passeggero.

«Posso guidare io?» chiede guardandomi con occhi immensamente dolci.
«Scordatelo. Quanti anni hai detto che hai? Quasi diciotto ed io sono più grande, quindi giù le mani dalla mia auto.» dico freddamente mentre giro le chiavi affinché si accenda il quadro.
«Ma hai per caso il ciclo?» chiede d'un tratto girandosi verso di me. Allora questo moccioso dai capelli lunghi e ricci vuole la guerra!
«Primo: non sono cazzi tuoi; secondo: perché me lo hai chiesto?!» sputo acidamente. Questo ragazzo è davvero insopportabile, ho un istinto omicida pari al cento percento quando c'è lui nel mio stesso raggio metrico.
«Perché quando le donne hanno il ciclo sono delle vipere bastarde.» dice con nonchalance mentre le mie nocche si fanno bianche sul volante a causa della mia salda presa.

«Com-? Aspetta un momento! Mi hai dato della vipera bastarda?!» grido furiosamente girandomi verso di lui e mandando al diavolo il codice della strada (guardare sempre avanti).
«Conosco le donne.» afferma facendo assumere alla sua faccia un ghigno sinistro e manipolatore.
«Ma cosa ne vuoi sapere tu di donne, moccioso?» chiedo sbuffando una leggera risata che spero lo infastidisca.
«Come conosco le donne? Me ne sono fatto più di quante ne conosci tu in tutta Londra!» ribatte fiero di sè.

Lo guardo disgustata e continuo a contare da uno a dieci sperando che la mia ira si reprima. Quindi... è normale che sia arrivata al numero ''otto'' e ancora ho istinti omicidi contro la persona che mi siede accanto? Credo di no. Quindi è lui il problema qui dentro, in quest'auto.

«Dove mi stai portando, Holly?» mi chiede dimenticandosi del mio nome.
«Non mi chiamo Holly, ma Holland. Ma, ci sei andato vicino. Comunque non so dove ti sto portando.» mento; so benissimo che lo porterò al mare dai miei amici: mi farà bene festeggiare un'altra sera.
«Non ho sbagliato il tuo nome; l'ho solo accorciato... ''Holland" è troppo lungo.» dice arricciando il naso; al che lo guardo con la coda dell'occhio e lo ignoro altezzosamente.

Dopo venti minuti di strada passati in un imbarazzante silenzio assordante accendo lo stereo e lo collego al mio iPhone per ascoltare la mia playlist.
«Ma che cazzo di musica ascolti?» chiede sprezzante mentre io tengo il mio ponte del naso tra l'indice e il pollice.
«Si può sapere cosa bevi tu la mattina per diventare così antipatico di primo pomeriggio?!» strabuzzo gli occhi. Già so di odiare profondamente questo rincretinito.

«Ammettilo che i tuoi ormoni davanti ad un corpo come il mio stanno facendo le capriole.» dice ridacchiando per la sua stessa battuta che, in realtà, non si può definire tale, in quanto non faccia ridere. Lo guardo torva e infine svolto verso casa di Allison e Zayn.

«Dove siamo?» chiede per la milionesima volta in una sola mezz'ora.
«Stai zitto e scendi. Sta sera c'è una festa qui. Okay? Anzi, non mi interessa se ti vada bene.» dico acidamente mentre apro lo sportello della mia auto blu.
«Almeno potevi dirmi che c'era una festa in spiaggia!» indica la sabbia che si trova a qualche metro da noi.
«Almeno mi sarei portato un costume.» afferma malinconico.
«Sta' tranquillo. Te ne presto uno del mio migliore amico; siete più o meno della stessa altezza.» dico indicando casa mia.

Ci avviamo verso quest'ultima e, appena ci viene aperto da Zayn, gli salto addosso abbracciandolo come se non ci vedessimo da anni, mentre è passato solo un giorno (e neanche, tra l'altro).
«Ehi.» mi saluta baciandomi una guancia.
«Lui è Harry. Mio "fratello''.» indico il riccio al mio fianco prima di precipitarmi in salone per fumare una Marlboro. Quando sto per accenderla con un accendino trovato nel centro tavola, entrano i due ragazzi ed Allison.
«Amore!» mi salta, letteralmente, di sopra, tanto che cadiamo sopra il divano. Iniziamo a ridere come delle bambine attirando l'attenzione sui nostri corpi distesi.

«Chi è?» mi mima con le labbra prima di alzarsi e aggiustare il suo corpetto.
«Allison lui è Harry e tu, coso, lei è come una sorella per me, quindi non la toccare neanche con il pensiero, intesi?» chiedo abbracciando la mia migliore amica dai fianchi magri. Annuisce ridacchiando per il tono intimidatorio che ho utilizzato e si crea tra di noi un silenzio alquanto imbarazzante.

«Bene io prendo la birra.» annuncio prima di sparire dietro l'angolo della cucina. Subito dopo sento dei passi pesanti dietro di me e, con mia sorpresa, vedo che è quell'energumeno del mio fratellastro.
«Posso?» mi indica la Beck's stappata che tengo in mano. Annuisco riluttante e gliela passo; devo ammettere, con mio dispiacere, che, fisicamente, è davvero carino... ad essere sinceri, in realtà, è molto sexy. La lentezza con cui porta la bottiglia verde alle labbra è micidiale, mi sta facendo sudare solo a vederlo.

«Andiamo?» chiedo prima di sfilargli la bottiglia di vetro verde dalle mani; sorride prima di annuire convinto.
«E' una festa, giusto?» chiede retoricamente.
«Tu verrai così?» domanda squadrandomi da piedi a capo.
«Perché?» chiedo alzando un sopracciglio e guardandolo interrogativa.
«Beh... non vuoi scopare stasera?» aggrotta la fronte facendomi una domanda che mi lascia a bocca aperta.
«Beh... io no e tu?» domando con un cipiglio in viso.
«Ovvio, è una festa.» mi rammenta tranquillamente.
«E allora ti conviene non infastidirmi più, perchè se no puoi dire addio a Harry Junior!» dico con un meraviglioso e falso sorriso stampato sul viso. Ride falsamente alla mia minaccia e guarda nuovamente i miei indumenti.

«Io mi preparo. Ci metterò due minuti, se vuoi puoi anche andare con Allison.» annuncio mentre corro verso il bagno (sperando che sia libero).
«Ti aspetto!» grida prima che possa chiudere la porta per potermi truccare degna della mia privacy. Metto un filo di eye-liner e un rossetto rosso opaco, molto scuro: sorrido allo specchio un'ultima volta e poi mi avvio verso la cucina.

«Devi ancora ammirare la mia bellezza o possiamo andare?» domando arricciando le labbra in un cipiglio dati gli occhi di Harry puntati sul mio corpo.
«No, possiamo andare... resisterò e ti guarderó stasera.» dice mandandomi un bacio volante e facendo un'occhiolino che farebbe bagnare chiunque, tranne me.
«Ti ricordo che sono più grande di te ed in più, siamo fratellastri, coglione!» quasi sto urlando. Questo ragazzo, se continua così, mi manderà al manicomio e ci conosciamo solo da un giorno, quindi non voglio pensare, per non morire d'infarto, come sarà tra qualche settimana.

«Sei troppo tesa...» dice avvicinandosi pericolosamente al mio corpo che, al momento, freme.
«Dovresti rilassarti.» afferma convinto prima di mettere il viso nell'incavo scoperto del mio collo; respira su di esso e, ovviamente, non posso fare altro che contorcermi sotto il suo caldo alito. Gli posiziono le mani sul petto e cerco, per quanto possibile, di spingerlo via, ma, ovviamente, la mia forza non è nettamente paragonabile alla sua.
«Ehi.» dico con voce sensuale, provando a farlo indurire con poco. Miro ai suoi testicoli stringendoli un po' e massaggiandoli, mentre lui freme e si fa scappare un gemito dalla bocca carnosa.
«Ti stacchi dai coglioni?» finisco la frase alterando e differenziando il tono da quello precedente. Ridacchia sulla mia pelle sensibile e poi, finalmente, si stacca dal mio corpo che, non so perchè, freme leggermente.

Dopo aver sbuffato ed essermi messa una sigaretta in bocca, ci avviamo verso la spiaggia dove intravedo già i miei amici ed alcune persone che, però, non fanno parte del nostro gruppo.
«Tu ora mi lasci in pace e vedi di trascorrere il tuo tempo con i ragazzi, non voglio nessuna ragazza a casa... già mi basta Allison con tutte le sue ''amicizie''.» faccio le virgolette con le dita.
«E Zayn con le poche ragazze che porta.» gli spiego distrattamente cercando con lo sguardo il moro che poco prima mi aveva accompagnata a casa.
«Chi cerchi?» domanda improvvisamente una voce maschile; mi copre gli occhi impedendomi la visuale e, dalle mani grandi e morbide, capisco subito che si tratta di Ashton. Mi giro lentamente e me lo ritrovo davanti che sorride come un bambino davanti ad una nuova giostra.

«Ehi.» lo saluto prima di arrossire a causa di un suo leggero bacio sulla guancia. Il suo sguardo vaga da me al mio fratellastro che, purtroppo, è ancora accanto a me.
«Oh. Lui è Harry.» pronuncio il suo nome con disgusto.
«Vivrà con me, perché è il mio fratellastro.» spiego al moro mentre, solo per infastidire il riccio vicino a me, simulo qualche conato di vomito.
«Beh, sono Ashton.» si presenta prima di dargli una pacca amichevole sulla spalla.
«Allora...» mi giro verso quel irritante riccio che ancora è nel mio stesso raggio metrico.
«Vai da Zayn e fatti dare una birra; poi, beh, fai quello che cazzo ti pare.» dico acidamente prima di spingerlo verso il gruppo attorno al faló. Mi fa un sorrisetto sghembo e sparisce, finalmente, dal mio campo visivo. Riporto la mia attenzione sul ragazzo di fronte a me e, inconsciamente, sorrido come un'idiota.
«Vuoi bere qualcosa?» mi chiede porgendomi la mano che, senza esitare (ma che avrebbe esitato? In tutta onestà... Ashton è il ragazzo più bello che io abbia mai visto), afferro ridendo tra me e me. Ci dirigiamo verso un piccolo chiosco dove, poi, ordiniamo due birre che beviamo velocemente.

Sono le 23:10 circa ed io non sono mai stata più felice. Ho passato tutta la serata con Ashton che sembra divertirsi molto in mia compagnia ed Allison mi ha detto di essere diventata la ragazza di Luke Hemmings - giuro che quando l'ha detto ha gridato così tanto che sono caduta a terra tenendomi la testa tra le mani. Comunque sia, non ho visto il mio nuovo componente familiare.

Io ed Ashton, dopo aver passato gran parte della serata insieme, andiamo verso il gruppo di ragazzi che ha iniziato a giocare al gioco ''succhia e soffia". Gioco inventato per saziare gli ormoni indomabili dei ragazzi e degli aggeggi che si trovano sotto le loro mutande, sempre che tutti ce l'abbiano.

«Possiamo unirci?» chiediamo all'unisono io ed il ragazzo accanto a me; ci guardiamo prima di scoppiare a ridere. Ci sediamo vicini, se non quasi appiccicati, ed inizio a lamentarmi sulle posizioni in cui siamo disposti. Di fronte a me c'è quel energumeno di mio ''fratello'', mentre accanto al ragazzo che mi tiene la mano sulla coscia (cosa che mi sta facendo fremere dalla voglia di avere un contatto maggiore) c'è Cindy - la ragazza con più abilità possibili che io avessi mai conosciuto; ad esempio ha la capacità di tenere le gambe aperte (disponibili per chiunque) ventiquattr'ore su ventiquattro. Sospiro pesantemente per come quella ragazza facile si attacca ad Ashton che, con mia grande sorpresa, cerca di prestargli meno attenzione possibile, anche se difficile... insomma chi non noterebbe una che si attacca alle proprie palle, nel vero senso della parola?

Il pezzettino di carta (quello con cui stiamo giocando) viaggia da una bocca all'altra senza cadere, ma la fortuna so bene che non è dalla mia parte così mi preparo (mentalmente, sia ben chiaro) al peggio. Alla mia sinistra c'è Michael che è un po' spaventato, perché tra qualche secondo toccherà a noi.
«Ehi.» scuoto leggermente quest'ultimo per attirare la sua attenzione.
«Sta' tranquillo, ma vedi di non farlo cadere quando me lo passi perché se no ti castro. Okay?» chiedo dolcemente come se la frase appena detta dalla sottoscritta sia normale.

Annuisce freneticamente e poi gira la testa per afferrare con le labbra il piccolo pezzo cartaceo che scorre tra le persone da circa tre minuti. Me lo passa delicatamente e, per fortuna - solo Dio sa di quanta ne abbia bisogno, non cade. Inspiro avidamente il bigliettino, per evitare di farlo cadere, e lo poggio sulle labbra delicate e rosee di Ashton. Quest'ultimo, ovviamente, la fortuna non durerà mai più di qualche secondo, fa cadere il materiale sulla sabbia fredda che ci circonda. Ora, purtroppo, io e lui dobbiamo scontare delle "pene"... spero soltanto che quei perversi dei miei amici non scelgano qualche stupido giochetto erotico da farmi fare con qualcuno.

«Decido io.» alza la mano quella prostituta di Cindy. No! Qualcun altro non poteva proprio proporsi?!
«Devi rispondere con assoluta sincerità a questa domanda e, siccome sappiamo che Allison sa la verità dato che è la tua migliore amica, non potrai mentire.» dice sprizzando gioia da tutti i pori. Questa sottospecie di essere umano sicuramente mi farà una domanda personale e molto, molto imbarazzante.
«Sei vergine?» chiede ridendo e attaccandosi ancora di più - sembra quasi una sanguisuga, caspita, al braccio del ragazzo alla mia destra.

Tutto il mondo intorno a me sembra essersi fermato, come congelato. Il sorriso felice e spensierato che avevo sul viso si è pian piano dissolto, fino a scomparire completamente. La serata che credevo andasse bene, si è rivelata una vera schifezza ed io, per quanto non voglia farlo, devo rispondere con sincerità. Ricordo di una volta, neanche troppo lontana, in cui Rocky (un'amica di Zayn che era arrivata da poco in città) ha voluto giocare con noi; ovviamente quel "noi" comprendeva anche Cindy. Le ha chiesto, sfacciatamente come sempre, se le piacesse qualcuno. Ovviamente, la povera ragazza riccia non ha saputo rispondere sinceramente perché sarebbe stato troppo imbarazzante. Ma, Cindy, malvagia e crudele nell'animo, l'obbligò a parlare; minacciandola e dicendole che, se non l'avesse fatto, gli avrebbe rovinato la vita (e tutti noi sappiamo che ne sarebbe stata capace). Rocky, allora, ha confessato. Certo, però, che ad ella è andata bene. Ha rivelato che le piaceva un po' Zayn e, il mio migliore amico, buono com'è, non l'ha presa in giro. Anzi, quella sera si sono dati da fare.

Ma questo non è il momento di ricordare i vecchi tempi e, anche se fosse, non potrei dato che, ancora, non ho risposto.

Allora «Come scusa?» quasi strillo avvicinandomi al suo viso troppo truccato per i miei gusti.
«Cosa c'è? Ti infastidisce l'argomento?» domanda ridendo causandomi un problema al timpano - ha una voce così stridula e fastidiosa che anche un vecchio ringrazierebbe di essere sordo.
«Sì.» dico flebilmente. Tutti sgranano gli occhi ed io desidero mentalmente di scomparire sotto la sabbia. Dio!, perché caspita ho iniziato a giocare?! Nessuno scoppia a ridere, magari si trovano in imbarazzo, al contrario di quella gallina che, con la sua voce stridula, sta mandando al controllo dell'udito mezza spiaggia.

Bene. La mia vita è rovinata. Ora tutti sanno il mio piccolo ''segreto''. Odio Cindy e la sua testa del cavolo; non posso credere che questa stupida in cerca di peni mi abbia messo in imbarazzo davanti a tutti i ragazzi più popolari di Londra. Ed ora cosa penserà Ashton?

Mi alzo velocemente dalla mia posizione e vado, a passo veloce, verso il mio piccolo zaino. Estraggo una sigaretta dal pacco rosso delle mie Marlboro e la porto alle labbra respirando pesantemente e cercando, il più possibile, di rilassarmi. Mi abbasso all'altezza dello zaino e cerco disperatamente un accendino e, ovviamente Dio non vuole aiutarmi neanche questa volta, perché non trovo nessun cappero di accendino! In realtà, magari sono solo troppo agitata ed imbarazzata per ragionare con il cervello e non solo con la bocca, ma cavolo! Un maledettissimo accendino cerco, non chiedo neanche tanto.
«Ti serve questo?» chiede una voce maschile dietro di me. Mi giro e vedo Harry con in mano un piccolo aggeggio dalla forma rettangolare. Borbotto un ''grazie'' prima di afferrarlo e portarlo vicino alle labbra per poter accendere la cartina.

«Senti-».
«No!» lo interrompo abbastanza bruscamente.
«Non aggiungere niente su quello che ho detto prima, okay?» chiedo con pietà.

«Ascoltami...» mi afferra dalle spalle mettendosi di fronte a me.
«Ho pensato ad una cosa che potrebbe essere interessante.» dice tenendomi ancora davanti a lui. Mi sto altamente irritando così, prima che finisca la frase, inspiro pesantemente la nicotina contenuta nella Marlboro e lo guardo aspettando che continui.
«Beh... avevo pensato che forse potrei aiutarti con il tuo, ehm, problemino.» dice vagamente.
«Aspetta un momento... da quando essere vergine a diciotto anni è un problemino?» utilizzo lo stesso termine che ha usato poco prima egli stesso.
«Beh.» si schiarisce leggermente la voce, mentre tossisce un po' a causa del fumo che gli ho espirato addosso.
«Ripeto, potrei aiutarti... dandoti delle lezioni sul sesso.» dice come se fosse la cosa più naturale al mondo. Ma scherza o dice sul serio? E' una pazzia l'idea che ha appena avuto, figuriamoci attuarla tra fratellastri!
«Ma sei serio?» chiedo ancora incredula per la stupidaggine enorme che è appena fuoriuscita dalle sue labbra.

Prende un respiro profondo prima di prendere la sigaretta dalla mia bocca e buttarla a terra schiacciando, poi, il mozzicone ormai spento.
«Sarebbe una cosa positiva per entrambi, non credi? Io avrei del sesso e tu, invece, saresti pronta per tutti i ragazzi che vorrai.» appena pronuncia queste parole mi viene in mente una persona molto importante: Ashton. Dei pensieri sporchi di noi due attraversano e balenano la mia mente; in realtà, riflettendoci meglio, non è del tutto una cattiva idea...

Così, prima che possa collegare il mio cervello alla bocca, quest'ultima risponde.
«Okay!» faccio un lieve sorriso di intesa che lui, prontamente, ricambia.
«Ad una condizione però!» alzo un po' il tono della voce per fargli capire che con me non si discute.
«Niente e specifico niente...» marco eccessivamente questa parola.
«Sentimenti. So che non accadrà mai, ma non ti innamorare di me. Io ti odio e tu odi me e, questi sentimenti, devono rimanere tali.» spiego seria.

Non vorrei un moccioso innamorato che scorrazza in giro per casa canticchiando una stupida canzone d'amore... certo, magari sto esagerando. Anzi, sto decisamente esagerando, non ha la mia età, ma ci differenziamo solamente di qualche mese.

«Certo. Non mi potrei mai innamorare di una stronza acida.» si interrompe da solo per poi riprendere a parlare con i lineamenti facciali più dolci.
«Seriamente... Holland, questa cosa non la deve sapere nessuno e, con la parola ''nessuno'', intendo nessuno!» afferma convinto per poi portare le mani lungo i fianchi e guardarmi intensamente mentre prendo il mio zaino dal suolo.
«Salutiamo e poi ce ne andiamo, okay?» chiedo prima di avviarmi verso il falò. Annuisce mentre mi segue come se fosse un cagnolino. Arrivata davanti alle altre persone - compresa quella che mi ha rovinato la serata, saluto tutti dicendo che io ed Harry dobbiamo tornare a casa.

Mentre io e quest'ultimo ci avviamo verso la mia Lamborghini blu, una mano afferra il mio polso facendomi voltare di scatto.
«Harry, sali in macchina; guidi tu.» gli dico prima di lanciargli le chiavi senza mai staccare il contatto visivo da quello di Ashton che, per la cronaca, mi sta bruciando la pelle.
«Non mi hai salutato.» dice prima di stamparmi un bacio sulle labbra: uno di quei baci casti, quelli che sono così veloci e dolci allo stesso tempo che neanche ti accorgi di cosa sia successo o cosa tu abbia provato. Amo quei baci.
«Ci vediamo a scuola, ciao Ash.»

Sorrido inconsciamente e, dopo avergli sorriso come una demente degna di un favoloso premio, mi avvio verso il lato del passeggero della mia auto. Spero solo che Harry sappia guidare, a questo punto.
«E così quel tizio ti corteggia...» sembra che stia parlando tra sé e sé.
«Nah...» rispondo ridacchiando. Mette la mano sulla mia coscia ed iniziamo ad avviarci verso casa. Durante il viaggio penso in quale guaio io mi sia cacciata...

Lezioni sul sesso da parte del mio fratellastro... sul serio?

Angolo autrice

Poche parole come al solito, cari lettori! Vedo che la storia si sta avviando bene all'interno di Wattpad. Continuate a votare e a commentare perché ci tengo tantissimo; ah!, sappiate che i vostri commenti mi fanno morire dalle risate. Siete fantastiche (per-fects)..

La vostra Tori.

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