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Capitolo 2 - Gang

All'ora di pranzo nella mensa del campus c'era un gran caos.
Gli studenti del primo anno si riconoscevano subito, erano quelli che vagavano tra i tavoli col vassoio in mano alla ricerca di un posto libero.
Anche Dan si sentiva disorientato. Aveva conosciuto un paio di persone quella mattina ma indossavano tutti la divisa e sembravano tutti uguali. E comunque non era sicuro che quel Jason, il tipo accanto al quale si era seduto durante la lezione di Letteratura, volesse averlo tra i piedi.
Quando, alla fine della lezione, Jason aveva deciso di dedicargli un po di attenzione, aveva scoperto di essere il suo nuovo compagno di stanza, ma la cosa sembrava che a quel tipo non facesse affatto piacere.
Si guardò intorno, cercando un posto dove sedersi in tranquillità, e finalmente trovò un tavolo vuoto. Lo raggiunse e posò lì il suo vassoio, quando una ragazzina si mise a sedere davanti a lui.
«Non puoi stare qui» disse seria. Aveva i capelli scuri e corti e dei piccoli occhi neri che mettevano quasi paura, e che sembravano ancora più scuri in contrasto con la sua pelle pallida.
Aveva lo sguardo puntato su Dan, ed aveva incrociato le esili braccia davanti al petto.
«Perché no?» domandò Dan nervoso.
La ragazzina schioccò la lingua «Quel posto è occupato».
Dan aggrottó le sopracciglia, infastidito. Odiava quel dannato collegio.
«Non mi sembra» replicò senza alcuna intenzione di andarsene.
La ragazzina fece un respiro profondo, sembrava davvero infastidita, ma non fece in tempo a dire nulla che qualcuno le mise una mano sulla spalla.
«Lascialo stare, Leah».
La ragazzina sbuffò «Ma quello è il tuo posto!» disse seria.
«Smettila».
Dan guardò la scena incredulo. La ragazzina sembrò gettare la spugna, o meglio, obbedire come un cagnolino fedele al suo padrone.
Daphne sospirò, sedendosi accanto a Leah.
Accennò un sorriso a Dan, che la riconobbe. Era anche lei nella sua stessa classe di Letteratura.
«Sei nuovo» gli disse. Non era una domanda, ma una semplice constatazione.
Dan annuì, comunque.
Si sentiva in imbarazzo. Quella ragazzina continuava a fulminarlo con lo sguardo, e la tipa che l'aveva messa a tacere lo stava scrutando per bene, come se volesse studiarlo.
La tensione sembrò calare quando qualche secondo dopo si aggiunsero al tavolo Hailey ed Eliza.
Hailey arrossì non appena vide Dan seduto di fronte a Daphne. Si morse il labbro.
Le piaceva quel ragazzo, sembrava diverso da tutti gli altri studenti del collegio. Ma conosceva Daphne, e sapeva che se gli aveva concesso di starsene seduto al suo posto era solo perché piaceva anche a lei.
Ed Hailey detestava ammetterlo, ma era convinta che contro Daphne non aveva alcuna possibilità di vincere.
«Perché il ragazzo nuovo è seduto al nostro tavolo?» chiese Eliza rivolta a Daphne, prima di dare un morso ad una foglia di insalata.
Daphne scrollò le spalle «È carino» disse semplicemente.
Dan arrossì, in imbarazzo. Quelle due parlavano di lui come se nemmeno fosse presente.
«Com'è andata la prima giornata di lezioni?» chiese timidamente Hailey quando finalmente Daphne ed Eliza avevano deciso di cambiare argomento e chiacchierare tra loro sui progetti per il pomeriggio.
Dan scrollò le spalle «Sto cercando di ambientarmi... Ma fino ad ora tu sei stata l'unica persona che non mi ha trattato con aria di superiorità» disse accennando un sorriso.
Hailey si morse il labbro. Voleva dirgli che lei non era affatto una stronza come le sue amiche, ma ovviamente non poteva farlo. Daphne ed Eliza erano proprio lì accanto a lei, ed anche se stavano parlando tra loro sapeva che stavano ascoltando anche la loro conversazione.
Conosceva bene Daphne, e sapeva che era in grado di fare qualsiasi cosa prestando comunque attenzione a tutto ciò che succedeva intorno a lei.
«Comunque, che c'è di divertente da fare da queste parti?» chiese Dan dopo un po.
«Dipende. Si può uscire dal campus fino alle 18, oppure puoi iscriverti a qualche club o unirti alle squadre sportive. O andare nella biblioteca... Sembra noioso ma ti giuro che è fornitissima e ci sono un milione di libri bellissimi! Ho fatto una lista di libri da leggere entro il diploma ma sono così tanti che non credo riuscirò mai a leggerli tutti».
Dan sorrise. Anche lui amava leggere. Ma non gli andava di chiudersi in biblioteca tutto il pomeriggio «Tu che progetti hai per oggi?».
Hailey arrossì.
Non ci sapeva fare coi ragazzi e non era davvero in grado di capire se le stesse proponendo di fare qualcosa insieme o se semplicemente voleva conversare con lei «Non lo so... Credo che andrò sulla riva del lago a suonare la chitarra» disse.
Dan sembrò illuminarsi «Suoni la chitarra? Fantastico, anche io!» esclamò entusiasta. Non gli sembrava vero di aver conosciuto qualcuno con i suoi stessi interessi «Se per te va bene, mi unisco a te, magari suoniamo qualcosa insieme».
Hailey annuì. Certo che per lei andava bene. Quel ragazzo le piaceva, non c'erano dubbi.
Sentiva le farfalle nello stomaco. I ragazzi non le davano mai tanta confidenza.
Sorrise, pensando che forse il suo ultimo anno in quel collegio non sarebbe stato poi così male.
Ovviamente quel pensiero svanì in un secondo, non appena Daphne ed Eliza si alzarono dai loro posti seguite da Leah che per tutto il tempo era stata seduta al loro tavolo in silenzio.
«Noi andiamo a fare un giro in centro» disse Daphne guardando Hailey con aria seria, poi sorrise «Vieni con noi?».
Hailey scosse la testa, lentamente.
Daphne annuì «Ok, come preferisci» disse. Guardò il vassoio di Hailey, non aveva ancora mangiato nulla «Ti consiglio di mangiare qualcosa, altrimenti lo sai che finirai per chiuderti in camera a strafogarti con i biscotti che hai nascosto nel tuo comodino».
Eliza scoppiò a ridere, con quella sua risata squillante ed incredibilmente fastidiosa. Anche Leah rise. Hailey invece sentì le guance andare a fuoco, imbarazzata e nervosa.
D'istinto porto le braccia davanti alla pancia, come per nascondere quel rotolino di ciccia che tanto detestava.
Le sue amiche si allontanarono senza aggiungere altro, e lei rimase sola al tavolo con Dan, troppo imbarazzata per riuscire a guardarlo.
Detestava Daphne quando faceva la stronza in quel modo. E detestava sé stessa per il fatto che avesse sempre fame. E trovava davvero ingiusto il fatto che le sue amiche potessero mangiare qualsiasi cosa senza mai ingrassare, mentre lei metteva su peso anche solo respirando.
«Belle stronze, le tue amiche» disse Dan dopo un po'.
Hailey sospirò, allontanando il vassoio. Ora si che le si era chiuso lo stomaco.
Dan cercò di avvicinarsi a lei per guardarla negli occhi «Se può consolarti, anche io mi sono portato delle schifezze da casa. Ho un pacco di merendine nell'armadio della mia stanza».
Hailey sorrise, portandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
Si, quel Dan le piaceva ogni secondo di più.

Jason aveva chiuso a chiave la porta della camera. Quel Dan era entrato a prendere la sua chitarra ed era uscito di nuovo, e quando dalla finestra lo aveva visto allontanarsi con Hailey, aveva deciso che era il momento giusto per preparare le bustine d'erba da vendere nei prossimi giorni.
Il suo socio in affari, Raymond, era anche il suo migliore amico e compagno di stanza. Si erano conosciuti il primo anno. Raymond era un classico figlio di papà con un sacco di soldi, ed era stato lui a sborsare il denaro per cominciare quel giro di spaccio.
Lui si occupava dei conti, mentre a Jason toccava la parte pratica, ovvero andare a prendere la merce, introdurla nel campus e rivenderla.
Negli anni avevano guadagnato un bel po di soldi, che Raymond aveva speso per lo più in videogiochi e vestiti, mentre Jason li teneva da parte per aiutare la sua famiglia nel Jersey e magari pagare l'università dopo il diploma.
«Che ne pensi del tipo nuovo?» chiese Raymond, sdraiato sul suo letto, intento a sfogliare un fumetto di Batman.
Jason era impegnato a pesare l'erba sulla bilancia.
«Mah, sembra un tipo ok. A pranzo era seduto al tavolo di Daphne, ma credo che voglia farsi Hailey» disse, togliendo l'erba sulla bilancia per riporla in una bustina trasparente.
Raymond si sollevò su un gomito, lasciando cadere il fumetto a terra «Hailey? Sul serio?» chiese incredulo, sollevando un sopracciglio.
Jason scrollò le spalle, guardando il suo amico «Eh già».
L'altro scosse la testa. I capelli ricci e scuri ondeggiarono «Non ci credo. Hailey. Chi cazzo ha mai avuto voglia di scoparsela, comunque?».
«Non io» rispose Jason con una smorfia, poi fece una risatina «e di certo nemmeno tu».
Raymond sbuffò «Non cominciare» disse lamentoso.
Ma Jason continuò a sorridere, gli occhi sempre puntati sul lavoro che stava facendo tra bilancia e bustine «Non ti tira proprio nessuna ragazza? Nemmeno quelle fighe di Daphne ed Eliza? Cazzo penso che Eliza me la scoperei anche se fossi gay!».
Raymond sbuffò ancora una volta «Cazzo Jason smettila! Se ti sentono dire che sono gay è finita. Già mi rompono le palle perché sono un cioccolatino, se si sparge la voce che sto anche sull'altra sponda qui mi spaccano il culo!» disse sperando di finire lì quella conversazione.
Jason scoppiò a ridere «Si, ti piacerebbe».
Raymond lo lasciò fare, rassegnato.
Quando finalmente Jason la smise di ridere prese un po' d'erba e cominciò a prepararsi una canna.
«Perché stamattina sei uscito presto, comunque?» chiese curioso.
«Avevo da fare. Dovevo dare una cosa a Daphne».
«Una cosa cosa?»
Jason lo guardò, serio «Delle lettere. Sai il tipo di Hoboken da cui prendo la roba? Prima che tornassi qui al campus, l'altro giorno, mi ha fatto un sacco di domande su Daphne. E poi mi ha chiesto di scoprire se ha letto delle lettere, così sono andato a controllare nella segreteria e nella cassetta della posta c'erano tipo diciassette lettere per Daphne che lei non ha mai ritirato» spiegò.
«Lettere? Sul serio? Chi cazzo scrive ancora delle lettere? Cioè basta avere una connessione ad internet per contattare praticamente chiunque».
«Ma io che ne so. So solo che voleva che mi accertassi che Daphne leggesse quelle lettere, quindi sono andato a prenderle e gliele ho date, punto. Quella non è gente a cui piace chi fa troppe domande. E io di certo non voglio finire con una pistola puntata alla testa».
«Quindi Daphne se la fa con una gang di motociclisti del Jersey? Cristo ce la vedo, a fare un'orgia con un mucchio di ragazzacci».
Jason annuì «Non sarebbe di certo una novità, comunque».

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