3- Men ain't sh*t
Gli uomini sono patetici.
Vorrei poter dire che credo nell'uguaglianza tra donne e uomini ma mentirei. Il genere maschile è nettamente inferiore sotto ogni tipo di categoria.
Non sono quelli più forti, né fisicamente né emotivamente, per quanto ci sia stata inculcata questa idea sin da quando eravamo piccoli, è tutta una bugia. Le donne hanno una forza d'animo incredibile, affrontano traumi che un uomo non può neanche provare ad immaginare e compiono fatiche senza mai lamentarsi al contrario degli uomini che non appena sollevano una sedia devono vantarsi e far vedere i muscoli.
Gli uomini non sopportano il dolore, forse perché il dolore più grande che possono provare è solo fisico, e anche in quel caso la loro sopportazione è minima. Ma quando si parla di dolore emotivo devono sempre ingigantire le cose, ma per loro è socialmente accettabile, perché sono uomini, Se una ragazza invece soffre molto di più di un ragazzo allora lei sta esagerando, perché è risaputo, le ragazze possono solo esagerare.
Il motivo per cui gli uomini sono così deboli ed inferiori è perché dal momento in cui nascono vengono appoggiati su un morbido piedistallo fatto di piume soffici e colorate, un luogo in cui nessuno li giudica, dove tutti i loro stupidi comportamenti sono accettati e giustificati e dove per eccellere devono fare il minimo indispensabile per poi essere lodati.
Al contrario se nasci senza pene parti già in svantaggio e questo ti rende sempre pronta a combattere a rialzarti e a dare il massimo in ogni piccola attività quotidiana.
Il lavoro che faccio non è qualcosa di cui vado fiera, è certamente una parte della mia vita che ho sempre tenuto nascosta dal momento in cui ho iniziato, questo perché odio dover essere chi sono quando devo fingere davanti alle mie prede. Divento tutto quello che ho sempre disprezzato e per quei minuti lascio la vera me altrove mentre la me frivola e civettuola cerca in tutti i modi di attirare le attenzioni degli uomini.
Nonostante ciò non tutti gli uomini sono orribili. Ho esattamente tre eccezioni, ma solo tre, tutti gli altri potrebbero scomparire dalla faccia della terra e non mi dispiacerebbe neanche un po'.
Luke Ashton e Michael sono gli unici tre uomini che considero accettabili, questo perché sono cresciuta insieme a loro e so che non sono dei mostri o degli spavaldi che fanno a gara di chi lo ha più lungo, o meglio lo fanno ma non troppo.
Sono comunque uomini dunque non ci si può mai aspettare troppo.
"Michael! Ci sono le tue mutande sporche per terra!" Mugolo contro il mio cuscino mentre sento la voce squillante e alta di Ashton per tutta la casa. Lentamente alzo la testa controllando l'orario, sono solo le nove di mattina, stiamo scherzando?
"No, quelle non sono mie, sono di Luke!" Risponde mio fratello con lo stesso tono di voce. Sbuffo per poi alzarmi dal letto sistemandomi i capelli e aprendo la porta di camera mia di scatto vedendo immediatamente i tre idioti con cui devo vivere di fronte a me immobili nel corridoio con delle mutande in mano.
"Vi conviene avere una valida motivazione per tutto questo baccano alle nove di mattina di domenica" Dico ringhiando e guardandoli con il mio sguardo inceneritore. I tre subito abbassano lo sguardo impauriti per poi indicarsi uno con l'altro come dei bambini dell'asilo.
"Luke ha lasciato le sue mutande per terra"
"Ashton vuole attaccare briga con me"
"Non è colpa mia"
Dicono tutti all'unisono creando solo più baccano, immediatamente sento la rabbia crescere dentro di me mentre le loro anime lasciano i loro corpi dalla paura. Non sono una ragazza delicata nè tanto meno una di quelle che sorride davanti alle ragazzate, no, se mi infastidisci potresti prenderti un calcio in faccia e loro lo sanno.
"Avete esattamente tre secondi per far sparire quelle mutande e lasciarmi dormire" Dico stringendo i pugni e loro annuiscono velocemente per poi essere bloccati da una quinta voce.
"Come sempre di buon umore mia cara" Mi volto notando mia nonna la quale si avvicina dolcemente ai tre ragazzi guardandoli con affetto per poi guardare me arrabbiata.
"Ti sembra il modo di trattarli?" Domanda nonna ed io alzo gli occhi al cielo. Io e Michael abbiamo sempre vissuto con lei, è una donna severa ma molto sveglia nonostante la sua veneranda età, quando Luke e Ashton sono venuti a vivere da noi per lei è stato come accettare due nuovi nipoti in famiglia, il problema è che ha delle preferenze e di certo io non rientro in quelle.
"Sono loro che hanno iniziato" Indico i tre idioti e mia nonna scuote la testa.
"Ragazzi andate a fare colazione, Rebecca, trattali meglio o la prossima volta non sarò così gentile" Mi avverte per poi andare in bagno lasciandomi sola con i tre cretini di fronte a me. Li osservo mentre loro mi guardano vittoriosi per poi sparire immediatamente non appena li guardo male.
Come ho detto, gli uomini sono sempre giustificati.
"Sei già al lavoro?" Domanda Ashton appoggiando una tazza di caffè fumante accanto a me sul bancone della cucina ed io annuisco distrattamente.
Osservo l'immagine di Harry mentre continuo a studiare la sua personalità, le sue conoscenze e tutto quello che può servirmi per concludere questo piano il prima possibile.
Sento il corpo di Ashton sedersi accanto al mio afferrando uno sgabello in legno e sfiorandomi con il suo gomito mentre il suo volto si avvicina allo schermo del mio computer.
"Non ti ho mai vista così presa da un caso" Commenta sorridente ed io mi volto verso di lui. Noto i suoi capelli spettinati e i suoi occhi ancora addormentati, indossa ancora il suo pigiama e i suoi occhiali mentre mi osserva con un sorriso divertito.
"Perché voglio mettere fine a questo caso velocemente, ti va di aiutarmi?" Domando passandogli un foglio, del resto è lui la mente sotto ogni nostra mossa.
"Mh, qualcosa mi dice che questa fretta è data da qualcuno che conosciamo" Commenta mentre comincia a scrivere qualcosa ed io immediatamente scuoto il capo.
"No, Calum non centra niente" Rispondo sentendo una risata accanto a me.
"Io non ho mai nominato Calum" Ribatte ed io alzo gli occhi al cielo.
Okay forse è per Calum. Non voglio stare accanto a lui, non voglio vederlo, non voglio neanche dividere la stessa aria con quell'essere.
"Comunque non voglio renderti la vita difficile dunque cerchiamo di studiare questo Harry Styles al meglio" Conclude facendomi sorridere per poi riprendere a studiare insieme a me.
Ashton è un ragazzo dolce, ci conosciamo dalle elementari, sin da quando aveva cinque anni è sempre stato furbo ed intelligente, trovava sempre il modo per eccellere in tutto. Siamo diventati amici nel tempo vivendo nello stesso quartiere e condividendo sempre lo stesso autobus. Lui è come un fratello maggiore per me, si è sempre comportato con gentilezza nei miei confronti o meglio, non è mai stato uno stronzo.
"Siete dei Nerd, possiamo fare qualcosa di divertente oggi?" Domanda Luke spuntando davanti a noi mentre mastica un toast alla marmellata fatto da nonna.
"Stiamo lavorando" Commento senza alzare lo sguardo verso il biondo il quale sbuffa rumorosamente per poi prendere il computer dalle mie mani.
"Sì ma è Domenica, non si lavora oggi, andiamo al parco?" Chiede come un bambino ed io lo guardo male mentre Ashton sorride divertito.
"Tu sei libero di andare, noi lavoreremo per un po'" Spiega Ashton con il suo solito tono pacato mentre Luke lo guarda annoiato.
"E dovrei andare da solo?" Domanda scocciato ed io lo guardo mentre tiene il mio computer in mano.
"Se vuoi posso accompagnarti" Propongo con un gran sorriso e i suoi occhi turchesi si illuminano.
"Davvero?" Domanda saltellando ed io annuisco per poi indicargli il computer.
"Fammi salvare i file prima" Il ragazzo accetta passandomi il computer e non appena lo fa velocemente lo colpisco il fronte con le mie dita facendolo indietreggiare.
"Tocca ancora il mio computer mentre sto lavorando e la prossima volta ti colpisco più forte" Lo avverto e lui mi guarda male per poi girarsi verso Michael il quale è sdraiato comodamente sul divano rosso e consumato.
"Michael puoi dire a tua sorella di trattarmi meglio invece di picchiarmi ogni giorno?" Domanda come un cane bastonato e mio fratello scuote la testa per poi aprire gli occhi annoiato.
"Non posso certo dire che sbaglia a picchiarti" Ribatte e Luke lo guarda male per poi indicarmi con uno sguardo deciso.
"Mi vendicherò okay? Sei propr... Oh mio Dio, guardate fuori dalla finestra, c'è un passerotto" Dice perdendo l'attenzione come al solito e correndo fuori da solo.
"Forse dovresti essere più gentile con lui" Commenta Ashton ed io alzo gli occhi al cielo.
"Io sono gentile con Luke" Ribatto e Michael mi guarda come se avessi detto la più grande bugia di sempre.
"Gli voglio bene, smettetela di guardarmi così" Concludo per poi tornare al lavoro.
Luke è una conoscenza più recente, Michael lo ha conosciuto al liceo, Luke non è il ragazzo più docle di sempre, anzi, è la creatura più fastidiosa mai esistita sulla faccia della terra. Ogni giorno trova un modo per infastidirmi e punzecchiarmi, è esattamente come un fratello minore che tortura gli altri per divertimento. Luke ha due anni in meno di me, l'ho sempre trattato così e so che non ferisco i suoi sentimenti perché sa come difendersi e non è mai stato ferito da nessun mio comportamento.
"Beachwood Cafe" Sussurra Ashton ed io lo osservo notando il suo dito puntato su un'immagine sul mio schermo.
"Harry frequenta spesso questo posto, guarda, ci sono due foto con quella tazza" Dice facendomi notare un bicchiere nello sfondo di una sua foto e lo stesso tipo di bicchiere nelle sue mani in una seconda immagine di mesi precedenti.
"Dove si trova?" Domanda Michael ed io immediatamente ricerco il posto.
"Attorno al Bronson Canyon" Rispondo velocemente per poi notare la vicinanza con la zona in cui vive Harry.
"Vicino a casa sua, non mi sorprende, cerca di capire l'orario delle foto" Spiega Michael e Ashton si concentra per qualche istante.
"Questa foto è stata scattata nella sala in cui eravamo l'altro giorno, il sole arriva dalle finestre, è mattina e la tazza di caffè è quasi vuota, questo significa che è passata almeno un ora, contando che per arrivare al locale da casa sua ci vogliono quindici minuti, con il traffico di Los Angeles la mattina probabilmente venti minuti esatti, se lo ha portato a casa significa che ha iniziato a berlo lì.
"Dunque metà mattina" Concludo e lui annuisce per poi prendere la seconda foto e sorridere.
"Abbiamo un orologio" Dice notando al polso del ragazzo un Rolex e Michael si alza dal divano per poi prendere il computer.
"Scannerizziamo l'immagine e guardiamo l'ora" Spiega cliccando vari tasti per poi sorridere soddisfatto.
"Segna le 10:40" Dice ed io ci penso qualche istante per poi arrivare alla conclusione.
"Non è un ragazzo mattiniero, se prende il caffè attorno alle undici vuol dire che o fa allenamento la mattina oppure si sveglia tardi, questo significa che per incontrarlo dobbiamo contare più sul pomeriggio" Ashton annuisce per poi guardare l'ora e sorridermi.
"Sono le nove e venti, per arrivare in quella zona ci vorranno quaranta minuti, vestiti, andiamo lì" Spiega Ashton alzandosi ed io sbuffo per poi guardare la foto del ragazzo.
Harry è un ragazza di una bellezza che fa mancare il fiato, ha un corpo tonico, un grande senso dello stile nel vestirsi, i suoi capelli hanno un taglio che gli rende giustizia, il suo volto ha dei lineamenti duri contrastati dai suoi occhi dolci e invitanti.
Lui è quello che amo chiamare trappola per ragazze, nessuno potrebbe resistergli.
Se questa fosse una situazione diversa e io lo vedessi per caso in quel caffè sicuramente rimarrei stupita dal suo aspetto e mi piacerebbe parlarci.
Ma questa non è quella situazione ed Harry è solo un altro uomo pieno di sé e pieno di soldi che servono a noi.
"Come mi vesto?" Domando a me stessa e Michael appoggia i suoi gomiti sulle mie spalle per poi indicarmi una ragazza vicino a Harry in una foto fatta per strada.
"Gli piacciono le ragazze semplici ma che amano farsi vedere, un po' come lui, devi dargli l'impressione di essere una ragazza per bene ma allo stesso tempo leggermente provocante" Spiega dandomi un'immagine contrastante.
"Come faccio a essere pura ma allo stesso tempo sensuale?" Domando e Michael alza le spalle.
"Questo è un tuo problema sorellina, io vado a chiamare Luke, così può far partire la macchina" Spiega ed io sbuffo per poi andare in camera mia a cambiarmi e sistemarmi per diventare il tipo di ragazza per la quale Harry potrebbe cedere.
"Sei adorabile" Mi prende in giro Ashton non appena scendo dalla macchina a due isolati dal Beachwood Cafè. Abbasso lo sguardo osservando il mio vestito estivo e corto. Ho optato per un semplice prendisole giallo con dei piccoli fiorellini bianchi a contornarlo. I miei capelli sono sciolti e due ciocche davanti al volto sono fermate da una spilla colorata.
Il vestito mi arriva sopra il ginocchio, avvolge i miei fianchi dolcemente e rimane stretto attorno al seno.
Sembro una bambina di dodici anni uscita da qualche perversa fantasia maschile. Che schifo.
"Taci" Dico sentendomi come una bambola truccata e i due ragazzi mi guardano divertiti.
"Quando lavori è l'unico momento in cui ti possiamo vedere nella tua versione femminile" Commenta Luke ed io lo guardo infiammandolo con lo sguardo.
"Se non vuoi essere ucciso dalla mia versione reale quando torniamo a casa ti conviene tacere" Ringhio e Ashton alza gli occhi al cielo per i nostri bisticci per poi indicarmi la via verso il locale.
"Ti staremo dietro in macchina, aspettalo, non andartene, tieni" Dice passandomi un libro ed io lo guardo confusa.
"Fingi di leggere finché non arriva" Spiega ed io annuisco.
"E se non arriva?" Domando e lui alza le spalle.
"Avrai letto un bel libro" Risponde intelligentemente ed io annuisco per poi incamminarmi da sola verso il locale.
Dopo qualche minuto di camminata arrivo finalmente davanti al bar. Non è molto grande, avrà massimo la disponibilità di trenta posti, si presenta come un locale vintage, risalente agli anni sessanta. La sua struttura è in legno, la porta del locale come molti altri oggetti sono di un blu intenso e particolare che ricorda una specie di locale che si può trovare vicino alla costa. Decisamente un posto per ricchi che vogliono fingersi comuni mortali e che amano dire che preferiscono il caffè di piccole imprese locali invece dell'acqua sporca di compagnie grandi come Starbucks.
Sbuffo prima di accorgermi della presenza di un cameriere davanti a me che mi guarda sorridente.
"Buongiorno, gradisce sedersi?" Mi domanda e subito ricambio il sorriso mentre lui mi indica un tavolo appena fuori dalla porta, un tavolo in metallo e circolare apposta per due.
Mi siedo e ordino la bevanda meno costosa e pretenziosa, ovvero un semplice caffè freddo per poi aprire il libro e cominciare a leggere.
Ashton ama leggere, è sempre pronto a consigliarti qualche tipo di libro super noioso e pieno di frasi fatte e filosofiche che spesso usa per sembrare ancora più sapientino di quel che è.
"Che libro ti ha consigliato?" Chiede Michael nell'auricolare ed io porto i capelli davanti al mio volto per non far notare che parlo da sola.
"Moby Dick" Dico sbuffando, questo libro è noioso, è letteralmente nei dieci libri più noiosi che possono aiutarti a combattere l'insonnia, guardare per credermi.
"Lo ha fatto apposta per farti annoiare" Commenta divertito mio fratello ed io alzo gli occhi al cielo per poi sentire il cameriere avvicinarsi lasciandomi il mio caffè sul tavolo e sorridermi falsamente per poi appoggiare il suo sguardo per un millisecondo sulle mie cosce scoperte.
Gli uomini non si smentiscono mai.
"Sì, lo so, appena torno a casa per pranzo lo compilo e lo invio al professore, mi mancano solo due paragrafi, però possiamo vederci prima, okay ti aspetto" Riconosco immediatamente la voce roca e profonda del mio bersaglio.
Velocemente alzo i miei occhi verdi su Harry il quale arriva a passo deciso verso il locale, osservo il suo abbigliamento sportivo. Indossa un paio di pantaloncini corti e neri e una maglietta bianca leggermente bagnata dal sudore, ha corso prima di arrivare qui.
Dunque è un tipo mattiniero ma spende la mattina ad allenarsi, ricevuto.
Lo osservo con discretezza mentre conclude la chiamata e abbassa il cellulare per poi dirigersi verso la porta del locale, ma prima che possa aprire la porta il suo sguardo viene attirato dalla mia figura.
Faccio finta di niente mentre continuo a leggere il libro strappa anima di Ashton per poi sentire dei passi fermarsi proprio davanti a me mentre il corpo di Harry blocca il sole.
"Moby Dick? Quel libro è in grado di mandarmi in coma non appena leggo anche solo una parola" Dice Harry ed io alzo lo sguardo verso di lui per poi fingermi sorpresa di vederlo.
Lo osservo mentre mi sorride cordialmente con una mano dietro la testa e l'altra lungo i suoi fianchi, sul volto un caldo sorriso contornato da due fossette.
Letteralmente una trappola per ragazze ingenue.
"Harry? Cosa ci fai qui?" Chiedo confusa e lui alza le spalle per poi indicare il locale.
"Vengo qui praticamente ogni giorno, amo questo posto, fanno i caffè più buoni di Los Angeles, piuttosto cosa ci fai tu qui?" Domanda ed io alzo le spalle per poi ricordarmi le parole ed il piano di Ashton.
"In realtà è la prima volta che vengo qui, dovevo incontrarmi con una mia amica che abitava in zona ma mi ha dato buca all'ultimo, dunque ne ho approfittato per finire di leggere questo libro" Spiego usando le esatte parole del mio socio. Harry annuisce per poi indicare la sedia accanto a me.
"Dunque immagino che non ti darà fastidio avere della compagnia?" Domanda gentilmente sempre usando quel sorriso accogliente e dolce.
"Mh fammici pensare, non so se puoi essere meglio di questo libro così pieno di colpi di scena" Dico scherzando e Harry sorride divertito per poi sedersi di fronte a me appoggiando i gomiti sul tavolo e guardarmi dritto negli occhi.
"Rebecca Clifford" Dice lentamente ed io rabbrividisco nel sentire il mio vero nome uscire dalle sue labbra. Odio mettere allo stesso livello la vera me con quel nome e questa mia versione così idiota.
"Parlami un po' di te, durante la mia festa non abbiamo avuto un singolo momento per parlare" Spiega ed io alzo le spalle sorridendo dolcemente per poi pensarci.
Okay, ripeti semplicemente il piano.
"Non c'è molto da sapere su di me in realtà, studio alla Irvine letteratura inglese, questo spiega il perché io stia studiando questo libro noioso" Dico sorridendo e lui annuisce lasciandomi continuare.
"Sono al secondo anno e quando mi laureerò spero di poter diventare insegnante di inglese qui a Los Angeles anche se non mi dispiacerebbe potermi trasferire in realtà" Dico con finti occhi sognanti e Harry mi interrompe.
"Se avessi avuto un'insegnante di inglese come te di sicuro avrei apprezzato la materia molto di più" Dice scherzando e provandoci con me, osservo i suoi occhi così intensamente puntati dei miei e un piccolo brivido mi attraverso. Okay, è bravo a provarci con le ragazze.
"Tu invece?" Domando e lui alza le spalle per poi notare il cameriere avvicinarsi con il suo ordine. Un caffè nero freddo e una brioche vuota.
"Studio economia alla UCLA, sono al penultimo anno ormai, beh in realtà non ho un sogno come te ma sto cercando di laurearmi per poter continuare a lavorare per mio padre, ha un'azienda di orologi e vuole che io porti avanti l'impresa" Spiega ed io annuisco per poi sorridere.
"Tu però non sei di qui" Dico notando l'evidente e innegabile accento inglese che lo caratterizza e rende la sua voce molto più memorabile e sensuale.
"Osservatrice attenta" Scherza ed io rido alla sua battuta per poi attendere la spiegazione, ogni piccolo dettaglio su di lui è utile, Michael sta prendendo nota di ogni cosa che lui ta dicendo in questo momento.
"Sono nato a Holmes Chapel, è un paesino di campagna nello Chesire, un buco dove l'unica cosa che puoi fare è avere una fattoria o drogarti" Scherza ed io sorrido, vedesse dove vivo io e poi ne riparliamo.
"Mio padre ha iniziato questa sua attività lì e poi si è spostato a Londra ed infine qui a Los Angeles, io ho vissuto con mia madre per maggior parte del tempo in Inghilterra per poi trasferirmi qui per iniziare il college e vivere con mio padre, ma se devo essere sincero, per quanto Los Angeles sia bella, mi manca l'Inghilterra" Dice con un tono malinconico ed io rimango in silenzio.
"Qui è tutta apparenza, guardati attorno, tutta questa gente finge di essere così altolocata per queso stupido caffè, non è neanche così tanto buono" Mi sussurra ed io lo guardo sorpresa, questo non me lo aspettavo.
"E tu perché ci vieni ogni giorno?" Domando e lui alza le spalle.
"Se devo essere sincero all'inizio venivo perché c'era una cameriera bellissima, poi si è licenziata e visto che è comunque il locale più vicino a casa mia ho mantenuto l'abitudine, ma che rimanga tra noi, il caffè di Starbucks è molto meglio" Dice ed io scoppio a ridere.
Aspetta era una risata spontanea?
"Tu non sembri di Los Angeles, in genere qui sono tutti così pronti a parlare di se stessi e vantarsi di essere cose irrilevanti come fashion blogger, tu invece non parli mai" Mi fa notare ed io abbasso lo sguardo.
"Sì sono nata e cresciuta qui, semplicemente credo di non aver niente di speciale per cui vantarmi" Alzo le spalle rispondendo come Ashton vorrebbe.
Sii la tipica ragazzina priva di talenti ed indifesa che genera curiosità ed interesse al genere maschile. Eccomi qui, un'ameba senza alcun interesse e senza nessun talento se non essere carina.
"Nah non ci credo, questa non me la bevo" Risponde Harry sorprendendomi e facendomi spalancare gli occhi leggermente. I suoi occhi verdi continuano a scrutarmi come se mi stesse studiando, come se amasse vedermi in difficoltà davanti alle sue battute.
"In effetti è una ragazza particolare" Commenta una voce esterna e immediatamente ogni mia singola goccia di sangue comincia a ribollire. Non ho bisogno di voltarmi per riconoscere la voce della persona accanto a noi. Stringo i pugni sotto il tavolo cercando con tutta me stessa di mantenere la calma per poi spostare il mio sguardo da Harry a Calum il quale mi guarda sorridendomi innocentemente.
"Hey Cal, ti aspettavo, come mai ci hai messo così tanto?" Domanda il ricciolo ed io ricordo della chiamata che aveva appena terminato arrivando qui, aspettava qualcuno, mentirei se dicessi che non ho pregato affinché quella persona fosse chiunque altro ma non Calum.
"Lo sai il traffico di Los Angeles è orribile, eri comunque in ottima compagnia" Spiega il moro afferrando una sedia e trascinandola di proposito accanto a me per infastidirmi.
"Mantieni la calma, conta fino a dieci e non lasciarti prendere dagli istinti omicidi" Si raccomanda mio fratello nell'auricolare ed io prendo un lungo respiro. Posso uscire da questa situazione con dignità e velocemente senza dover passare altro tempo con Calum.
"Prendi un caffè?" Domanda Harry gentilmente e Calum allunga le braccia dietro la sua sedia sfiorando anche la mia mentre le sue dita sfiorano il mio braccio scoperto.
"Mh, sì, ora lo ordino" Dice ma prima che possa scomodarsi il mio bersaglio si alza con la sua solita gentilezza.
"No, sei appena arrivato, vado io, tanto volevo salutare Rob" Dice riferendosi al cameriere ed io sbuffo, ma perché a me?
"Togli la mano" Dico ringhiando non appena Harry è abbastanza lontano da non sentirmi, Calum osserva le sue dita sfiorare la mia pelle per poi sorridere divertito e fare come ho ordinato.
"Ho interrotto qualcosa tra voi due?" Domanda con quel tono fastidioso che ama usare per irritare anche dei sassi.
"Sì e lo sai benissimo" Rispondo e lui alza le spalle.
"Io in verità avevo un appuntamento con Harry, dunque sei tu che ci hai interrotto" Spiega ed io alzo gli occhi al cielo.
"Oh non fare quella faccia, sembri sempre così pronta a tirarmi un pugno" Dice notando il mio volto contratto in un'espressione omicida nei suoi confronti.
"Perchè lo sono, ringrazia la presenza di Harry che ti salva la faccia" Dico aggressivamente e lui ricambia solo un sorriso divertito.
Dio quanto lo odio.
"Sei adorabile con questo vestitino giallo e questo faccino arrabbiato" Commenta trattandomi come una bambina ed io sono pronta a riempirlo di insulti per poi sentire la voce di Harry tornare.
"Ecco a te il tuo caffè, stavo pensando, è quasi ora di pranzo, vi va di andare a mangiare da qualche parte, a meno che tu Rebecca abbia altri piani" Dice il ricciolo con un tono innocente ed ingenuo mentre io sento lo sguardo di Calum bruciare su di me.
"Devi accettare" Commenta Ashton nel mio auricolare mentre sbuffo.
"Sì certo, va benissimo" Dico sorridendo e subito sento una piccola risata di Calum al mio fianco.
"Ma che brava ragazza" Commenta il moro mentre ci alziamo ed io aspetto che Harry sia a giusta distanza per poi colpire con il gomito Calum e guardarlo con uno sguardo omicida.
"Un'altro commento del genere e giuro che la prossima gomitata sarà molto più in basso" Dico minacciandolo e il ragazzo mi mostra un sorriso meschino.
"Non vedo l'ora Clifford"
Hey Everybody
Non ho molto da dirvi se non state a casa e passate il vostro tempo a leggere e fare cose noiose.
Fate come me, ho iniziato a leggere una ff al giorno, i miei neuroni sono morti, andati, persi per sempre e quando non leggo guardo serie tv e anime, dunque massimo della produttività.
Spero comunque che la storia vi piaccia perchè io la sto creando il più piacevole possibile, comunque sappiate che prima o poi diventerà triste e depressa come tutte le mie ff.
Ma per ora godiamoci il momento.
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