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19- Go rob a bank or sum

Calum's Pov

"Tutto bene?" Domando appoggiando dolcemente la mia mano sulla sua spalla mentre lei si irrigidisce al solo tocco.
"Sì" Sussurra senza neanche voltarsi verso di me e guardarmi.

Ogni nostro litigio ci distanzia sempre di più, anche le piccole cose scatenano discussioni infinite e furiose tra noi due. Non è più piacevole passare le giornate insieme, io amo stare con lei, io la amo, ma non sono sicuro lei ricambi più.

Abbasso lo sguardo sulle mie mani mentre sospiro cercando di calmarmi dopo l'ennesima lite con lei. So che questa non è la Rebecca che conosco, so che questo è un momento difficile per lei. Per quanto voglia ammettere di stare bene e che lei al contrario di suo fratello l'abbia superata, che la morte di sua madre non l'abbia cambiata, quel lutto l'ha distrutta dentro.

Agli inizi non ha mai lasciato il suo lato più oscuro avvolgerla, forse perché la morte di sua madre era ancora fresca e non l'ha mai accettata, l'ha sempre ignorata, se suo fratello evitava il fuori lei evitava quel tipo di pensieri. Si è sempre concentrata su altro, finché sono arrivato io.

Non dubito che agli inizi lei mi abbia amato, non voglio pensare che sia stata tutta una bugia per non rimanere sola, so che c'era dell'onestà nelle sue parole. Ma lentamente, insieme al lutto e alla mancanza della madre lei ha cominciato a cambiare. Lentamente ha smesso di parlare di cosa provava, ha cominciato a irritarsi per ogni piccolo problema, ha smesso di sorridere, ha smesso di uscire con le sue amiche, non ha più parlato delle piccole cose come una volta, le sue visite sono diminuite, le sue carezze sono scomparse e sono rimaste solo le urla tra noi due.

"Se vuoi posso andare via" Sussurro sperando che lei possa dirmi di rimanere ed aiutarla, che lei possa aprirsi per una volta e farmi capire cosa posso fare per aiutarla. Non voglio perderla.
"Okay" Risponde con lo stesso tono mentre io mi mordo il labbro inferiore.

"Reb, io non voglio perderti" Ammetto alla ragazza ancora voltata di spalla mentre guarda fuori dalla sua finestra con uno sguardo vuoto e distante da tutto.

Silenzio.

"Sei andata dalla dottoressa Partson?" Domando timidamente riferendomi alla psicologa della scuola. Ho provato a offrirle il mio aiuto per permettersi qualcuno migliore ma non ha voluto il mio aiuto e si è chiusa a riccio sull'argomento.
"Reb, ti ho fatto una domanda" Riprovo e la ragazza si volta verso di me irritata.
"Non dovevi andare via?" Domanda lei scocciata ed io annuisco alzandomi dal suo letto per poi guardarmi attorno nella sua stanza. Le tende sono leggermente aperte ma lasciano la camera in semi ombra, i suoi libri sono sparsi ovunque, i suoi vestiti sono raggomitolati per terra, tutto qui attorno è in disordine.

"Io ci sto provando Reb" Le dico sconsolato e lei evita il mio sguardo senza rispondermi mentre io stringo i pugni per poi urlarle contro.
"Perchè non puoi dirmi cosa c'è che non va? Ti sto guardando mentre ti allontani da me senza neanche un motivo? Cosa ti ho fatto? Cosa è cambiato? Puoi per favore dire qualcosa, qualunque cosa!" Le urlo mentre lei si chiude a riccio abbassando la testa sulle sue gambe, sguardo impassibile, freddo e distante.

"Va tutto bene" Sussurra ed io sospiro chiudendo gli occhi. La cosa che mi fa più male è che forse è colpa mia, prima che arrivassi lei non era così, era piena di vita, felice, energetica, sempre pronta a combattere, e ora, l'unico con coi combatte sono io, come se mi odiasse.

E se fossi io il problema? E se questa sua versione che la fa stare male fosse provocata da me? Dalla nostra relazione? Siamo quel tipo do coppia che viene definita tossica?

Io non voglio vederla soffrire.
E non voglio più soffrire così.

"Ti amo" Sussurro abbassando lo sguardo e lei si volta leggermente verso di me stupita dalle mie parole per poi sospirare e annuire.
"Anche io"

Ho sempre saputo capire quando mentiva, lo leggo nei suoi occhi, lo vedo nei suoi movimenti quando dice cose a cui non crede. E ogni volta che dice ti amo, lei mente.

"Perchè menti?" Le chiedo ferito e lei spalanca gli occhi sorpresa per la mia domanda per poi irritarsi.
"Quale è il tuo problema? Perché dovrei mentirti?" Domanda arrabbiata, questo è il suo comportamento quando le faccio capire che so delle sue bugie, lei aggredisce.

"Non mi ami più?" Domando e lei alza gli occhi al cielo.
"Calum stai cercando di litigare di nuovo?" Chiede lei scocciata ed io scuoto la testa mentre la guardo, non riesco neanche a riconoscerla, questa non è la persona che voglio vedere quando penso a Rebecca, non voglio vedere la tristezza nei suoi occhi, non voglio pensare che sia colpa mia, non voglio capire tra qualche anno che è stata colpa di questa relazione se lei è triste.

"Sto cercando di capire se dobbiamo continuare a combattere per rimanere insieme o se ormai non c'è più niente da fare" Dico onestamente e lei mi guarda confusa per poi arrabbiarsi.
"Mi stai lasciando?" Domanda alzandosi ed io scuoto la testa.

"Rebecca, non mi ami più, non mi vuoi neanche vedere, non mi parli, sei sempre più triste, sei sempre più chiusa, mi tieni vicino solo perché hai paura di rimanere sola" Dico e lei spalanca gli occhi facendomi capire che forse ho centrato il punto.
"Non osare darmi la colpa" Dice infuriandosi ed io scuoto la testa.

"Non ti sto dando la colpa, non è colpa tua, forse è colpa mia, forse potevo fare di più, ma non so più cosa fare per aiutarti e mi sento solo un peso attorno a te" Ammetto e lei stringe i pugni.
"Allora vattene" Urla infuriata ed io la guardo sperando che possa dirmi che mi ama, che quello che ho detto è falso, che c'è ancora speranza, che starà bene, che questa relazione può funzionare.

Ma non lo fa.
Mi spinge fuori dalla sua porta e dalla sua vita.





"Hey, puoi rallentare? Ti sembra il modo di andartene? Non salutiamo?" Domanda Ruby seguendomi verso la macchina mentre io sento ancora il mio sangue ribollire dopo la discussione con Rebecca.

"Sali in macchina" Dico arrabbiato alla ragazza la quale si blocca alzando il sopracciglio per poi cambiare la sua espressione in una minacciosa.
"Come scusa?" Chiede irritata per il mio tono ed io indietreggio leggermente spaventato dalla sua postura dominante e sicura di se stessa.

"Per piacere" La prego e lei annuisce contenta per poi entrare in macchina mentre io sospiro facendo lo stesso e facendo partire la vettura.

"Vuoi per caso dirmi perché siamo scappati dopo il tuo solito sclero? Hai preso una birra scaduta?" Domanda lei mentre si controlla distrattamente il trucco nello specchietto del passeggero sistemandosi i capelli corti e corvini. Guido cercando di smettere di pensare agli occhi verdi della ragazza mentre continuava a mentirmi come se fossi stupido. Non so quale sia il suo segreto, non voglio neanche scoprirlo, sono affari suoi, ma come può essere ancora quella persona che ho lasciato?

Parcheggio velocemente davanti al condominio di Ruby la quale non scende dalla macchina ma rimane nella vettura con le braccia tatuate incrociate sul suo petto.

"Cosa c'è?" Domando scocciato e lei alza gli occhi al cielo.
"Quali sono i tuoi piani per la serata?" Chiede ed io rimango spaesato dalla sua domanda.
"Prendere a pugni muri? Ubriacarti in un bar solitario? Arrabbiarti con uno sconosciuto per poi venir preso a calci?" Domanda ed io alzo gli occhi al cielo.

"Non ti ho seguito in macchina perché me lo hai ordinato tu, io non prendo ordini da uomini frustrati, ti ho seguito perché ho sentito la discussione tra te e Rebecca e mi sono preoccupata" Ammette lei ed io rimango qualche istante in silenzio.
"Non ho bis-"Inizio ma lei mi interrompe di nuovo.
"Se vuoi ubriacarti lo capisco, lo farei anche io, ma io verrò con te, però puoi scegliere te tra birra o alcolici pesanti, io opterei per del Jack Daniel, è perfetto per i problemi di cuore, ma tu sei deboluccio, puoi benissimo usare qualcosa di delicato come la Corona" Scherza ed io alzo gli occhi al cielo per poi riaccendere la macchina.

"Ho da bere a casa" Dico e lei annuisce per poi appoggiare i piedi sul cruscotto della macchina facendomi innervosire.
"Okay boss, andiamo a casa tua" Esclama mentre io riparto ancora confuso dalla strana situazione in cui sono capitato.

"Dunque tu abiti qui uh, ti facevo più tipo da casa con coinquilini e poster di ragazze nude sulle pareti, sembri quasi una persona normale" Nota lei entrando nel mio appartamento e guardandosi attorno disinteressata mentre io sbuffo appoggiando le chiavi dell'auto sul tavolino accanto alla porta e guardando il mio salotto buio e desolato.

"Questo divano sembra costoso, boss" Dice lei lanciandosi sopra di esso e appoggiando le sue gambe nude sul tavolino in legno davanti ad esso per poi fare come se fosse a casa sua.
"Puoi non rigare il tavolo con i tuoi stivali?" Domando scocciato mentre mi dirigo verso il frigorifero e lei alza gli occhi al cielo per poi abbassare le gambe. Sbuffo mentre afferro due birre fredde per poi dirigermi verso l'armadietto dei super alcolici e prendere la tequila e due bicchieri.

"Giusto per essere chiari, io non ho bisogno del tuo aiuto, sei qui perché lo hai voluto te" Dico sedendomi accanto a lei e passandole una bottiglia mentre lei la apre con l'uso dei suoi stivali sorprendendomi leggermente. Di sicuro Ruby non è la ragazza che può consolarmi con dolci carezze e frasi smielate sull'amore e sulle delusioni, è forse il tipo di ragazza che potrebbe portarmi in una palestra per sfogare la mia rabbia, e mi va bene così.

"Ed io sono qui solo per l'alcol gratis" Risponde con onestà facendomi forse dubitare sul suo ruolo in questa situazione.
"Perchè le hai urlato contro?" Domanda Ruby rompendo il silenzio della stanza ed io sbuffo.
"Non aver detto di essere qui solo per l'alcol?" Chiedo non volendo parlarne e lei annuisce.
"Sì, ma anche per farmi gli affari tuoi, la tua vita è abbastanza interessante e io e Nick abbiamo le nostre scommesse su di essa, dunque la mia prima domanda è, sei geloso di Harry?" Chiede senza filtri e senza tanti giri di parole.

Mi volto verso di lei osservando la sua carnagione scura illuminata dalla pallida luna e dalla luce calda del mio lampadario appeso sopra di noi. Il suo corpo è avvolto da una maglietta nera larga infilata in dei pantaloncini di pelle scura. I suoi occhi felini mi osservano studiando le mie espressioni e mettendomi quasi in soggezione, Ruby è forse una delle ragazze più belle che io abbia mai visto, è un tipo di bellezza particolare e con molti dettagli che sanno attirare l'attenzione, ma forse il dettaglio più particolare di lei è la sua personalità dura e quasi sempre fredda, eppure è già la seconda volta che mi chiede come sto.

"Non sono geloso di Harry" Rispondo e lei annuisce.
"E allora perché ti sei arrabbiato con lei stasera, ti ho visto che la fissavi di nascosto mentre rideva con il ricciolo, effettivamente lui è molto carino e purtroppo è uno stronzo e non la merita, ma questo sta a lei" Dice alzando le spalle ed io scuoto la testa.

"Lei non è fatta così, lei non è gentile, lei non è tutta risate e battute giocose, lei non si veste infule modo, non si fa mai i boccoli ai capelli e odia essere trattata come se fosse spazzatura, lei non è quel tipo di persona" Ammetto arrabbiandomi e stringendo la bottiglia sotto lo sguardo di Ruby la quale stinge le labbra in una sottile linea per poi allungarsi verso il tavolino e afferrare i due bicchierini di tequila.

"Per questo tipo di conversazione hai bisogno di qualcosa più forte della birra, tieni" Dice lei ed io accetto la sua offerta.
"Ma se lei è felice, perché tu non lo puoi essere, se non sei geloso, se non ti importa di lei come dici, se non ti piace più, perché urlarle contro dicendo che mente? A me sembra felice, l'unico che non è felice qui sei tu" Mi fa notare ed io abbasso lo sguardo per poi prendere un altro bicchiere di tequila.

"Okay, vacci piano boss, non ho intenzione di raccogliere il tuo vomito oggi" Mi avvisa allontanando la bottiglia da me ma io la guardo in cagnesco facendole capire che ne ho bisogno.

"Rebecca è una testa dura, è fastidiosa, mi fa venire voglia sempre di darle fastidio, di litigare con lei, mi viene sempre voglia di batterla in ogni piccola cosa, tra noi è sempre una competizione su chi può vincere, mi fa andare giù di testa" Ammetto e Ruby annuisce per poi sorridere.
"Siete molto simili" Confessa ed io la guardo male.

"Non siamo simili, per niente" Mi difendo e lei prende un sorso di birra per poi avvicinarsi pericolosamente a me puntando i suoi occhi tendenti al giallo nei miei e studiando il mio volto centimetro per centimetro.
"Siete competitivi entrambi, non bravi a gestire la rabbia, terribili a comunicare, quando perdete il controllo fate la stessa faccia, quella che stai facendo anche ora, guance gonfie arrossate e sguardo da gatto arrabbiato, siete la stessa persona semplicemente in due corpi diversi" Spiega lei alzando le spalle ed io alzo gli occhi al cielo.

"Non ti ho invitato qui per farmi la predica" Dico bevendo altra birra e lei annuisce.
"Perchè l'hai lasciata? Perché pensavi che andartene l'avrebbe aiutata?" Domanda Ruby assumendo un tono serio ed io alzo le spalle.
"I miei genitori sono sempre rimasti in una relazione per colpa mia, si odiano e non si amano per niente, ogni volta era un litigio quando ero giovane ma sono sempre rimasti uniti per me" Inizio ma la ragazza sbuffa.
"Puoi arrivare al punto saltando la parte della tua vita triste che non mi interessa?" Chiede lei esausta ed io la guardo male.
"No" Rispondo semplicemente e lei sbuffa per poi mettersi seduta comoda sul divano in posizione di ascolto.

"Quando ho visto che Rebecca stava male con se stessa ma continuava a tenermi accanto a lei, il primo pensiero che ho avuto è che lo facesse perché non voleva ferirmi, mi teneva con sé nonostante lo odiasse perché non voleva spezzarmi il cuore, un po' come hanno sempre fatto i miei genitori" Ammetto per poi prendere un sorso di birra.
"Poi ho cominciato a pensare che il problema non fosse mio, lei non mi odiava, forse non mi ha mai odiato prima che me ne andassi, la persona che non riusciva a sopportare era sé stessa, non era colpa sua però, non ha avuto una vita facile e neanche tanto supporto per superare quello che le è successo, però io ci ho provato, volevo provarci, ho fatto di tutto per poterle alleviare quel peso che si portava dentro ma era impossibile" Continuo mentre sento gli occhi di Ruby posati su di me mentre io continuo a guardare avanti.

"Lei era sempre più triste, sempre più diversa e io non sapevo più cosa fare così sono andato da uno psicologo, ho pensato che magari se lei non voleva andarci, potevo farlo io per lei, un pensiero stupido lo so, ma ero disperato, volevo fare di tutto per poterla far sentire meglio" Ammetto e Ruby continua a bere la sua birra senza dire niente.
"Lo psicologo mi disse che lei non era mai riuscita a concentrarsi su se stessa, ha sempre dovuto pensare agli altri, prima suo padre, poi Michael e dubito dopo me, c'era sempre qualcosa che le impediva di lavorare su se stessa e lentamente quel problema ha cominciato a crescere dentro di lei e è cambiata. Ha cominciato a trasformare la nostra relazione in un specie di sacco di botte, io ero quello con cui lei si sfogava, con cui lei sfogava quella rabbia insana che aveva dentro da due anni" Spiego per poi sospirare.

"E poi ha detto la cosa che più mi ha fatto male, mi ha detto che per farla stare bene lei doveva rimanere da sola, doveva affrontare il suo passato e la paura della solitudine, doveva concentrarsi su se stessa e non su quelli che aveva attorno. All'inizio non ho voluto crederci, non volevo accettare che lei fosse tossica sia per me che per se stessa, non era la ragazza che amavo, lei non avrebbe mai potuto essere cattiva per me. Eppure lo era, ogni giorno io stavo peggio, ogni giorno mi sentivo come un peso per lei, ogni giorno era un continuo combattere per noi due, ma lei non faceva niente per farmi rimanere, questo perché mi aveva lasciato andare molto tempo prima nella sua testa" Spiego per poi voltarmi verso Ruby la quale non ha una faccia empatica o dispiaciuta per me.

"E così te ne sei andato nella speranza che lei migliorasse?" Chiede ed io annuisco.
"Già, ma lei non è migliorata" Ammetto e Ruby appoggia una mano sulla mia gamba per poi sorridermi.

"Io non conoscevo la Rebecca di una volta, quella che conoscevi tu, ma posso dirti cosa ne penso di quella nuova" Dice ed io rimango in silenzio per lasciarla parlare.
"Lei è forte, molto più forte delle ragazze che conosco, quando guardo i suoi occhi posso vedere delle fiamme bruciare, non è come me, non fa paura quando la guardi, ma basta uno suo sguardo per sentirti in soggezione, non è debole come pensi. Sì, purtroppo è una testa calda come te ma anche quando perde il controllo fa attenzione a coloro attorno a lei, si preoccupa per tutti, perfino quelli che non sopporta, quelli come te. Attorno a lei c'è un aurea oro che ti avvolge e ti lascia senza fiato, questo è il suo effetto, ed una persona che sta male con se stessa non potrebbe mai avere quella forza, non potrebbe mai fare quello che fa lei con Harry" Dice lei ed io rimango stupito per le sue parole.

"Cosa fa con Harry?" Domando confuso e lei sorride divertita.
"Non sta a me dirtelo, quando lei vorrà te lo dirà, ma non preoccuparti, Rebecca non è una che si farebbe mettere i piedi in testa" Scherza lei ed io abbasso lo sguardo confuso per poi sentire la mani di Ruby trai miei capelli mentre mi spettina con affetto.

"Non è più la ragazza che hai lasciato, fidati" Spiega ed io annuisco per poi accorgermi della vicinanza tra noi due, della sua pelle ambrata e luminosa vicino a me, delle sue labbra carnose e coperte da un velo di rosso scuro. I nostri occhi si incontrano lentamente mentre siamo avvolti dalla poca luce della stanza.

"Grazie" Sussurro e lei mi sorride alzando le spalle.
"Qualcuno doveva pure farti aprire gli occhi, ora è il tuo turno di migliorare" Mi consiglia ed io la guardo confuso.
"Oh non mi fraintendere, per quanto possa odiarlo ammetterlo, sei un bravo ragazzo, non sei troppo stupido ma avresti davvero bisogno di dei corsi per calmare i tuoi umori" Ammette ed io alzo gli occhi al cielo.

"Ruby" La richiamo e lei mi guarda interessata.

"Tu hai sentito tutta la nostra conversazione?" Domando preoccupato ricordandomi le domande di Rebecca su di lei.
"Sì" Dice lei decisa ed io sorrido divertito per poi avvicinarmi ancora di più a lei, voglio baciarla.

"Cosa stai facendo?" Mi domanda lei indietreggiando e lasciandomi con una faccia da ebete sul volto mentre rimango con le mie labbra a forma di cuore.
"Emh.. io.. pensavo, cioè tu hai sentito la conversazione, dunque hai sentito che ho detto che mi piacevi, dunque pensavo.." Inizio e lei scoppia a ridere divertita come se avessi detto la battuta più divertente del mondo.

"Calum, seriamente? Guardami, taglio corto, eyeliner con due punte, blush sul naso, tatuaggi con ragazze nude su tutto il mio corpo, stivali che pesano il triplo di me, guarda i miei orecchini, sono letteralmente delle piante, come puoi non capirlo?" Domanda lei divertita ed io cerco di connettere i punti.
"Oh mio Dio, devo per caso mettere un'insegna sulla mia testa? Sono lesbica" Dice lei esasperata ed io spalanco gli occhi mentre lei scoppia di nuovo a ridere facendomi sentire stupido.

"Da quando tutte quelle cose sono dei segnali? In più tu mi guardi sempre e mi dici a volte cose carine" Mi lamento e lei alza il sopracciglio.
"Ti guardo perché sei un idiota e fai tante stronzate" Ammette ed io alzo gli occhi al cielo per poi sbuffare e prendere una seconda birra.

"Non voglio essere invadente, ma hai per caso un gatto? Cosa sono tutti questi peli?" Domanda lei guardando il divano ed io scuoto la testa.
"Non è un gatto, è un opossum, storia lunga, non chiedere" Dico e lei mi guarda confusa.
"Vivi con un opossum? Mh, molto attraente sì" Risponde ed io lo guardo male.
"Tu cosa avresti come animale, sentiamo" Le domanda e lei sorride furbamente.
"Un serpente" Dice orgogliosa ed io alzo gli occhi al cielo, effettivamente è un animale molto figo.

"Puoi non dire allo staff quello che è appena successo?" Domando e lei sorride alzandosi dal divano dirigendosi verso il frigorifero.
"No, non vedo l'ora di prenderti in giro davanti a loro" Risponde facendomi sbuffare per poi immobilizzarsi non appena sente il campanello della mia porta d'ingresso.

"Questo è il tuo opossum di ritorno dalla passeggiata notturna?" Domanda lei sarcasticamente ed io guardo l'orario notando che è tarda notte.
"No, Joe non esce mai allo scoperto con gli estranei" Rispondo per poi alzarmi e aprire la porta notando davanti a me una chioma bionda spettinata e un volto affannato e arrossato.

"Rebecca?" Domando confuso e lei sospira felice per poi piegarsi sulle sue ginocchia per prendere fiato a fatica.
"Aspetta... fammi... prendere...fiato" La osservo mentre sembra andare in iper ventilazione.
"Sono le tre di notte, perché sei qui? Come hai fatto a trovare dove vivo?" Domando confuso e sorpreso dalle sue doti di stalking e lei mi guarda male.
"Harry... mi ha... detto dove vivi... ma non il piano... così li ho fatti tutti a piedi..." Dice morendo davanti a me di fatica.

"Io abito al ventesimo piano" Dico e lei annuisce.
"Sì... ora lo so... acqua" Mi supplica ed io sorrido leggermente per poi sentire accanto a me Ruby la quale le porge una bottiglietta d'acqua fresca sorridendole dolcemente e poi guardando me facendomi l'occhiolino.

"Sì è fatto tardi, buonanotte boss, buonanotte Rebecca" Ci saluta la ragazza per poi andarsene senza dire altro e facendo tornare la mia attenzione sulla bionda davanti a me la quale sta bevendo tutta la bottiglietta come se fosse l'ultimo goccio d'acqua rimasto sulla faccia della terra.

"Stai meglio?" Domando dopo alcuni minuti e la ragazza annuisce decisa per poi stringere la bottiglia vuota tra le sue mani e alzare i suoi occhi verdi su di me. Rimango sorpreso per la decisione nel suo sguardo e per la prima volta le vedo. Le fiamme. Le fiamme di cui parlava Ruby, quella determinazione mista a rabbia che la contraddistingue. Ma non mi intimorisce.

"Sono qui per dirti due cose" Dice decisa e con tono irritato ed io sorrido divertito per poi incrociare le braccia al petto e appoggiarmi con la spalla sulla soglia della porta mentre guardo la ragazza davanti a me.
"Continua pure" La incoraggio facendola arrabbiare ancora di più.

"Prima cosa, odio quando te ne vai senza dare spiegazioni, mi lasci sempre come una cretina a collegare i punti mentre tu fai la tua uscita ad effetto, mi ci sono volute due ore per capire cosa mi avevi detto, dunque smettila, lo hai fatto anche tre anni fa, te ne sei andato, zero spiegazioni, niente, zero biglietti, come potevo saperlo che lo hai fatto per me?" Domanda irritata ed io rimango ad ascoltarla mentre non posso fare a meno di trovare adorabile la sua espressione da arrabbiata.

"Seconda cosa, io sono migliorata, non ti perm-"
"Lo so" La interrompo e lei si immobilizza per poi guardarmi male.

"Lo sai?" Chiede ed io annuisco per poi vedere delle fiamme uscire dalla sua testa.
"E allora perché mi hai urlato contro come se fosse tutta colpa mia, brutto idiota!?" Mi urla addosso ed io alzo gli occhi al cielo per poi afferrarle il polso cogliendola di sorpresa e tirandola verso di me mentre i suoi occhi si spalancano e le sue guance diventano rosse.

Sorrido mentre la attiro nell'appartamento e poi chiudo la porta per evitare che i miei vicini vengano a chiedere spiegazioni per colpa della ragazza urlante alle due di notte. Mi volto verso Rebecca notando il suo volto ancora arrossato per poi vedere il suo sguardo puntato sulla mia mano attorno al suo polso.

"Dicevi?" Chiedo come se niente fosse per poi guardare intensamente, la ragazza si riscuote per poi alzare gli occhi verso di me e stringere i pugni.

"Io sono migliorata da quando mi hai lasciato, sono più forte, riesco letteralmente a mandare al suolo uomini tre volte la mia altezza, non piango più quando si parla di mia madre, non ho paura a raccontare la mia storia, non sono più una bugiarda, beh maggior parte delle volte, non sono più ingenua e innamorata dell'idea dell'amore, so cucinarmi da sola almeno venti piatti senza bruciare casa, non urlo più addosso a tutti, o almeno arrivo sempre al numero sei quando conto mentalmente, però è un miglioramento. Non ti odio più, forse non l'ho mai fatto, so che dovrei andare a dei corsi per gestire la rabbia ma ogni volta che li cerco su internet mi viene il nervoso nel vedere tutte quelle critiche indirette sul mio conto, cose come; ti arrabbi quando ti si brucia la fetta di pane? Sì ovvio che mi arrabbio. Non mi faccio mettere i piedi in testa, non mi chiudo più a riccio quando sto male e non piango più prima di addormentarmi" Urla lei mentre io rimango ad ascoltarla con un piccolo sorriso stampato sulle labbra.

"E infine ho capito che se tu mi hai lasciato, è stata colpa mia" Dice abbassando la voce ed io alzo il sopracciglio sorpreso. I suoi occhi verdi si calmano mentre mi guardo quasi in imbarazzo per quello che ha appena ammesso.
"Non ho mai guardato le cose da quella prospettiva, forse perché sono troppo orgogliosa per ammettere che il problema ero io, ma stavo solo mentendo a me stessa, ero io la mela marcia, sono stata io a spingerti via, ero io quella che ti feriva, non tu" Continua per poi sospirare.
"Era più facile darti la colpa per la nostra rottura, ma tu non ne sei mai stato la causa, quella che ha reso la nostra relazione tossica ero io, io e i miei problemi" Ammette per poi zittirsi.

Sorrido e senza pensarci due volte mi avvicino a lei appoggiando la mia mano sulla sua testa facendola arrossire di nuovo e irrigidire. I suoi occhi verdi rimangono incollati al suolo mentre io sorrido per poi abbassare leggermente fermandomi davanti al suo volto.

"Ti senti meglio?" Le domando e lei mi guarda indecisa per poi annuire leggermente.
"Mi dispiace di averti urlato contro, non te lo meritavi, so che sei migliorata, lo vedo" Dico accarezzandole i capelli e lei annuisce come se attendesse quelle parole da un po'.

"Ero arrabbiato perché nonostante tu fossi migliorata, una parte di me, sperava che quando saresti tornata la solita te, saresti tornata da me" Ammetto e lei spalanca gli occhi incredula per le mie parole mentre le sue labbra si socchiudono e un velo di rosa appare sulle sue gote.

"Beh, grazie per essere venuta amore, ora puoi andare" Dico alzandomi e lasciandola confusa ed immobile nel mio salotto. Completamente senza parole.
"Amore? Mi hai sentito?" Le domando notandola ancora ferma e lei stringe i pugni per poi voltarsi verso di me con uno sguardo infuocato.

"Io sono una truffatrice, non vado al college, non sono educata, odio mettermi i vestitini da ragazza per bene, odio sorridere sempre come se fossi stupida, odio accettare quello che gli uomini dicono, penso di odiare il genere maschile, guadagno soldi fingendo identità in diversi posti della città e rubando soldi e carte di credito a uomini ricchi abbastanza idioti da cascarci, e questo è il motivo per cui sto con Harry, non mi piace davvero, se potessi lo prenderei a pugni dalla mattina alla sera, ma sto cercando di svuotargli il conto corrente" Ammette urlando ed io spalanco gli occhi incredulo mentre lei sbuffa per poi sorridermi.

"Ora sei tu quello rimasto senza parole" Scherza provocandomi ed io abbasso lo sguardo, truffatrice? Harry?

"Non ti piace Harry?" Domando e lei inclina la testa confusa e quasi delusa.
"Ti ho appena detto che sono un genio della truffa e tu mi chiedi se mi piace Harry?" Chiede come se si stesse aspettando domande più interessanti ed io annuisco.
"No, non mi piace" Ammette ed io sento uno strano senso di vittoria dentro di me.

"Okay" Dico e lei spalanca gli occhi.
"Okay?!" Chiede ed io alzo le spalle.
"Sei per caso sorda? Perché ripeti sempre quello che dico io?" Domando e lei mi guarda male.
"Perchè ti ho appena detto un segreto enorme al quale dovresti reagire con qualcosa come chiamare la polizia o dirlo al tuo amico, ma l'unica cosa che mi hai detto è okay" Dice lei esasperata ed io alzo le spalle.

"Vuoi che chiami la polizia?" Le chiedo e lei scuote la testa.
"Harry è un mio amico, non ammiro quello che stai facendo, ma so che non lo farai in ogni caso, sei meglio di così" Dico e lei mi guarda male.
"Guarda che l'ho fatto molte volte, non sottovalutarmi Hood" Mi sfida ed io alzo le spalle.
"Non lo farai questa volta" Rispondo e lei mi guarda di nuovo male per poi puntare la sua attenzione su qualcosa dietro di me e socchiudere le labbra mentre il suo volto si contorce in un'espressione sorpresa.

"Quello è..." Inizia lei indicando il ratto che è appena apparso davanti a lei e la sta guardando in modo curioso. Strano, non si fa mai vedere da nessuno.
"L'hai tenuto?" Domanda lei spostando l'attenzione su di me mentre mi guarda sorpresa e con gli occhi quasi lucidi.

"No, è decisamente un diverso opossum, ora vai via è tardi" Dico non volendo ammettere di aver tenuto il sudicio ratto per renderla felice e perché ogni volta che provavo a lasciarlo sulla strada mi veniva in mente il suo volto pieno di lacrime e non riuscivo a scordarlo.

"A me sembra proprio lo stesso opossum, quello è Joe" Continua ed io alzo gli occhi per poi appoggiare le mani sulle sue spalle e spingerla via verso la porta d'ingresso.
"Non si chiama Joe" Ribatto per poi notare il ratto avvicinarsi a me non appena lo chiamo per nome. Rebecca alza lo sguardo su di me come per dirmi te lo avevo detto ed io alzo gli occhi al cielo.

"Fuori, hai raggiunto il mio limite di sopportazione nei tuoi confronti" Ammetto per poi lasciarla fuori dall'appartamento mentre lei mi guarda con un sorriso furbo stampato sulle labbra, uno quasi malizioso.
"Lo hai fatto per me?" Domanda ed io la guardo male.
"Vai a rapinare una banca o qualunque cosa tu faccia" Dico per poi sbatterle la porta in faccia sospirando e girandomi verso Joe il quale mi osserva quasi divertito.

"Emh Calum" Sento la voce della ragazza chiamarmi dalla porta facendomi innervosire.
"Okay, l'ho fatto per te, ora lasciami in pace!" Le urlo e subito tra noi cade il silenzio.
"Io in verità volevo solo chiedere dove posso trovare l'ascensore" 



Hey Everybody

Se qualcuno ha delle belle canzoni che vi ricordano questa storia o che si addicono a qualche personaggio, let a bitch know, scrivetemi su instagram che ho bisogno di qualche bella canzone.

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