Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Tutte le mie prime volte ⇝ Lussuria ⌇ KageHina

Lussuria

La Lussuria si può definire come la ricerca disordinata e sregolata del piacere sessuale, che viene collocato al primo posto e diventa l'unico scopo della vita. È il desiderio sessuale smodato fine a sé sesso, il cui fine è soltanto la soddisfazione e la gratificazione personale, che di fatto il lussurioso non raggiunge mai.


Credits to @miino_doodle (Twitter)


SHIP: Tobio Kageyama x Shōyō Hinata

PAROLE: 4.147

RATING: 🟥 nsfw

TW:  Yaoi Lemon Smut ✶ Spoiler (post Time-Skip)


ATTENZIONE: Questa storia ha una parte Smut piuttosto corposa, comunque decisamente più spinta e dettagliata di quanto io sia solita scrivere. Il tema trattato lo richiedeva, ma voglio comunque avvisare chiunque si accinga a leggerla.

Don't like, don't read.


DEDICAxlostmarghex  spero che questa storia ti piaccia ♥

=^.^=


★˜°•°˜★

* * * ATTENZIONE * * *

QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI

- - - ADATTA PER UN PUBBLICO ADULTO - - -

★˜°•°˜★


Indecente.

Si sentiva indecente a rotolarsi così sul letto, occhi chiusi e bocca aperta, la mano che si muoveva lentamente cercando di dare sollievo ad una pressione che ancora saliva invece che calare.

La vera indecenza era che Kageyama gli avesse comunicato la sua uscita giusto poche ore prima, una cena di compleanno con la squadra, del tutto non programmata, e assolutamente sgradita visto che Hinata aveva ben altri programmi.

In realtà tali programmi non erano stati concordati né condivisi con il diretto interessato, ma diamine, poteva anche pensare di passare un'intera serata a fare sesso col suo ragazzo senza avvertirlo prima.

E alla fine, la serata di sesso la stava facendo da solo.

Il gran caldo di fine giugno non aiutava di certo, tant'è che a metà film si era sfilato la maglia ormai madida di sudore. Qualche refolo di vento si insinuava di tanto in tanto tra le persiane, ma non era abbastanza per rinfrescare né placare la gran calura che lo avviluppava, dentro e fuori.

Aveva sperato di potersi distrarre dalla voglia che lo divorava guardando un film che non costituisse una tentazione, mentre aspettava il ritorno di Tobio; magari non sarebbe stato troppo ubriaco e avrebbe comunque potuto approfittare di lui. Guardare gli Avengers gli era sembrata un'ottima scelta, anche se i bicipiti di Thor e le chiappe di Cap qualche pensiero impuro glielo avevano suscitato.

Ma era stato al termine del film, quando il player si era chiuso rivelando la foto sul desktop, che aveva infilato la mano nei boxer senza quasi rendersene conto. Un primo piano di Tobio riusciva ancora a ingenerargli uno spasmo nel basso ventre, e quella foto poi era particolarmente bella. Quegli occhi blu, magnifici e sensuali, che lo guardavano dallo schermo, avevano in un attimo aumentato la temperatura della stanza.

Perché amava quel baka del suo ragazzo alla follia.

Perché era la cosa più importante della sua vita, e avrebbe voluto stare sempre con lui, in ogni istante.

Non era stato sempre così, anzi.

All'inizio si detestavano. Da subito avevano sentito uno nei confronti dell'altro una tensione e una competizione talmente forti da oscurare tutto il resto. E su quello si erano concentrati, all'inizio del loro rapporto: primeggiare, superarsi, distanziarsi.

C'era stato però un momento della loro relazione, un istante ben preciso e definito, dove il meccanismo che involontariamente li portava a migliorarsi, si era inceppato, era letteralmente esploso. Era andato in corto, e avrebbe potuto allontanarli, distruggerli.
Invece li aveva legati indissolubilmente portandoli ad un nuovo livello, li aveva fusi insieme in qualcosa di nuovo. In quel momento avevano capito che erano forti, entrambi. Ma insieme erano perfetti. Un connubio tanto strano e singolare quanto esplosivo e devastante.

Erano fuoco e acqua. E qualsiasi cosa facessero, si influenzavano e si trasformavano l'un l'altro.

Hinata era il fuoco, era la luce che aveva guidato Kageyama fuori dal tunnel del suo egocentrismo. In modo istintivo e primordiale, gli aveva insegnato a concentrarsi sugli altri e non più su sé stesso. Lo aveva fatto crescere come palleggiatore e soprattutto come persona.

Ma anche Kageyama aveva dato, oltre che prendere; promessa della pallavolo corteggiata e ammirata dai principali club del Giappone, col suo posto riservato nella Nazionale Giovanile, era impetuoso e irruente come un fiume in piena, e dilagava rimodellando tutto quello che travolgeva. E Hinata aveva bevuto avidamente a quella fonte inesauribile di stimoli, aveva raccolto ogni sfida e l'aveva superata, evolvendosi e diventando ogni volta più forte.

Grazie a lui era diventato più forte.

Kageyama glielo aveva detto una volta in campo, e quella frase si era rivelata profetica anche e soprattutto nella loro vita privata.

Kageyama lo rendeva più forte, lo faceva sentire più sicuro di sé, lo aiutava ad essere la versione migliore di sé stesso.

Perché quando stavano insieme i colori erano più vividi, i sapori più gustosi, i suoni più argentini. Insieme a Kageyama ogni esperienza era più bella.

E il sesso era la migliore di tutte.

Fare sesso col suo ragazzo gli piaceva, gli piaceva parecchio. Gli piaceva così tanto che davvero faticava a trovare sollievo col solo movimento della sua mano.

Da quando stava insieme a Kageyama aveva scoperto le gioie del sesso, e la masturbazione davvero aveva perso ogni attrattiva, era giusto il piano b in serate come quella, dove il movimento meccanico aiutava a sfogare la pressione, solo per arrivare senza esplodere al momento in cui lo avrebbero fatto.

Perché comunque lo facevano spesso. Dopo la prima volta, non si erano più fermati.

Anche se la prima volta era stata un disastro. Due liceali imbranati e confusi che davvero non sapevano da che parte cominciare, guidati solo dall'istinto e dall'amore reciproco. Ma avevano imparato insieme. Perché la sintonia quasi telepatica che li guidava in campo, per fortuna era intervenuta anche a guidarli nella loro storia d'amore. E il sesso era diventato sempre più importante tra loro, man mano che erano scresciuti.

L'ultima volta che lo avevano fatto era stato giusto quella mattina. Ancora in accappatoio dopo la doccia, Hinata aveva fatto un movimento brusco e la cintura si era allentata. L'accappatoio era scivolato un po' sulla spalla scoprendo la sua pelle ancora leggermente abbronzata dal sole del Brasile, e Tobio non aveva capito più niente. Lo aveva preso lì, sul letto, sollevando velocemente la spugna e penetrandolo con foga dopo una preparazione pressoché inesistente.

Il pensiero di quella mattina fu deleterio per l'erezione di Hinata.

Strinse con più forza le dita, aumentando la pressione ed il ritmo; i denti sul labbro inferiore sbiancato per la mancanza di sangue gli facevano male. Non riuscì a trattenere un mugugno che era allo stesso tempo di piacere e di insoddisfazione.

Il fatto che si eccitasse anche solo pensando a quando facevano sesso, in passato lo aveva fatto sentire inadeguato, si era chiesto per diverso tempo se in lui ci fosse qualcosa di sbagliato; per fortuna aveva avuto il buon senso di confidarsi con Suga, e da allora gli si era aperto un mondo. Aveva scoperto che il suo appetito sessuale non era per niente anomalo, e per fortuna da allora aveva imparato ad abbandonarsi e godersi ogni momento possibile.

Soprattutto da quando era tornato dal Brasile.

Avevano dovuto recuperare i due anni di lontananza, ma gli arretrati sembravano non finire mai.

Per due anni avevano cercato di compensare col sesso telefonico, o raramente in videochiamata. Non era stato granché soddisfacente, troppo imbarazzati per lasciarsi andare. La prima volta si era consumata ai due capi del telefono con gemiti e sospiri, le mani di entrambi che si muovevano meccanicamente; avevano ansimato nel microfono, venendo quasi in contemporanea, ma senza aggiungere altro. Pian piano si erano lasciati ispirare da un po' di creatività, e forse da qualche tutorial sull'argomento trovato in rete, ma la frustrazione di non potersi toccare aveva comunque avvelenato sempre ogni loro chiamata.

Hinata emise un gemito pensando alla prima volta che lo avevano fatto dopo il suo ritorno. Quella, invece, era stata esplosiva. Era stato davvero incredibile potersi toccare, sentire, accarezzare di nuovo. Sembrava davvero quasi la prima volta, ma una prima volta davvero soddisfacente.

Shōyō sgranò gli occhi, la mano che si fermava e ricadeva inerme sul materasso.

Non era così che voleva concludere la serata, e se c'era una cosa che proprio non gli mancava era la determinazione.

Rotolò sul letto e allungò una mano sul comodino. Prese il cellulare e lanciò la chiamata.

- Hei Sho. Tutto bene? – le parole di Kageyama lo raggiunsero confuse dal frastuono della sala del ristorante attorno a lui.

- Sì. Tutto ok. A che punto siete? – domandò con voce incerta.

Rotolò di nuovo sul letto, a pancia in giù, e chiuse gli occhi. La pressione del suo stesso corpo contro le lenzuola, gli ricordò che aveva lasciato un lavoro a metà.

- Eh? Aspetta che non ti sento... - dopo un attimo di fruscio, finalmente il silenzio.

- Eccomi, dicevi? –

- Ho chiesto, a che punto siete? – Hinata chiese di nuovo, senza fare nulla per mascherare la voce un po' roca e stentata.

- Stiamo aspettando il dolce. -

- Mmmhhh... - Spinse ancora i fianchi contro al materasso, ondeggiando un po' il bacino.

- Sho, che succede? Hai una voce strana, stai male? –

Una risata roca riecheggiò nella stanza.

- Sto bene. Kags, dove sei in questo momento? – gli domandò con un sussurro, mentre i fianchi spingevano ancora contro il letto.

- In bagno. Perché? –

- Volevo solo sapere... quando vieni... a casa... - la frase ricca di ansiti e sospiri, pronunciata ormai con il chiaro intento di provocarlo.

- Cazzo, Sho! Stai facendo quello che penso? – chiese sbalordito.

- Perché? Tu cosa pensi? – con la voce sempre più spezzata, Hinata portò avanti la sua provocazione.

- Merda! Hinata, idiota che non sei altro, non puoi farmi questo mentre sono a cena! – urlò.

- Ma adesso... sei... in bagno... - Hinata si rimise a pancia in su, la mano che si muoveva veloce lungo l'asta, gli occhi chiusi e la voce di Tobio che rimbalzava dal ricevitore direttamente nella sua erezione.

- Stronzo! Cosa credi, che mi infili in un gabinetto per fare sesso al telefono? –

- Come ai vecchi tempi... Non ti va? – rise.

- No. Non mi va. Vengo a casa. Tu aspettami! – e riagganciò.

Un sorriso di soddisfazione si dipinse sul suo volto arrossato.

Anche se soddisfatto non lo era per niente, perché il pensiero di Kageyama che si toccava nel bagno del ristorante, aveva cominciato ad aleggiare nella sua mente ed era sceso diretto giù in mezzo alle sue gambe.

Poteva vederlo appoggiato di schiena alla porta che armeggiava con i pantaloni, e chiudeva gli occhi mordendosi le labbra, mentre la sua mano si muoveva sempre più svelta.

Oddio. Era davvero fuori controllo. La telefonata fatta per provocare Kageyama gli si era ritorta contro, l'immagine di Tobio che si masturbava contro la porta del bagno lo stava portando di nuovo all'apice dell'eccitazione.

Ricominciò a muovere velocemente la mano con movimenti secchi e rapidi mentre buttava il collo indietro e si puntava coi talloni sulle lenzuola. Gemiti sempre più forti uscivano dalla sua bocca ormai spalancata in cerca di aria. Hinata capì che era davvero vicino. Doveva fermarsi. Non voleva venire così.

Con un estremo sforzo di volontà, fermò il movimento e si aggrappò alle lenzuola mentre cercava di regolarizzare il respiro. Ma anziché placarsi, la sua voglia continuava a crescere, il bisogno di essere penetrato più forte di quello di eiaculare.

E lo assecondò.

Le sue dita si spostarono dietro come dotate di vita propria, e cominciarono a stimolare l'apertura con movimenti rotatori e cadenzati, per abituare lentamente i muscoli a quella alquanto gradita violazione.

L'altra mano riprese a muoversi piano, l'intenzione di aspettare Kageyama era stata ormai annientata dal calore che sentiva montare in mezzo alla pancia.

Il telefono abbandonato sul letto vibrò, e Hinata rispose mettendo il vivavoce.

- Sho. Sto arrivando... - ansimò.

- Stai correndo? – riuscì a domandare. Quella chiamata aveva comunque spezzato il ritmo, e Shōyō cercò di recuperare il fiato ed il controllo, sperando che il suo ragazzo facesse davvero in fretta a tornare a casa.

- Più o meno. Correre con... questa erezione... non è facile. – ridacchiò e poi aggiunse.

- Ma cosa... ti è preso... stasera? – le parole intervallate da ansiti.

- Mi mancavi... - gli rispose sincero, lasciando che la voce gli trasmettesse l'incredibile livello di eccitazione a cui ormai era arrivato.

- Mi aspetti, vero? Cosa... stai facendo adesso? – domandò ansimando ancora.

- Sono nudo sul letto. Mi sto toccando. –

- Dove...? –

- Davanti... - rispose, il ritmo che aumentava impercettibilmente come richiamato all'ordine.

- Soltanto...? –

- No... - gli confermò, con l'evidente e palese intento di provocarlo ancora.

- Cazzo! Aspetta... -

La voce di Kageyama spezzata dalla corsa e dall'eccitazione era roca e graffiata, e rotolava sul letto insieme alle membra di Shōyō.

- Sì... ti aspetto... ma muoviti... - ansimò le parole verso l'altoparlante del telefono, l'ultima preghiera un gemito stridulo e soffocato.

- Cazzo Hinata, ma davvero sei così eccitato o lo fai apposta? – domandò, davvero sorpreso per la piega che quella serata aveva preso.

- E tu? – gli domandò il rosso – Stai ansimando per la corsa o perché sei eccitato? –

- Certo... che sono eccitato... –

- Bene... perché mi sto preparando per te... -

Riprese a muovere le dita dentro di sé, a spingere nella sua carne rovente, indeciso tra darsi piacere da solo e prepararsi per accogliere Kageyama che stava tornando.

Con l'altra mano si costrinse a lasciare la presa sulla sua erezione e si spostò ad accarezzarsi l'addome, sfiorando i capezzoli turgidi e rabbrividendo ormai senza controllo, le labbra martoriate dai morsi.

- Sho... sei ancora lì? –

- Sì. Muoviti... – Lo implorò ormai senza ritegno.

- Sono quasi arrivato. Comunque questa te la faccio pagare! – ringhiò al telefono, e un ampio sorriso si fece strada sul volto arrossato di Hinata.

- Non vedo l'ora... - rispose sincero.

Tobio riagganciò, il che significava che era davvero vicino.

Hinata strinse gli occhi, pregustando di già quello che lo aspettava. Forse, dopotutto, avrebbe avuto la serata di sesso che aveva programmato.

L'arrivo di Tobio fu annunciato da una serie di tonfi attutiti in ingresso.

Entrò come una furia in camera da letto, e si appoggiò con la schiena alla porta inspirando rumorosamente.

Aveva davvero fatto tutta la strada di corsa dal ristorante sino a casa, e pur essendo allenato, doveva aver anche bevuto un po', quindi ci mise un attimo a recuperare.

Hinata lo sfidò con un sorrisetto impertinente, completamente nudo sul letto ancora caldo dalle sue contorsioni di poco prima. Lasciò andare la sua erezione, che svettava impudente tra la morbida peluria aranciata, rilasciando qualche goccia di benvenuto.

Kageyama fissava ipnotizzato il suo ragazzo sul letto, mentre il suo petto si alzava e si abbassava in cerca di ossigeno. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era l'immagine più bella ed eccitante che avesse mai visto.

Alla luce calda della lampada, Hinata era un capolavoro sui toni del rosso. La sua pelle abbronzata e accaldata era resa lucida dal sudore, la sua chioma e la sua intera persona ardevano e Tobio avrebbe solo voluto gettarcisi come una falena e divampare fino a consumarsi in una gloriosa fiammata.

Era impossibile resistere a quello spettacolo, un monumento alla lussuria, una tentazione irrefrenabile.

Shōyō sorrideva ancora, leggendo nello sguardo di Tobio il desiderio che cresceva di attimo in attimo, gli ansiti di eccitazione che si sostituivano a quelli della corsa.

Aveva ancora negli occhi la sua immagine contro la porta del bagno del ristorante che si toccava, ma adesso, poggiato contro la porta della loro camera da letto, era ancora più invitante.

Si alzò dal letto e si mosse svelto per raggiungere il suo ragazzo senza mai interrompere il contatto visivo. Ipnotizzato da quegli occhi di brace, Tobio non osava muoversi e lasciò che Hinata gli sfilasse piano la t-shirt e sbottonasse i pantaloni.

Cercando di non farsi prendere dalla foga, Hinata accarezzò lentamente il petto di Tobio che ancora si muoveva in respiri veloci. Cominciò a baciare la sua pelle, succhiando avidamente il suo sapore e tracciando con piccoli morsi la corda dei tendini del collo.

- Sho... - era un gemito, una preghiera, un ordine.

Shōyō scese piano verso l'addome, lasciando una scia di saliva che catturava la lieve brezza che entrava dalla finestra. Tobio rabbrividì e sussultò quando Hinata scese in ginocchio e con un unico gesto fluido prese in bocca tutta la sua erezione.

Come avesse fatto a correre era davvero un mistero, perché lo riempiva totalmente.

Tobio mugugnò, chiuse gli occhi e poggiò la testa indietro inspirando forte.

- Sho...- ripeté infilandogli le mani tra i capelli e tirandoli con violenza.

Shōyō cominciò a muoversi, a leccare e succhiare ormai senza ritegno, contento di poter sfogare quella frenesia su di lui e non più su sé stesso.

- Ti sono mancato davvero tanto. – sospirò.

Tornato padrone di sé stesso, Kageyama fissava estasiato lo spettacolo sotto di sé. Il suo membro che scompariva completamente tra le labbra di Shōyō e poi ricompariva lucido e brillante, fino all'affondo successivo.

Shōyō alzò gli occhi verso l'alto, catturando lo sguardo lussurioso del moro e chiedendo una silenziosa conferma. Voleva che andasse avanti così?

Kageyama rispose tirando su Shōyō per i capelli, e avventandosi sulla sua bocca, il sapore del sakè che si mischiava con il suo stesso umore.

Hinata si aggrappò alle spalle forti del suo ragazzo, e lo circondò con le gambe mentre Tobio lo sollevava e barcollava fino al letto dove lo lasciò cadere malamente. Si liberò con un gesto stizzito dei pantaloni e dei boxer che erano scesi attorno alle sue caviglie, e si mise carponi sul materasso.

Lo sguardo famelico di Tobio inchiodò il rosso al centro del letto. Una belva vorace, una pantera che inchioda la sua preda solo con lo sguardo. E Hinata voleva farsi sbranare, divorare, annientare. Voleva scomparire finalmente tra quelle fauci, consumarsi di gemiti e orgasmi fino a perdersi completamente.

Tobio si impossessò ancora della sua bocca, schiacciandolo col suo corpo, ricordandogli che era più forte, più pesante. Ma Hinata non voleva sottomettersi né lasciarsi dominare. Inclinò indietro la testa, staccandosi dal bacio e scoprendo il collo, implorando di essere marchiato. Tobio obbedì, perché alla fine era sempre Hinata ad avere il controllo; succhiò il sudore dalla sua pelle salata e rovente, mentre scendeva ad impugnare entrambe le loro erezioni con le sue dita lunghe e abili.

Mosse il polso con sapienza, salendo e ruotando piano, per poi scendere altrettanto lentamente. Un movimento devastante, che Shōyō cercava di amplificare alzando i fianchi con movimenti secchi, frustrato e impaziente.

Ma il peso di Tobio lo bloccava, esasperandolo e riempiendolo di rabbia.

- Scopami! – frettoloso, vorace come sempre.

- No. – rispose Kageyama mentre scendeva a tormentare i suoi capezzoli con i denti e con la lingua. - Ti ho detto che l'avresti pagata. –

Scese carponi in mezzo alle sue gambe e gliele allargò con un gesto brusco; il membro di Hinata pulsava, congestionato e bagnato, le vene in rilievo. Hinata si morse le labbra, e si aggrappò alle coperte.

Le dita di Kageyama si strinsero attorno a lui lentamente, mentre un guaito di frustrazione lasciava le labbra martoriate di Shōyō.

- Ti prego... - gemette ad occhi chiusi.

Un sorriso malvagio sul volto, Tobio ignorò la preghiera e, facendo violenza anche su sé stesso, continuò a stuzzicarlo con le dita, scorrendo piano lungo l'asta, soffermandosi a premere col pollice sulla punta per poi tornare alla base.

Hinata si contorceva sotto a quel tocco; ormai al limite e incapace di controllarsi, aggiunse la sua mano per muovere quella di Kageyama più velocemente. Il moro gliela tolse e finalmente accolse l'erezione di Hinata tra le sue labbra.

I fianchi sussultarono verso l'alto, il bisogno di andare ancora più a fondo, mentre Kageyama gli bloccava le mani sul letto.

Hinata si contorse, tirò indietro i fianchi e li spinse di nuovo in alto, fino in fondo, e la sensazione era talmente forte e travolgente che bastarono altri due affondi perché il suo seme caldo finalmente schizzasse diretto giù per la gola del moro, mentre gridava con l'ultimo fiato rimasto.

Ricadde inerme sul letto, mentre Kageyama leccava le sue labbra, un sorriso compiaciuto unito ad un velo di malignità per quello che stava per fare.

Senza dare a Shōyō il tempo di riprendersi, allungò la mano sul comodino e prese il lubrificante con cui si riempì la mano. Quindi si dedicò all'apertura che era rimasta ignorata e solitaria fino a quel momento.

Hinata sussultò sentendo la pressione delle due dita che entravano in lui.

Si era già preparato da solo, ma era comunque stretto. Protestò per quella violazione della sua intimità, non ancora pronto a riprendere i giochi.

Kageyama lo ignorò ancora una volta, spingendo a fondo con un colpo secco, per poi ritrarre le dita e inserirle nuovamente a fondo. Hinata ansimava forte e si tirò sui gomiti per guardare il suo ragazzo che lo penetrava, il volto arrossato in maniera indecente, gli occhi in fiamme e una luce di esaltazione che gli sfigurava il viso rendendolo meraviglioso e irresistibile.

Tobio arricciò le dita mentre lo fissava per cogliere sul suo viso ogni espressione di godimento, e non rimase deluso. La bocca di Hinata di spalancò in un risucchio rumoroso, gli occhi che ruotavano indietro, una lacrima che scendeva piano sulle sue gote in fiamme. Gettò indietro la testa e spinse in avanti col bacino, il bisogno di essere posseduto ormai predominante su tutti gli altri.

Kageyama decise che quella tortura era durata abbastanza, sia per Shōyō che soprattutto per sé stesso. Spalmò velocemente un po' di lubrificante sulla sua erezione quindi si posizionò in mezzo alle sue gambe e cominciò a spingere in lui con una lentezza devastante.

Shōyō era stretto, elastico ma stretto. L'estrema compressione portò subito Kageyama ad un passo dall'orgasmo. Si fermò a metà strada e respirò rumorosamente, mentre Shōyō ancora sui gomiti lo guardava estasiato, dritto in quegli occhi profondi; disperso in quel mare in tempesta, un naufrago in balia delle onde che si frangevano nel blu perfetto delle sue iridi.

E poi, un millimetro per volta, riprese a spingere e fu completamente dentro. Stretto e rovente, Hinata era perfetto e accogliente. Ma era anche impaziente, cominciò a muovere i fianchi per andargli incontro, per sentirlo ancora più a fondo, ancora più dentro, fino all'anima.

Si aggrappò alla sua schiena con le unghie, i talloni sui suoi glutei, ed il bisogno di essere finalmente, ancora una volta, una cosa sola, uniti nella carne e nello spirito.

Aveva avuto in mente di punirlo, di lasciarlo a lungo ancora insoddisfatto, ma quando fu dentro di lui qualunque altro pensiero scomparve dalla sua mente. C'era solo Shōyō. Caldo, stretto, accogliente Shōyō, che lo rendeva soddisfatto e appagato.

Spinse fino in fondo e poi si ritrasse quasi completamente, la frizione sul suo membro che lo infiammava. Un calore estremo cominciò a formarsi nel basso ventre, una sfera infuocata e luminosa che lentamente si allargava e si espandeva ad ogni affondo.

Sentiva che anche Shōyō stava arrivando, le sue unghie più a fondo nella carne soda delle sue spalle, i suoi gemiti sempre più forti, le ciglia tremanti e incerte inondate di lacrime.

Tobio cercò la bocca del suo amore, sussultando per gli ultimi affondi ma bisognoso di sentirlo, di berlo, di prosciugarlo.

Hinata urlò il suo orgasmo direttamente nella sua bocca, mentre anche lui si svuotava e gli ricadeva addosso senza più un briciolo di energia.

La faccia di Tobio sul suo collo, le labbra che ancora lo succhiavano come un riflesso involontario, Shōyō ansimava e respirava forte. Non sentiva più mani e piedi, e solo un immenso e meraviglioso torpore gli invadeva le membra. Chiuse gli occhi. Avrebbe potuto morire e sarebbe andato bene così.

Dopo un tempo infinito, Tobio si mosse uscendo da lui e sdraiandosi al suo fianco. Gli scostò i capelli dalla fronte con un gesto delicato e amorevole, mente si riempiva gli occhi del suo profilo meraviglioso, della sua mascella forte e decisa. L'immagine più bella che avesse mai visto.

- Sho, ma che cazzo avevi stasera? – con la voce ancora spezzata, Tobio ruppe il silenzio languido in cui si stavano crogiolando.

- ...che cazzo NON avevo.... era quello il problema! – la risata di Shōyō rimbalzò nella stanza, calda e luminosa.

Tobio si avvicinò di nuovo al suo corpo, incapace di restargli lontano nonostante il caldo, nonostante il sudore e gli umori sui loro corpi. Prese a mordicchiargli il lobo dell'orecchio mentre la sua mano aperta si posava sui suoi addominali striati di bianco.

- Mi hai fatto lasciare il dolce... - sussurrò.

- Ma se te l'ho appena dato - un'altra risata, la mano di Shōyō a cercare quella di Tobio per intrecciare le dita.

- Idiota! Per colpa tua ho saltato il caffè e l'ammazzacaffè... - Tobio continuò a stuzzicare con la lingua il collo di Hinata, fermandosi a succhiare la pelle calda e salata.

- Cosa hai detto, per venire via? – domandò Hinata curioso, mentre ancora rabbrividiva.

- Che non stavi bene e che avevi bisogno di me... - rispose scostandosi e tornando ad accarezzargli i capelli.

- Beh, è la verità... - precisò Hinata sorridendo malizioso.

- È la prima volta che mi telefoni perché vuoi che torni a casa per fare sesso... - gli fece notare Tobio con una punta di soddisfazione.

- Tu sei tutte le mie prime volte... - rispose Shōyō languido, per poi aggiungere – e comunque non te l'ho proprio chiesto, potevi anche farlo al telefono.... –

- Idiota! Sai che non voglio farlo mai più al telefono. Ora che sei di nuovo qui con me, tornerò a casa tutte le volte che mi chiamerai. –

Hinata sorrise, contento di quella conferma. Perché era certo che dopo quella prima volta, ce ne sarebbero state altre di sicuro.


★˜°•°˜★

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro