Mettere da parte la poesia, una volta abituati a dedicarvisi, intristisce. È quantomeno probabile che, citando Paul Celàn, questo canto d'emergenza dei pensieri nasconda al suo interno meccanismi a cui è molto difficile rinunciare da un certo punto in poi. Poche cose, per quanto mi riguarda, regalano la soddisfazione di una struggente metafora o di una rima ben congegnata, ma non si può certo ridurre tutto in questi termini. È opinione di molti che la forza dell'enunciato poetico risieda anzitutto nella sua polivalenza, nel suo viaggiare molto spesso in bilico fra idee antitetiche: luce e oscurità, gioia e dolore, verità e menzogna, ecc, corridoi fumosi che riservano mirabili sorprese anche laddove mai penseremmo di trovarne. Trovo anch'io questa caratteristica contribuisca in modo determinante nel rendere la poesia irresistibile, a patto che se ne colga lo straordinario potenziale ovviamente.

Dunque rieccomi. Di nuovo pronto a planare verso la meta.
Che tipo di viaggio sarà? Beh, mi auguro più introspettivo, più ricercato, ma soprattutto più maturo. Il resto lo scopriremo insieme man mano che l'opera giungerà al suo naturale completamento. A chi di voi, invece, si chiedesse che significato abbia il titolo di questa raccolta dico soltanto di dare un'occhiata più attenta in giro, troverà sempre, e con "sempre" intendo proprio "in ogni componimento", almeno un endecasillabo o un settenario (o magari entrambi). Si tratta delle due tipologie di verso che ricorrono più di frequente nella poesia italiana, oltre ad essere quelle in cui credo di esprimermi con maggior naturalezza, per cui ho deciso che saranno una piacevole costante di questo percorso.

I più maliziosi noteranno anche delle indiscutibili analogie con titolo di un celebre successo della popstar americana Beyoncé e con la denominazione di una famosa catena estera di convenience store. Costoro sappiano che la risposta è sì, c'entrano anche quelli, seppure in modo più marginale. Anche qui nessuna anticipazione, scopriremo il perché a tempo debito.

Bene, mi pare non rimanga molto da aggiungere, a parte, forse, un bel «Buona lettura a tutti!».

Thesmo, 21/04/2021

Image credit: Sophie Ko, inchiostro su carta, 2020