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Incubo

Inutile, era stato tutto inutile. 

"Inutile!" stava per urlare, scagliando la prima cosa che le passava sotto mano contro il muro, solo che non viveva in un telefilm per adolescenti depressi. Quando sei da sola a casa, in un vero appartamento, non ci tieni a passare per matta con i vicini e a spaccare soprammobili, creando frantumi che dovrai poi pulire te. 

Si limitò a fissare l'orrore. 

L'orrore non finiva mai, non spariva, professioniste di ogni etnia vi si erano attaccate, ma nulla era servito, anzi il trattamento cosiddetto "doloroso ma infallibile" poteva anche cambiare nome, dopo il risultato pessimo che le stava davanti, anzi addosso. Non era neanche la prima volta che ci provava, visto che, ad ogni maledetto tentativo, c'era una condizione mancante, ovviamente proprio quella che faceva fallire l'"infallibile", appunto. 

"Hai aspettato troppo tempo."

"Se non avessi usato lo strumento del diavolo prima, così tentante nella sua semplicità e immediatezza, questa volta saresti soddisfatta."

"Hai aspettato troppo poco tempo."

"Tutti i giorni devi cospargerti di zucchero e sale e strofinare."

"Solo la luce può salvarti."

Queste le frasi che doveva sentirsi dire dalle sciamane. Perché il suo stesso corpo si stava rivoltando contro di lei? Perché non sembrava esserci soluzione? Perché si sentiva come un ratto da laboratorio mancato? Una cavia solitaria, su cui si era provato un qualche siero sperimentale, poi abbandonato tra topini di campagna e pesche lisce, a domandarsi perché era diversa, pure da sua madre. 

Perché cazzo era così pelosa? 

Perché era tornata dalla ceretta ancora non in grado di uscire in gonna, nemmeno al ginocchio? I perizomi poi probabilmente li avrebbe osservati per tutta la vita come una bambina di cinque anni: forte ma non so cosa sia e mi dicono che non posso metterlo. 

Ma torniamo ai polpacci, c'erano così tanti peli sotto pelle, neri e perfetti, che poteva far finta di essersi messa i collant trasparenti sopra una gamba non depilata, se mai c'è qualcuno che fa queste cose, magari ad Halloween. Non vomitate. 

"Ma ti sei fatta la ceretta da sola l'ultima volta? No, sai, perché se non la fai bene, allora..."

"No, me l'ha fatta la tua collega." 

Silenzio di tomba.

E poi i processi costanti:

"Qui però hai usato il rasoio!"

Ma cosa cazzo doveva fare? Passare le giornate a grattarsi con la carta vetrata e andare dall'estetista ogni tre giorni? Perché poi c'era la storia dei cicli, i cicli di peli, che argomento interessante. 

Cioè te fai la ceretta e, miracolosamente, strappi tutto ciò che c'è fuori, ma sotto ci sono già pronti quelli dell'altro ciclo: 

"Appena c'è spazio, quelli sotto spuntano fuori." le diceva con voce da cartone animato educativo una delle scienziate del pelo. 

Hai capito 'sti peli? Hanno il radar, si organizzano a squadroni e appena sentono che il campo è libero perché un team è stato sconfitto, oh no, salgono i rinforzi. 

Certo. 

Ma poi sempre di nuovi, sempre nuove zone coperte dall'esercito dei peli maledetti, chissà dove si sarebbero fermati. 

Andò anche da un'endocrinologa, una che dovrebbe aiutarti a capire come gestire questo tuo somigliare sempre di più a un uomo. Perché la vera donna è senza peli. Si era rasata il giorno prima i polpacci, tra una ceretta e l'altra, perché ormai anche con i pantaloni autunnali rischiava che si alzassero alla caviglia. 

"Sì, in effetti, c'è ipertricosi, però solo sulle cosce."

"Ma veramente è solo perché mi sono ras..."

"Scusi che scrivo, comunque no, non mi sembra molto grave, solo le cosce sono un po' pelose, ma di solito sono i polpacci che sono più scuri."

"Sì ma allora guardi sulla pancia e sulle br..." disse, sollevando la maglia che l'altra non aveva neanche pensato di toccare. 

"Se proprio vuole, le faccio fare degli esami del sangue." 

Come doveva sentirsi? Perfino la dottoressa che credeva fosse abituata a trattare casi come lei, sembrava non sapere che pesci pigliare. Forse anche nei corsi di endocrinologia i peli femminili sono argomento tabù. 

Perché certo che è ingiusto dover pagare per gli assorbenti perché tutte abbiamo il ciclo, ma è assolutamente normale spendere come minimo la stessa cifra (per non parlare del tempo perso) per essere liscia, perché siamo tutte nate così, no? Gambe pelose? Io nei media ho visto, anzi no, ho sentito criticare, solo pubi e baffetti. Tipo Katy Perry che, pur interpretando una sfigata madornale al venerdì sera, ha due gambe perfette e fa finta di strapparsi due baffi.

La spiegazione per il suo caso però venne infine data da lui. Lui che aveva circa sessant'anni, e le guardava le ovaie con una sonda lunga e banale, l'ecografia. Così poté osservare a quello schermo che nei film serviva solo per dire "Lo vedete? Un maschietto!".

"Li vedi? Sono dei buchetti nelle ovaie!"

Delle cisti precisamente, che buttano fuori ormoni maschili e ti fanno avere delle mestruazioni irregolari e dolorose. 

"Com'è il ciclo?"

"Irregolare e doloroso."

L'aveva anche chiesto quell'endocrinologa del cazzo. Tra le conseguenze: eccessiva pelosità e tendenze acneiche. Ma guarda te!

Risuonavano in un turbine tutte le domande a cui non aveva mai saputo rispondere, tutte le critiche velate o meno, anche dalle persone più care, tutti i suggerimenti che non funzionavano, tutti i confronti in cui usciva perdente. 

Perché hai le braccia così? Basterebbe andare da un'estetista brava. Guarda che basta una pinzetta per tirar via i peli incarnati. Con una ceretta al mese, io me la cavo alla grande. Anch'io sono pelosa, però uso sempre il rasoio e non ho delle ascelle così. Se non la fai integrale, non sei pulita. Devi toglierli, non è vero che poi cresceranno ancora di più. Che c'entra che gli uomini ne hanno? È una questione di igiene e ordine. Guarda che non fa così male. Però se sei così lì sotto, certe cose non si possono proprio fare. Mi fa un po' schifo. 

Mi faccio schifo. 

Devo guardarmi da lontano per sentirmi minimamente carina. 

Ho buttato centinaia di euro in sedute laser il cui numero previsto veniva aumentato ad ogni incontro.

Ho una stabilità emotiva pari a zero perché devo prendere una pillola anticoncezionale da cavallo, per gli ormoni appunto. 

Devo sentirmi legittimata nella mia esistenza di donna perché ho una "malattia" che giustifica il fatto che non somigli a una dodicenne svedese.

E, in tutto questo, accendo la TV e mi becco una squinzia di qualche film o telefilm, magari anche famoso, che dice a un'amica imberbe:

"Ma è una giungla quella? Certe foreste vanno disboscate!"

Oppure sui canali progresso:

"Notizia del giorno: Tizia con tre peli biondi sotto ogni ascella annuncia che non si raserà più. Girl power!"

Dedicato a chi ha le ovaie bucherellate, a chi non ha tempo, a chi non ha soldi da buttare, a chi vorrebbe scegliere.

Scegliere di amare il proprio corpo per quello che è, avere il diritto di sfoggiare anche un centesimo di quegli attributi che sono esclusiva maschile, il famoso sesso migliore.

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