ANTEPRIMA STORIA

AUTORE: TheContiSisters
GENERE: fantasia 
STATO: in corso 
NARRAZIONE: terza persona singolare, tempo passato

Due cugine estremamente unite vivono un'infanzia spensierata, accudite dalle loro due esuberanti zie, che le crescono nell'amore, a forza di favole e leggende sulla magia, creature fantastiche e mondi fatati. Sono due ragazze destinate, pur essendo delle semplici umane, a diventare le custodi della pace fra due regni da molto in guerra.

La trama trascina il lettore, insieme alle due protagoniste, in un mondo meraviglioso, governato dalla magia e abitata da elfi e creature fantastiche, fra cui ipogrifi, gnomi e grifoni. L'avventura inizia con l'arrivo di un gufo a casa delle zie e delle due ragazze, il suo inseguimento e l'incontro con un elfo, un ribelle, che rischia più volte la vita per difendere quella delle tanto attese custodi.

La storia è appena all'inizio ma mi arrischierò a dire che non tratta temi troppo forti che potrebbero urtare la sensibilità del lettore. Le vicende, seppur pregne di pericoli, sono adatte a un pubblico di qualsiasi età anche se lo stile mostra una certa maturità sia quando si tratta di descrizioni che di narrazione, che non raccoglie dentro di sé cliché palesi o elementi scontati.

Le protagoniste hanno caratteri ben definiti e differenziati, sia per quanto riguarda i gesti tipici, che espressioni. Per gli altri personaggi vi consiglio di giocare di più sul linguaggio, per renderlo più tipico e caratteristico di chi si esprime: giocando ad esempio sul registro linguistico, espressioni frequenti del parlante, eventuali errori, ecc.

Dell'intera vicenda in una sola situazione mi è sembrato che ci fosse carenza di credibilità: nel negozio delle armi, all'arrivo dei soldati. Non ci siamo con le tempistiche, perché se uomini assettati di potere si fossero accorti, o se lo avessero anche solo sospettato, che un criminale si trova nel negozio, gli si sarebbero gettati addosso immediatamente, avrebbe circondato il posto per intrappolarlo e non avrebbero perso tempo a conversare con il gestore, nonostante il suo status che alla fine viene comunque ignorato. Mi è sembrato che il tutto fosse riprodotto a rallentatore e i soldati fossero fin troppo gentili: avrebbero dovuto agire d'astuzia o comunque perquisire il negozio senza attendere il permesso, dividersi in un due e mentre alcuni interrogavano il testimone, gli altri avrebbero dovuto partire con la perquisizione. Mi sembra, quindi, che questa situazione sia surreale, costruita a puntino perché Castor avesse il tempo di finire la conversazione e fuggire, dopo aver risolto un indovinello per giunta.

Un altro aspetto discutibile è il cambio troppo brusco di scena e di prospettiva che vede Castor protagonista. Essendo la storia scritta in terza persona ed è già avvenuto che la focalizzazione fosse su un personaggio secondario, mi sembra legittimo seguire Castor nella sue avventure, ma sarebbe forse opportuno inserire degli elementi che fungano da ponte fra la situazione precedente e quella corrente. Castor potrebbe soffermarsi a pensare di più alle due cugine o alla sua convalescenza, per rendere il salto di un prima e di un dopo meno secco.

Sono evidenti le competenze linguistiche e l'abilità nel destreggiarsi sia con le descrizioni, che con le scene d'azione. Esistono però dei passaggi in cui la ripetizione del soggetto è troppo marcata, ad esempio, quando Castor lotta con la bambina in braccio (termine bambina è usato troppe volte) o quando alla fine combatte contro i soldati, anche lì sarebbe opportuno impiegare qualche sinonimo in più.

Nonostanteo queste precisazioni reputo la storia degna di essere letta e seguita, in quanto priva di oscenità tanto di contenuto che linguistiche. Le protagoniste si fanno amare facilmente e anche se sono prescelte, molta attenzione viene posta sul loro ruolo, piuttosto che ai personaggi in sé. Apprezzabile è il fatto che, sebbene si parli del destino, loro non vengano presentate come onnipotenti, ma devono sviluppare le proprie abilità per essere all'altezza del compito. 

adamante0