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32 || Arriving

Nella mattinata, Josh si rifiutò di anche solo guardare Zeus. Gli stette molto lontano, sempre aleggiando vicino a Tyler. Phil aveva già usato il suo Gene di Guarigione sull'uomo, e il castano sembrava stare molto meglio.

Il rosso aveva tirato fuori del cibo dal suo zaino e fece un cenno al moro di venire vicino a lui per sedersi sul suo sacco a pelo. Mangiarono insieme, con Lilith, visto che ogni tanto il ragazzo le allungava qualche pezzo del suo cibo.

Poi notò che l'uomo aveva messo per terra un pezzo di pane, occupato a masticare qualcos'altro. Il più piccolo guardò la gattina, che aveva i grandi occhi verdi su di lui. Sorrise con fare beffardo, e incurantemente fece strisciare il pane fuori dal panno su cui era stato appoggiato. Velocemente lo divise a metà, spostandone un pezzo nella sua bocca, e dando l'altro a Lilith.

Il più alto si girò di nuovo per prendere il suo cibo, ma si fermò improvvisamente quando vide che era sparito. Guardò verso il compagno, che non lo stava guardando e stava fissando Lilith. "Dov'è il mio cibo?" chiese lui.

L'altro non lo guardò nemmeno.

I suoi occhi si assottigliarono, e sorrise. "Josh? Il mio cibo?"

Lui fece spallucce. Continuò a fissare Lilith, che stava felicemente masticando il suo cibo. Improvvisamente, delle braccia forti si avvolsero attorno la vita del rosso, tirandolo indietro contro il petto di Tyler. Uno squittio smorzato venne emesso dal ragazzo, e le sue mani si alzarono per scivolare sulla bocca. Cominciò a ridere, quasi soffocando grazie al suo stesso boccone, prima di masticarlo velocemente e mandarlo giù.

"Rapina!" dichiarò il castano. "Canaglia, hai rubato!"

Lui sorrise, guardando verso l'uomo. "Pensavo che tu non lo volessi mangiare."

"Quello era il mio pane!" si lamentò.

"Il tuo pane? Il pane che era sul mio sacco a pelo e che poi è stato nella mia bocca ed è adesso nel mio stomaco?" rifletté l'altro.

"La pagherai cara per questo," lo avvertì.

"Mordimi, Joseph," lo prese in giro lui.

"L'hai chiesto tu," sospirò il moro. Poi immerse le sue dita nei fianchi di Josh, cominciando a fargli il solletico. Il ragazzo gridò, lasciando uscire una vivace risata dalla sua bocca. Scivolò verso il basso, cercando di scappare alle mani del compagno e trovare sollievo dal solletico che stava sentendo. Velocemente iniziò a urlare e pregare l'altro di fermarsi, con le risate mischiate in mezzo.

Alla fine, si fermò. "Hai imparato la lezione?" domandò, con un sopracciglio alzato.

Lui annuì solennemente. "L'ho imparata," disse spensieratamente, senza fiato.

"Bene," annuì, contento. Il rosso si alzò a sedere, ancora ridacchiando tra sé e sé. Cominciò a pettinarsi i capelli con le dita, sistemandosi anche la maglia.

"Sembro come se fossi stato attaccato da un Tyler Joseph selvatico?" chiese, girandosi per guardare il compagno.

Lui sorrise, e guardò il più basso con un'emozione che era davvero profonda. "Sembri bello come sempre," rispose con calma.

Il sorriso del ragazzo si attenuò in uno più dolce. Entrambi i due uomini si fissarono a vicenda, e la mano del moro di alzò fino ad accarezzare la guancia dell'altro. 

"Perché non ritorni da me?" mormorò. "Perché?"

Il sorriso del più piccolo svanì lentamente. "Non... Non posso."

"Perché?" ripeté. "Ritorna da me, Josh." Il desiderio era evidente sul viso dell'uomo, e la sua altra mano si alzò fino a toccare la faccia del ragazzo.

Lui guardò negli occhi dolci del castano. Quando il più grande cominciò ad avvicinarsi a lui, il rosso lo allontanò, improvvisamente prendendo le rimanenze del loro cibo. "Dovremmo andare," borbottò, alzandosi e cominciando a mettere tutto a posto.

Le mani dell'uomo caddero sulle sue gambe, e un soffice sospiro scappò dalle sue labbra. "Giusto." Si alzò, camminando faticosamente la sua borsa e mettendoci dentro le sue cose.

Josh realizzò che non aveva la sua pistola con sé, era ancora poco più in là nel posto in cui Tyler fu quasi ucciso la notte prima. Andò a riprendersela, e quando stava per tornare indietro, si fermò nella sua camminata.

Zeus lo stava fissando, mettendosi a disagio vicino al ragazzo. "Hey," disse.

L'altro lo guardò male, con la mascella che si stringeva sempre di più. Sorpassò l'uomo, tornando quasi sul fare le sue cose, ma lui lo prese per il polso.

"Josh, aspetta, per favore. Parliamone," lo pregò.

Lui si liberò dalla presa dell'uomo. "Non ho nulla da discutere con te, Zeus," lo aggredì.

"Per favore, Josh. Non farlo mettere in mezzo a noi due," disse lui.

Il più basso praticamente vide tutto rosso. "Tyler non si è messo in mezzo a noi due, tu l'hai fatto! Sempre così preoccupato che ti avrei lasciato, tu sei stato quello che ci ha divisi! Infatti, non posso più sopportare nemmeno il pensiero della tua persona, Zeus. Quindi, sai una cosa? Rompo con te. Abbiamo chiuse. Questa relazione è finita. Mi hai sentito? Abbiamo chiuso."

Lui aprì la bocca sorpreso. "Cosa?!"

"Mi hai sentito!" gli urlò contro. Stava per tornare indietro, di nuovo, quando Zeus lo fermò, di nuovo.

"Josh, ti pre - " La frase dell'uomo si interruppe all'improvviso in un gemito. Il dolore si fece sentire in tutto il suo corpo, le sue due ferite cominciarono a sanguinare eccessivamente. Josh lo stava fissando, il disprezzo era inciso sul suo volto. Una tinta nera iniziò a espandersi sulle mani del ragazzo, simile a quello che succedeva ogni volta che un Darkie toccava qualcuno che non veniva dalla sua stessa città.

Di recente, l'effetto non succedeva più. Sin da quando Blurryface aveva visitato il rosso, si era soltanto fermato. Poteva toccare chiunque e ogni persona, e la loro pelle non si sarebbe annerita.

Ma ora, i polpastrelli del più piccolo erano neri come la pece. Non crebbe l'effetto, rimase solo lì sui suoi polpastrelli.

Zeus cadde sulle sue ginocchia, il dolore e l'agonia erano insopportabili. Proprio quando pensò che poteva morire grazie a quell'azione, il dolore svanì.

"Lasciami stare," disse tra i denti serrati. "Non parlarmi mai più." Si girò, camminando a grandi passi verso il gruppo. "Zeus starà qui." annunciò. "Lo lasciamo indietro. Non può nemmeno combattere in ogni modo. E mi rifiuto di proteggerlo."

Nessuno disse nulla, nemmeno il diretto interessato. Sembrava solo rassegnato adesso, pronto ad accettare il suo destino. Dopo pochi minuti, tutti erano pronti a partire. Zeus ricevette un sacco a pelo, cibo che sarebbe durato una settimana, e una pistola. Il rosso fu il primo a partire, chiaramente non affetto dal fatto di lasciare indietro il suo ormai ex fidanzato.

Tutti gli altri lo seguirono, dando a Zeus uno sguardo di comprensione. Probabilmente sarebbe morto lì fuori, se non dalla fame, mangiato da un animale selvatico.

Lilith miagolò da dove era stata messa nello zaino di Josh, un suono di stanchezza. Lui sospirò, "Anche io."

Il gruppo camminò, e camminò, e camminò. Lo spazio tra il Secondo Anello e il Primo sembrava più lungo di quello che si ricordasse il rosso.

Ma alla fine, gli edifici magnifici di New Americana cominciarono a essere visti all'orizzonte, crescendo in altezza mentre il gruppo si avvicinava sempre di più.

Quando raggiunsero l'entrata di New Americana, il più piccolo si fermò. Fissò dentro l'Anello, un senso di nervosismo cominciò a farsi sentire nel suo stomaco.

Tyler si fermò di fianco a lui. Fissò anche lui la città. "Sei pronto?"

Prese un respiro profondo. "Lo sono stato per mesi," rispose. Il gruppo entrò nell'Anello, insicuro di quello che li avrebbe aspettati in seguito.

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GUESS WHO'S HAPPY NOW THAT ZEUS DISAPPEARED? :D

comunque forse traduco una tysh dolciosa ciao, dipende se l'autrice mi risponde positivamente o meno u.u *e non interessa a nessuno ok*

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