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28 || Everyone Thinks Perfection

"Mi piaceva il Sudicio," decise Matty. "Era divertente."

"Quando non dice cose schifose," commentò Josh, accarezzando una Lilith che faceva le fusa tra le sue braccia.

L'altro alzò un sopracciglio. "Non puoi dirmi che non avresti fatto un pompino al suo c - "

"NON usare quelle parole intorno a me." lo sgridò. "è disgustoso:"

Matty sbatté le palpebre. "Beh, come dovrei chiamarlo?"

"Non lo so," sbuffò lui. Poi ci pensò un po' su. "Qualcosa del tipo... non schifoso?"

"Funzionerebbe thang-a-lang?" saltò su Zeus.

"Forse ba-doink-a-doink?" intervenne Tyler.

"Pee-pee?" offrì Matty.

"Vi odio tutti," si lamentò lui. "Tutti voi. A eccezione di Phil. Perché è gentile. E non mi prende in giro perché non mi piacciono le parole volgari."

"Privati?" aggiunse il fidanzato.

L'altro, come risposta, gli diede un calcio allo stinco. "Ti detesto." 

Lui cominciò a ridere, e avvolse le sue braccia attorno alla vita del ragazzo, camminando dietro di lui. "No, mi ami." gli baciò la guancia, e lo sguardo arrabbiato sul viso del rosso si dissipò.

Sorrise. "Solo un pochino," scherzò.

"Sì, tutto quello che ti faccia dormire la notte, Joshua." Zeus sfiorò il suo fianco, azione alla quale il più basso rise e si difese andando un po' più lontano.

"No, niente solletico," disse tra una risatina leggera e l'altra.

Uno sguardo maligno percorse la faccia del fidanzato, e cominciò a far danzare le sue dita sui fianchi del ragazzo. Josh iniziò a ridere più forte, urlando e addirittura cominciando a correre via dal fidanzato. Lui corse poi per provare a inseguirlo, entrambi ridevano e correvano tra le strade di Dollhouse.

Tyler non poté fermare il desiderio disperato di esserci lui là al posto di Zeus. Oh, come desiderava essere quello che baciava gentilmente il rosso, che gli prendeva la mano tutte le volte che voleva, di essere la ragione per cui il ragazzo rideva con così tanta gioia; desiderava anche essere quello che si infilava nella doccia con lui, di essere la ragione dietro le ferite sul bacino del ragazzo. Era tutto un pensiero desideroso, ahimè, e fuori dalla lega del castano.

Era così assorto in quei pensieri desiderosi che non si accorse nemmeno che il gruppo si era fermato. Accidentalmente si scontrò con Phil, al quale borbottò una scusa. Stava quasi per chiedere il perché di quella sosta improvvisa quando nel suo campo visivo prese forma qualcuno, di fronte al ragazzo con il quale si era scontrato.

Era un ragazzo adolescente, definitivamente un Doll. Aveva capelli biondi spettinati, e labbra rosee e soffici, con gli zigomi pronunciati e splendenti occhi blu. C'era una certa luce nei suoi occhi, cosa che indicava che era addirittura più intelligente di quello che sembrava.

"Ciao," disse infine Phil.

Le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso. "Ciao."

Bello, fu la prima parola a cui pensò il castano. Cosa che era abbastanza ovvia, tutti a Dollhouse erano belli, grazie al loro Gene diffuso.

"Tu sei Tyler Joseph, vero?" chiese il ragazzo, guardando il diretto interessato, che era ancora dietro Phil.

Tutti furono sorpresi di sentir pronunciare il nome dell'uomo dal ragazzo. Lui lo fissò, e si accigliò. "Dipende. Chi lo chiede?"

"Io. Duh." Il ragazzo sorrise. "Sono Clyde."

"Tyler," disse l'uomo dai capelli castano. "Ma sembra che tu già lo sappia."

"Certo che sì. Lo sanno tutti a Dollhouse. Tutti negli Anelli lo sanno." Lo guardò dalla testa ai piedi. "Dovresti venire con me. Delle persone ti stanno cercando."

Tyler si mise di fianco a Phil, guardando Clyde cautamente. "Come?"

"Mia madre potrà spiegarti meglio," promise. "Vieni con me e basta."

+++

Il ragazzino rise mentre giocava in casa con Lilith, Tyler guardò il gioco che si stava creando tra il biondo e il gatto. Si morse nervosamente un'unghia, senza guardare Mrs. Rosales.

La madre di Clyde era una donna elegante e magra. Aveva la pelle color toffee, gli occhi color nocciola, e capelli mossi e color marrone scuro. Fu gentile e rispettosa, e anche se sapeva di essere bella, non esaltò il suo aspetto. Disse al castano che tutta Cantus era stata avvertita che lui e il suo gruppo stavano arrivando, e che in realtà era sorpresa che ce l'avessero fatta ad arrivare fino al Terzo Anello.

Josh era seduto di fianco all'uomo, e poi Zeus, e poi Matty e Phil. Erano silenziosi, insicuri su come gestire la nuova informazione.

"Come poteva sapere Penelope che stavamo arrivando?" chiese Phil.

"Qualcuno dai primi Anelli per cui siamo passati deve averla avvertita che stavamo arrivando," mormorò il castano.

Il silenzio si fece confortabile tra i membri del gruppo un'altra volta, finché Mrs. Rosales non parlò, "Potete stare qui per questa notte. Non troverete un altro posto in cui stare da nessun'altra parte. Tutti vi consegneranno probabilmente. Nessuno è onesto qui a Dollhouse."

"E come possiamo essere sicuri che tu sia onesta?" chiese l'uomo all'improvviso, guardando la donna.

Lei sorrise. "Dovrete soltanto fidarvi di me."

+++

La porta si spalancò con un cigolio non appena Tyler si era tolto la maglietta. Diede un'occhiata dietro la sua spalla, sperando per metà che fosse Josh; fu enormemente sorpreso quando vide che era Clyde.

"Er..." Il ragazzino guardò la schiena scoperta dell'uomo. "Hey."

"Hey," Cercò nella sua borsa una maglia da indossare. "Hai bisogno di qualcosa?"

"Um." Entrò nella stanza. Spinse la porta dietro di lui, ma non si chiuse completamente, lasciando un spiragli argenteo aperto. "No," disse casualmente.

Lui lo guardò. "Beh, allora che ci fai qui allora?"

"Non so," mormorò. Giocherellò con l'orlo della sua maglia. "Hai una fidanzata, Tyler?" chiese improvvisamente.

La domanda bloccò l'uomo mentre cercava la maglietta. "Perché lo chiedi?"

Clyde guardò su attraverso le sue ciglia, e un colorato rossore rosa attraversò le sue guance pallide. "Ce ne hai una?"

L'uomo sbirciò il ragazzino, provando a capire perché volesse saperlo. "No," disse infine. "Perché?"

"Sei attraente. Sei a conoscenza di questo fatto, vero?" Piegò la testa.

"Er, immagino di non essere orripilante." Finalmente l'uomo trovò una maglietta, e se la infilò velocemente. "Questa conversazione ha un senso?"

"Puoi baciarmi?"

Se il castano stesse mangiando o bevendo in quel momento, qualsiasi cosa nella sua bocca gli sarebbe andata di traverso e sarebbe morto. La sua testa fece uno scatto verso il ragazzino, gli occhi leggermente spalancati. "Scusa?"

"Puoi baciarmi?" Chiese di nuovo lui, dolcemente. Si avvicinò, vicino al bordo del letto dell'altro.

"Baciarti?" Tyler sembrava sbigottito. "Cosa diavolo?"

"Per favore?" lo pregò lui, con calma. "Solo un bacio."

"N-No! Avrai, quanto, diciassette anni?"

"Diciannove," lo corresse lui. Il suo sguardo cadde sul modo in cui le braccia dell'uomo sporgevano dalle maniche della maglietta. "Per favore? Solo un bacio?"

"Ma ti senti almeno?" Sbatté gli occhi lui. "Ho dieci anni in più di te. Non dovresti essere interessato a, non lo so, i ragazzi della tua età?"

"I ragazzi della mia età non sono interessati a me." Incrociò le braccia sul petto, improvvisamente sembrando vulnerabile. "Pensano che io sia brutto. Tu pensi che io sia brutto? è per questo che non mi vuoi baciare?"

"No, n-non lo penso," sputacchiò. "Ma - "

Clyde fece due passi coraggiosi verso di lui. "Ma?"

"Ma sei troppo giovane!" esclamò il castano. "E non ti conosco nemmeno."

"Non ti piaccio," decise il ragazzino. Sembrava miserabile. Collassò sul letto dell'uomo, e si sdraiò. "Pensi che io sia brutto. Come tutti gli altri. Non mi vuoi."

"Non ti voglio perché non ti conosco," provò a spiegare ancora.

Un piccolo singhiozzò scappò dalle labbra del ragazzo, e il moro capì che stava piangendo.

"Oh, no, non piangere." Esitò, prima di avvicinarsi al letto e sedersi di fianco a lui. "Non piangere, non ne val - "

Improvvisamente, Clyde scattò verso di lui, prendendo la maglia di Tyler e tirandolo giù. Lui, preso alla sprovvista, andò giù, e il ragazzo fu veloce a mettere una mano sul viso dell'uomo e pressare le loro labbra.

Scioccato, sbalordito, e disorientato, l'uomo fu a malapena a conoscenza del fatto che lui e Clyde adesso di stavano baciando.

Fuori, Josh avanzò lungo il corridoio, dirigendosi verso la stanza di Tyler. Si sentiva male per essere stato così malvagio con lui poco prima, e decise che era venuto il momento di scusarsi. Forse potevano ricominciare da capo come amici, e avanzare da quel punto. Non gli piaceva la tensione che c'era tra di loro, sembrava aliena. Prese un grosso sospiro, e rimase fuori dalla porta dell'uomo per alcuni secondi.

Proprio quando stava per aprirla, si accorse che era già aperta. Solo un pochino, ma già aperta. Il rosso fece alcuni passi in avanti, spingendola senza fare rumore; la vista che lo accolse gli fece quasi mollare un sospiro di sorpresa fuori dalla sua bocca. Non avrebbe mai pensato di poter vedere Tyler e il giovane ragazzo - Clyde - baciarsi, in un momento come quello.

La vista fece percorrere la rabbia nelle vene, che per qualche ragione non riusciva a identificare. Senza dire una parola, si girò e corse velocemente lungo il corridoio, ritornando nella sua stanza. Poi chiuse la porta con un violento rumore, e si immerse sotto le coperte.

Però, il sonno non arrivò quella notte.

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JOSH IL TUO TEMPISMO FA SCHIFO.

+ ieri ho finito di tradurre questo libro lalalalalalalalalalalala oggi comincio il sequel I'm hyped OuO

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