8- Amor Aeternus
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Autunno 2026 [flashback]
Faceva caldo. Così caldo che sembrava di soffocare. Rose spostò la massa dei suoi capelli ricci sopra la testa, ma trovò soltanto un misero sollievo. Non poteva farci nulla. Il calore prodotto dal suo corpo, nudo ed esposto, aveva superato anche quello esterno.
Il fuoco bruciava soprattutto a contatto con la pelle incandescente di Draco. Anche lui aveva la fronte imperlata di sudore, le sue spalle erano umide, ma Rose continuava ad aggrapparsi a loro, baciandole. Toccava la sua pelle sfregiata come se non potesse vivere senza e, tirandogli i capelli, assecondava il modo lento, regolare, con cui Draco entrava e usciva dal suo corpo.
I loro respiri erano lenti, in armonia tra loro e con il pigro ritmo della natura che circondava la lussuosa villa che avevano preso in affitto.
La camera da letto, dove ogni mobile, ogni stoffa, era di un prezioso rosso sgargiante, si apriva attraverso un arco su una veranda che si affacciava sul vasto panorama verde della giungla. Il sole, già piegato ad est, inondava i due innamorati della sua calda luce.
Draco era riuscito ancora una volta a far precipitare Rose nei labirinti della lussuria. Con la testa gettata all'indietro, la mente della ragazza era offuscata dal desiderio.
"Fammi usare un incantesimo." Mormorò il mago al suo orecchio. Anche lui pativa gli effetti della temperatura. "Lo dico per te. Rischi di sentirti male. Questa è la nostra luna di miele, dobbiamo godercela."
Rose cercò le sue labbra, e Draco fece subito incontrare le loro lingue, che si mossero con tanta passione da provocarle un capogiro. In basso, il suo corpo si strinse.
"No." Gli sussurrò. "Mi piace. Sto bruciando tra le tue braccia, e voglio continuare a farlo. Sento il sudore che scioglie i nostri corpi e li rifonde insieme. Siamo come cera, e la fiamma ci rende uniti."
Draco si tese in lei e la colpì con un'unica spinta prima di stringere i pugni e fermarsi. Rose gettò un piccolo urlo, e tornò a osservarlo con adorazione. Stava per essere sopraffatto dal piacere, e a lei piaceva essere la donna che gli faceva perdere la testa. Draco aveva ancora un pessimo carattere, ma la sua arroganza si spegneva quando stava con lei.
"È valsa la pena di sposarti, solo per sentirti parlare così." Le disse, e la colpì ancora con un'unica spinta. "Non hai idea di quello che mi fai. Le cose che dici mi fanno venire voglia di farti questo finché non avrai più voce per urlare."
Un'altra contrazione li sorprese nel loro punto di contatto e stordì entrambi.
"Ti prego, fallo." Lo supplicò la ragazza.
Draco era terribilmente duro, ma stringeva i denti e non si muoveva. Il suo sguardo suggeriva che fosse perso, tanto quanto lei. La ammirò guardandola negli occhi, e le rivelò sussurrando:
"Sei fatta per me. Hai tutto ciò che voglio e che non sapevo di volere."
Non si erano mai rivestiti da quando erano arrivati. Rose amava mostrarsi nuda a lui; Draco la guardava come se fosse perfetta. La adorava. La voleva. Mordeva i suoi seni, prendeva i suoi capezzoli in bocca e succhiava fino a farle male. E a lei piaceva. Nelle sue mani si sentiva bellissima.
Come suo marito era legittimato ad averla tutte le volte che voleva, e casualmente erano tutte le volte che lo voleva anche lei.
Si aggrappò ai suoi capelli. Anche andando piano, Draco riusciva a colpire il punto perfetto dentro di lei, e la sua lentezza prolungava la sua estasi. Continuarono a baciarsi. Le loro lingue, intrecciandosi, sembravano imitare ciò che il resto del corpo faceva. A un tratto, Rose spalancò le labbra, in risposta al fuoco che si stava accedendo in profondità.
"Più veloce..."
Ma Draco si fermò. Tenendosi con un braccio, fece scivolare una mano sul ventre della ragazza. Le sue rotondità non erano evidenti come la prima volta - il suo corpo aveva subito delle trasformazioni - ma iniziava a notarsi un piccolo gonfiore. Draco lo accarezzò con cura.
"Non posso." Spiegò. "Non voglio fare male a nessuna delle due."
Rose era la signora Malfoy soltanto da pochi giorni, ma il suo ventre ospitava una vita da ben quattro mesi. Quel piccolo cuore che batteva, era una femmina. Qualcosa di raro, tra i Malfoy, e per questo ancora più prezioso.
Il corpo sensibile di Rose si strinse attorno al suo, che divenne ancora più duro e gonfio. Erano stretti come se non potesse esserci altro spazio. Lei gemette, e cercò il suo viso. Doveva toccarlo, ne aveva bisogno. Doveva guardarlo, perdersi in quegli occhi azzurri ancora avvolti di mistero, dai quali sentiva di essere irrimediabilmente attratta.
"Potrei amarti di più soltanto se non avessi un corpo. Solo se fossi fatta di amore puro." Disse la ragazza, seguendo un flusso di pensieri inesorabile. "Nessuno ha mai provato qualcosa di più profondo di quello che io provo per te."
Draco scese di nuovo su di lei. "È soltanto perché non conosci il mio."
Quando Rose venne, anche Draco si riversò in lei. Rimase fermo per un po', con la testa bionda poggiata all'incavo del collo della ragazza, gli occhi chiusi, recuperando il fiato.
Rose passò una mano tra i suoi capelli, e con l'altra accarezzò la sua guancia, ruvida a causa della corta barba. Riempì suo marito di baci, ripetendogli quanto lo amasse, quanto gli fosse grata per averla resa madre di due bambini, uno dei quali era rimasto a casa coi nonni Weasley, e che lei non vedeva l'ora di riabbracciare.
La mano di Draco, tremolante per averlo sorretto troppo a lungo, toccò i suoi seni, indugiando sui capezzoli rosa, poi tornò a posarsi sul suo ventre.
"Sono io che devo esserti grato." Le disse, con voce stanca. "Mi hai ridato la vita quando pensavo di non averne più nessuna. Nessuna magia vale quanto quello che tu hai fatto per me."
Si baciarono dolcemente, e Rose fece intrecciare le loro dita sulla sua pancia. Un anello dorato brillava ora nel suo anulare. Lo guardò, seppur distratta dalla propria stanchezza, e sorrise. Non si era ancora abituata ad averla.
"Nel mio cuore sono sempre stata tua moglie. Questo anello mi ricorda che a un tratto lo hai voluto anche tu. Allora è deciso." Disse la ragazza. "Insieme per sempre."
"Insieme per sempre." Rispose Draco al sul orecchio. "E oltre."
Si addormentarono nudi, abbracciati, mentre un filo di vento attraversava la stanza, portando con sé il rumore rilassante delle palme oscillanti. Un elefante barriva in lontananza. Tutto era calma, come un sogno che pareva non dover finire mai.
*****
Autunno 2036 [presente]
Rose si prese molto tempo per fare una doccia. Le serviva a tornare in contatto con se stessa, al termine di una giornata caotica in cui aveva soltanto corso da un posto a un altro, incontrando Guaritori, parenti e amici, ognuno dei quali chiedeva notizie di Lucius.
Era stato un sollievo per lei apprendere che il peggio era passato, e che il ragazzo si stava riprendendo. Al termine del loro colloquio, l'infermiera scolastica lo aveva dimesso, e Lucius era tornato in classe accompagnato da una strana ragazza della Casa di Slytherin che sembrava piacergli. Rose aveva trovato conforto in quel momento di normalità, riflettendo sul fatto che suo figlio aveva forse ereditato da lei il gusto per gli Slytherin dal carattere ambiguo.
Su indicazione di Madama Abbott, il San Mungo aveva confezionato al ragazzo una pozione palliativa più forte, così da inibire la crescente intensità di voci, visioni e attacchi di panico. Tutto ciò non risolveva il problema, ma almeno concedeva a Rose una tregua.
Tornata al Manor, quando era ormai sera, aveva lasciato Cissy alle cure del padre ed era salita ai piani superiori. Prima di entrare nella doccia, aveva origliato le loro conversazioni in sala da pranzo, e aveva ascoltato la voce intensa di Draco insistere e perdere un po' la pazienza con la figlia che faceva la schizzinosa col cibo in tavola.
Quell'immagine le spezzò il cuore. Malgrado i suoi difetti, suo marito era sempre stato un buon padre. Non sapeva dimostrare affetto in modo espansivo, ma si occupava dei figli in maniera attenta e costante. Rose era ancora fiera di averlo scelto, e questo la fece arrabbiare.
Inizialmente aveva pensato che Draco avesse rovinato tutto, ma ora ce l'aveva con se stessa. Sotto la doccia, si preoccupò di insaponare la propria pelle con cura, così da eliminare sia dal corpo che dalle labbra la colpa di avere sfiorato un altro uomo. Tuttavia, non era sufficiente. Si sentiva a disagio per avere parlato a Trevor davanti a Draco, quella mattina, consapevole che il suo amico non avesse superato gli eventi della sera precedente e che nel suo sguardo disperato si celasse ancora lo stesso desiderio per lei. Era stato terribilmente imbarazzante. Non si aspettava di incontrarlo tanto presto e non era pronta. Draco aveva intuito le sue difficoltà e per questo li aveva quasi scoperti.
Il suo cuore pulsava con forza. Se suo marito si fosse sentito tradito - e non importava quanto di vero ci fosse in questo - sarebbe stata la fine. Questa volta avrebbe dato credito a suo padre; avrebbe ritenuto che sposare Rose fosse stato un altro grave errore di giudizio, e l'avrebbe abbandonata. Sia i Malfoy più anziani che i Weasley, non aspettavano altro che questo.
La strega si sciolse in lacrime al solo pensiero e si graffiò il petto con le unghie, cercando un sollievo al dolore che provava. Non avrebbe voluto essere la causa della fine del suo sogno con Draco. Desiderava ardentemente stare con lui e sperava che entrambi potessero mantenere la promessa fatta durante la loro luna di miele. Insieme per sempre. Perché era così difficile?
Lasciò che l'acqua portasse via il suo pianto. Quando uscì dalla doccia, asciugò i capelli con un incantesimo e tornò in camera da letto (era il bagno patronale) ancora avvolta dal costoso asciugamano legato sopra al seno. Non si era accorta di quanto tempo fosse passato. Doveva essere molto, perché Draco era già lì, ad aspettarla con le mani ai fianchi.
La scrutò da capo a piedi. La consapevolezza che fosse nuda sotto il corto e morbido tessuto non sembrava averlo lasciato indifferente. Quella sensazione rincuorò Rose e accese qualcosa anche in lei.
"Dobbiamo parlare." Esordì il mago, fissandola intensamente negli occhi, come per evitare di guardare tra le sue gambe nude.
"Sì, dobbiamo parlare, ma prima devo vestirmi." Rispose Rose. "Girati, per favore. Non voglio che mi guardi."
Quella richiesta lo infastidì molto, ma la accontentò ugualmente. Si girò e attese con pazienza che si rivestisse. Rose posò l'asciugamano sulla poltrona celeste di fronte al camino ed estrasse un'elegante camicia da notte nera dall'armadio. Era l'unica abbastanza scura da non essere trasparente, inoltre sembrava un vestito. In questo modo, avrebbe affrontato suo marito sentendosi meno vulnerabile.
"Hai finito?" Chiese lui, chiaramente irritato.
"Ora puoi girarti." Disse Rose, incrociando le braccia. Draco si voltò e scorse i suoi vestiti senza mostrare alcuna emozione. "Voglio proprio sentire cos'hai da dirmi."
Il mago si concesse un istante di riflessione. Nella penombra della stanza, i suoi lineamenti rivelavano una lotta interiore; lottava con se stesso, cercando la forza necessaria per esternare i suoi sentimenti. Quando si decise a rompere il silenzio, la sua voce tradiva ancora un'esitazione appena percettibile:
"Io amo te e i bambini per come siete." Affermò. "Non voglio cambiarvi. Non voglio perdervi. Lo Smistamento di Lucius mi ha confuso, è vero, ma non ho mai voluto schierarmi dalla parte di mio padre. Lui ha soltanto approfittato del mio smarrimento per venire qui a seminare discordia e tentare di farci separare. Ma è stato tutto inutile. Gli ho scritto una lunga lettera. L'ho rimproverato per il modo in cui ti ha trattato, per le bugie che ti ha raccontato, e gli ho detto chiaramente di non tornare mai più. Non posso tollerare la sua interferenza nella nostra vita, né quella di chiunque altro. Tu sei mia moglie da dieci anni. Se ti perdessi ora, non saprei più chi sono."
Gli occhi di Rose si erano riempiti di commozione. Li asciugò con un gesto delicato della mano, e rispose: "Io provo la stessa cosa, Draco. Non voglio trovarmi da nessun altra parte se non con te. Mi rattrista soltanto il fatto che siamo soli. Nessuna delle nostre famiglie approva ciò che abbiamo costruito, e mi sembra ingiusto. Noi non ce lo meritiamo."
Draco allargò le braccia accoglienti e Rose vi si tuffò senza esitazione. Lo strinse forte, circondandolo attorno collo, mentre lui le accarezzava dolcemente la schiena, stringendola a sé in un abbraccio caloroso.
"Dimentichiamo quello che ci siamo detti in passato, va bene?"
Rose accolse immediatamente la sua proposta. Niente nei loro litigi era importante quanto fare pace. Erano di nuovo insieme, e lei si sentiva felice e al sicuro.
"Che mi dici di te?" Domandò ancora Draco, all'improvviso, con voce più seria e preoccupata. "Accetterai mai quello che sto facendo?"
Lei cercò il suo sguardo, e lo vide turbato. La risposta le apparve in mente con chiarezza: "Non posso accettare che tu voglia studiare le Arti Oscure, ma vorrei conoscere la ragione per cui lo fai. È forse colpa mia? Non sono più abbastanza per te?"
Draco le accarezzò dolcemente la guancia, il suo sguardo dispiaciuto era concentrato sulle sue labbra rosse. "Non devi mai pensarlo. Tu non c'entri, lo faccio perché ne ho bisogno. Le Arti Oscure non sono per forza sbagliate. Tutto dipende da come vengono usate."
Rose si ricordò delle parole di suo fratello a proposito della magia oscura praticata dalle antiche tribù magiche. Anche loro la studiavano, la consideravano la vera essenza della magia. La ragazza non riusciva a immaginare che il Ministero potesse imprigionare un'intera tribù solo a causa di quelle idee. Forse c'era un briciolo di verità nelle loro credenze. In ogni caso, il modo in cui i Figli di Salazar avevano utilizzato le Arti Oscure era inaccettabile.
"Anche se mi sforzo, non posso vedere questo tipo di magia come qualcosa di diverso da una manifestazione di malvagità. Albus e Lily hanno fatto cose orribili. Noi stessi con la Bacchetta Invincibile abbiamo sfidato la natura, ed è stato un disastro. Aiutami a capire. Tu in che modo vuoi usarla?"
"Sto cercando di migliorare le nostre vite." Spiegò Draco, dopo una breve pausa. "La verità, Rose, è che se reprimessi il mio bisogno di studiare la Magia Oscura reprimerei anche me stesso. È questo che vuoi? Ormai dovresti conoscermi. Non ho mai varcato i confini del male, e non inizierò adesso. Devi soltanto fidarti di me."
"Io mi fido di te." Rispose sua moglie, ma la sua sicurezza vacillò. In tutta onestà, non lo pensava seriamente, e Draco lo sapeva, lei glielo aveva già detto.
"No, non è vero." Ribatté. "Ma ti assicuro che presto lo farai."
La baciò con passione, e Rose sentì la propria mente perdersi in un vortice confuso di sensazioni. Finora non era stata consapevole di quanto intensamente gli fossero mancate le sue labbra; di quanto desiderasse baciarlo con dolcezza, così come stavano facendo, lasciando che le loro lingue si incontrassero piano, seguendo una lenta danza seduttrice.
"Sei sicuro che Cissy non verrà a cercarci?" Domandò, in un barlume di lucidità.
"Era stanca, si è già messa a dormire." Rispose Draco, prendendola per i fianchi e avvicinandola di più a sé. "In ogni caso, la porta è chiusa a chiave. Stavolta nessuno di noi due potrà scappare."
I suoi muscoli si fecero molli, e non oppose alcuna resistenza quando Draco la sollevò per i fianchi e la portò a letto.
Senza smettere di baciarla, si sdraiò su di lei e si incastrò tra le sue gambe con ancora i vestiti addosso. Sollevò la sua gonna oltre i fianchi, aprì la cerniera dei pantaloni e dolcemente scivolò nel corpo caldo e accogliente della moglie, emettendo un basso gemito quando si fece strada fino in fondo.
Quel senso di pienezza, che lei tanto conosceva e amava, era sublimato dal piacere che derivava dal semplice fare pace. Rose era senza fiato, e si aggrappò con le braccia e con le gambe al corpo del marito, facendo in modo che colpisse proprio dove ne aveva più bisogno.
Era intenso, perfetto. Rose gemeva e si dimenava, mentre Draco continuava a muoversi dolcemente, stuzzicando i loro piaceri con calma, come una fiamma che rimane costante, alimentata dai baci languidi e dai sospiri. Ma quando entrambi giunsero al limite, accelerò le sue spinte fino a strapparle un urlo disperato, e poi si riversò in lei.
Sebbene fosse rischioso, non gli importava. Rose inclinò la testa lateralmente. L'orgasmo era stato così intenso da stremarla. Draco la lasciò libera. Con dolcezza, la avvolse nei suoi abbracci, creando per lei un riparo caldo e protettivo, nel quale la riempì di baci.
"Riposati, amore." Le sussurrò, accarezzando i suoi ricci. "Non abbiamo ancora finito."
La strega chiuse gli occhi stanchi, compiacendosi della sua dolce promessa. Senza rendersene conto, però, si abbandonò al sonno.
"Svegliati, Rose."
Riaprì gli occhi. Draco era seduto accanto a lei. Tra le mani, stringeva una fiala. Il contenuto somigliava al metallo liquido, ma brillava con riflessi dai colori dell'arcobaleno. La strega si mise seduta e domandò:
"Che cos'è?"
"È una pozione che ho preparato per noi due." Spiegò Draco. "Dobbiamo berne un sorso insieme."
Rose non si sentiva abbastanza lucida da mettere in discussione i motivi per cui suo marito aveva prodotto quella strana pozione. Avevano appena fatto pace. Voleva essere gentile con lui.
"E poi cosa accadrà?" Domandò soltanto.
"Fidati di me."
Poichè Draco aveva tirato in ballo la fiducia ancora una volta, Rose valutò la possibilità di credergli. D'altra parte, che motivo c'era di diffidare di un marito che aveva appena dimostrato di amarla così tanto?
Accettò la fiala, staccò il piccolo tappo di sughero e portò l'orlo alle labbra. Un delizioso profumo di zucchero la travolse, e anche il sapore risultò sorprendentemente dolce. Sorseggiò la pozione con piacere, poi la passò a Draco, il quale inghiottì il resto.
I dubbi di Rose non si dissolsero mentre osservava la camera da letto venire avvolta lentamente da un misterioso strato di nebbia. Intimorita, la donna si aggrappò al braccio del marito.
La nebbia si intensificò, fino a nascondere ogni dettaglio dell'intera stanza. Tutto intorno a lei si tinse di bianco. Rose perse il contatto con Draco, ormai incapace di vederlo o toccarlo. Poi si rese conto di non riuscire più a vedere nemmeno il proprio corpo.
"Che cosa mi hai fatto?" Domandò Rose, che senza volerlo aveva parlato in quella che sembrava essere la propria mente, dove una voce estranea rispose:
"Lasciati andare."
"Dove sei, Draco?"
"Proprio davanti a te."
Ovunque Rose guardasse, tutto ciò che vedeva era un bianco candido e irreale. Tuttavia, decise di seguire il consiglio del marito e, in qualche modo, si calmò. Fu allora che notò una luce dorata accanto a lei, nel punto in cui era stato Draco poco prima.
Era un bagliore indefinito, non accecante, simile a qualcosa che Rose, suo malgrado, aveva già sperimentato in passato, quando le anime di Astoria e Scorpius si erano riunite dopo la loro definitiva seconda morte.
"È la luce delle anime. Siamo morti?"
"No, non siamo morti. La pozione che ti ho dato ci ha portati su di un nuovo livello di coscienza."
"Perché siamo qui?" Domandò ancora la strega. Era semplicemente curiosa. Era come se, lassù, non ci fosse alcuna ragione di stare in pensiero.
"Ci sta mostrando la verità. Guardando nella tua luce, io vedo me stesso. Tu cosa vedi?"
Per quanto assurdo potesse essere, Rose concentrò la sua attenzione sulla luce emessa da Draco. Sobbalzò, piena di meraviglia, quando anche lei riconobbe se stessa in lui. Era come guardarsi allo specchio.
"Ci sono io." Rispose Rose. "Sto bruciando dentro di te."
"Succede perchè ti amo. Tienilo a mente ogni volta che dubiterai delle mie intenzioni."
Rose non poteva credere a niente di ciò che stava accadendo. Sembrava di essere immersa in un sogno. Commossa, provò l'impulso di toccare suo marito, ma anche lei era soltanto uno spirito e il contatto fisico non era possibile.
"Avvicinati. Voglio sentire il tuo calore." Gli chiese.
La luce di Draco si avvicinò a lei. Quella vicinanza era strana; era come se fossero due poli opposti che non potevano fare a meno di attrarsi. La sua anima stava sperimentando ciò che il corpo aveva provato solo poco prima. Desiderio di unione, necessità di fondersi.
"Possiamo legare per sempre le nostre anime. Se mi avvicino, accadrà. Saremo cera fusa insieme, diventeremo una cosa sola, sia in questo mondo che nell'altro." Disse la voce di Draco.
Rose non aveva più paura. Lo voleva anche lei. Sembrava giusto, doveva andare così: sapeva di essere sempre stata destinata a Draco e non poteva immaginare di vivere senza di lui.
"Lo voglio. Non posso fare a meno di volerlo. È come un'esigenza."
Neanche il miglior orgasmo avrebbe potuto eguagliare il senso di appagamento, completezza e felicità che la travolsero non appena Draco unì la propria luce alla sua.
Era perfetto. Per la prima volta, Rose sentiva di non avere bisogno di nient'altro. Le insicurezze e le paure persero di significato. Non c'erano più incomprensioni dentro di lei, né domande irrisolte. La voce che aveva comunicato con lei nella Stanza della Morte non era più un mistero.
Ogni cosa nella sua mente era chiara e semplice, anche se non deteneva le risposte, perché ormai era in pace con se stessa. Aveva fiducia che lei e i suoi cari sarebbero stati bene; non c'era nulla di cui preoccuparsi.
E proprio quando la sua anima raggiunse il culmine del benessere, la magia svanì.
Rose aprì gli occhi. Lei e Draco erano svenuti sul letto, con la boccetta ancora delicatamente incastrata tra le dita del mago. Anche lui aprì gli occhi e, lentamente, ancora storditi, si sedettero entrambi.
L'esperienza era stata così travolgente che con il ritorno alla normalità Rose si chiese cosa ci fosse stato di vero: la stanza avvolta nella nebbia, la soddisfazione fisica trasformata in appagamento dell'anima. Forse aveva solo immaginato tutto.
Si voltò verso Draco. Ora che la fusione aveva perso i suoi effetti calmanti, Rose tornò a preoccuparsi per il futuro; allo stesso modo, l'espressione del marito rispecchiava la solita mestizia esistenziale. Draco indicò la boccetta ormai vuota con lo sguardo e spiegò:
"Amor Aeternus. Molto in voga qualche secolo fa, tra gli amanti che non potevano stare insieme. Era considerata una delle dichiarazioni d'amore magiche più importanti."
C'era una foga sinistra nelle parole di Draco, la stessa che Rose riconosceva in lui ogni volta che si avvicinava alle Arti Oscure.
"È una maledizione." Comprese lei, tristemente.
"Può esserlo, quando non è vero amore. Ma non è il nostro caso. L'ho visto dentro di te, e tu l'hai visto in me. Noi viviamo già l'uno per l'altra."
Rose si irrigidì. La pozione era servita a Draco per trovare il coraggio di dichiararle amore eterno, e avrebbe potuto essere il momento più romantico della loro esistenza, invece era stato inquietante.
"L'Amor Aeternus ha collegato le nostre anime e le nostre menti, ed è irreversibile." Continuò Draco. "Col tempo si rafforzerà e sarà come poterti leggere nella mente, ovunque tu sia."
Trevor. Ho quasi baciato... No, non pensarci!
"Io mi sono fidata di te! Mi sono fidata di te, e tu mi hai dato da bere una pozione di Magia Oscura." Strillò Rose. "Come hai potuto farmi questo? Era con l'inganno che speravi di migliorare le nostre vite?"
Con uno scatto di disperazione, la strega si alzò dal letto e fronteggiò il marito dalla parte opposta. Anche Draco la imitò; sembrava addirittura offeso.
"Lo volevi anche tu! Volevi questo fin dalla nostra luna di miele, e ora è successo. Siamo una cosa sola. Non dovrai più dubitare di me, lo capisci?" Insistette. "Saprai cosa sto cercando nelle Arti Oscure senza che io debba spiegartelo, capirai cosa sto provando, saprai tutto di me. Non ci saranno segreti tra noi, ci fideremo per sempre l'uno dell'altra."
Draco continuava a parlarne come fosse qualcosa di estremamente romantico, e anche Rose un tempo lo avrebbe creduto. Condividere con lui un legame così profondo poteva essere romantico, se la vita non fosse stata altro che un'eterna giornata di sole tiepido, vissuta lontano dalle ombre. La vita vera, però, somigliava più a un umido pantano collocato nei più fitti anfratti di una giungla oscura.
"Lo scopo del nostro matrimonio non era quello di leggerci nella mente, ma di comunicare." Gli disse. "Potevi almeno parlarmene prima di trascinarmi nella Magia Oscura contro la mia volontà. Quel che mi rattrista di più, è sapere che dieci anni fa non mi avresti mai fatto un torto simile. Rifletti su questo, Draco: che valore ha essere parte della tua anima, se non mi hai mai dato modo di sceglierlo davvero?"
Draco la fissò seriamente. Le sue parole lo avevano ferito.
"Rattrista di più me sentire con quanta indifferenza parli del nostro legame eterno, e so che purtroppo la spiegazione è una: se davvero non volevi bere quella pozione, significa non mi hai mai amato. Ti ho visto ardere per me, ma forse non è così che arde un vero amore."
"L'Amor Aeternus era davvero una Maledizione." Commentò Rose, e si portò le mani sulla fronte per la disperazione.
"A questo punto, sì. Lo è." Rispose Draco, la voce tagliente per la rabbia trattenuta. "Credevo di averti preso con l'amore, invece ti ho avuta con la forza. Me ne farò una ragione. Passa una buona eternità con me, moglie."
Qualcuno bussò alla porta. Rose era così avvilita che quasi non sentì i rintocchi. Draco era il più vicino e andò ad aprire. Una scheggia bionda, vestita di un pigiama rosa, attraversò la stanza e corse a tuffarsi sul letto matrimoniale. Il materasso oscillò più volte e Cissy rise di gusto come se si trovasse sulle giostre.
"Vi sentivo parlare dalla mia stanza. Che state facendo?" Domandò la bambina vivace.
"Niente. Perché sei sveglia?" Rose si precipitò dalla figlia. Era un sollievo che fosse piombata all'improvviso tra lei e Draco, prima che le tensioni tra di loro degenerassero.
"Ho fatto uno strano sogno. Era tutto buio e c'era una voce che continuava a chiamare Lucius. Io gli ho risposto che aveva sbagliato persona e che mio fratello è a Hogwarts, e allora se n'è andata."
Rose aveva schiuso le labbra dallo stupore; si dimenticò dell'astio nei confronti del marito e lo guardò in faccia. Anche Draco aveva già messo da parte i rancori e si era avvicinato a Cissy.
"Non ha detto nient'altro?" Domandò lui alla bambina.
"Sì." Rispose Cissy genuinamente, per nulla impressionata dall'evidente tensione dei genitori. "Ha detto anche aiutami. Che cosa strana, vero?"
Draco e Rose si scambiarono un altro sguardo pieno di sconcerto.
*
*
E da qui si parte in direzione Little Hangleton!
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