Capitolo 24.~
-Sei pronta?- Mi domandó James, mentre la sua testa faceva capolino dalla porta.
Io annuì appena, guardando le valigie che avevo preparato. Erano solamente due, ma avevo avuto bisogno di tutto l'aiuto possibile per farle, perché nonostante avessi ridotto l'utilizzo della carrozzina, i problemi alle gambe erano ancora presenti.
Non vedevo l'ora di poter riprendere l'uso delle gambe in maniera permanente.
Odiavo dipendere dagli altri quanto odiavo far pena.
Da quando Lena era morta, avevo praticamente iniziato ad odiare una marea di cose.
Soprattutto quella vita senza di lei.
-Si, e tu?- Domandai osservando il mio ragazzo.
James mi sorrise, in quella maniera così irresistibile, che quando saltò sul letto, non riuscii a trattenermi dal baciarlo.
Era passato del tempo dal giorno in cui mi aveva parlato in ospedale, e la nostra relazione stava procedendo per il meglio.
Se avevo avuto la paura che lui mi abbandonasse a causa del mio problema alle gambe, mi ero sbagliata in maniera colossale.
Aveva anche chiesto delle settimane di pausa finché potesse stare al mio fianco.
Ovviamente, non aveva ricevuto il consenso, ma ciò non lo aveva fatto arrendere.
Tutti i suoi momenti liberi possibili, li passava con me, che sia dal vivo o con skype.
Era stato lui ad aiutarmi a riprendere a camminare, affiancando il mio fisioterapista.
Era stato lui a spronarmi a non chiudermi a riccio.
Era stato lui a farmi tornare in parte, il sorriso.
Era impossibile non amare James per tutte le cose che faceva per me.
-Si.- Rispose lui, tra un bacio e l'altro.
Io sorrisi, e lo strinsi in un abbraccio.
Era una bella sensazione, quella di rimanere accoccolata a lui senza dire una parola.
Mi sentivo a casa.
-Gail, sei sicura di volerlo fare?- Mi domandó James, con un filo di preoccupazione nella voce.
Io gli presi la mano e feci un respiro profondo.
-Sono prontissima.
Lena lo ha chiesto espressamente, perciò dobbiamo farlo.
Abbiamo già rinviato per colpa delle mie gambe, ora che sto bene non ho intenzione di rinviare ancora.-
Mormorai con decisione, mentre incrociavo lentamente le gambe.
Il ragazzo mi guardò con serietà, annuendo appena.
-Abby, non potrai più tornare indietro. Appena varcherai quella porta, i dubbi e le paure ti assaliranno, tanto che ti tremeranno le gambe. Tua madre non la prenderà bene, ma sai anche tu che é l'unica soluzione. Ora te lo richiedo, lo vuoi davvero?- Mi chiese il ragazzo, cercando di farmi ragionare. Lo faceva sempre, ma invano.
-Non ci sono alternative, James.
Mia madre capirà, come spero capirà che tu non c'entri nulla in questa storia.
Sono io che voglio farlo.
E non m'importa se lei sia convinta che non sono fisicamente pronta, domani faró diciotto anni e se ne farà una ragione.-
Cercai di mostrarmi più dura possibile, ma mi stavano venendo le lacrime agli occhi.
Eravamo finalmente pronti a realizzare l'ultimo desiderio di Lena, eppure c'era ancora un ostacolo.
Mia madre.
Mancava un giorno e avrei compiuto diciotto anni, e nonostante lei fosse contraria del progetto Lena Hale e della mia relazione con James, nulla poteva fermarmi. O quasi.
Sapevo cosa stavo per perdere. Sapevo che c'era la probabilità che mia madre non mi guardasse più in faccia. E questa mia certezza mi stava uccidendo.
-New York ci aspetta, allora.-
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
[Sei mesi prima]
Cristiano sembrò fissare un punto fisso a terra, mentre si schiariva la voce.
Non lo avevo mai visto così spento, ma d'altronde non doveva essere facile neppure per lui.
-Io sono Cristiano Ronaldo, ma questo lo sapete già.- Sussurrò l'uomo, mentre le sue mani tremavano.
-Ci sono tante cose che sapete di me.
Sapete che gioco nel Real Madrid e nella nazionale portoghese, che ho vinto tre palloni d'oro e che sono il testimonial di molti marchi.
Probabilmente, sapete più cose voi di me che il contrario.
Ho sempre pensato di essere un donnaiolo, che difficilmente si innamora di una donna per quello che è.
Ma quando ho conosciuto Lena Hale, ho capito che forse ciò non era del tutto vero.
Lena non era come tutte le altre ragazze.
All'inizio lei ha provato ad esserlo, ma ad un certo punto si era resa conto di schifare troppo la normalità e ha cominciato ad essere diversa, la ribelle della situazione. Come seguendo un copione.
Ma lei era molto di piú.
Quando l'ho incontrata, ovvero quando ha cercato di umiliarmi, l'ho classificata come una ragazza in cerca di attenzioni.
Ma in realtà, Lena lo faceva solo per farsi odiare.-
Il lusitano fece una pausa, mentre i suoi occhi si posavano su di me.
-Io e Lena eravamo molto simili, ma lei aveva la stupida convinzione che più la gente la odiasse meglio era.
Diceva che così avrebbe evitato che la gente finisse in una strada per colpa sua.
All'inizio pensavo fossero solo parole.
Che male faceva una ragazza di quasi vent'anni?
Ma poi, ho capito quanto dolore avesse nel corpo.
Pian piano ho scoperto parte dei suoi misteri, delle sue fughe e il perché ultimamente fosse così strana.
Ho cercato di aiutarla, ma non è servito.
Mi spiace.- La voce del ragazzo si incrinó maggiormente, mentre si portava le mani sul viso, ormai colmo di lacrime.
Mi sentivo un mattone sullo stomaco.
Avevo sempre avuto la convinzione di conoscere bene Lena. Ma erano cazzate, non era così.
Eppure perché era stata mia amica per così tanto tempo? Cristiano aveva detto che Lena aveva allontanato tutti e tutte ma con me l'aveva fatto in piccola parte.
Perché?
Nonostante Lena fosse morta, i misteri si infittivano sempre di più, come la mia confusione.
-Solitamente con tutte le ragazze che ho avuto, sono sempre stato io con il coltello dalla parte del manico, ma stavolta l'ha vinta lei la partita.
Sono diventato dipendente da Lena Hale.- Sussurrò Cristiano Ronaldo, spezzandomi decisamente il cuore.
[...]
-Che hai intenzione di fare, Abby?- Mi domandó James, una volta terminato il funerale.
Ci eravamo allontanati un attimo, verso un sentiero in pianura.
James spingeva la mia carrozzina, sebbene questa situazione mi mettesse in profondo disagio.
Non c'era voluto molto tempo per raccontargli delle ultime volontà di Lena, che lei stessa mi aveva chiesto di soddisfare nella lettera.
-Partirò appena le gambe me lo permetteranno, James.
Magari ci vorranno quattro mesi, magari sei o magari un anno, ma io lo farò in qualsiasi modo.- Risposi con decisione.
Lena mi aveva chiesto espressamente di prendere il suo diario dal quinto cassetto di camera sua, e aprirlo a pagina 45.
Così avevo fatto, scoprendo che lei aveva stilato una lista di cose che desiderava fare prima di morire. Alcune di esse erano divertenti, altre pericolose e altre alla portata di tutti, ma nonostante tutto, avevo accettato la sfida.
Avrei creato una specie di evento, coinvolgendo più persone possibili.
-Abby, sei l'unica persona che mi mancherà sempre. Più del dicibile. Più di tutto. Più del mondo. E non importa quanto tempo sia passato.
E non importa quanta distanza ci separi. E non importa la gente. E non importa come sia andata a finire e come finirá.
Non importa.
Perché tu mi mancherai comunque, anche se non ci fossimo mai conosciuti.
Perciò mia cara, ovunque andrai, ci sarò anche io, che tu voglia o no.-
Sul mio volto comparve la traccia di un sorriso.
Lo volevo con me in quella pazza avventura, eppure sapevo quanto lui avesse da perdere.
Lui non era un ragazzo qualunque.
Lui era James Rodriguez.
-Hai il calcio, e non sarà un viaggio di un solo giorno. Staró via tantissimo tempo, e non posso permettere che tu rinunci ai tuoi sogni per me.-
Mormorai, ben sapendo che non era facile fargli cambiare idea.
Infatti, non ci riuscii.
Si chinò su di me, dandomi un casto bacio sulle labbra, senza dire una parola.
Ma quel bacio valeva più di tutte le parole del mondo.
Spazio autrice.
Capitolo noioso ma di passaggio.
Nel prossimo capitolo saprete cosa c'é scritto nella lettera muahahah
E anche qualche dettaglio in più fra Lena e Cris.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro