~Capitolo 19.
Hai presente quando il cielo è ingombrato da nuvoloni grigi, ma non piove?
Ecco così mi sentivo.
Ero sul punto di scoppiare ma non scoppiavo.
Mi allontanai piano dalla scena e, sempre con lentezza infinita, tornai da Lena.
Fingere che tutto fosse perfetto ormai era la mia specialità.
-Non l'ho trovato.- Mentii con un sorriso, appena ritrovai la mia amica.
Lei sembrò sospettosa, ma probabilmente lasciò cadere ogni dubbio.
Mi aveva visto piangere per Jacob, perciò i miei occhi gonfi e lucidi potevano essere così per quella causa.
Mi dispiaceva non dirglielo, ma sapevo che sicuramente avrebbe fatto qualcosa di azzardato se lo avesse saputo.
L'ultima cosa che desideravo era un'altra discussione.
-Ti aiutiamo a cercarlo?- Chiese lei, facendomi l'occhiolino.
Io scossi la testa, cercando di scacciare dalla mia testa la scena in cui lui baciava mia sorella.
-Nah, gli mando un messaggio.
Io vado a casa da Arya e Lucas, ho un forte mal di testa.- Sussurrai, mentre Lena storceva il labbro.
-Sono entrambi qua, Ab.-Ammise.
Dunque anche Lucas era presente, fantastico.
-Oh.-Mi mostrai sorpresa, e scossi le spalle.-Vado ugualmente a casa, é vicino.
Diedi un bacio sulla guancia a Lena e strinsi la mano a Cristiano.
-Abby?- Mi chiamò Lena, e io trattenni il fiato.
-Si?
-Non perderti.- Lei ghignó e io sbuffai.
Ma almeno non citó più James.
L'aria era fredda, e io ovviamente non avevo nulla con cui coprirmi.
Mi tolsi i tacchi, che mi davano un fastidio tremendo, e iniziai a correre.
Correvo più veloce del vento, così veloce che nessuno poteva fermarmi.
Mi sentivo libera, e lo ero. Ma non dai pensieri, quelli continuavano ad assillarmi e a pungolarmi.
Volevo scappare da essi, volevo essere per una volta felice e spensierata.
Forse presi troppo velocità perchè ad un certo punto mi ritrovai a terra.
Non piansi e non dissi una parola.
Mi limitai a stare sdraiata, con gli occhi puntati verso il cielo stellato.
Poteva passare una macchina o un camion, ma sicuramente non m'importava.
Non mi stanco mai di un cielo azzurro, diceva Van Gogh. E aveva ragione.
Certo, il cielo era blu e puntellato di stelle, ma il concetto era sempre quello.
Non ricordo per quanto tempo stetti sdraiata sul cemento della strada e a cosa pensai, ma ad un certo punto mi alzai e ripresi a correre.
Correvo per sfuggire all'ordinario.
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Da: Scemo Pagliaccio 2.
Abby, stai bene? Ieri, ti ho cercato dappertutto ma non ti ho trovato.
Ho visto Lena e mi ha detto che ti sentivi poco bene...
A che ora partite?
Feci un sospiro e digitai una risposta.
A: Scemo Pagliaccio 2.
Alle 12:00.
Non vieni a salutare Arya?
L'aereo, in realtà, partiva alle undici e forse fu un colpo basso mentire sull'orario, ma non volevo più vederlo. Cioé volevo, ma sapevo che non dovevo farlo.
Avevo preso la decisione che per un po' la nostra amicizia sarebbe stata ferma.
Lui era libero di baciare chiunque, e io dovevo smetterla di essere gelosa. Non aveva colpe, alle sue orecchie ero ancora fidanzata. Ero stata solo stata una cretina a pensare che davvero potessi piacergli, ma lui non aveva fatto nulla per non farmelo credere. Anzi.
Anche se facevo fatica ad ammetterlo, stavo malissimo.
Tutto ad un tratto mi ero resa conto di provare qualcosa per James.
Inoltre c'era la faccenda di Jacob che si aggiungeva nella lista delle mie sofferenze.
Adesso capivo come mai ultimamente mi era sembrato piuttosto strano e insistente riguardo a James.
Alla faccia delle offerte dei supermercati, io davvero avevo preso due fregature al prezzo di uno.
Mi arrivò un altro messaggio e lo lessi al volo.
Da: Scemo pagliaccio 2.
Arya? Eh?
Comunque ci vediamo un po' prima?
Chiusi il telefono e lo buttai sul letto.
Non avevo nulla contro Arya, certo all'inizio l'ho un po' odiata, ma dopo aver visto in che stato era tornata a casa avevo capito che non aveva molte colpe.
Era ubriaca fradicia, e a malapena stava in piedi.
Forse non si ricordava neppure del bacio, e conoscendola, era possibile.
Arya è buona come il pane.
Sebbene adorasse James, sospettava che fra noi ci fosse qualcosa, perciò non avrebbe mai fatto nulla di azzardato.
Mi arrivarono una sfilza di messaggi di James, ma io mi limitavo a cestinarli senza neppure leggerli.
Qualcuno bussó alla porta e sperai con tutta me stessa che non fosse James.
Grazie al cielo, era Lena.
Si buttò sul letto, con un pacchetto di cioccolatini al rum in mano, e mi fissò truce.
-Che succede? James ha detto a Ronaldo che tu non gli rispondi ai messaggi.- Annunció Lena, e io alzai le spalle.
Sapevo che James l'avrebbe fatto.
-Ho finito il credito.-Mentii, ma Lena fu più veloce e mi rubó il telefono.
Controlló il mio credito residuo e poi alzò gli occhi al cielo.
-Non sai mentire, Aurora.- Fece una smorfia. -Cos'é successo? Dov'é finita la regola 'niente segreti'?-
Da che pulpito, lei mi stava nascondendo il mondo.
Alzai un sopracciglio e ripresi il comando del mio telefono.
-E allora se non ci sono segreti fra noi, raccontami di Ronnie.-La pungolai seccamente, e per una delle poche volte in vita sua, non ebbe niente da dire.
Si limitò a guardarmi truce e in cagnesco, mentre sogghignavo.
-Bene. Comunque hai già fatto le valigie?- Chiesi, cambiando argomento.
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Sopportare mia madre e le sue domande sul viaggio fu pesante.
Come potevo dirle che era stato un fallimento? Come potevo dirle che avevo lasciato un pezzo del mio cuore a Madrid, da James? Come potevo dirle che mi sentivo uno straccio?
Non potevo.
Certe cose non possono essere espresse con le parole.
Dicendo di essere stanca, corsi in camera mia.
Lì in Canada faceva decisamente freddo, e dovetti indossare più strati di felpe.
Quando mi ritrovai in mano alcuni indumenti di James, crollai.
Mi buttai in terra e chiusi gli occhi.
Non riuscivo a far finta di nulla.
Riaprendo gli occhi mi imbattei su una delle tante citazioni che avevo sulle mie pareti. Avevo tappezzato la camera di post-it.
'Dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.
In qualche modo, essi sanno cosa vogliamo realmente. (Diventare)
Tutto il resto é secondario.'
-Steve Jobs.
Sbuffai.
Ma perché proprio quella citazione avevo beccato?
Sapevo benissimo cosa desiderava il mio cuore.
E sapevo che non potevo averlo.
Mi stavo già pentendo sulla mia decisione di non sentire più James, forse sarebbe stato meglio se prima avessi chiarito con lui.
Forse mi stavo comportando come una bambina cancellando i suoi messaggi e ingannandolo? Lena avrebbe sicuramente detto di si.
Ma quando una persona é arrabbiata, ferita o innamorata difficilmente ragiona. Ancora più difficile se é tutte e tre insieme.
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C'erano tre cose che facevo quando avevo bisogno di sfogarmi.
Una era correre, ma in camera mia era proibito.
Poi, disegnare. Ma non avevo più tele libere.
E infine, rispondere ai messaggi sulla mia pagina ufficiale.
Non ci entravo da giorni, e mi ritrovai messaggi e messaggi da parte dei miei seguaci.
Amavo l'amore dei miei fan, ed era giusto passare del tempo con loro per ripagarli.
Alcuni messaggi chiedevano di me e James, e naturalmente non risposi.
Cosa potevo dire?
'Ehi, credo di provare qualcosa per lui ma lui bacia mia sorella'?
Era fuori discussione.
Altri messaggi erano più sviluppati e articolati, tanto che alcuni mi strapparono una lacrimuccia.
E poi, ecco che fra tutti quei bellissimi messaggi ne spunta uno che mi colpì come un fulmine a ciel sereno.
Era di un certo Joe Clark, e lo lessi tutto in un fiato.
Cara Gail,
Ti chiamo così perché pensare cje io sia uno dei pochi a farlo mi fa sentire quasi importante.
Mi sei piaciuta subito.
Sei una ragazza dolcissima e hai paura quasi di spezzarti in due, come se fossi un fiorellino di campo.
E poi, sei decisamente una ragazza intelligente.
Non dici mai nulla di scontato e nulla di troppo, quello che dici spesso e volentieri proviene dal profondo del tuo cuore.
Una volta ho conosciuto una ragazza, Isabelle.
Lei era bellissima, con quei capelli corvini e gli occhi grigi e svegli.
Ci siamo innamorati subito.
Eravamo una coppia stupenda, Gail.
Lei mi accettava per come ero e io accettavo lei nei suoi pregi e nei suoi difetti.
Ma un giorno, lei se ne é andata.
Non ha lasciato altro che un biglietto sgualcito con scritto che non poteva restare e che aveva bisogno di pensare a se' stessa.
Fu una delusione enorme e ci stetti di un male che neanche immagini.
Volevo mollare tutto e starmene chiuso in camera, rannicchiato in un angolo con solo una coperta addosso.
E invece, non lo feci.
Ma nonostante tutto una parte di me non smise mai di sperare che forse avrei trovato un'altra persona che non mi avrebbe mai lasciato.
E quando ormai avevo smesso di pensare all'amore, ecco che è arrivata lei. Amanda.
Lei era completamente diversa da Isabelle.
Era sveglia e bella, certo. Ma sapeva guardarti dentro, con una sola occhiata. Era un po' come te, ecco.
La nostra relazione, se così posso chiamarla, era piuttosto complicata. Non sto qui a raccontarti dettagli perché sicuramente ti annoierei.
Quello che voglio dire, é che stava andando tutto bene, fino a quando lei se ne è andata quatta quatta, senza dire una parola.
Non so cosa io le abbia fatto, ma so solo che mi manca immensamente.
Tu che mi consigli di fare? Ho provato a cercarla, ma lei mi evita.
Vorrei solo capire cosa possiedo di sbagliato.
Grazie di avermi ascoltato, tuo Joe.
Ps: Ti lascio tre delle mie citazioni preferite di Neruda .
'Perché tutto l'amore mi arriva di colpo quando mi sento triste, e ti sento lontana...'
'Morirei per un tuo solo sguardo, un tuo sospiro che profumi d'amore ed una carezza che riscaldi il mio cuore. Non assomigli più a nessuna da quando ti amo.'
'E da allora sono perché tu sei, e da allora sei, sono e siamo, e per amore sarò, sarai, saremo.'
Spazio Autrice:
Abby é bipolare lol.
Joe é un nuovo personaggio, farà dimenticare ad Abby di James o la inciterá a cercarlo?
Chissà. :3
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