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Capitolo 16.~

-È GOOOOL!!
CRISTIANO RONALDO SEGNA AL 93' GRAZIE AD UN FENOMENALE ASSIST DI JAMES RODRIGUEZ!
LA PARTITA FINISCE 2-1 PER I CATALANI, MA CHE BRIVIDI QUI AL CAMP NOU! CHE BRIVIDI!- Dissi Arya, che aveva passato gran parte del tempo a fare la telecronaca.

E così il Clasico terminò con una sconfitta combattuta fino all'ultimo minuto.
Quando intendo che James sia un vero campione, prendo in riferimento il sorriso dipinto sul suo volto quando lanciava la sua maglia alla tribuna e il suo modo positivo di reagire alla sconfitta in casa dei catalani. I piagnistei e le crisi di nervi non erano da lui, forse più di un arrabbiato Cristiano Ronaldo.
Ma in quel caso, credo che sia parte del suo carattere ambizioso e competitivo.

Quella era la seconda partita che guardavo in un vero e proprio stadio, ma l'immensitá del Camp Nou mi aveva rapito.
Era così immenso e traboccante di persone, che per un attimo mi sono sentita imponente di fronte a tutta quella vastità di gente con indosso i colori della propria squadra.
Ero così piccola e insignificante.
Forse, tra la mia piccola compagnia fui l'unica a provare questo complesso.

La preoccupazione di Arya era solamente quella di essere cacciata dalla tribuna dedicata ai tifosi del Real a causa della maglia che indossava.
Quella di Messi, il numero dieci e colonna portante del Barça.
Se Annabeth era quella che seguiva ogni moda possibile, anche quella oscena dei risvoltini, Arya amava essere controcorrente. E io? Io ero solamente Abby.

-Abby?- Lena mi tirò un pugno 'leggero' pugno sulla spalla per richiamarmi all'amara realtà, ovvero quella di tornare a Madrid.
Già mi pregustavo l'oscena minestra preconfezionata che ci toccava per cena.
Sempre che si possa chiamare cena un pasto che avviene verso mezzanotte circa.

-Uhm?- Bofonchiai, tastandomi la zona colpita.

Lena era delicata come una rosa con le spine.

-Cristiano ha chiesto se vogliamo restare qua, dormiremo nella loro struttura. Sai, hanno bloccato i voli a causa del tempaccio.
Cioé io non ho neppure voglia di guidare per ore con il traffico con tutta questa pioggia. E Lucas neanche. Vero, Lucas?- Lè alzó gli occhi dal display dell'iphone, e diede una gomitata al ragazzo che si affrettò ad annuire.

Conoscevo bene Lena, e sapevo che era brava a non lasciar trasparire le proprie emozioni.
Eppure nei suoi occhi riuscivo ad intravedere chiaramente una luce di desiderio bramoso.
Sapevo anche che arrossiva raramente, ma allora perché le sue guance si erano tinte lievemente di rosso mentre parlava con il suo solito tono da chi la sa lunga?

-Come te l'ha detto? Hai il suo numero?-Domandai, strizzandole l'occhio con un cenno di malizia.-Va bene, comunque, Arya é d'accordo?- Chiesi, guardandomi attorno alla ricerca della chioma biondiccia di mia sorella.

Quando mi voltai e non la vidi, un macigno mi cadde sullo stomaco.
C'era troppa gente ma di Arya non c'era traccia.

-Oh cazzo, pensavo che fosse di fianco a me!- Esclamò Lucas, togliendomi tutti i miei sospetti.
Arya non si era nascosta e neppure assentata per andare in bagno.

-Io la uccido.- Lena strinse i denti e prese in mano il telefono.

Ma sorpresa delle sorprese, era scarico.
Immediatamente presi il mio e digitai il numero di Arya, ma il tentativo fu vano. Proprio come lo fu quello di Lucas.
Cercai di non farmi prendere dal panico, ma la testa inizió a girarmi.
Dove cavolo si era cacciata? E perché diavolo pioveva così tanto da affaticare la ricerca?
Le era successo qualcosa di grave? Perché il telefono suonava a vuoto?
Lucas notó la mia espressione spaventata e mi abbracció forte. Un bell'abbraccio da bagnati fradici.

-Andiamo a sederci da qualche parte, mentre la richiamiamo. Con tutti questi ombrelli si vede poco.- Il ragazzo cercó di infondermi calma, ma senza successo.

Annuì alla sua proposta, ma ero talmente confusa e stordita che avrei annuito anche se Lena avesse cercato di vendermi per tre cammelli.

-Oddio, guardate!- Dieci minuti dopo, o forse quindici, Lena inizió a strattonare la maglia mia e quella di Lucas, con l'intento di mostrarci una figura bionda guardarsi attorno alla ricerca di qualcuno. Nelle mani reggeva un poster, ma non riuscì tanto a capire di cosa trattasse, tanto i miei occhi erano offuscati dalla lacrime.
-Arya!!- Urlai a gran voce, e lei si girò verso la mia direzione, senza vedermi.

Mi alzai e iniziai ad agitarmi, fino a quando non mi raggiunse con un'espressione tutto tranne che preoccupata.

-Ah, quando partiamo?- Chiese con naturalezza, sedendosi accanto a noi. Aveva un grandissimo sorrisi dipinto sul volto.
Forse fu dalle nostre espressioni preoccupate che si rese conto di cosa fosse successo.

-Oh, non vi siete preoccupati, vero? Ho solo beccato Ter Stegen e mi ha fatto l'autografo.
Certo, incontrare Messi sarebbe stato più emozionante, ma é comunque un portiere fenomenale nonché un grande figo.-

Arya snoccioló il suo racconto, mentre io mi riprendevo un po' dallo shock iniziale.
Sembrava stare bene, non avevo nulla di cui preoccuparmi.

-Oh, ti é arrivato un messaggio Abby.- Sussurrò Lucas al mio orecchio, mentre Arya continuava imperterrita con la sua storia.
Io tirai fuori il telefono e sbloccai lo schermo.
Era un messaggio da parte di James.

Da: James. ⚽

Cris ha mandato trecento messaggi a Lena, ma non ha ricevuto più risposta.
State bene? Dove siete?
Non dirmi che state andando a Madrid con questo tempo!
Ti prego, dimmi che non vi é successo nulla.
Il tuo preoccupatissimo James.

A: James. ⚽

Arya si é solo messa ad inseguire Terry Steghen, o come diavolo si chiama, ma adesso siamo tutti uniti e stiamo bene.
Non siamo partiti, tranquillo, non lo farei mai senza salutarti come si deve.
Siamo appena fuori dallo stadio, voi?
La tua sana come un pesce Abby.

Da: James.

Posso tornare a respirare.
Adesso vengo a prendervi, correró il rischio di farmi vedere.
Il tuo bellissimo James.

A: James.

Così non respiro io...

La tua bellissima Abby.

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

L'albergo dove alloggiava la squadra era enorme.

Mi persi ad osservare ogni singolo dettaglio, memorizzandolo in testa come se fosse una fotografia.

Camminai sul grande tappeto rosso con le rifiniture dorate, che c'era all'ingresso, come se stessi calpestando il red carper.
La sensazione era la stessa.
Mai nella mia vita ero stata in un albergo cinque stelle. Un'altra mia prima volta.

-Principessa Aurora, so che è tutto stupendo e bellissimo, ma potresti muovere il culo? Vorrei fare una doccia calda.-Si lamentó Lena, risvegliandomi dal mio momentaneo coma.
Annuì e la seguii mentre cercavamo la nostra stanza. Dormivo con lei e Arya, mentre Lucas si era beccato la stanza con Gareth Bale e Karim Benzema. A dire il vero, non era tanto felice della scelta, sebbene sapesse che altri ragazzi avrebbero pagato una cifra enorme per essere nella sua situazione.

Quando trovammo la stanza 326, era ormai ora di cena.
Grazie al cielo, non ci servirono della minestra preconfezionata ma del cibo fresco e pregiato.
Mi sentivo una principessa.

Non finii neppure il secondo che sentii la testa pesante.
Volevo solo andare a letto e dormire per un'intera giornata.

-Vado a letto, buonanotte.- Bofonchiai, alzandomi dalla sedia in velluto rosso.

Qualcuno mi rivolse un saluto, ma ero talmente stanca che neanche mi rimase in testa chi fosse stato.
Raggiunsi senza problemi camera mia e mi buttai sul letto al centro.

Non so se vi é mai capitato di essere stanchissimo ed essere al punto di cadere a terra addormentato secco, e quando sei finalmente a letto, il sonno ti abbandona tutto in un colpo. Ecco, mi capitó proprio quello.
Mi misi sotto le coperte, chiusi gli occhi e nulla. Mi sentivo fresca come una rosa, ma ormai ero in pigiama (Felpa di Jacob e pantaloncini corti di James) e mi scocciava tornare da basso come se nulla fosse.
Perciò presi il telefono in mano e mandai l'ennesimo messaggio a James.

A: James.

Non riesco a prendere sonno...

A.

Da: James.

Sono davanti alla tua porta, entro subito!
J.

In meno di tre minuti James eruppe in camera, e si buttò sotto le coperte.
All'inizio mi irrigidii, ma fu una questione di secondi prima che mi tranquilizzai.
Non stava facendo nulla di male, anzi, mi piaceva averlo accanto a me.

-Che bel pigiama che hai.- Sussurrò, con un sorrisetto.
-Già, questi pantaloni te li ho rubati quando sei venuto da me.- Ammisi, con un sorriso al ricordo.
Mi ero tenuta i suoi abiti, dopo averli lavati. Avevano perso il suo odore, ma almeno erano i suoi.
-Che ladra.- Lui mi fece la linguaccia e mi abbracció. Io mi strinsi forte, rannicchiandomi contro di lui.
Era caldo e mi sentivo al sicuro vicino a James.
-Domani ti mostro Madrid, ti va?-
Io annuì e socchiusi gli occhi.
Mi stava tornando il sonno.
-Buonanotte. -Bofonchiai, mentre le palpebre diventavano sempre più pesanti.
-Buonanotte, Abby.-
Lui mi bació la fronte, e io sorrisi, cedendo alla lotta con Morfeo.
Eppure riuscii benissimo ad udire le sue parole, che conciliavano il mio sonno.

Hai presente la sensazione di quando fai gol all'ultimo minuto? Okay, non ti é mai successo, quindi non ne hai la più pallida idea.
Proviamo con un esempio più alla tua portata.
Immaginati di essere alla fine di un esame e ti manca solamente una domanda.
Ci hai rimurginato sopra tutto il tempo, ma nulla. Solo la più pura delle confusioni.
E poi, ecco, un lampo di genio che ti colpisce pochi secondi prima della consegna del compito.
Così mi sento adesso Abby.
Da quando è finita con la mia ex, non avevo più la voglia di riprovarci. Avevo buttato tutte le mie forze nel calcio, l'amore che non mi ha mai tradito e mai mi tradirá.
E poi, tutto ad un tratto, sei arrivata tu a farmi battere il cuore una seconda volta.
Ma sarà proficuo?
L'amore ha delle ragioni che la ragione non conosce.

Spazio Autrice.
Che ve ne pare? ❤

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