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Capitolo 14.~

-Abby, abbiamo un problema.-

Sussurrò mia madre, dalla camera di Annabeth, la mattina della partenza.
Accorsi di fretta, inciampando in tutte le valigie che trovai nel percorso.
Quando raggiunsi la camera, capii subito che c'era qualcosa che non andava.
Annabeth stava ancora sotto le coperte, bianca come un cadavere.

-Cosa succede?- Domandai con un groppo in gola.

-Succede che Annabeth ha contratto l'influenza.- Mi spiegó mia madre, passando a mia sorella un bicchiere colmo d'acqua.
Senti il mio cuore frantumarsi in mille pezzetti.

-Dico a Joana che noi non andiamo, allora.- Cercai di mostrarmi professionale e calma, ma probabilmente mi tremava la voce.

Mia madre scosse la testa e mi appoggió una mano sulla spalla.

-Abby, sei grande oramai.
Cerca di non fare cazzate con Arya e Lena.- Disse lei, con tono fermo.

Mi spiaceva tantissimo per Annie, ma quella notizia mi fece tornare a respirare.
Abbracciai mia madre e accarezzai una guancia ad Annie.
Non vedevo l'ora di partire.

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

Da Joana.

Ciao, Abby.
Siete partite? Sto portando James a fare un giro.
Appena arrivate in aeroporto qua a Madrid, troverete una limousine ad aspettarvi.
Vi porterà dal vostro amico a lasciare le valigie e poi a casa Rodriguez.
Dimmi quando arrivi all'ultima tappa, così mi muovo a ritornare con James.

Jo.

Lessi velocemente il messaggio e risposi con un 'Okay, noi siamo appena scese dall'aereo'.

Era vero.

Era stato un viaggio lungo e piuttosto noioso, ma almeno ne era valsa la pena.
Arya si é mangiata tutte le patatine al bacon e bevuta tutta la Lemon soda, quindi credo che lei abbia apprezzato il viaggio.

-Ho qualche minuto per andare in bagno?- Chiese mia sorella, implorante.
Ma Lena scosse la testa e la trascinó verso l'esterno dell'aeroporto trafficato e brulicante di gente.
Individuare la limousine non fu difficile.
Era forse la cosa più appariscente del parcheggio.
Ci avviammo atteggiandoci un po' da vip verso il mezzo, e qualcuno venne subito a prenderci le valigie e ad aprirci lo sportello.

Non eravamo mai salite su una limousine, forse tranne Lena, e fu paridisiaco.
Appena arrivammo davanti a casa di Lucas, scendemmo dal veicolo e suonai il campanello, in trepidante attesa.
Quando Lucas uscì, forse non si aspettò di trovarmi lí con tutti quei bagagli e con dietro una limousine.

-Abby, sempre più bella!- Esclamò Lucas, buttandomi le braccia intorno al collo.

-E io no?- Ghignó Lena, e Lucas corse da lei per abbracciarla.

-Sei sempre la stessa Lena di come ti ho lasciata.- Mormorò lui, con un sorrisetto.

-Ah davvero?-Chiese lei, sorpresa.

-Il puzzo di fumo é sempre quello.- Disse poi con uno sbuffo, passando infine ad abbracciare Arya
Finiti i saluti e gli abbracci, portammo i bagagli dentro casa sua.
Finalmente, potei raggiungere casa Rodriguez e vi giuro che era immensa.
Quasi mi persi fra le numerose stanza, perciò mi sedetti sul divano in sala e scrissi un messaggio a Joana.
Lei mi rispose che in meno di cinque minuti sarebbe arrivata, perciò non feci altro che aspettare.
Joana fu di parola, e infatti, pochi minuti dopo, sentii una chiave girare nella toppa.

-Abby, hai preparato il pranzo?- Domandó una voce femminile, e io scoppiai a ridere.

-Abby? Jo sei impazzita? Ma chi sta ridendo?- Domandó a raffica il ragazzo, visibilmente confuso.
Io scoppiai a ridere più forte, e quando lui fece capolino nella sala, sbarró gli occhi dalla sorpresa.

-Gail?- Chiese, incredulo.

-Io, in carne e d'ossa.- Risposi, abbracciandolo.

Solo Dio sa quanto quel ragazzo mi fosse mancato.

-Ebbene si, cosa ti porta a casa mia? Jo c'entra qualcosa?- Domandó, staccandosi da me, e guardando sospettoso la cugina, che sogghignava.
Gli spiegai in breve cosa fosse successo, e colsi al volo l'occasione per presentarmi a sua cugina.
Era una bella ragazza, dalla carnagione olivastra e dai morbidi capelli castano scuro.

-Allora ci godiamo questi giorni insieme, no? Per prima cosa, tra poco ho gli allenamenti, ma potresti venire con gli altri, se ti va. Sono sicuro che a Cristiano piacerà Lena.- Mi chiese e io annuì.
Mandai rapidamente un messaggio a Lena che subito mi rispose.

Da Lena.

Vengo solo io.
Lucas e Arya dicono di non voler entrare in territorio nemico.
Sai, Luke tifa Atletico Madrid e Arya Barcelona.
E io ci tengo a venire. Vi aspetto.

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

-Quindi partite stasera per Barcellona?- Domandó Lena, dopo l'ennesima sigaretta.

Probabilmente stava recuperando il tempo perso in aereo, considerando che per tutta la durata del viaggio non aveva potuto fumare.

-Si, voi partite di mattina, giusto?- Chiese James, guidandoci verso il campetto di allenamento.

Lena non rispose, come se la sua attenzione fosse rapita da qualcosa.
In campo c'erano già alcuni calciatori, e alcuni erano intenti a palleggiare in solitaria.
A quella scena, sul viso della mia migliore amica comparve un sorrisetto sbilenco.
Aveva in mente qualcosa.

-Tienimi la borsa, Abby. E filmami.- Affermò Lena, lasciando ai miei piedi la borsa e schiacciando a terra la sigaretta.

-Cosa?- Domandai stupita, ma lei era già corsa in direzione del campo.

James mi guardò perplesso e io alzai le spalle, più confusa di lui.
Raccolsi da terra la borsa e presi il telefono, per filmare tutto.

Poi mi avvicinai per osservare meglio la scena.

Lena si era diretta con quel suo passo fiero e autoritario, in direzione di Cristiano Ronaldo.
Lui non si era neppure accorto di lei, e se l'aveva fatto, la ignoró alla grande.
Ma nulla é in grado di fermare Lena quando ha un'idea.
E infatti, quando Cristiano perse per qualche secondo la concentrazione, Lena gli fu addosso e gli rubò la palla.

Conoscevo da anni Lena, ma non mi aveva mai fatto parola del suo talento nel palleggiare. Fu una sorpresa immensa vederla esibire in un perfetto freestyle.
Alzava la palla, la prendeva con la testa e poi di nuovo giù, a fare giochetti impressionanti con i piedi.
Quando terminò il breve spettacolo, Cristiano fece per congratularsi con lei, allungandole una mano, ma questa volta fu lei ad ignorarlo.

Mormorò uno 'Sbruffone' e tornó verso di noi, mentre io stoppavo il video. Se non si faceva vedere, non era contenta.

-Da quando sai fare quelle cose con i piedi? Perché l'hai fatto?- Domandai alla mia amica, una volta che ci sedemmo per assistere all'allenamento.

Lei alzó le spalle e continuò a fissare dritto davanti a se'.

Seguii il suo sguardo, e notai che stava guardando James parlottare con Cristiano.
Quando il colombiano si accorse del nostro sguardo, alzó una mano in segno di saluto.

-Giocavo a calcio.- Rispose spiccia. -Ti piace, vero? É bellissimo.

Lena era brava a cambiare discorso, bisogna ammetterlo.
E soprattutto non ha tatto.
Spalancai gli occhi e scoppiai in una fragorosa risata.

-Ma che ti viene in mente!- Esclamai, quasi con voce forzata.

-Secondo me ti piace.- Continuò lei, con voce sicura.

Io sbuffai.

-No, non mi piace.-Dissi con finta convinzione.

-Bah.- Lei mi fissò con espressione indecifrabile.

Perché dirle la verità se lei era la prima a non dirmi le cose?

Passammo il resto degli allenamenti in silenzio, osservando i ragazzi giocare.
Qualcuno lo riconobbi, altri no, ma ero talmente infastidita da Lena che non le chiesi di dirmi chi fossero gli altri.
Fu James a farlo, dopo l'allenamento mi presentó a tutta la squadra. Ci impiegammo parecchio tempo, e ormai si stava facendo tardi.

-Sei stanca? O hai fame?- Mi domandó James, prendendomi da parte.

Dovevo ammetterlo. Avevo una fame da lupi, e come per testimoniarlo, il mio stomaco brontoló.

-Okay, accompagnamo Lena a casa del tuo amico e poi andiamo al ristorante. Così ci ritagliamo del tempo per noi prima della mia partenza per Barcellona.-
Lena, che si era persa a parlare con alcuni calciatori, ci raggiunse.

-Non c'é bisogno. Ho parecchi inviti a cena.-

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