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5. La nostra terza litigata

Bra: -Come andiamo, dolcezza?- sono le prime parole che mi rivolge Bradley entrando in casa mia col suo solito fare tranquillo.

Eli: -Tutto bene, grazie.- rispondo accennando un timido saluto; cosa che non ha fatto ieri, mi bacia sulla guancia. Io resto un po' interdetta ma poi gli sorrido. Mi volto per guidarlo verso la cucina quando mi accorgo che Avan è appoggiato al muro e ci fissa con le braccia incrociate sul petto.

Bra: -Cazzo, Elizabeth è tale e quale, ma tu sei cambiato un bel po', George...- dice erroneamente Bradley volgendo lo sguardo al moro la cui espressione truce non muta.

Eli: -Oh, non è mio fratello!- ribatto con un sorriso, lui mi rivolge uno sguardo corrugando le sopracciglia.

Ava: -Sono Avan, il SUO ragazzo.- aggiunge Avan, in quel "SUO" sento tutti i muscoli del suo corpo irrigidirsi, sospiro. Spero non sia una scenata di gelosia perché sarebbe inutile e fuori luogo, dato che tra me e Bradley non c'è nulla ed è solo la seconda volta che lo vedo.
L'uomo al mio fianco non sembra scomporsi e il solito sorriso disteso solca le sue labbra, porge la mano al moro.

Bra: -Sono Bradley Cooper. Come andiamo, bello?- chiede cortese, Avan posa lo sguardo sulla sua mano e dopo qualche istante incerto la stringe.

Ava: -A meraviglia, direi. Sai, quando hai una vita felice con la ragazza che ami, tutto è meraviglioso.- risponde rivolgendogli uno dei sorrisi più falsi che io gli abbia mai visto fare.

Eli: -Oh mio Dio, lo stai facendo davvero?!?- borbotto imbarazzata, i due si scambiano un'ulteriore occhiata.
Eli: -Andiamo in cucina che è meglio... Avan, tu aspettami pure in camera, non credo che impiegheremo più di un'oretta.- propongo al mio ragazzo che mi squadra diffidente prima di abbassare la testa in segno d'assenso.

Ava: -D'accordo. Nathan, vieni, andiamo in camera. Le signore vogliono un po' di privacy per Bradley Cooper.- il tono è decisamente alterato, non riesco a smettere di pensare che cazzo stia succedendo nella sua testa, dato che non ha motivo di sentirsi intimidito da Bradley.

Eli: -Si certo; vai pure in cucina, ti raggiungo subito.- dico rivolta all'amico di mio padre che obbedisce salutando Avan con un cenno della testa prima di entrare in cucina.
Eli: -Si può sapere che cazzo ti sta passando per la testa?- sibilo prendendo il moro per un braccio e trascinandolo verso la mia camera.

Ava: -Perché, che ho fatto?- domanda con un po' troppa innocenza.

Eli: -Ti comporti come un idiota, Avan.- ringhio aprendo la porta della mia camera e spingendolo dentro.

Ava: -Non è vero, che ho detto di male? Sono stato cortese e gli ho anche stretto la mano dopo che lui, in presenza mia, ti ha toccato il culo.- ruggisce tendendo nuovamente i muscoli del suo corpo nel dire ciò.

Eli: -Che stai dicendo, quando?-

Ava: -Quando tu ti sei lasciata baciare da un uomo che hai visto una sola volta!- ribatte, ora una scintilla a me sconosciuta anima i suoi occhi... gelosia?

Eli: -Non m'ha toccato il culo, ma la schiena e poi non capisco che cazzo di problemi tu abbia questa sera, davvero!-

Ava: -Ah si, perché sono io ad avere le allucinazioni, non tu che ti lasci toccare da uno sconosciuto! Ma va, va da lui. Tanto Avan l'idiota può aspettare!- sputa passandosi poi una mano tra i capelli cercando di calmarsi.

Eli: -Ora vado di là, perché non mi piace far aspettare gli ospiti, ma poi ne riparliamo delle tue bambinate.- abbaio chiudendomi poi la porta alle spalle senza aspettare una replica. Fuori dalla porta della camera quasi sbatto su Nathan che indietreggia appena mi vede e alza le mani in segno di resa; deve aver assistito a tutta la scenata. Bene.

Torno di là in cucina e mi siedo accanto a Bradley che ha dall'altra parte Jennette, dopo una breve presentazione iniziamo col rivedere gli esercizi di ieri sulla termodinamica e poi inizia una nuova spiegazione. Io cerco di scacciare il pensiero di Avan dalla mia mente ma mi è difficile; tant'è che, al contrario di ieri, non capisco molto di quello che Bradley mi dice. Annuisco comunque quando mi chiede se ho capito, ma ciò non è vero. Il viso di Avan e quella strana scintilla mi perseguita.
Da quando ci siamo messi assieme, quasi tre mesi fa, abbiamo litigato solo tre volte: una a casa mia in New Jersey, un'altra una sera mentre cercava di far ripartire la Chevrolet e voleva provare a farmela guidare ed oggi. Le ultime due volte è stato facile fare pace perché quella arrabbiata ero io e, penso si sia ormai capito, non gli resisto quando si passa una mano tra i capelli e mormora uno "scusa" con sguardo pentito. Ma questa volta è lui ad aver iniziato a comportarsi in modo strano per un niente.
Ecco cosa faccio mentre Bradley spiega il secondo principio della termodinamica: penso a come far capire ad Avan che il suo comportamento è esagerato... parlargli mi sembra l'unica soluzione.

Così quando intorno alle 11:00 Bradley se ne va, dopo aver salutato anche Jennette e Nathan, torno in camera da lui. Quando entro resta disteso sul letto con lo sguardo fisso sul cellulare, tento un timido sorriso e mi avvicino a lui, sedendomi al suo fianco all'altezza del suo bacino.
Lui non solleva neanche lo sguardo e continua a cincionare, probabilmente il solito giochino di simulazione Rally che fa quando si annoia. Io poso una carezza sulla sua coscia per cercare di attirare la sua attenzione e salgo verso il cavallo dei suoi jeans, lui mi prende il polso e sposta la mano. Resto un po' titubante. Provo a parole:

Eli: -Hey amore, che dici se metti via quel giochino e ci divertiamo in altro modo?- propongo cercando di sembrare sexy o quantomeno provocante. Lui alza le spalle senza distogliere lo sguardo dal cellulare.

Ava: -Non ne ho voglia, chiedi a Bradley.- borbotta muovendo il dispositivo verso destra per, probabilmente, superare una curva.

Eli: -Chiedere a Bradley cosa?- chiedo sempre più contrariata dal suo atteggiamento di indifferenza.

Ava: -Se può toccarti il culo o dagliela direttamente, tanto non manca molto.- continua ignorandomi, io spalanco gli occhi: non m'aveva mai parlato così prima d'ora!
Devo restare calma.
Io lo amo e questo lo sa.
Devo solo provocarlo ancora.
Fare l'amore risolve ogni conflitto.

Eli: -Ma io non voglio lui, e mai lo vorrò. Voglio te, amore mio.- sussurro suadente stuzzicando il suo membro attraverso il tessuto duro dei suoi jeans.

Ava: -Elizabeth, smettila. Hai rotto il cazzo.- dice burbero.
Quando è troppo e troppo.
Sento che sto per scoppiare.
Non ho fatto nulla di male con Bradley, la sola cosa che ho osservato è che è un bel uomo, ma non mi spingerei più in là di un bacio sulla guancia. Il fatto che Avan si sia fatto così tanti film mentali per un bacio sulla guancia non è normale, come non è normale il suo comportamento immaturo. Non mi sembra giusto che io debba pagare per un suo capriccio.

Eli: -Molto bene. Fatti pure le seghe mentre giochi col telefono. Io dormo in divano.- così dicendo prendo il mio pigiama, una coperta che tengo ai piedi del letto e il caricabatterie trasferendo il tutto in salotto per questa notte.

Col cazzo che cedo ancora.

Mi sistemo sul divano e Otis si accoccola accanto a me, accarezzo il pelo morbido del mio Frenchie mentre aspetto che Avan venga a chiedermi scusa. Passa una decina di minuti, un quarto d'ora, venti minuti.
Dopo una mezzora di vana attesa decido di spegnere le luci ed addormentarmi.

Col cazzo che ti vengo a cercare ancora.

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