40. Non è messo troppo bene, ma respira
Ci vogliono ancora quasi venti di minuti prima che l'infermiera torni a chiamarmi. Deve chiamarmi più volte e comunque toccarmi la spalla prima che io riesca a riemergere dai miei pensieri. Pensavo ad Avan, a cosa faremo non appena lo lasceranno uscire di qui, a che parole usare quando lo vedo, se baciarlo e come farlo per non fargli male. Non appena sento il tocco leggero sulla mia spalla sollevo lo sguardo, la stessa tipa di prima mi sorride.
-Gli abbiamo trovato una stanza, se vuoi seguirmi ti porto da lui.- dice, io annuisco e schizzo in piedi, metto il casco sotto il braccio e la seguo.
Camminiamo per diversi minuti, prendiamo un ascensore, camminiamo ancora, qualche porta automatica, fino ad arrivare ad un corridoio. Lei si ferma.
-La sua stanza è la penultima infondo al corridoio sulla sinistra. Numero 54.-
Eli: -Grazie.- soffio con voce soffocata, lei nuovamente mi sorride e sparisce oltre la porta automatica.
D'accordo Elizabeth, andiamo a vedere come sta.
Le mie gambe si muovono rigide seguendo le indicazioni che mi ha dato l'infermiera, man mano che mi avvicino sento il cuore aumentare i battiti. È come se tutto questo fosse irreale. Arrivo davanti la stanza, decido per ora di restare sullo stipite.
Non ero pronta a vederlo così.
Avan è pallidissimo, è strano considerando il suo solito incarnato. Ha la testa fasciata, la benda è in parte macchiata di sangue. Un tubicino trasparente parte da una macchina e si appoggia sulle sue narici. Diverse piastrine sono attaccate al suo petto, all'altezza del cuore ed inviano il segnale della sua attività cardiaca ad un macchinario. Indossa solo i suoi boxer che arrivano a filo con un'ingessatura robusta alla gamba sinistra. Una sacca di sangue pende accanto alla sua testa, scorre un tubicino trasparente che inietta il liquido rosso scuro sul suo braccio attraverso una flebo.
Mi ci vogliono numerosi minuti prima di riuscire a muovere qualche passo verso il letto posto al centro della stanza e altri ancora per riuscire a tenere lo sguardo su di lui per più di cinque secondi. Lentamente allungo una mano e sfioro la sua. Muove quasi impercettibilmente le dita. Ritento trattenendomi di più nel contatto, lo sento spostarsi ed esplorare la mia mano, ma tiene gli occhi chiusi e non sembra dar segno di coscienza. Intreccio le nostre dita, stringe leggermente la presa. Con la mano libera gli accarezzo la fronte spostandogli a lato i capelli rispetto alla benda. Mi chino in avanti e avvicino il mio viso al suo.
Eli: -Sono qui amore mio, non ti lascio mai più.- mormoro prima di baciarlo a stampo.
Wen: -Allontanati da mio figlio, non ti basta averlo quasi ucciso?!?- grida una voce alle mie spalle, mi volto e la riconosco subito: la signora Jogia piomba nella stanza seguita a poco dal marito.
Eli: -Veramente io...- sussurro cercando di discolparmi.
Wen: -Zitta! L'ho capito subito che non potevi che essere tu la causa di tutto questo, e ora che ti vedo qui ne ho la conferma.- ringhia allontanandomi a forza dal figlio, Avan stringe la presa sulla mia mano ma lei mi strattona il braccio spingendomi indietro ugualmente.
Wen: -Povero il mio bambino, cosa ti ha fatto quella? Tranquillo, è qui la mamma.- sussurra con voce zuccherina, gli bacia la fronte e poi tasta il suo corpo per accertarsi di non so cosa. Io indietreggio fino ad uscire dalla stanza. Mi poso contro il muro e scivolo verso il basso rannicchiandomi con la testa tra le ginocchia. Sono lacrime amare le mie, derivanti dalla consapevolezza che quello che dice la signora Jogia è tutto vero. Una figura si siede accanto a me, mi circonda le spalle con il braccio e preme la sua fronte contro la mia testa.
Ket: -Lasciala stare, è sempre così. Io so che tu non c'entri. Vedrai che appena si sveglia chiederà di te.- bisbiglia, io scuoto la testa e tento di parlare tra un singhiozzo e l'altro.
Eli: -Ketan, tua madre ha ragione. Devo solo sparire dalla sua vita e farla finita con tutto questo. Era sbagliato fin dall'inizio e ora è anche peggio.- borbotto, mi stringe a sé e lascia un bacio sulla mia spalla.
Ket: -Mio fratello non ti lascerà così facilmente, lo sai. Sei solo scossa per quello che è appena successo, scendi giù al primo piano, ci sono i tuoi amici, stai un po' con loro. Ti chiamo appena si calmano un po' le acque.- suggerisce, sollevo un poco la testa ed incontro il suo sguardo, così simile a quello del fratello.
Eli: -Giurami che se si sveglia mi chiami.- obietto, lui mi sorride e annuisce.
Ket: -Te lo prometto.- risponde, si alza e mi porge la mano aiutandomi. Lancio un ultimo sguardo nella stanza, i genitori di Avan sono ciascuno a lato del suo letto; Mike lo guarda e basta, Wendy continua a toccarlo e baciarlo. Mi decido ad allontanarmi. Scendo dai miei amici, come mi ha suggerito Ketan.
Quando arrivo si girano tutti verso di me, Matt lascia Ariana e mi abbraccia.
Mi culla leggermente tra le braccia e mi bacia sulla fronte.
Eli: -Va tutto bene, Matt.- bonfocchio quasi soffocata dalla sua stretta, arrivano anche gli altri e mi dimostrano il loro appoggio, chi con una pacca sulla spalla, chi con un abbraccio, chi con un sorriso.
Solo Josh resta un po' in disparte con sguardo bieco.
Jan: -Lui come sta?- domanda non appena la ressa attorno a me si dirada.
Eli: -È ancora incoscente, ma il suo cuore batte piuttosto regolarmente; qualche trauma al cervello, un paio di costole incrinate e gli stanno ancora facendo una trasfusione di sangue. Ha anche il femore rotto.- informo i miei amici, ci sono espressioni sollevate, qualche sorriso. Poi sento la bestemmia mezza trattenuta di Josh, lo fisso. È anche colpa sua se Avan sta così, ma non mi sembra troppo dispiaciuto.
Eli: -Come scusa?- sibilo puntando i miei occhi dardeggianti su di lui, siamo a meno di mezzo metro.
Jos: -P**** d**, abbiamo una partita importante giovedì. Lascia stare, voi donne cosa potete capirne di calcio...- ripete rilassato, mi guarda.
Jos: -Ti sta bene la MIA giacca, dolcezza.- borbotta poi, prende un lembo tra le mani ed accarezza il tessuto.
Eli: -Il tuo cazzo di migliore amico è di là, mezzo morto, vivo forse per miracolo; la sola cosa a cui pensi è il fatto che non potrà fare una merdosissima partita giovedì?!?! - ruggisco spingendolo indietro, lui barcolla un attimo ma si riprende subito.
Jos: -Hey che succede bambolina, quel vocale ti ha dato alla testa?- ribatte senza scomporsi.
Eli: -Sei una merda, sai perfettamente che in questo ci sei dentro come me.-
Jos: -Già, in effetti eravamo in due in quella vasca, meno di due ore fa.- osserva con un sorrisino, mi prende una ciocca di capelli e se la attorciglia all'indice.
Eli: -Sei uno stronzo.- ringhio tendendomi verso di lui con fare minaccioso.
Jos: -Le troiette come te me le mangio a colazione.- risponde con una risatina torbida. Matt si mette in mezzo e ci separa.
Mat: -D'accordo, calmiamoci, ad Avan non fa bene un clima così teso. Non tra la sua ragazza e il suo migliore amico. Rilassiamoci tutti un po'.- dice con fare da pacificatore, io arriccio il naso e sbuffo rivolta a Josh, lui finge di mordermi e ridacchia.
Jos: -Mi piaci focosa.- commenta sedendosi su una delle poltroncine addossate ad una parete.
Nat: -Woooh, woh, woh... qui qualcuno ha fatto sesso e nessuno sa niente.- osserva con uno sguardo a me ed uno a Josh. Sono piuttosto sicura che sia ancora fatto e ubriaco e che l'abbiano trascinato qui più per caso che per necessità.
Jen: -A volte sei un vero coglione, amore.- borbotta Jennette lasciandogli uno scappellotto sulla nuca, Nathan ci posa una mano massaggiandosi.
Eli: -No Jennette, diciamo le cose come stanno. Io e Josh abbiamo fatto sesso, è per questo che Avan si è quasi ucciso.- rivelo girandomi di spalle a tutti, la mano di Matt si posa sulla mia spalla.
Jos: -Già Nathan, è successo; ma non è la vera causa, vero mon amour? Vuoi fargli ascoltare anche quell'audio?- ironizza Josh.
Eli: -Quello che TU hai inviato senza il mio permesso?!?- sbotto voltandomi verso di lui.
Mat: -Basta, è abbastanza. Vieni Liz, andiamo al piano di sopra a vedere se le infermiere sanno dirci qualcosa rispetto alle dinamiche dell'incidente.- interviene Matt spingendomi via dal gruppo dei nostri amici, Jennette arriva poco dopo e mi tiene anche lei sotto braccio.
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