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36. Va bene tutto ma non voi due

# Avan's pov:

Conto i bicchieri vuoti davanti a me: uno, due, tre, sei... troppi. E una bottiglia di Jack's Daniel vuota.
La barista è dal primo bicchiere che mi guarda con i gomiti e il seno mezzo scoperto posati sul bancone e un sorrisino. In realtà riesco a distinguere a mala pena lei, il resto gira e vortica attorno al mio sgabello.
Tiro su col naso e mi asciugo sul dorso della mano.

Bar: -Un altro?- domanda con il suo sorrisino malizioso. Scuoto appena la testa lasciando il viso nascosto tra le braccia. Sento le sue dita accarezzarmi i capelli.

Ava: -Lasciami stare.- mugugno scacciandola con la mano.

Bar: -C'è nient'altro che io possa fare per te?- domanda, muovo appena la testa per riuscire a vederla oltre il ciuffo di capelli che mi copre.
Sta flirtando con me.

Ava: -Si, puoi convincere la mia ragazza a tornare da me.- gemo sollevando il viso. Ah, Elizabeth.

Bar: -Temo di no.- risponde lei incupendosi per qualche istante.

Ava: -E allora non mi interessa. Qualunque cosa tu voglia fare.- sbuffo tornando a nascondermi. Lei torna a sorridere.

Bar: -Stacco tra dieci minuti, se hai ancora un po' di pazienza poi possiamo farci un giretto su all'undicesimo piano, ho una camera niente male.- propone iniziando a raccogliere i bicchieri davanti a me, io scuoto la testa.

Ava: -Me ne fotto della tua camera, io voglio la mia Elizabeth.- sospiro tirando su col naso nuovamente, le sfugge una risatina.

Bar: -Elizabeth? È un nome carino, chi è? Tua sorella?- chiede voltandosi a sistemare la bottiglia mezza vuota sullo scaffale.

Ava: -È la mia ragazza. La mia unica ragione di vita.- mormoro, la sento mormorare qualcosa.

Bar: -Elizabeth? E sentiamo perché avete litigato?- indaga tornando appoggiata sul bancone davanti a me.

Ava: -Perché io sono un idiota. Oh, Elizabeth.- gemo nuovamente.

Joh: -Hey bambolina, un Montenegro e due Jägermeister per i miei amici.- tuona una voce accanto a me.

Bar: -Oh, vi stavo aspettando, John. Siete in ritardo.- cinguetta la barista provvedendo subito a quanto richiesto dai clienti.

Finalmente mi lascia in pace.

Bar: -Non mi sembra vi sia andata troppo bene oggi come rimorchio.- osserva lei facendo scivolare davanti ciascuno dei tre un bicchiere.

Geo: -Abbiamo perso tempo.- sbuffa uno sorseggiando la Jägermeister con gusto.

Bar: -Perso tempo?- ripete la ragazza con tono incuriosito.

Joh: -Boh, si, con una nella hall... stra fuori.- ridacchia l'altro.

Geo: -Già, e quando siamo arrivati in disco erano tutte prese.- aggiunge il primo.

Bar: -Stra fuori? Cosa intendi con "stra fuori"?- domanda la barista con una risatina sciocca.

Joh: -Potrebbe far compagnia a questo.- ghigna indicandomi con un cenno, sollevo appena la testa per incrociare il suo sguardo.

Bar: -Che intendi?-

Geo: -Boh, era anche quella in mutande, capelli scuri e scompigliati, sguardo chiaro ma truce... all'inizio sembrava ci stesse anche, ma poi è scappata con un tizio... James, credo.- racconta accompagnando tutto con un'alzata di spalle, io scatto in piedi facendo due più due.

In mutande? Capelli scuri? Occhi chiari? È Elizabeth!

Joh: -Ma che sei scemo? Si chiamava Josh, e se tu non le avessi fatto paura ora sarebbe con me tra le mie lenzuola.- esclama esasperato dall'amico.

Ava: -Come si chiamava? La ragazza, come si chiamava?- mi intrometto senza troppa cortesia, i tre mi fissano un poco. È quello che non ha ancora parlato a rispondermi.

Sam: -Elizabeth.-

Ava: -Dove andava? Con chi era?- incalzo prendendo il tizio per il colletto della camicia, lui mi spinge via infastidito.

Sam: -Ha trovato uno, nella hall, più di là che di qua, stafatto e sbronzo, hanno preso l'ascensore. Credo fosse il suo ragazzo, forse.- ribatte, i miei occhi si dilatano, Josh! Grazie a Dio l'ha trovata lui prima che qualcuno di questi porci le mettesse le mani addosso.

Devo scoprire qual è la camera di Josh, domani al risveglio di Elizabeth mi farò trovare lì e le spiegherò tutto, mi perdonerà e torneremo ad essere la coppia felice di prima. Porto le mani dove ipoteticamente dovrebbero trovarsi le mie tasche, poi mi accorgo che non indosso i pantaloni. Ho lasciato il cellulare in camera, devo andare a prenderlo.

Il Jack's Daniel bevuto non mi aiuta a camminare ne a ricordarmi il numero della camera. Intanto vado verso l'ascensore, le porte si spalancano sul piano e ci salgo. Fisso la pulsantiera per almeno un paio di minuti. I numeri dall'uno al dodici mi ballano davanti. Alla fine decido di schiacciarli tutti nella speranza che, quando le porte si apriranno sul piano, io riesca a riconoscere il corridoio della mia camera.

Uno? No.
Due? Non credo.
Tre? Non mi sembra.
Quattro? Non c'era quella pianta.
Cinque? C'assomiglia, ma no.
Sei? Forse... no, le luci andavano tutte.
...
Undici? Potrebbe essere... no, dev'essere il piano per il personale.
Resta solo il dodicesimo.
Bingo.

Esco dall'ascensore, barcollo un po' in avanti e chiudo gli occhi per cercare di ricordarmi da che parte sono venuto. Sinistra, mi sembra sia in fondo al corridoio di sinistra. Cerco di camminare verso di là mettendo un piede davanti l'altro per quanto mi è possibile. Ecco, la porta socchiusa della 798. Mi affaccio alla porta della camera, Elizabeth non sembra esserci.

Sarà da Josh.

Vedo il mio telefono, è sul tavolino davanti la Tv. Entro per prenderlo. Sento delle voci dal bagno. Mi avvicino alla porta e sbircio dentro. Resto gelato a fissare quella scena.

Eli: -Fallo.- è la voce di Elizabeth questa, sono suoi quei vestiti e sue le braccia che ora avvolgono le spalle di un ragazzo castano. La mano di lui lascia scivolare fuori dalla vasca qualcosa di bagnato, dal colore e dalla sagoma immagino siano le mutandine di Elizabeth che ora fanno compagnia a un paio di boxer blu scuro sul pavimento. Un sorrisino solca le labbra rosee di Elizabeth poco prima che si uniscano a quelle di lui. Dovrei andarmene, lo so, ma voglio vedere in faccia il bastardo. Posso ben immaginare cosa stiano facendo le sue mani sotto l'acqua

Eli: -C'è una cosa che non ti ho detto, sono in post ciclooh...- geme. Mi tappo le orecchie nascondo il viso tra le ginocchia.

Ava: -No, non è vero.- boccheggio scuotendo la testa per svegliarmi da quest'incubo.

Jos: -Oh, ottimo saperlo ora.- ridacchia lui, lo riconosco dalla voce. È davvero salita in ascensore con Josh, allora.
Geme e ridacchia mentre quelle che spero siano solo le dita di Josh la esplorano.

Eli: -Aspetta, aspetta.- ansima.

Jos: -Passiamo oltre?- propone Josh.

Eli: -Oh, si.-
Devo andarmene, prima di impazzire.
Non so dove trovo la forza per muovere i miei muscoli, afferro le chiavi della macchina e il cellulare e lascio la stanza. Sento il sangue bollirmi nelle vene e, se c'è una cosa di cui son sicuro, è che se resto ancora qui oltre ad aver perso la mia ragazza, questa notte macchio anche la fedina penale.

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