25.Tra fiaba e realtà
Eli: -Una storia? Vuoi che ti racconti una fiaba?- chiedo con voce gentile passandole una mano tra i radi capelli biondicci, sono consapevole che la piccola che tengo in braccio probabilmente non saprà neanche di cosa io stia parlano, ma sento che ho bisogno di confidare a qualcuno quello che mi brucia dentro, qualcuno che sappia custodire il segreto delle mie paure e dei miei pensieri.
La piccola Lea emette un gemito di quelli teneri che solo i bambini piccolissimi sanno fare, inizio a dondolarmi avanti e indietro sulla sedia a dondolo mentre raccolgo i pensieri.
Eli: -Dunque... non c'è una vera principessa o un vero principe in questa storia, solo due ragazzi innamorati...-
Lea emette un gridolino di dissenso e tenta i ficcarsi in bocca il pugnetto chiuso mentre i suoi enormi occhioni azzurrissimi come quelli del padre mi fissano in attesa di qualcosa.
Eli: -Non ti piacciono le storie senza principesse, eh? Non piacevano neanche a me...- dico con un sorriso nostalgico per quelle sere in cui mio padre si sedeva al bordo del mio letto e leggeva le mirabolanti storie di principesse e maghi, incantesimi e duelli, castelli e foreste.
Eli: -Ah, dovrai fartele piacere, nella vita reale non esistono principesse ne principi... in realtà io ho trovato il mio, ma non è di sangue blu; capirai più avanti che in fin dei conti è poca roba il nobile sangue, ciò che conta davvero è lui... quello che fa, come ti fa sentire...-
Lea brontola qualcosa che io prendo come un incitazione a iniziare la mia storia.
Eli: -Okay, d'accordo! Inizio subito la storia.- sbuffo, scuoto la testa per spostare i capelli dalle spalle e sistemo meglio la bambina tra le mie braccia.
Eli: -C'era una volta una ragazza...-
Il suo sguardo di dissenso di posa su di me, probabilmente mi sto autosuggestionando con questa storia della comunicazione tra me e la piccola.
Eli: -D'accordo è una principessa! Dunque, c'era una volta una principessa che... viveva in un castello abitato da un menestrello, un dragone malvagio e una dama che le faceva compagnia... la principessa... possedeva una sfera di bianco cristallo contenente una fitta nebbia che, qualora la padrona avesse recitato la parola magica "Blubibudibu", si diradava e lasciava posto ad un'immagine nitida di ciò che il mondo al di fuori del castello potesse celare. La principessa adorava guardarvi dentro e poter girare il mondo senza doversi veramente esporre a qualcun altro. In particolare le piaceva quando la sfera le mostrava un giovane, il più bello che lei avesse mai potuto scorgervi dentro; così lei passava i giorni a guardare e innamorarsi di un ragazzo che neanche figurava la sua esistenza.- mi prendo una pausa prima di raccontare la parte preferita di questa storia, quella in cui il giovane si accorge della principessa e se ne innamora.
Eli: -Era un giorno, dei primi di dicembre, quando il giovane fu mandato dai suoi compagni a recuperare una delle frecce che erano soliti usare in allenamento, così egli s'addentrò nel boschetto al limitare della radura del campo a cercare l'arma. Ora devi sapere che quell'arma era stata stregata da Eros, un potente mago che aveva deciso di accontentare i desideri della giovane principessa e guidare da lei il giovane nobile. Così mentre il ragazzo seguiva quella freccia, essa continuava a spostarsi e lo conduceva alle mura del grigio castello della principessa. Arrivato lì sotto, riuscì a prendere la freccia, ma levato lo sguardo in alto il giovane coraggioso non resistette e decise di salire per esplorare quel castello all'apparenza abbandonato.-
Credo sia uno sbadiglio quello che deforma il viso di Lea mentre batte le palpebre.
Eli: -Dunque il ragazzo iniziò la scalata, s'aiutava con l'asta della freccia e s'aggrappava ai mattoni più sporgenti delle mura antiche. Era quasi arrivato a una finestra quando si accorse della sagoma spaventosa che lo osservava dal tetto della torre più alta del castello. Sarà stato lungo più di otto metri, e la sua altezza, dalle zampe palmate alla più alta delle squame che gli componevano la testa, sarà stata di almeno cinque. Il dragone lo osservava arroccato sulle tegole rossastre della cupola, pronto a planare in volo qualora il giovane avesse deciso di avvicinarsi a quella torre. Nella mente del coraggioso cavaliere si formò subito il pensiero di una qualche fanciulla prigioniera lì dentro e decise di combattere e sconfiggere il drago. Incoccò quell'unica freccia e la scoccò colpendo in pieno muso il lucertolone sulla torre che aprì le immense ali e planò in picchiata verso di lui che con spada sguainata l'attendeva. Il duello durò tre ore, se non di più. Affacciata alla finestra la principessa osservava la scena bramando in cuor suo la vincita del nobile ragazzo. Alla fine non uccise il dragone, si limitò ad allontanarlo dal suo nido facendolo migrare su un'altra ala del castello; continuò così a salire. Raggiunse la finestra della giovane e subito fu amore. I due si baciarono e lui decise di portarla con sé, nel mondo reale.- racconto, abbasso gli occhi sul fagottino rosa che combatte contro il sonno e gli sbadigli, un sorriso curva le mie labbra.
Eli: -Ma la giovane principessa non era mai stata abituata a quel mondo così complicato, fatto di feste e obbliganze sociali, e pian piano si accorse che tutto quello strano sfarzo non le si addiceva, che quel mondo costruito la stava soffocando e allontanando dai suoi amici. Lei ci provava ad essere come le altre dame ai balli, ma non le veniva bene quella parte. Dal canto suo anche il ragazzo presto si accorse che qualcosa tra loro non andava, fu così che da un momento all'altro diventò freddo nei confronti della principessa. Non ci sarà un "vissero per sempre felici e contenti"; lui la abbandona e torna al suo mondo, lei ci soffre e torna al suo castello dal menestrello e dalla dama a guardare dalla sfera di cristallo con un "Bludibudi" quell'amore impossibile che tuttora la divora.- concludo mordicchiandomi il labbro inferiore, sento respiro leggero di Lea che dorme adagiata sul mio seno.
Chiudo gli occhi anch'io e la storia appena inventata e raccontata prende un volto reale. Il mio isolato mondo di serie TV e TheSims, io che guardo Avn che neanche immagina io esista, il pallone guidato da Cupido che lo porta da me, la difficoltà iniziale di Victoria Justice, lui che mi trova e mi porta con sé in quel mondo di atleti e cheerleaders, ragazzi popolari e ragazze troppo belle e io che mi sento fuori luogo.
L'ultima parte è qualcosa di nuovo, che sto sperimentando da domenica sera, quando è tornato da New York. Si è già stancato di me? Quanto posso sperare duri prima di dovermene tornare a guardare Avan con Jennette e Matt in disparte?
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