20. Troppo tardi
Mi avvicino al ragazzo che mi guarda con l'espressione di chi non ricorda il nome da associare a un viso noto. I suoi occhi sono velati dalla nebbia di tutto l'alcool che ha in corpo, si passa una mano tra i capelli e continua a fissarmi.
Jos: -Ci stai provando con me?- chiede dopo parecchio tempo, io aggrotto le sopracciglia e scambio uno sguardo con Jennette.
Eli: -No Josh, non lo farei mai! Sono Elizabeth... Elizabeth Gillies!-
Lui socchiude gli occhi e si inumidisce le labbra passandoci lentamente la lingua, poi fissa nuovamente lo sguardo sul mio.
Jos: -Oh... sei quella di Las Vegas, l'estate scorsa? Scusa se non t'ho più chiamato dopo essermene andato ma ho perso il cellulare... ed il mio amico Avan non...- inizia, io scuoto la testa.
Eli: -No, non sono io, a proposito del tuo amico, lui dov'è?- domando, Josh sembra risvegliarsi un pochino dalla sbronza colossale.
Jos: -Oh! Tu sei quell'Elizabeth Gillies!- esclama con un sorrisino.
Eli: -Dov'è Avan?- ripeto nuovamente cercando di mantenere la calma.
Jos: -Avan... Avan Jogia?- biascica, annuisco e lui chiude nuovamente gli occhi.
Eli: -Il tuo migliore amico, Josh! Dove cazzo è?!?- alzo la voce, inizia a darmi sui nervi l'idea che Avan possa non avermi detto la verità su quel suo viaggio a New York per il weekend del rally.
Jos: -Oh! Quell'Avan Jogia!- esclama dilatando gli occhi.
Jos: -Non lo so.- borbotta.
Io e Jennette comunichiamo con un solo sguardo: non è bene lasciare in questo stato Josh ad una festa come queste, e poi l'unico modo per ottenere le informazioni su Avan è farlo tornare quantomeno cosciente il prima possibile.
Lei lo prende per il braccio destro e io per il sinistro e cerchiamo di trascinarlo fuori dalla sala zeppa di ragazzi sudati e mezzi incoscienti.
Non è facile trascinarsi dietro un peso di forse 80kg passando attraverso la calca incurante dei tuoi tentativi, ma alla fine ce la facciamo e, una volta fuori, facciamo sedere Josh sul bordo del marciapiede in attesa che Nathan ci venga a prendere.
Jennette chiama Nathan.
Io chimo Avan.
Non risponde.
Provo e riprovo, niente da fare.
Mi siedo accanto a Josh sul marciapiede con la testa sulle mani.
Avan mi ha mentito.
Jos: -Perché siamo usciti?- domanda il ragazzo che sembra percepire solo ora il freddo di questa notte di marzo.
Eli: -Stiamo andando a casa.- borbotto senza sollevare il viso, sento la sua mano posarsi sulla mia coscia e un sospiro.
Jos: -Che dici, la bionda me la da?- chiede con un po' troppa innocenza nella voce. Io scuoto la testa, come può ridursi così ad ogni festa?
Mi vengono in mente le serate in cui io ed Avan abbiamo trascinato a casa un Josh quasi incosciente, l'espressione delusa e preoccupata di sua madre, e le nottate in cui Avan gli stava accanto mentre vomitava anche l'anima attaccato alla tavoletta del cesso.
Eli: -Josh, so che per te ora è difficile, ma puoi per favore pensare se per caso ricordi dove stracazzo è il tuo amico?!?- sbotto levando la testa e puntando i miei occhi nei suoi, lui si gratta la nuca e stringe le labbra.
Jos: -Avan Jogia?-
Eli: -Si!- rispondo esasperata, si massaggia il mento.
Jos: -L'ultima volta che l'ho visto era, credo, mercoledì sera... io avevo la febbre, lui aveva appena litigato con la ragazza...- azzarda combattendo contro la fitta nebbia dell'alcool.
Eli: -Con me.- lo correggo, lui annuisce leggermente.
Jos: -Ricordo che continuava a bestemmiare, parlava di un certo Barney...-
Eli: -Bradley... Bradley Cooper.- rimbecco.
Jos: -Si, può essere... poi ha parlato di Elizabeth, Elizabeth Gillies e di come avrebbe voluto far pace con lei; è proprio stra cotto. Non fa che parlare di lei, di quanto sia bella, di come gli illumini la giornata, del perché sia diversa dalle altre... io faccio finta che m'interessi, ma ormai inizia a scassare.- sbuffa alzando lo sguardo al cielo, io arrossisco per così tanta attenzione.
Eli: -Eh... e ti ha detto qualcosa riguardo un viaggio a New York? Questo weekend?- incalzo cercando di controllare l'imbarazzo, lui si mordicchia il labbro inferiore.
Jos: -Forse... all'inizio voleva che andassi con lui a vedere le gare di corse, ma mi sono ammalato mercoledì e quindi ha chiesto a qualcun'altro.- confessa dopo parecchio tempo.
Eli: -Con chi! Con chi cazzo è andato via?!?- ripeto con un po' troppo impeto, lui solleva lo sguardo e stringe le labbra.
Jos: -Non so, non mi ricordo... parlava del fatto che fosse davvero innamorato di te, che ormai le altre non contano più niente e poi...-
Chiude gli occhi e posa i gomiti sulle ginocchia affondando il viso tra le mani.
Eli: -E poi?- è quasi un urletto strozzato quello che mi esce dalla gola.
Jos: -Ah! Io gli ho proposto di andare con Laura... Laura Clery, la sua ex ragazza che ora mi scopo io.-
Sento i palmi delle mani iniziare a sudare, il calore alle guance aumenta ed il cuore inizia a martellarmi nel petto.
Eli: -E lui?-
Jos: -Ha accettato.-
#Avan's pov:
Tutto attorno a me vortica in sfumature di cose senza contorni. È come se la nebbia fosse scesa ad oscurarmi la vista. Seguo lei che mi trascina per un polso, dal salone dell'hotel dove c'è la festa attraverso un corridoio, la hall e un ascensore. Borbotta sottovoce qualcosa, ma nelle mie orecchie si è insinuato un tappo immateriale che rende complicato sentire qualcosa che non sia il pulsare del mio cuore. Di lei riconosco solo le gambe, belle gambe, l'aderente e corto vestito e i capelli biondi raccolti in un mezzo chignon ormai sfatto dopo qualche ora di ballo e diversi Jack's Daniel in più.
Finalmente la nostra corsa, o quella che a me sembra una corsa dato che fatico a camminare diritto senza sbattere addosso alle pareti, si ferma. Siamo davanti una stanza. Lei mi guarda aspettando che io faccia qualcosa, non capisco.
Lau: -Ava, dammi la chiave della tua camera.- dice dopo diversi istanti, con le mani frugo nelle tasche in cerca della card che apre la porta della mia camera, ma è parecchio complicato trovare qualcosa in delle tasche così sfuggenti. Lei sbuffa.
Lau: -Dai, faccio io.- sospira, si avvicina e infila le mani dentro le tasche dei miei jeans. Le sento muoversi a poca distanza dal mio membro attraverso la stoffa sottile delle tasche.
Ava: -Trovi niente?- chiedo formulando con fatica, penso sollevi lo sguardo sul mio e la sento trattenere il fiato.
Lau: -No, non è qui.- mormora, infilo la mano in una delle tasche posteriori.
Ava: -Oh, eccola!- esclamo mostrandole la card trionfante, lei la prende dalle mie mani e apre la stanza. Io faccio qualche passo per entrare, inciampo sui miei piedi e impreco.
Lau: -Beh, allora io vado nella mia camera...- borbotta lei, io annuisco leggermente e faccio qualche altro passo cadendo nuovamente.
Ava: -D** porco, chi ha messo il sapone sul pavimento?!?- sbuffo cercando di rialzarmi, sento due mani stringermi le spalle e aiutarmi a sollevarmi. Mi spinge verso il bagno.
Lau: -Sarà meglio che ti faccia una doccia fredda prima di lasciarti, ubriaco come sei finirai per cadere e romperti qualcosa.- ridacchia la ragazza alle mie spalle.
Ava: -Ho il perfetto controllo psicomotorio del mio... D** cane!- impreco rischiando di cadere nuovamente, lei ride ancora.
Ava: -Dico davvero, posso fare qualunque cosa ora che...-
Mi sfila le scarpe e i calzini.
Lau: -Non ne dubito.- dice ironica, mi aiuta ad entrare nella vasca lussuosa e si sporge per prendere il doccino, aziona le manopole e mi punta contro un getto d'acqua gelida.
Ava: -Oh porco D**!- ululo schiacciandomi contro il muro per evitare l'acqua, lei si sporge in avanti per raggiungermi.
Lau: -Non fare lo scemo, Avan!- sbuffa.
Ava: -È fottutamente fredda...- balbetto battendo i denti, la mia camicia bianca ora è pressoché trasparente e i miei jeans sono pesanti e carichi d'acqua. Noto il suo sguardo posarsi su di me, si morde il labbro inferiore abbassando gli occhi.
Lau: -Penso possa bastare.- mormora chiudendo l'acqua fredda e aprendo quella calda.
Lau: -Ecco, scaldati un pochino se non vuoi un'influenza coi fiocchi.-
Annuisco leggermente, inizio a sbottonare la camicia bagnata e gelida, la sfilo e similmente faccio con i jeans. Lei resta a guardarmi.
Solo con i boxer mi siedo sulla vasca, sotto il getto d'acqua calda. Sposto i capelli bagnati dalla fronte passandoci le dita e chiudo gli occhi. Sospiro.
Non so bene cosa succeda dopo, ho gli occhi chiusi. Sento solo il suo corpo aderire al mio e le sue labbra posarsi insicure sulle mie.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro