15. Un bel risveglio
Non so bene che ore siano quando mi sveglio, ma capisco subito che l'orario d'ingresso a scuola è passato da non poco. Mi sollevo sul gomito e stringo gli occhi in due fessure per riuscire a scorgere qualcosa nella penombra buia che avvolge la camera da letto di Avan. I ricordi di ieri sera arrivano sfuocati alla mia mente mentre allungo la mano sul comodino per prendere il mio cellulare, le mie dita sfiorano il vetro freddo e vuoto delle bottiglie di Jack Daniel's della sera scorsa. Di solito non amo particolarmente bere alcolici, ma il gioco di ieri lo richiedeva.
Recupero il mio telefono e vengo accecata dalla luminosità massima dello schermo, Avan, addormentato al mio fianco, borbotta qualcosa rigirandosi e io blocco il telefono.
Alla cieca scendo dal letto, vago un po' per la stanza fino ad arrivare alla porta della camera e riuscire ad aprirla. Esco nel corridoio e accendo il telefono. Sono le 10:47.
Con uno sbadiglio mi stropiccio gli occhi spalmando ciò che resta del mio eyeliner su tutta la palpebra.
Avverto un chiacchiericcio lontano provenire dal piano di sotto, sto per scendere quando mi rendo conto d'essere completamente svestita. Torno di corsa in camera di Avan, entro e nel buio cerco qualcosa da indossare, le sole cose che riesco a trovare sono la camicia che ha indossato ieri sera per andare da Nathan e i suoi boxer blu scuro. Infilo l'intimo e indosso la camicia aperta, esco nuovamente dalla camera e scendo le scale per il piano di sotto chiudendo i bottoni.
Eli: -Hey Ketan.- chiamo senza vederlo, le voci vengono dal salotto, ma quando ci infilo la testa dentro mi rendo conto che in realtà è la televisione lasciata accesa dal fratello di Avan. La spengo.
In cucina trovo un biglietto in cui Ketan ci dice che lui è già uscito e augura ad Avan un buon viaggio.
È vero, oggi Avan parte per New York con Josh. Con uno sbuffo metto da parte il foglietto e mi avvicino al lavello, aprendo le antine del mobile sopra trovo la caffettiera e metto su il caffè per Avan. Io mi accontento del the.
Mi piego a cercare in dispensa un pacco di biscotti o delle fette biscottate, non avendo voglia di cucinare uova o pancetta oggi facciamo colazione all'italiana.
Sono appunto china a frugare nell'armadietto sotto il fornello quando sento dei mugugni.
Ava: -Devo ammettere che è un bel risveglio, il tuo culo di prima mattina.- borbotta con voce roca e profonda da chi si sveglia dopo una lunga dormita.
Trovo ciò che mi serve e quindi mi alzo rivolgendomi verso di lui.
Ava: -Anche così non è male.- ridacchia, abbasso lo sguardo sulla camicia per me troppo grande e sui suoi bottoni chiusi storti.
Eli: -Ti consiglierei un paio di pantaloni, o quantomeno dei boxer...- dico avvicinandomi a lui, abbassa lo sguardo sul suo corpo totalmente nudo e poi su di me. Alza le spalle.
Ava: -Vorrei tanto, ma qualcuno me li ha rubati.- osserva con un cenno della testa a ciò che indosso sotto la camicia, alzo lo sguardo al cielo.
Ava: -Mi chiedo perché a voi donne stiano bene i nostri vestiti, ma se io indossassi le tue mutande di pizzo sembrerei un idiota.-
Eli: -Perché un po' lo sei...- sussurro avvicinandomi per dargli il bacio del buongiorno, non gli concedo troppo, se non un semplice bacio a stampo.
Ava: -Comunque non ricordo gran ché di quello che abbiamo fatto ieri sera, ne da Nathan ne qui, ma dev'essere stato qualcosa di fantastico.-
Io alzo le spalle, poso il pacco di biscotti sul tavolo e mi avvicino ai fornelli dove il pentolino con l'acqua per il the bolle. Lo spengo e immergo la bustina di infuso alle more. Avan si siede sopra il tavolo, in attesa che io gli passi la tazza.
Eli: -Dico davvero, dovresti vestirti... è poco igienico.- osservo distogliendo lo sguardo dal suo pene arrossendo, un sorrisino solca le sue labbra.
Ava: -Disse quella che ieri ha appoggiato il culo sul bancone degli attrezzi in garage.- ridacchia.
Eli: -Non lo dico per te, ma per il tavolo.- rispondo sentendo le guance bruciare sempre di più, lui scende con un balzo dal tavolo e resta dietro di me. Le sue braccia si stringono attorno alla mia vita e il suo pene si appoggia sul mio culo. Le sue labbra si posano sulla mia pelle ad esplorare ciò che c'è oltre il colletto della camicia celeste, succhia leggermente lasciando un livido violaceo in bella vista nell'incavo del mio collo.
La moka inizia a gorgogliare, segno che il caffè è quasi pronto. Spengo il fornello, mi allungo per prendere una tazza dallo scolapiatti e ci verso il liquido amaro, giro tra le braccia di Avan e mi trovo schiacciata contro il suo petto.
Eli: -Il tuo caffè...- mormoro mettendo la tazza tra di noi, lui mi lancia uno sguardo di dissenso e prende la tazza tornando seduto sul tavolo. Riempio un'altra tazza con il mio the e prendo una manciata di biscotti sedendomi poi sul ripiano della credenza.
Prendo il mio cellulare e guardo i messaggi arretrati di ieri sera mentre mangiucchio:
Matt💛:
Elizabeth, ho lasciato programmare il weekend a Jennette e me ne pento prima ancora di uscire... ha detto che questo pomeriggio dobbiamo farci trovare giù per le 15:00 e che Nathan ci passa a prendere...
Non mi vuole dire ne dove andiamo ne cosa facciamo...
Sono SERIAMENTE preoccupato!😬😕
Ah, dimenticavo, com'è andata dopo ieri sera? 😏😉
L'ora dei suoi ultimi messaggi sono le otto, immagino ora sia a scuola, ma gli rispondo comunque:
Tutto bene Matt!
Anche se non ricordo gran ché... se non una bottiglia di Jack Daniel's vuota e Avan che mi deposita sul letto.
Per quanto riguarda Jennette... te lo avevo detto che era meglio se ci pensavo io... 😷😒🙅
Comunque ormai facciamo quello che ci chiede.
La seconda chat aperta è quella, appunto, con Jennette:
Jennette:
Hey Liz! Come va? Non sei venuta oggi a scuola... immaginavo dopo ieri 😏
Comunque per oggi e domani preparati una borsa leggera con l'essenziale per una notte fuori casa.
Alle 15:00 Nathan ci passa a prendere, non fatelo aspettare troppo... bye.
Oky... la cosa mi preoccupa.
Scorro ancora, le ultime chat importanti sono quella con George e un paio di messaggi da Bradley Cooper... cosa vuole? Magari vuole sapere com'è andata ieri la verifica di fisica... dev'essere così.
Rispondo velocemente a George:
Geo:
Torni a dormire a casa?
Evidentemente no... a che ora parte Avan domani? Giusto per sapere se resti da lui anche a pranzo o meno...
Sollevo lo sguardo dal telefono su Avan, effettivamente non so neanche io per che ora parta.
Eli: -Amore?- richiamo la sua attenzione, lui alza gli occhi dalla home di Instagram che stava scorrendo sul cellulare.
Eli: -A che ora vai da Josh per partire verso New York?- chiedo, lui distoglie lo sguardo da me e si passa una mano tra i capelli.
Ava: -Penso per mezzogiorno...- risponde tornando a guardare il cellulare in modo stranamente ossessivo, come se evitasse il mio sguardo.
Eli: -Tra un'ora, quindi?- chiedo nuovamente, lui annuisce.
Scrivo a George che cucino io per pranzo e apro l'ultima chat.
Bradley Cooper:
Ciao Elizabeth, com'è andato il compito? Non m'hai scritto niente, immagino bene🙂
Volevo chiederti se
Ava: -Elizabeth?-
La mia lettura viene interrotta da Avan, sollevo lo sguardo su di lui. Scende dal tavolo con un balzo e si avvicina a me. Mi è davanti.
Ava: -Devo dirti una cosa abbastanza importante su questo viaggio...- dice serio.
Eli: -Si certo, dimmi.-
Fa un respiro profondo e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di tornare a parlare:
Ava: -Ecco, vedi, è sorto un problema mercoledì e quindi...- ad interromperlo è la suoneria del mio telefono, abbassiamo entrambi lo sguardo per leggere il nome: Bradley Cooper. Lo sento irrigidirsi.
Ava: -Perché ti chiama?-
Eli: -Non lo so, devo rispondere per scoprirlo.-
Trascino l'icona verde e rispondo alla chiamata, Avan si allontana di qualche passo girandosi verso il tavolo per tirar su le poche cose della colazione.
Eli: -Pronto?-
Bra: -Hey Elizabeth, ti disturbo?- chiede sempre cortese la voce di Bradley ripetuta un po' robotica dal dispositivo.
Eli: -No, dimmi pure, non sono a scuola.-
Bra: -Okay, fantastico. Devo chiederti un favore abbastanza importante...-
Il mio sguardo si posa su Avan girato e sul suo culo privo di ogni velo, mi mordicchio il labbro inferiore.
Bra: -Dunque, lunedì e martedì prossimo io e mia moglie abbiamo dei merdosissimi impegni di lavoro che ci costringono a restare fuori casa...-
Ah, quindi è sposato.
Chiudo gli occhi e faccio mente locale alle lezioni dell'altroieri, effettivamente aveva un anello sull'anulare.
Bra: -Ed ecco, avremmo bisogno che qualcuno ci tenesse Lea per quei due giorni... e beh, cazzo, ho pensato a te e se vuole il tuo ragazzo.-
Eli: -Lea?-
Bra: -Oh, è mia figlia! Ha quasi un anno.- spiega lui.
Ah, ha una figlia di un anno.
Effettivamente lo sfondo del bloccoschermo del suo cellulare era la foto di una bambina molto piccola.
Bra: -Si tratterebbe di lunedì da dopo pranzo a martedì sera... sarebbe un enorme piacere e beh, ti pagherei, ovviamente.-
Eli: -Oh, emh... si, credo di si.- borbotto, non so se lo stia facendo apposta, ma Avan continua a stare di spalle o a sventolare il suo pacco davanti a me... o forse è tutto nella mia fantasia e sta solo rigovernando le tazze?
Bra: -Oh cazzo, grazie! Ci hai salvati!- esclama sollevato, io scendo dal ripiano in cui sono seduta e mi avvicino ad Avan che sciacqua i piatti.
Eli: -Figurati...-
Bra: -Tante e tante grazie, dopo ti mando il nome della via e le altre informazioni. Ci vediamo lunedì.-
Eli: -A lunedì, ciao.- rispondo chiudendo la chiamata.
Ava: -Lunedì vi vedete?- borbotta scontroso il mio ragazzo senza neanche girarsi. Stringo le mie braccia attorno al suo busto e mi alzo sulle punte per arrivare a baciargli la spalla scoperta.
Eli: -La smetti di essere geloso? Sei invitato anche tu, felice?-
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