12. Un nuovo perdono
#Elizabeth's pov:
Svegliarmi a casa di Matt è un lusso che non mi prendevo da tempo.
Solitamente il mio risveglio è assai problematico, vuoi perché non abito con i miei genitori, vuoi perché Otis ogni mattina tenta di limonarmi.
Ogni giorno posticipo la sveglia, oggetto che mi provoca parecchi traumi, fin quando non mi accorgo che sono in ritardo. Mi vesto di fretta, ficco i libri in cartella senza quasi sapere cosa mi serve, prendo un pezzo di pane per fare colazione al volo ed esco di casa. Avan di solito è già giù con la sua Mini nera che mi aspetta.
Oggi, invece, a svegliarci è la mamma di Matt, Rose, che entra in camera ed alza le tapparelle lasciando entrare la giusta luce che ci svegli senza bruciarci la retina. Io con uno sbadiglio apro gli occhi e sollevo il viso dal petto di Matt a cui ho dormito abbracciata. Rose ci scuote gentilmente e, quando vede che siamo entrambi svegli, lascia la camera.
Cerco l'orologio con lo sguardo e mi accorgo che sono le 7:03, tempo perfettamente sufficiente per alzarci, vestirci e fare colazione come si deve dato che ci accompagnerà a scuola Phillip, papà di Matt.
Il riccio allunga la mano verso il comodino e prende i suoi occhiali.
Eli: -Erano secoli che il mio risveglio non era così perfettamente dolce.- borbotto con la voce roca del sonno.
Mat: -Immagino che svegliarti accanto ad un Avan nudo batta leggermente i baci di mia madre.- sbiascica cercando di tenere gli occhi aperti.
Eli: -Beh, in questo momento tua madre batte Avan alla grande.- rispondo, lui abbassa lo sguardo su di me e scuote la testa.
Ci alziamo dal letto nel giro di una decina di minuti, ci vestiamo, io indosso i vestiti di ieri sera anche se Matt mi presta una delle sue felpe data la macchia di gelato sulla mia, entriamo in bagno assieme e, mentre lui fa pipì, io mi sistemo con i trucchi di Ally scambiandomi poi con Matt che si fa la barba.
Quando entriamo in cucina per fare colazione sono le 7:37, Phillip è seduto al tavolo intento a leggere il giornale, George e Ally devono aver cambiato idea sul dormire qui questa notte perché non ci sono, Rose è davanti i fornelli intenta a cucinare bacon e uova. Da quanto tempo non facevo una colazione del genere!
Mangio fin quasi a star male... ah, che vita! Sono così di buon umore.
Il padre di Matt ci accompagna a scuola in auto.
Mi siedo sui sedili posteriori con Jennette vicina mentre Matt si siede davanti accanto al padre. Passo il tempo che ci impieghiamo per arrivare a scuola aggiornando Jennette su quanto accaduto ieri sera, ci scriviamo via messaggio, ovviamente.
Scendiamo dall'auto e, dopo aver ringraziato Phillip, ci incamminiamo per quell'ultimo tratto di strada prima della nostra scuola.
Jen: -Comunque son d'accordo, è stato uno stronzo!- commenta Jennette riferendosi chiaramente ad Avan, io affondo le mani nelle tasche e mi limito a sospirare.
Mat: -Non saprei, è solo un po' insicuro. Probabilmente c'è qualcuno che gli mette in testa queste cose.- tenta Matt, io scuoto la testa.
Eli: -Gli unici a sapere di Bradley siete voi due, George ed Avan... a meno che non lo abbiate detto a qualcuno.- osservo tornando a fissare la strada davanti a me.
Mat: -L'ha visto e ne è al corrente anche Nathan...-
Jen: -Nathan si fa i cazzi suoi, non sono così tanto amici da scambiarsi questo genere di riflessioni.- dice Jennette soffiando una nuvola di fumo.
Eli: -È inutile che cerchiamo ancora di scusarlo, ha esagerato e non poco.-taglio corto, il cellulare di Matt inizia a suonare.
Mat: -Pronto?- fa il riccio portando lo smartphone all'orecchio. -Ah, ciao (...) Si, tutto okay (...) Non mi ricordo, forse letteratura (...) Cosa? Perché? (...) Non saprei (...) Okay, va bene (...)-
Restiamo in silenzio ad ascoltare Matt che parla al telefono con qualcuno.
Mat: -Si, d'accordo (...) Altrimenti ti scrivo (...) Okay, ciao.- conclude, chiude la chiamata e infila nuovamente il cellulare nella tasca posteriore dei suoi skinny. Io e Jennette lo guardiamo in attesa che ci riveli l'interlocutore.
Jen: -Chi era?- domanda la bionda dato che Matt non sembra voler parlare.
Mat: -Uh? Ah, era... Ariana.- è chiaro come il sole che stia mentendo, ma son troppo di buon umore per ingaggiare battaglia affinché sputi il rospo. Jennette sembra aver capito il mio mood perché neanche lei fa domande, si limita ad aspirare il fumo biancastro della sua sigaretta.
Arriviamo davanti a scuola, la bionda subito incontra Nathan e ci lascia per stare con lui, perfettamente comprensibile. Io e Matt proseguiamo lungo il giardino, dentro l'atrio e verso le scale. Ho fatto i primi gradini quando il riccio si ferma, mi volto a guardarlo senza capire il perché di questa pausa.
Eli: -Che c'è?- domando con uno sbuffo, non vedo l'ora di rintanarmi in classe dove ho il minor numero di possibilità di incontrare Avan.
Mat: -Devo prendere una cosa per Ariana, me la ha chiesta prima quando m'ha chiamato, mi accompagni?- dice, annuisco e scendo le poche scale. Il riccio di dirige con sicurezza nell'altro lato del corridoio, sembra leggere i fogli plastificati appesi fuori le porte in cerca di qualcosa. Si ferma davanti a quello segnato come "deposito scolastico".
Eli: -Beh, che le serve?- sbuffo incrociando le braccia al petto.
Mat: -Spero non mi odierai.- sospira con un mezzo sorrisino, apre la porta e mi spinge dentro chiudendola alla mie spalle.
Eli: -Matt, che cazzo fai?- chiedo senza capire, provo ad abbassare la maniglia, ma Matt la sta tenendo, batto col pungo sul legno chiaro.
Eli: -Maaat! Apri la porta che non è divertente!- grido continuando a bussare, nella penombra della stanza qualcosa si muove, o meglio qualcuno.
Mi volto e, dopo qualche istante in cui i miei occhi si abituando al buio del locale, lo vedo. È seduto su una delle molte cattedre ammassate qui dentro, è bellissimo come sempre. Si porta indietro il ciuffo e scende dal tavolo avvicinandosi a me, sento già il mio cuore palpitare.
Ava: -Ciao Elizabeth.- dice piano avvicinandosi a me, chiudo gli occhi: ricorda che sei arrabbiata con lui, ricorda che sei arrabbiata con lui, ricorda che..
Ava: -Pensavo non venissi.-
Eli: -Non è certo mia iniziativa essere venuta qui.- rispondo subito tagliente, lui fa un timido sorriso e si passa una mano tra i capelli.
Ava: -Elizabeth, ieri sera mi sono affacciato al balcone della camera di Josh, ho alzato gli occhi al cielo e ho visto un insieme di stelle che formavano il tuo viso; mi capita spesso, sai? Ti vedo in ogni cosa che mi circonda, in ogni cosa che faccio. Io... io provo per te una cosa che non avevo mai provato, una cosa che non so spiegare a parole, una cosa che non riuscirò mai ad interpretare. Tu per me sei il tutto e il niente, tu sei la cosa più bella che sarebbe potuta capitare a chiunque ma, per qualche inspiegabile fortuna, sei capitata a me. Quello che è successo ieri sera è frutto della mia paura di soffrire, di restare troppo sotto a questa storia; ora vorrei solo riuscire a farti capire quanto sei importante per me... non importa l'orgoglio se sto per perdere una persona importante, voglio tirare fuori tutto ciò che non t'ho mai detto. L'ho ripetuto milioni di volte e non mi stancherò mai di dirlo: ti amo, Elizabeth! Ora so che farò precipitare sotto terra il romanticismo che, forse, son riuscito a creare, ma voglio dirtelo lo stesso: il sesso orale che t'ho fatto ieri sera, è stata una delle cose più strane che io abbia mi fatto... ma guardare il tuo viso abbandonato al piacere, il tuo sorriso dopo... è stato straordinario e non vedo l'ora di farlo e rifarlo. Mi dispiace d'aver maneggiato in modo banale e superficiale le parole, i fatti ed i sentimenti e spero con tutto me stesso che tu riesca a perdonarmi.- la sua voce, sempre così salda, così ironica, così beffarda, trema.
Le stesse lacrime di ieri mi offuscano la vista col loro velo, tento di parlare ma è come se mi fossi dimenticata come si fa. Avan resta immobile a guardarmi, forse dopo il suo discorso egregio e sentimentale s'aspetta qualcosa, ma non riesco a far nulla.
Ava: -Ti prego, di qualunque cosa...-
Eli: -Io... non... non so cosa... dire.- balbetto abbassando lo sguardo: ricorda che t'ha fatta soffrire, cosa sono delle belle parole se poi i fatti sono contrari? Cerco di scacciare quella vicina. Sento la sicurezza di Avan vacillare dopo questa mia frase come unica risposta.
Ava: -Io ti amo, te l'ho detto e ridetto. Ti amo e mi sento un coglione perché sto riuscendo a rovinare tutto con la mia gelosia. Mi fido di te, davvero. È che quel Bradley... oh, cazzo, possibile che tu non mi capisca?- sospira frustrato, si passa per l'ennesima volta la mano tra i capelli.
Eli: -Non ti capisco perché non c'è nulla di logico in quello che fai! Io non ti impedisco di andare agli allenamenti perché c'è Laura che ti guarda, non faccio scenate di gelosia quando Victoria grida il tuo nome alle partite sculettando, ti lascio andare alle feste e non serve che tu debba raccontarmi nulla, perché mi fido DAVVERO di te!- dico lasciando cadere una lacrima lungo il mio viso, la sua mano si posa sulla mia guancia e con il pollice l'asciuga.
Ava: -Ho una paura fottuta di soffrire, Elizabeth. L'idea che un domani tu possa andartene mi terrorizza. So di non essere il ragazzo migliore del mondo, il più bello o il più intelligente, però giuro che ti amo e sei la parte migliore di me. Se tu non dovessi perdonarmi sarei davvero distrutto, non voglio perderti per questo.- mormora, la sua mano trema sulla mia guancia e per la prima volta da quando siamo assieme i suoi occhi riflettono una vera paura.
Non fare così la sottomessa, sono solo parole! Zitta vocina, voglio credergli. Devo credergli.
Eli: -Avan...-
Non farlo, non farlo così!
Eli: -Dio solo sa quanto ti amo, t'ho amato da subito e lo farò per sempre. Ti perdono.- sussurro, un suono indefinito esce dalle sue labbra, mi aspetto che mi baci e invece cade in ginocchio davanti a me. Non ne son sicura, ma sta singhiozzando?
Le sue braccia si stringono all'altezza del mio bacino, appoggia la guancia contro il mio ventre poco sotto il seno. Io gli accarezzo i capelli tenendo lo sguardo basso su di lui.
L'hai fatta la cazzata... ora vedrai come soffri la prossima volta...
Zitta coscienza, io credo nell'amore vero e lo difenderò fino alla morte.
Sorratemi per il ritardooooo
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro