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Sto bene

-Avan... io sono tua, fammi solo tua.- mormoro, il suo sguardo mi scorre tutta e si posa sulle mie coscie scoperte dalla sua felpa che nonostante tutto non è abbastanza lunga.

-No Elizabeth... lo dici ora ma poi Matty...- si sforza di trattenersi.

-Matty non è qui.- osservo, lui scuote la testa.

-Tu lo ami.-

-Io ti amo.- correggo la sua frase, un sorrisino compiaciuto solca le sue labbra.

-Lo dici ora perché abbiamo litigato.-

-No, lo dico per sempre perché quando mi hai lasciata ho provato un dolore più forte di qualsiasi altro abbandono.- mi accarezza il viso.

-Elizabeth io non so se...-

-Avan, giuro che lascerò Matty e farò qualunque cosa, ma non lasciarmi mai più.- il mio labbro torna a tremare e i miei occhi si fanno lucidi.

-Elizabeth come potrei mai lasciarti?- sospira, una lacrima scende sola sulla mia guancia e lui la asciuga con il pollice.

-Non farlo ti prego.- sussurro, le sue braccia si stringono attorno alle mie spalle e mi raccoglie a se facendomi sedere sulle sue ginocchia.

-Non lo farò mai.-

-Avan?- abbassa lo sguardo su di me. -Ti prego fammi tua ancora. Solo tua.-

-Ti ho lasciata sola per qualche ora e già sei ridotta così? L'Elizabeth dolce mi spaventa più di quella normale. E poi i tuoi nonni sono al piano di sotto...- mi ricorda, non mi interessa di quello che penseranno e ciò che diranno dopo. Ora voglio solo lui.

-Che differenza fa?- i suoi occhi si accendono di una scintilla che mi contagia. Mi posa sul letto e inizia a baciarmi.

-Facciamo a modo mio questa volta?- chiede sfilandomi la felpa, le sue dita mi scorrono tutta e un brivido mi scuote.

-Come desideri tu.- acconsento, un sorriso solca le sue labbra.

-Lo hai detto, Anastasia Steele.-

-Avan...- si avvicina alla sua valigia, cerca per qualche secondo, ne estrae una delle sue bandane, la arrotola e torna da me. Mi fa sedere, unisce i miei polsi dietro la mia schiena e lì lega stretti con la bandana.

-Faccia tutto io.- mi avvisa, poi mi fa stendere sul fianco. Il mio fiato si fa corto quando mi sfila gli slip e sfiora per la prima volta la mia intimità.
Mi guarda con un sorrisino. -Oddio.- ansimo inarcando la schiena quando infila un dito nella mia intimità, inizia a fare movimenti circolari.
Si diverte ancora un po' a farmi soffrire godendo prima di decidersi a soddisfarmi pienamente.

Lo guardo da sopra la mia spalla slacciare il nodo dei suoi pantaloni della tuta, semplicemente li abbassa così come i boxer. Mi passa una mano delicata sul culo, io annuisco e un sorrisino pervi solca le sue labbra. Mi lascia qualche bacio umidi sul fianco prima di tirarmi verso di lui. Mi gira in posizione ottimale e inizia a penetrarmi l'ano. All'inizio provo un dolore indescrivibile, poi ad ogni spinta il piacere aumenta fino a quando non riesco a trattenere i gemiti che si mischiano ai suoi.

-Elizabeth...- geme, le sue mani si posano sulla mia schiena e si aggrappano alle mie.

-Avan...- gemo ancora, ogni parte di me è in tensione dal piacere, dall'alluce dei piedi alle mie labbra. Chiudo gli occhi e tento di rendere ancora più intenso il piacere prima di venire. Qualche altra spinta e viene anche lui; tira su i pantaloni, si lascia cadere sul letto accanto a me e mi slega i polsi che mi fanno un tantino male. Con il braccio mi circonda la vita accarezzandomi il ventre.

-Di chiunque sia questo bambino gli vorrò un bene dell'anima.- mormora con le labbra che sfiorano il mio orecchio.

-Non ho dubbi che sarai un buon padre.- rispondo girandomi a baciarlo.

Restiamo stesi a letto per una ventina di minuti prima che mia nonna venga cautamente a bussare per dirci che è pronta la cena, non avendo pranzato ho proprio bisogno di mangiare. Mi vesto e scendiamo.
Dopo la cena e una doccia veloce, Avan ed io decidiamo di uscire a fare un giro per la città. Ci fermiamo su di una panchina a chiacchierare. Come d'abitudine tiro fuori una cicca.

-Elizabeth non puoi.- mi ricorda lui, la prende dalle mie mani e la spezza gettandola in terra. -Potrebbe essere un ottimo pretesto per smettere.-

-Posso iniziare a chiamarti papà?- sbuffo riponendo il pacchetto in tasca, lui ridacchia e mi bacia.

-Faresti questo con tuo padre?- sussurra con le labbra ancora sulle mie.

-No, ma a volte è come se lo fossi.- rispondo, lui sembra compiaciuto di questo.

-Puoi iniziare a chiamarmi daddy.-

-Non mi piace scopare con te quando ti comporti da papà.- osservo, si passa una mano tra i capelli.

-Elizabeth a te piace scopare con me punto.- dice con voce esageratamente suadente, alzo gli occhi al cielo e lascio che le sue braccia mi avvolgano e che le sue labbra si posino sul mio collo.

-Cosa siamo tornati al liceo? Non mi lasciare il segno.- borbotto allontanando il suo viso dal mio collo.

-Perché? Paura che a Matty non vada bene? Prima o poi lo verrà a sapere comunque.-

-Beh, allora lo verrà a sapere anche Chantal.-

-Magari! Avrei la scusa per farmi lasciare!- esclama con un grande sorriso.

-Perché, ti serve una scusa per lasciarla?- domando stupita, se ragiona così con che scusa dovrei lasciare Matty a due mesi dall''altare?

-No è che... passerei per un bastardo se facessi così, lasciare una donna incinta a un paio di settimane dal matrimonio... mentre tu beh, Matty capirebbe.- borbotta pettinandomi i capelli con le dita. -Capirebbe che nonostante le sue carognate io e te ci amiamo.-

-Mh... Jogia, ho come l'impressione che non ti importi troppo di quello che succede a Matty.- alza le spalle.

-Perché a lui è interessato quello che mi è successo dopo il suo capriccio?- abbasso lo sguardo e scuoto la testa.
Effettivamente no.

La mattina dopo a svegliarci è la suoneria del mio cellulare, allungo la mano sul comodino e senza badare troppo al numero rispondo... il viso di Matty occupa tutto il display, mi alzo di scatto a sedere e copro Avan con il lenzuolo.

-Matty... hai ciao, come.... amh... come stai?- balbetto passando nervosa le dita tra i capelli.

-Bene Elizabeth... cos'hai?- indaga, Avan inizia a svegliarsi borbottando qualcosa a me incomprensibile, gli tiro un calcio.

-Niente niente... stavo solo... sono solo... un po' stanca tutto qui.- rispondo con un largo sorriso.

-Ti ho svegliata?- scuoto la testa e sfodero il mio sorriso migliore mentre Avan sposta la coperta di lato e scopre i nostri corpi nudi.

-Io... un po' ma dovevo comunque svegliarmi...- lancio un occhiataccia ad Avan che in sottofondo continua a fare rumori strani.

-Dove sei? C'è confusione...-

-Si, sono ad un pranzo con i miei amici di qui.- tento di mentire.

-Amh... okay, scusa se ti disturbi ma ha chiamato il tipo dei fiori per il matrimonio e mi ha chiesto se preferiamo i girasoli o i crisantemi...-Avan sospira e posa il mento sulle mie cosce, scandisce con le labbra "digli la verità".

-Matty...- lo stoppo, lui alza lo sguardo dal catalogo dei fiori allo schermo del suo cellulare aspettando che io continui. -Non stiamo correndo un po' troppo? Voglio dire questa cosa del matrimonio... non è un po' presto per noi?-

-Cosa mi stai dicendo Elizabeth?- mormora, la sua espressione è indecifrabile ma credo stia capendo dove voglio arrivare.

-Dico che forse io e te dovremmo prenderci una pausa... voglio dire, abbiamo ventitré anni e abbiamo passato dieci anni della nostra vita insieme tra una relazione e l'altra... forse è il caso che prima di fare un passo così importante come il matrimonio proviamo altre cose... conosciamo altra gente e beh... non so. Sento di star facendo il passo più lungo della gamba con questo matrimonio.- aspetto qualche secondo una sua reazione ma sembra pietrificato. -Matty noi possiamo...-

-Elizabeth... mancano due mesi al matrimonio, tutta l'America non vede l'ora di questo matrimonio, abbiamo comprato gli abiti, abbiamo visto decine di location, tutta la gente che mi ferma si congratula con me e tu... tu dopo aver detto che hai cambiato idea dici di restare amici?- chiede con la voce inclinata nel pianto.

-Matty... ho solo bisogno di pensarci meglio... magari tra qualche anno potremo...-

-Con chi sei, veramente?- mi zittisce, io abbasso lo sguardo su Avan che, stranamente non sta ne gioendo ne ridendo, si limita a stingere la mia mano libera nella sua. -Elizabeth ti ho chiesto con chi cazzo sei partita in questa merda di vacanza!-

-Sono con Avan...- sussurro.

-Fammelo vedere.- ringhia duro.

-Matty non credo che...- tento di dissuaderlo.

-Fammelo vedere.- scandisce, volto il telefono verso il mio compagno.

-McKibben...- saluta il moro con un cenno del capo.

-Complimenti professore è riuscito nel suo intento, spero lei stia godendo la mia fidanzata perché durerà poco anche per lei... Elizabeth non è una ragazza da matrimonio. Si ricorda quella sera del ballo?- la sua voce ha un tono gelido e quasi sadico.

-So già tutto.- risponde Avan, prima che Matty possa dire qualunque cosa ad Avan su Daniel volto il telefono verso di me.

-Matty smettila...-

-Smattila tu Elizabeth, smetti di fare il doppio gioco, mi sono stancato di venir preso in giro da te... pensi che nessuno si sia accorto di niente? Fa male sentire George e Matt che fanno le battutine su te ed Avan, vedere che alle feste sparisci e torni spettinata e arrossata un paio d'ore dopo. Elizabeth basta, mi hai fatto già abbastanza male. Non cercarmi più.- dice, le sue parole sono cariche di dolore che però non si riversa in me neanche quando chiudo la chiamata e so che questa volta è finita davvero.

Lascio cadere il cellulare sul materasso accanto a me, Avan mi stringe in un abbraccio.

-Come ti senti?- mormora, poso il viso sull'incavo tra il suo collo e la spalla lasciando che mi abbracci e pettini.

-Sto bene.- sibilo.

Scusate se in questo periodo non riesco tanto a scrivere e pubblicare... vi prometto ALMENO un capitolo alla settimana... e niente AMO L'ESTATE!🍦

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