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50 sfumature di grigio può accompagnare solo

E infatti nei giorni successivi torno ben tre volte; a prendere le mie cose e quelle di Matt, ma non me ne lamento: adoro vivere da sola, con Liam. In realtà abito anche con Matt ed Ariana dato che la maggior parte delle volte stiamo assieme nell'enorme giardino, a dirla tutta vivono con noi anche gli altri, ma questo solo perché stiamo lavorando al video. Non pensavo, ma Liam vuole fare le cose in grande. Così mentre Frankie si occupa delle immagini, Matt e Nathan registrano la musica e la mixano... alla fine non è così male. È strano come siano riusciti a modificare le nostre voci rendendole intonate e melodiose.
Comunque la casa e il video-clip occupano tutta la mia settimana e arrivo al sabato totalmente impreparata... non che dovessi fare chissà cosa, ma non ho pensato neanche al vestito da indossare al ballo.

Il sabato pomeriggio mi trovo a casa da mia madre e Philip per prendere le ultimissime cose, sto svuotando il mio armadio vecchio nel sottoscala quando mi imbattono​ in una grossa scatola verde-acqua con il coperchio decorato da una cornice dorata. Non ricordo cosa ci sia dentro e, un po' sovrappensiero per la serata che mi attende e il problema vestito, sollevo il coperchio. La scatola da scarpe che tenevo in mano mi cade e sparge sul pavimento le foto che contiene, le mie ginocchia cedono e finisco in terra.

È il vestito che mi regalò mio padre al quarto anno del liceo per il ballo. Dentro c'è ancora la sua lettera dove mi prometteva una vita insieme, quella stessa vita che gli fu strappata qualche settimana dopo.

Allungo una mano e sfioro tremante il tulle dell'ampia gonna nera.
Non riesco a piangere, sto solo seduta sulle ginocchia a guardare quel vestito e a rigirarmi la lettera tra le mani.

Non so quanto tempo passi prima che mia madre bussi dicendomi che Matty è arrivato a prendermi per il ballo, quello che so è che ho trovato il vestito da indossare.

-Elizabeth, tesoro, è arrivato Matty.- cinguetta mia madre affacciandosi alla porta, guarda il mio viso assorto e poi il vestito, si accovaccia accanto a me. -Tutto bene tesoro?- mormora accarezzandomi un ginocchio.

-Si.- sussurro alzandomi in piedi. Raccolgo lo scatolone.

-Sei sicura Elizabeth?- annuisco meccanicamente e lascio lo stretto sottoscala. Matty è in soggiorno con Philip seduto davanti in poltrona che legge il giornale e alza lo sguardo ogni tanto squadrandolo. Mi vede e sbuffa.

-Devi ancora...-

-Ci metto poco.- lo zittisco subito, il suo sguardo si posa su di me corrucciato.

-Va tutto...-

-Si.- lo stoppo ancora salendo i gradini due a due. Il mio orologio segna le 19:46. Dopo una doccia veloce, un velo di trucco e i capelli raccolti in una crocchia dalla quale sfugge qualche ciuffo, segna le 20:27. Scendo e Matty mi sta aspettando in entrata, il suo sguardo si illumina quando mi vede scendere con il vestito di mio padre.

-Come sei bella, mia regina.- mi sussurra all'orecchio porgendomi il braccio, io gli faccio un sorriso forse un po' spento e accetto il suo appoggio.
La sua Range Rover nera è parcheggiata davanti il vialetto, mi apre la portiera e fa il giro sedendosi al posto di guida. Mette in moto e parte. Il viaggio è silenzioso, io tengo la testa schiacciata contro il vetro mentre le parole della lettera di mio padre mi occupano la mente.

Ho deciso che non posso più abbandonarti. L'estate prossima do il congedo all'esercito. Dall'estate prossima inizio a fare il padre che non ho fatto in questi 17 anni.
Ci vediamo un giorno di queste vacanze natalizie.

Da quelle vacanze natalizie son passati sei anni. Le uniche cose che mi rimangono di lui sono il vestito e la piastrina che ho deciso di indossare con questo. Nient'altro. Ah, si, i più bei ricordi della mia infanzia sono legati a lui, ma se un giorno di questi dovessi perderla come già mi è successo? Non mi resterebbe nulla.
So che se adesso potesse parlarmi mi direbbe che non devo pensare a lui in questo modo, che non posso lasciare ad un ricordo la possibilità di rovinarmi una serata. Stringo le dita attorno alla piastrina e sorrido per lui. Ci sarà anche Avan e già mi ha promesso un ballo, nulla può rovinare questa serata.

Matty parcheggia l'auto in una vietta secondaria, grazie a me siamo in ritardo e non c'è più posto nel cortile della scuola. Ci incamminiamo verso l'istituto dal quale già si sente la musica sparata a palla. Un sorrisetto solca le labbra di entrambi. Che Matty voglia ammetterlo o meno il liceo ci ha regalato i migliori anni della nostra vita.

Non esisteva ancora il ballo di primavera quando andavo a scuola io perciò non so cosa aspettarmi, ma resto piacevolmente sorpresa.
Come al solito la palestra è stata allestita a pista da ballo mentre in atrio c'è un fotografo con una passerella per le foto ricordo.
Fin da subito Matty viene fermato per qualche autografo così lo lascio indietro e decido di entrare in palestra da sola.

La musica è carina e i ragazzi già ballano, cerco il ciuffo rosso riconoscibile di Daniel rinunciando alla possibilità di poter trovare Avan nella baraonda di persone; ma non trovandolo, mi dirigo al tavolo dei drink e prendo un bicchiere con un qualche intruglio strano di alcool e punch... ecco una cosa che non è cambiata: lo studente che versa di nascosto l'alcool nelle bevande non sa fare le dosi.
Sono appoggiata con la schiena al tavolo dei cocktails e muovo la testa a ritmo quando una mano si posa sulla mia vita e due occhi color caramello incrociano i miei, sussulto.

-Non volevo spaventarti.- ridacchia Avan prendendo un bicchiere dal tavolo dietro di me.

-Non mi aspettavo di vederti qui... solo, Chantal?- domando sorseggiando quello che resta del mio drink.

-Potrei farti la stessa domanda... ti sei già stancata di Daniel?- bisbiglia con un sorrisetto.

-Non son venuta con Daniel.- rispondo indicando con un cenno l'entrata della palestra, dove Matty ancora accerchiato da ragazzini si muove a fatica verso di me. -Pensavo lo sapessi...-

-E Daniel con chi è venuto allora?-

-Pensavo potessi dirmelo tu...- il mio cellulare vibra, ma non mi sembra il caso di infilare la mano nel decoltè per tirarlo fuori.

-Bel vestito, comunque.-

-Anche il tuo.- indossa anche lui lo stesso smoking con la cravatta azzurra e oro che aveva al ballo di sei anni fa. Il suo sguardo si posa sul braccialetto che porto sempre al polso, quello che mi aveva regalato e si abbina con il suo completo.


-Anche quest'anno sei la mia dama.- osserva facendomi un baciamano. -Che dici? Se ti chiedessi un ballo il tuo fidanzato si arrabbierebbe?- entrambi lanciamo un'occhiata a Matty.

-Non credo... e la tua dama?-

-Non penso se ne accorgerà.- sospira indicando un punto dall'altra parte della sala in cui Chantal, stretta in un bellissimo vestito a sirena color pesca, parla e ride seduta al tavolo con un uomo che non riconosco. -Devo raccontarti una cosa...-

-Allora va bene io...-

-Elizabeth, finalmente.- ci interrompe Matty che si è liberato da tutti i suoi fans e ora squadra Avan.

-McKibben...- ringhia il moro accanto a me.

-Professore...- dice con un cenno del capo, mi prende per mano e dopo un sorrisino palesemente finto mi trascina in pista a ballare lasciando Avan con uno sguardo omicida.

-Che voleva?- domanda non appena la calca si è richiusa dietro di noi.

-Un ballo, niente di ché.- replico con un'alzata di spalle.

-Beh, deve mettersi in coda.- conclude lui posando una mano sul mio fianco e stringendo l'altra attorno alla mia.
Balliamo per gran parte della sera e il grande orologio appeso al muro segna le undici quando Matty ed io ci concediamo una pausa.
Ci sediamo ad un tavolo e lui prende due drink, ora come ora avrei voglia di una sigaretta. Io e Matty iniziamo a parlare rivangando i bei momenti di quando facevamo il liceo. Veniamo interrotti di tanto in tanto da qualche fan di Matty che gli chiede un autografo e un selfie.

La palestra inizia a svuotarsi verso l'una ed è proprio allora che Avan si avvicina al nostro tavolo con la sua dama per mano, si siedono con noi e Chantal, ignara del fatto che i due si odiano, manda i ragazzi a prendere da bere. Restiamo sole in un silenzio imbarazzante. Poi le sbotta:

-Io so cosa stai fascendo con Avàn, prima la storià di suo fratello e ora con questo ballò.-

-Come scusa?- balbetto sorpresa da questa sua improvvisa uscita.

-Io so che tu stai scercando di metterti tra me e Avàn, ma non sci riuscirai. Lui mi ama, mon amour, è inutile che scerchi di sedurlo. E poi sono inscinta.- sibila accarezzandosi il ventre con un sorrisino che ha un che di sadico.

-Okay, va bene, tutto tuo.- ribatto inscenando lo stesso sorrisino.
Idiota, mi son fatta il tuo promesso per tutto il weekend che 50 sfumature grigio può accompagnare solo e tu te ne esci con "Lui mi ama è inutile che cerchi di sedurlo"... ma okay, non è colpa tua se sei scema.

-Eccoci tornati.- Matty mi posa davanti un bicchiere con un liquido rossastro mentre Avan posa davanti a Chantal un bicchiere di the freddo.
Insceniamo una ridicola conversazione sul più e sul meno sorseggiando i nostri drink, in realtà Matty e Avan si guardano in cagnesco desiderando solo di potersene andare mentre io sbircio il mio moro intento a far finta di nulla con la fidanzata, ma si vede che vorrebbe me. Così quando il dj annuncia l'ultima canzone, coglie la palla al balzo.

-Accidenti, l'ultima canzone, balliamo?- propone con un largo sorriso.

-Avàn, sono stanca nelle mie condisioni.- sbuffa la bionda toccandosi il ventre.

-Beh, se a McKibben non dispiace allora chiedo a Elizabeth se vuole ballare...- insiste raggiante, mi volto verso Matty la cui espressione è abbastanza chiara.

-Amore, è solo un ballo...- lo rassicuro lasciandogli un bacio sulla guancia e accarezzandogli il braccio.

-Bene, vai.- sospira alzando lo sguardo al cielo. Avan mi porge il suo braccio e insieme raggiungiamo il centro della pista. Circondo il suo collo con le braccia e lui mi prende per la vita, iniziamo a girare dondolando a ritmo dell'ultimo lento di questa serata.

-Elizabeth?- sussurra ad un certo punto avvicinando le labbra al mio orecchio, sussulto.

-Si?-

-Parliamo di quella sera, della gita del 19 marzo, so cos'è successo...-

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