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Un anno


É passato un anno da quando sono in questa casa, forse dovrei dire prigione. Le cose non sono né migliorate ne peggiorate, tutto è rimasto come prima, ma ora che so tutto e che lui sa che io so tutto è molto più attento, non posso mai uscire di casa se non con lui e al guinzaglio.
In questo anno ho guardato le altre mogli, dei suoi amici e non posso fare altro che chiedermi: come fanno? Come fanno ad accettare tutto? Ad amare dei mostri? L'amore non è forse proteggersi e prendersi cura gli uni degli altri? Può anche esserci la sottomissione, ma una sottomissione volontaria non forzata ed obbligata, sottomettersi creare un gioco e dare vita a delle parti da rispettare, come a delle regole può accadere in una relazione, ma sempre se entrambi le parti accettano, sempre se entrambe le parti godono e ne traggono piacere, ma così sono solo loro a godere e noi soffriamo, elemosiniamo la loro pietà e la loro attenzione, perché ci diano piacere e non dolore, IO SONIA, NON ACCETTERÒ MAI QUESTA SITUAZIONE !!
"Vieni qui piccola" come al solito interrompe i miei pensieri, mi alzo e mi dirigo verso di lui, mi inginocchio ai suoi piedi e già so cosa vuole da me, apro la bocca e comincio a fare ciò che lui desidera, quando finisco ricevo una forte pacca sul sedere "brava piccola, ora puoi mangiare" così mi dà un piatto con del cibo "sono sicuro che questa volta mangerai come una gattina vero? O hai ancora bisogno di in altra settimana di digiuno?" Umiliata comincio a mangiare, il mio sedere è rivolto verso di lui bene in vista, all'improvviso sento un forte dolore e qualcosa che entra è una coda, mi ha messo una coda e poi subito mi pone sulla testa un cerchietto con delle orecchie "ora sei proprio una bella micia" continuo a mangiare e sento le sue mani su di me, arriva un forte schiaffo sul mio sedere, e poi un altro è un altro ancora "piccola non mi ringrazi? Ti ho fatto bei regali ti ho dato anche da mangiare! Meriti una punizione" così mi prende e mi mette sul divano con il sedere rivolto verso di lui, che si slaccia la cinta "piccola ringraziami" e così ad ogni sua sferzata io urlo, piango e ringrazio, va avanti così fino a quando non si stufa e decide di violentarmi ancora e ancora, entra dentro di me, ma non davanti il piacere deve essere solo suo, io ormai so cosa vuol dire dolore, ma non amore. Quando finisce mi dà un bacio e mi dice brava piccola e se ne va.
Non ho mai smesso di contare i giorni, le ore e i minuti che ho trascorso con questo essere in mondo. Ogni sera quando mi addormento, mi sveglio urlando, perché anche nei sogni rivivo le violenze, ritorno a quella cella dove fui rinchiusa i primi giorni, ritorno a quando fui strappata dall'abbraccio di mia madre. Ancora oggi piango, per tutto quello che ho perduto. Penso sempre a John, se lo rivedrò mai. Ogni notte mi sveglio sudata e con le lacrime agli occhi, ma non c'è nessuno a consolarmi, non una carezza o un abbraccio. Gli occhi di Erik mi fissano privi di emozione, come ogni notte, io mi volto dall'altro lato. Ha già preso troppo di me e non voglio abbia altro, ma lui lo sa che mi sta distruggendo, giorno dopo giorno in questo anno ho visto la mia forza vacillare, sotto le sue mani e la sua rabbia, ma comunque c'è una parte di me che ancora non si arrende, e lui questo lo sa. Lo capisce da come lo guardo, da come mi comporto, il mio spirito libero ancora non è stato domato del tutto, ma non so per quanto tempo ancora io potrò resistere.

La mia unica speranza è solo che i ribelli mi trovino così potrò scappare da qui.

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