La fuga
Mi asciugo una lacrima sul viso, mi ha di nuovo costretta a fare la puttana con i suoi amici, loro mi stanno guardando e ridono, mentre ora sulle loro ginocchia siedono le loro mogli illese, io guardo il mio padrone, mio cugino e lui ride, poi mi tira un calcio, "non guadarmi, cagna" le sue mani prendono i miei capelli e mi avvicina alla sua intimità, mi apre la bocca ora tocca a lui divertirsi con me, viene. Mi lancia a terra e mi sistema in modo tale da usarmi come poggia piedi, non piango più, domani fuggirò da qui, domani dirò addio a tutto e poi mi vendicherò.
Quando finalmente se ne sono andati tutti, il mio padrone mi abbraccia "brava, piccola sei stata tanto brava" è soddisfatto di me, mi da un bacio a stampo e mi dice ti amo, ma sarebbe così felice di me se sapesse la verità? Io credo di no, ma è stata questa certezza nell'ultima settimana a darmi la forza per andare avanti.
Stranamente quella sera fu dolce con me, mi diede tanti baci e mi strinse a se finché non smisi di tremare, addormentandomi tra le sue braccia. La mattina all'alba mi svegliai insieme al mio padrone, lui stava uscendo per andare al senato, io recitai la parte della brava schiava, che da il buongiorno come ogni giorno al suo padrone e poi mi diressi in bagno come ogni mattina.
Quando fui sicura di essere sola, indossai dei pantaloni. Discesi velocemente le scale e senza che mi vedesse nessuno, mi diressi verso il piccolo boschetto vicino la villa.
Il mio cuore gioisce è finalmente libero di amare e di tornare a vivere, il sole sembra più caldo e il cielo più azzurro, quando sono nel boschetto e vedo che non ce nessuno ad aspettarmi cominciò ad avere paura, che tutto quello sia solo un grande sbaglio o un sogno, resto lì ancora altri 15 minuti e quando sto per andarmene ecco John apparire davanti a me "andiamo amore mio" mi prende per mano e mi porta con se su di una carovana, mi da una parrucca e mi dice di mettermi altri vestiti, io ubbidisco e poco dopo siamo di nuovo in cammino, nessuno si è accorto di me, John a il permesso di andare ovunque, è un mercante di spezie e di cibo quindi basta far vedere alle guardie il suo lascia passare per potere proseguire senza problemi. Ho paura che le guardie possano riconoscermi o ci fermino, ma tutto questo non succede e noi proseguiamo per la nostra strada, quando Erick questa sera sarà di ritorno io sarò già lontana, libera e al sicuro.
La libertà penso sia il dono più grande che le persone possano avere, sbagliare per poi imparare e rimediare, la libertà di amare e di non amare, tutto ciò che noi facciamo lo facciamo solo perché siamo liberi ed io che avevo sempre dato per scontato tante cose, ora avevo capito il vero significato della parola libertà e di quanto questa fosse importante, di quanto la sua assenza lenisse l'anima delle persone e di come ci si sente ad essere meno del nulla. Ora sapevo che se c'era una battaglia da combattere e che valeva la pena d'affrontare era proprio quella per la libertà.
Io Sonia avrei davvero combattuto quella guerra, e l'avrei vinta anche a costo della mia morte
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