L'ultimo respiro e poi...
Stavo tremando, ma non per il freddo, oggi era il grande giorno. Io, mio padre e tutti i nostri seguaci avremmo votato contro Erick e suo padre. Se tutto fosse andato bene, dopo il nostro voto mia sorella sarebbe stata salva, ma se qualcosa non avesse funzionato, allora per lei sarebbe stata la fine.
Ho paura di non poterla più rivedere, l'amore che mi lega a lei è più grande di qualsiasi altro sentimento si possa provare. Solo chi ha un fratello o una sorella può capire il dolore che sta provando il mio cuore.
Con passo lento e meticoloso mi diressi verso l'immenso viale alberato con pavimenti vetrati del senato, da lì si potevano vedere le altre centinaia di strada sospese tra un palazzo e l'altro, il cielo era la nostra autostrada. Su questo viale alberato c'erano dei parco giochi e del l'erba sintetica in cui i bambini giocavano allegri. Forse se i loro genitori avessero saputo che presto quella pace sarebbe stata tolta loro, che il principe senatore, voleva realizzare un arma così potente da spazzare via intere città senza neanche uno sforzo, allora non sarebbero stati così serenamente a guardare i loro bambini giocare. Una donna ridotta in miseria e abbandonata dal suo uomo, chiede pietà e un po' di elemosina, non può lavorare queste sono le nostre leggi. Mi muovo a compassione e le lascio una banconota da cento soldi così potrà sfamarsi per un po'. Questo mondo cade a pezzi. Ecco le scalinate di marmo bianco e rosso del senato le salgo una per volta, ai lati di ognuna sono delle piccole fontane, alla fine della scalinata mi ritrovo difronte ad un portone enorme e tutto bianco, il quale è sorvegliato da delle guardie pronte a colpire chiunque tentasse di entrare senza averne il permesso. Lascio che questi uomini mi identifichino tramite una macchinetta a scansione, è così piccola che sta in una mano. Quando finalmente ho il permesso di entrare, vedo Erick che mi saluta, dopo la cena le cose sembrano andare meglio, forse pensa che voteremo in loro favore. Cerco con lo sguardo mio padre, quella sala così enorme incute un certo timore, tra i diversi corridoi e le diverse stanze finalmente riesco ad intravederlo nel suo completo giacca e cravatta tutto nero, vado verso di lui che già sta informando i nostri sostenitori, molti di loro sono d'accordo altri, scuotono la testa, non tutti si metteranno contro un uomo così potente.
Eppure noi lo faremo, qualcuno deve pur farlo, è uscito ora un uomo molto ansiano, lui è il primo senatore colui che detta l'inizio e la fine delle riunioni, possiamo entrare nella stanza. In modo composto attraversiamo quel lungo corridoi, gli sguardi dei precedenti senatori mi fissano dai loro venti metri di fredda e marmorea altezza, anche loro pensano che tutta questa storia non finirà bene.
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Ho visto Carlos, molto teso, questa sua situazione emotiva mi fa venire numerosi dubbi, se pensa di poter imbrogliare me Erick si sbaglia di grosso.
Lo guardo mentre cammina e parla con suo padre, entrambi hanno qualcosa che non va, spero per loro non ci tradiscano, una nostra auto con dei cecchini è già pronta difronte la loro meravigliosa casa, un mio solo segnale e di tutti loro non resterà nulla se non un triste ricordo. Anzi la loro dipartita potrebbe anche tornarci utile.
Ecco mio padre nella suoi tunica rossa prende posizione sul trono del senato, un giorno toccherà a me. "Oggi amici miei, siamo qui per votare, dovrete scegliere la via giusta o la via sbagliata, un arma che potrà proteggerci, salvarci da quei zotici dei ribelli, le cui file si stanno ammassando e ingrandendo, se ci rifiuteremo di vedere la realtà, saremo ingoiati da lei stessa!" Tra la folla alla fine del suo discorso sento un grande vociferare, c'è persino chi batte le mani. Si alza il senatore primo, il più anziano tra tutti noi "avete tempo tre ore da adesso per votare" dette le sue poche parole torna al suo posto. Ora ci giochiamo tutto.
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Il microfono attaccato alla mia camicia nera permette ai ribelli di sentire tutto, io spero davvero le cose vadano bene, eppure ho davvero una brutta sensazione, c'è qualcosa che non va. Le tre ore sono passate anche troppo in fretta su cento senatori solo ottantanove hanno votato a favore, l'arma non si farà.
Quando sto per uscire incrocio lo sguardo di Erick e capisco che tutto questo avrà delle conseguenze.
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Nonostante le mie grida, sono stata trascinata su di un treno, l'interno è polveroso e puzza di non so che cosa è non voglio scoprirlo, se sono qui vuol dire che mio padre ha fatto la scelta giusta, non importa se morirò, almeno migliaia di vite saranno salvate. Con me ci sono molte altre donne, uomini e bambini, dove ci stanno portando?
La velocità del treno credo sia arrivata al massimo, lo sento sfrecciare velocemente, la semioscurità non mi permette di vedere nulla, so solo che le temperature si sono abbassate di molto e che comincia a fare freddo. All'improvviso una frenata brusca, ci fa andare a sbattere tutti quanti in un unico angolo, ammassati come pacchi di patate. Cosa è successo? Sento degli spari e delle grida, delle voci e di nuovo degli spari, sento i portelloni aprirsi, vediamo una tenue luce che comincia a filtrare anche nel nostro vagone, abbiamo paura i bambini urlano e le madri cercando di calmarmi, siamo incatenati gli uni a gli altri se qualcuno dovesse spararci ci ucciderebbe tutti. " C'è Katia Johnson?" Cosa? Hanno chiamato me? Cosa vogliono? Ho paura, ma la loro arma mi dice che è meglio parlare prima che facciano una strage "s-ono io signore" un uomo molto alto, con delle braccia enormi e muscolose mi guarda, i suoi occhi sono profondi e di un nocciola bellissimo, "sei così piccola" sono queste le sue parole, io sto ancora tremando indosso solo una logora vestaglia da notte bianca, quella con cui sono stata portata via ormai due settimane fa. "Io, cosa volete da me?" Cerco di far apparire la mia voce più serena possibile, ma so che sto tremando "portarti in salvo, tutti voi siete salvi, se vorrete potrete unirvi a noi contro i soprusi del governo, altrimenti potrete trovare un sicuro rifugio nella zona rossa". Vedo molti uomini e donne andargli incontro, sono salva. Prese coscienza di quella nuova situazione, lascio che la stanchezza e la febbre di cui il mio corpo è preda abbiano il sopravvento. Due forti braccia mi prendono al volo "ora sei al sicuro" con quelle parole chiudo i miei occhi. Sono salva.
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È sera e il telefono di casa nostra non fa che squillare. Vedo mio padre camminare nervoso per tutta la casa "cosa sta succedendo?" "Nulla Carlos, tua sorella è salva" le sue parole riempiono il mio cuore di gioia, ma poi mia madre bianca in viso fa capolinea nel salone "che ci fai qui? Ti avevo detto di restare a letto" mio padre alle volte è troppo severo con mia madre, "mi dispiace, padrone, ma mentre guardavo la televisione, ho sentito una notizia straziante" vado da mia madre per rassicurarla, le dico che sua figlia è salva, ma questo non la tranquillizza "io tuoi seguaci, tutti quelli che non hanno votato per l'arma sono stati trovati morti, c'è chi dice un incendio, chi un incidente stradale, ognuno è stato ucciso in maniera diversa, parlano di incidenti, ma questi sono omicidi". Ora capisco il volto di mia madre così preoccupato, deciso di salire nella mia camera, voglio prendere la mia pistola, sparo da quando ho cinque anni che vengano, sono campione di arti marziali e di box non ho problemi.
Mentre salgo le scale sento il portone spalancarsi di botto e due spari provenire dal salone. Non è possibile sono salito solo due minuti fà, non può essere, delle voci stanno confabulando qualcosa, verranno a cercarmi, che vengano. Spengo tutte le luci del piano superiore e lascio tutte le porte aperte, io mi nascondo dietro ad una di esse. Mentre salgono le scale faccio il conto di quanti sono forse cinque massimo sei. Posso farcela.
Aspetto che l'ultimo di loro abbia attraversato metà corridoio, poi facendo affidamento sul mio sensore notturno, sparo un primo colpo con il silenziatore, preciso colpisco la testa, lo vedo accasciarsi al suolo, ho tempo di ritornare nascosto grazie ad una porta nascosta che sembra una libreria proprio a metà corridoio. Mandano uno solo di loro a controllare, idioti, così è troppo facile sparo un altro colpo. So che questa volta mi hanno individuato un proiettile laser è arrivato dritto sulla mia spalla, l'uomo era solo una distrazione, un esca.
Ferito scendo al piano di sotto, mi stanno inseguendo, li sento correre. In salotto vedo stesi a terra il corpo di mio padre e di mia madre, ma non posso fermarmi per dare loro il giusto addio. Devo correre al garage e prendere una delle tante auto. Un altro sparo per fortuna mi ha solo sfiorato, mi nascondo dietro al bancone della cucina, comincio a sparare. Sento un urlo forse ne ho preso un altro, ma l'ho solo ferito, mi alzo di scatto e un altro proiettile colpisce la mia gamba, sono quasi al garage. Quando arrivò lì vedo che ci sono altre persone che controllano l'uscita ho fatto male i conti. Questa è una resa dei conti non ci lasceranno sopravvivere, ma io devo trovare un modo per farcela, la mia piccola Katia conta su di me.
Sono tutti vestiti di nero, non ne conosco nemmeno uno, ansi quel ragazzo moro mi sembra già di averlo visto... lui è Erik...
Un altro colpo devo nascondermi.
"Ci sono, il passaggio sotterraneo che porta alla piscina" perché non ci ho pensato prima? Corro verso la mia unica via di fuga, quando un uomo alto e muscoloso mi si butta addosso, grazie alla mia agilità riesco a respingerlo, ma le ferite mi impediscono di fare molte mosse, mi butta addosso al bancone della cucina, vicino a me c'è il cassetto dei coltelli, posso prenderli, allungo disperatamente le mie mani verso il cassetto, l'uomo è così concentrato a strozzarmi che a fatica di rende conto della situazione, quando nota il coltello è troppo tardi, dalla sua gola ora esce molto sangue. Finalmente libero riprendo la mia corsa.
Con un ultimo respiro supero il salone di vetro, la sala hobby, apro una porta di legno scendo delle scale e mi tuffo in acqua, il mio ultimo respiro per la vita...
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