XXXVIII
Jane
Mi guardavo attorno confusa, non capivo cosa stesse succedendo e come facesse Damon a bloccare Ken a pochi metri da me.
Accanto al mio corpo vi era un foglio ingiallito con su una scritta antica, era sicuramente un incantesimo, riconoscevo i simboli. Nessuno si era accorto del mio risveglio, eccetto Angel, la quale aveva sgranato gli occhi e mi indicava il foglio che avevo preso tra le mani.
Aggrottai la fronte ed iniziai a leggere ciò che vi era scritto, ma non riuscivo a concentrarmi più di tanto: i corpi dei miei parenti sdraiati a terra senza vita mi facevano salire la nausea e le lacrime.
Avevano tutti e tre gli occhi sgranati e le labbra spalancate quasi in un grido doloroso.
Chiusi gli occhi pur di non guardarli ancora e mi ripetei che c'era tempo per piangere e per trovare una soluzione affinché tutti resuscitassero, in quel momento dovevo solo pensare a salvare le persone ancora in vita, ma era tremendamente difficile.
«Non siete abbastanza forte per fronteggiarmi, non qui, se volete morire, sarò onorato di far cessare la vostra vita!», ringhiò Ken, afferrando per il collo Damon e provando a sollevarlo per scaraventarlo dalla parte opposta, ma Damon fece resistenza, aiutato dall'arrivo di Luke ed Adrien. «Insulso umano come puoi toccarmi!», urlò innervosito. Era vero, essendo uno spirito, non poteva essere toccato al di fuori di noi creature sovrannaturali.
Capii che non c'era altro tempo da perdere, non avrebbero resistito a lungo, poiché sembrava che in quel posto tutti i nostri poteri si affievolissero... Ma i miei no, non dopo ciò che aveva fatto alla mia famiglia.
La rabbia e l'odio comandavano il mio corpo e il mio unico desiderio era quello di distruggerlo, vederlo esplodere e spedirlo all'Inferno. Mi sollevai di botto e iniziai a leggere ciò che vi era scritto sul foglio: «Animam amisit, tenebras animarum», nel momento esatto in cui iniziai a pronunciare le parole, vidi Ken sgranare gli occhi. Sollevai una mano verso di lui e continuai, «originem ex malo, qui natus in profundissima abysso, et-», mi interruppi quando il mio corpo iniziò a tremare e le forze ad aumentare. Sulle mie mani le vene divennero visibili e scure.
«Jane non continuate! È troppo potente solo per voi!», urlò Angel, provandosi ad alzarsi, ma con scarsi risultati.
«AHH!», emise un urlo mostruoso Ken e con una forza che non avevo mai visto prima, si liberò dei tre uomini che lo tenevano fermo. «Farete la fine dei vostri stessi genitori!», urlò con occhi rossi dalla rabbia mentre tutti fummo avvolti da una nube apparsa improvvisamente. Quella nube era lo stato d'animo di Ken, era lui a comandarla e la sua stessa rabbia la aveva generata.
Pronunciare i miei genitori fu la goccia che fece traboccare il vaso. Angel aveva ragione, mi ero resa conto che quell'incantesimo fosse troppo potente per me, ma al solo pensiero del sorriso e delle dolci parole di mamma e papà, una nuova forza si generò in me.
Se prima avvertivo ghiaccio a causa del freddo dell'ambiente in cui eravamo, l'attimo successivo divenne fuoco. Il sangue cominciò a fluire velocemente nelle mie vene e pungeva, procurandomi dolore, ma quello stesso dolore si tramutò in forza. Avvertivo in me una forza inaudita, una forza che mai avevo provato, la medesima forza di mio padre.
«Morirai!», iniziò a correre verso di me.
«Inferens daemonia vobis fugere ausus es igne inferni poena erit. O stultum animam tuam hora est!», pronunciai le ultime parole con rabbia, con velocità e con sicurezza. Nel momento stesso in cui Ken si avvicinò pericolosamente a me, un fuoco partì dal centro delle mie mani, attirando a sé la nube che ci circondava. Unendosi a quest'ultima, poi, si scagliò con velocità verso Ken e lo avvolse in una dolorosa morsa.
Le sue urla erano gioia per me, la mia vendetta era compiuta. Lo vidi contorcersi dal dolore delle fiamme degli inferi fino a quando non esplose in fuoco e cenere, dichiarando ufficialmente la nostra vittoria.
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Mi sentii libera, ma allo stesso tempo spossata. Mi sentii felice ed orgogliosa, ma allo stesso tempo triste ed angosciosa.
Quando ripresi conoscenza ero nella mia stanza, sdraiata sul mio letto e con accanto Angel, la quale dormiva con il viso appoggiato su una mia mano e l'altra stretta attorno alla mia vita.
Avevo la gola secca e pungente. Le forze sembravano avermi abbandonata d'un botto e non riuscivo ad alzare il busto; il mio unico movimento era muovere le palpebre.
Emisi un gemito frustrato che fece svegliare la ragazza al mio fianco. Quest'ultima sgranò gli occhi e li puntò su di me. «Vi siete svegliata finalmente», disse con gioia, stringendomi con forza la mano.
Finalmente? Quanto tempo era passato?
«Non...», la voce era roca e faticavo a parlare.
«Aspettate, vi prendo dell'acqua», nemmeno due minuto dopo, acqua limpida e fresca mi fece gioire il palato e mi riattivò in parte. «State meglio? Volete che chiami un dottore?»
Scossi il viso, «sto bene... Quanto tempo è passato? Cos'è successo? Non ricordo bene.»
«Sono passati cinque giorni, vi credevamo morta, ma il vostro respiro ci diceva il contrario. Dopo il potente incantesimo che avete lanciato, Ken è stato completamente distrutto e siamo stati costretti a scappare via da quel portale, poiché tutto sembrava sul punto di distruggersi. Stiamo tutti bene, o almeno... Almeno i superstiti, ma Damon... Ecco, Damon», il suo balbettare mi fece subito scattare sull'attenti.
«Cosa è successo a Damon?», chiesi con voce tremante, anche lui no, non poteva lasciarmi!
«Non lo sappiamo, sappiamo solo che Ken pur di liberarsi gli ha sferrato un pugno all'altezza dell'addome. La pelle su quel punto è molto arrossata e sanguinante e i vampiri non sanguinano, Jane. Ha perso conoscenza insieme a voi e non siamo stati in grado di svegliarlo», abbassò il viso, «i nostri genitori sono arrivati troppo tardi, a quanto pare, e in questo momento mia madre è con lui. Si alternano con i turni, sperando che si risvegli, mentre io sono rimasta qui.
Mi dispiace infinitamente non avervi aiutata con l'incantesimo, avevo provato a lanciarlo da sola mentre voi eravate ancora incosciente, ma non ci sono riuscita, non sono abbastanza forte.»
«Non dovete scusarvi, sono sicura che tutti noi abbiamo fatto del nostro meglio lì dentro. Sono io che devo chiedere scusa a tutti, se non fosse stato per me, i miei genitori... Gli zii, i nonni... Loro-», gli occhi mi si riempirono nuovamente di lacrime e il mio corpo fu percorso da singhiozzi.
Angel subito scattò a sedere sul letto e mi abbracciò fortemente. «Non dovete incolparvi di nulla, se non fosse stato per voi, saremmo morti tutti lì... Io l'ho visto, ho visto la speranza svanire dai nostri occhi e voi siete stata la nostra salvezza. Sulla morte dei vostri parenti non sapevamo se voi ne eravate a conoscenza, con tutto quel caos nel portale non pensavamo ve ne sareste accorta, ma a quanto pare si vostri occhi non sfugge nulla. In questi giorni ogni uno di noi si è preparato un discorso per annunciarvelo... Ci voleva un bel coraggio per darvi la notizia e non sapevamo come dirvelo... Tutto il popolo sa della loro morte e siamo in lutto da quel giorno. Sono giunti qui al palazzo numerevoli uomini e donne, volevano tutti vedere voi e starvi accanto, ma a malincuore li abbiamo mandati via», disse velocemente e con voce tremante.
«Non... Non posso accettare una cosa del genere, non posso», scossi il viso, «sono rimasta per sette mesi lontana da loro, sono ritornata e dopo nemmeno due giorni li ho persi per sempre... No, non lo accetto, deve esserci un modo per farli tornare in vita, siamo streghe per l'amore del Cielo! Possiamo farli... Farli ritornare», mi strofinai gli occhi troppo pieni di lacrime e pesanti, «mi basta avere accanto anche solo i loro spiriti, ma devono esserci!», esplosi ancora, ancora e ancora.
Angel non sapeva cosa fare o dire, se ne stava seduta accanto a me e si mordicchiava continuamente il labbro inferiore. «Sapete benissimo che non possiamo, non solo perché quella sarebbe magia nera, ma anche perché -se tornassero da spiriti- non sarebbero più loro. So che è difficile da accettare, mancano a tutti, ma dobbiamo far proseguire il disegno del fato e non interromperlo continuamente», sospirò, «siete ancora troppo scossa ed esausta, tornate a sdraiarvi, io nel frattempo vi faccio portare qualcosa da mangiare e-»
«Mangiare è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento.»
«Lo so, ma siete un'ibrida per metà umana e dovete mangiare. Vi farò portare anche un calice di sangue, prima vi riprendete e meglio è.»
Quelle furono le ultime parole che udii, prima di vederla lasciare la stanza.
Spazio autrice:
-2!!
Ken, dannatissimo Ken che ci ha accompagnati fino alla fine del terzo libro, finalmente è stato sconfitto definitivamente ed attualmente è nel luogo che spetta ai dannati come lui.
Jane se la vedrà davvero nera in questo periodo, la mancanza dei suoi genitori la porteranno ad una grande depressione, alimentata dal senso di colpa che la opprime e dalla morte quasi di tutta la sua famiglia.
Secondo voi cosa sarà successo a Damon? A quanto pare i miei bellissimi protagonisti non trovano mai un po' di pace, nemmeno alla fine!
Le frasi che avete letto in latino non so se siano corrette. Ho studiato grammatica Latina solo per i primi due anni di liceo, quindi (lo ammetto) mi sono fatta aiutare dal traduttore, ma sapete bene come me che non bisogna mai fidarsi di un traduttore, vi mostro qui le frasi in italiano: Anima persa nel tempo, anima oscura e vendicativa, origine del male, nasca tu dai più profondi abissi e riporti... e riporti con te i demoni che hanno osato sfuggirti, il fuoco dell'inferno sarà la sua pena. Oh, anima insensata è giunta la tua ora!
-Angel ❤️
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