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«Chi siete?», chiesi inorridita, indietreggiando fino ad arrivare alla parete alle mie spalle.
«Dacci il cristallo», allungò la mano verso di me.
«Cristallo? Quale cristallo?», perché parlava al plurale se lì era presente solo lui?
«Non lo ripeterò ancora, se non vuoi morire, dacci il cristallo!», urlò.
«Ma io... Io non ho alcun cristallo, non so di cosa state parlando, non possiedo tanto denaro da comprarne uno!», mi spiaccicai contro la parete. «No, fermatevi, non vi avvicinate!», allungai la mano in avanti, non appena lo vidi avvicinarsi minaccioso, come se con quel gesto riuscissi realmente a fermarlo.
«Ho detto fermo!», urlai la seconda volta serrando gli occhi. Non sapevo chi fosse, forse mi aveva scambiata per qualche altra persona di sua conoscenza. Oppure voleva derurbarmi? Se così fosse stato, perché mi chiedeva proprio di un cristallo?
Quando riaprii gli occhi, udendo un rumore metallico, mi accorsi che da dentro al suo lungo manto nero era uscita una spessa catena che sembrava avere vita propria; si muoveva a destra e a sinistra, come un serpente in cerca della sua preda nella foresta, anch'essa era sospesa in aria e mi chiesi come fosse possibile. Non mi ero addormentata, quello non era un sogno!
Lanciai un urlo assordante, quando l'arma si scagliò contro di me. Era una semplice catena, mi ripetei, una di quelle catene che si usavano per i prigionieri, eppure se non mi fossi spostata un secondo prima dell'impatto -al posto del buco formatosi sulla parete- il mio corpo sarebbe stato diviso in due. Corsi il più lontano possibile, ma sembrava non finire mai quel lungo tunnel che era comparso magicamente; il viale in cui ero non era più presente.
Mi lanciai in avanti, cadendo però goffamente per terra pur di fuggire da un altro suo attacco. «Ma chi siete? Cosa volete da me, vi ripeto che non ho il cristallo, non so nemmeno-», ma fui interrotta da un altro ringhio. Quella volta non fui in grado di spostarmi, poiché le sue mosse erano molto più veloci delle mie, e la catena si avvolse attorno al mio collo soffocandomi. Mi alzò verso l'alto e il respiro venne meno. «La... Lasciam- Lasciami! Non... Respiro», dissi agonizzante.
In cambio la presa si rafforzò e con quel poco di forza che mi rimase, allungai le mani verso questa e provai a toglierla dal mio collo mentre l'uomo era immobile e si godeva le mie pene. Improvvisamente la paura si trasformò in forza, il freddo che provavo in calore, le lacrime si bloccarono ai bordi degli occhi e smisero di scendere.
«Ahhh!», urlai, serrando gli occhi e all'unisono udii le urla dell'uomo sempre più lontano. Riaprii gli occhi pochi secondi prima che una potente luce si sprigionasse verso l'alto e caddi a terra quando finalmente fui libera. Mi guardai attorno impaurita, la luce era scomparsa, così come l'uomo, e il viale era ricomparso.
Mi alzai e tremante corsi via, cos'era appena successo?
Coraline
«Vogliate perdonare il suo comportamento, ma sta affrontando un brutto periodo e-»
«Non preoccuparti piccola, abbiamo capito la gravità della sua situazione. Possiamo indicarti una struttura adatta per i casi come il suo... Anzi, ho un idea migliore: ci farebbe davvero piacere avervi come ospiti un giorno intero, abbiamo a nostra disposizione i nomi di tutti i cittadini e molto altro; così facendo sarà più semplice rintracciare la sua famiglia.»
Fissai il Re incerta, avevo capito bene? Aveva davvero invitato me ed Eva nel castello Reale per un giorno intero? Sapevo che i Reali fossero di buon cuore, ma era assurdo pensare che fossero talmente presi dalla situazione di Eva, tanto da spingerli ad invitarci a casa loro. La città era enorme e molti cittadini erano in situazioni anche peggiori, perché concentrarsi su di noi? Cosa stavano tramando?
Tentennai sulla risposta, non potevo rifiutare un loro invito, ma la loro cortesi puzzava di bruciato... Ero troppo confusa.
«Io... Sarebbe un grandissimo onore accettare il vostro invito, ma-», fui fermata dal tossire di un ragazzo accanto a me. Mi voltai verso di lui e mi chiesi chi fosse, era in compagnia di Eva, che avesse visto in lui qualche tratto familiare?
«Non mi dire che vuoi rifiutare un invito dai Reali», si voltò verso di me e solo allora capii che quella tosse era una scusa per bloccarmi.
«No, certo che no! Accetto più che volentieri e sono sicura che anche Eva sarà entusiasta.»
La Regina mi sorrise radiosa, ma in un nano secondo la sua espressione mutò e divenne seria, per poi alzare il viso verso un punto alla nostra destra. Vedemmo la gente correre nella direzione opposta e preoccupata feci un passo indietro, mentre le guardie dei Reali subito li accostarono. Passarono tre ragazzi urlando di aver visto gli alieni e all'unisono un potente bagliore mi fece chiudere gli occhi, quando ebbi la forza di riaprirli non credetti a ciò che stavo vedendo: una fascio di luce partiva da terra per poi propagarsi verso il cielo, sembrava un segnale o qualcosa che sicuramente andava oltre la normalità.
«Ma cosa-», fece per dire il ragazzo.
«Adrien, tu e il tuo compagno andate immediatamente a controllare cosa sia successo», fu interrotto dal Re.
«Certo Sire», le due guardie corsero via, verso un piccolo viale poco distante.
«Dobbiamo rientrare, qualsiasi cosa sia successa, non è prudente rimanere qui.»
«Certo caro, mi raccomando», la Regina mi osservò, «attendiamo con ansia te e la tua amica al castello dopodomani.»
«Verremmo sicuramente Maestà... O Santo Cielo, Eva! Sarà sicuramente spaventatissima. La ringrazio ancora per l'invito, vogliate scusarmi, ma vorrei accertarmi che la mia amica stia bene. Non vedo l'ora che arrivi quel giorno», senza attendere una loro risposta, gli diedi le spalle e corsi via.
Correvo tra la gente che mi veniva contro verso la metro e sperai che Eva stesse bene e che non avesse paura. Arrivata alla metro non la vidi, anche perché il caos che vi era non aiutava.
«Eva!», urlai, cercando di intravedere la sua chioma riccioluta. «Eva!», urlai ancora, ma nulla.
Spintonai le persone davanti a me e urlai ancora una volta, fin quando i miei occhi non si posarono su una ragazza che si guardava attorno smarrita: Eva!
«Eva! Sono qui!», sventolai la mano e lei mi fissò con i suoi grandi occhioni azzurri impaurita, correndomi incontro.
Spazio autrice:
So che finisce malissimo, ma purtroppo doveva finire con il loro incontro tra la folla.
Anche in questo capitolo c'è il nuovo personaggio Daniel e i Reali sembrano aver preso a cuore la situazione di Eva/Jane, chi saranno? Avranno capito qualcosa?
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