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Cap. 15 Pazzo di te



"...Il tuo amore mi fa sembrare così pazzo,
Il tuo tocco mi fa sembrare così pazzo,
Il tuo bacio mi ha fatto sperare che venga salvato da te adesso..."


Joaquin aveva appena varcato la soglia dell'appartamento di Alexandra quando percepì nell'aria un profumo dolce di vaniglia che lo spinsero a percorrere il grande salotto illuminato da qualche candela posta in luoghi strategici creando un'atmosfera magica, quasi fiabesca.
Il giradischi posto sul mobile del soggiorno, riproduceva note sensuali di jazz che lo incuriosirono tanto da voler cercare la padrona di casa che si stava godendo lo spettacolo più bello che avesse mai visto appoggiata alla parete opposta.
Le fiamme delle candele si riflettevano sulla pelle di caramello lasciata scoperta dalla camicia slacciata sul torace, creando giochi di luce e ombre che definivano ancora di più i suoi muscoli costringendo la donna a lasciare il suo nascondiglio per avvicinarsi a quella statua greca che aveva per fidanzato.

« Benvenuto...» si mordicchiò il labbro inferiore mentre i suoi occhi azzurri brillavano maliziosi vedendo come il suo piccolo omaggio fosse stato gradito dal suo ospite.

« Te queda perfecta, amor mío » deglutì a fatica vedendo come la sua maglietta aderisse perfettamente alle curve esplosive della bionda, le gambe lunghe d'alabastro erano illuminate solo dalla  tenue luce della luna che filtrava dalla finestra, i capelli biondi erano sciolti e ricadevano in morbide onde sul suo petto florido fornendo una cornice naturale al tricolore che si trovava proprio al centro.

Ogni fottuto dettaglio di quella ragazza lo stava mandando in tilt, aveva guidato come un pazzo tra le strade di Milano solo per raggiungerla il più velocemente possibile per poter continuare quel giochino che avevano iniziato al ristorante e che l'aveva lasciato con un desiderio sempre più crescente di farla sua e sentire quanto forte potesse urlare il suo nome o quanto dolcemente potesse sussurrarlo al suo orecchio.

Non c'era niente di più sexy di Alexandra con la sua maglietta, anzi forse c'era ed era.. Alexandra senza maglietta.

La donna si era avvicinata e con una leggera spinta lo fece cadere tra i cuscini del divano ghignando maliziosa vedendo per la prima volta l'argentino a corto di parole.
Con studiata lentezza si abbassò sedendosi a cavalcioni facendo combaciare le proprie intimità, ancora coperte dal tessuto di pantaloni e mutandine, ma non impedì  ai due di assaporare quel piacere che tanto stavano agognando e che costrinse la bionda a spingersi ancora più vicino avviluppandolo nel turbinio di passione che sembrava crescere di secondo in secondo.
Le mani grandi e calde del Tucu si erano intrufolate sotto la maglietta dell'Inter lasciando carezze bollenti lungo la sua schiena che si inarcava al loro passaggio, lasciando che il seno si posasse più volte sul torace scolpito alimentando il suo appetito fino a quando un gemito venne rilasciato da quelle labbra rosse come fragole mature sentendo i polpastrelli stringere con forza il suo sedere, facendola strusciare lascivamente sulla sua eccitazione sempre più crescente.
A quel suono così dannatamente erotico il moro non ce la fece più e si fiondò sulle sue labbra muovendole fameliche, alimentando le fiamme della passione che accendevano il loro basso ventre.
Le mordicchiò il labbro inferiore solo per poter infilare la sua lingua calda che si unì alla sua gemella iniziando una lotta sensuale che non faceva altro che eccitarli oltre misura, portandoli a toccare quanta pelle trovassero.
I bottoni della camicia di Joaquin erano saltati e si trovavano sparsi tra i cuscini e il pavimento, le mani piccole di Alexandra erano subito corse sulle spalle abbassando il tessuto nero rivelando ai suoi occhi febbricitanti quel corpo forgiato dagli allenamenti e dalla palestra che quotidianamente faceva.
I muscoli tesi, l'addome cesellato e quella V che si mostrava per metà, coperta ancora dai pantaloni, la fecero sospirare di puro desiderio e subito una mano corse alla cintura slacciandola e sbottonando i primi due bottoni donandogli un po' di sollievo visto l'erezione che iniziava a fargli a male tanto la voleva.

Una voce insistente però si insinuò tra di loro creando crepe nella loro bolla personale, inizialmente non ci diedero peso troppo presi dal loro amore.
Joaquin continuò la sua opera di seduzione abbandonando le labbra gonfie per tuffarsi sull'interno del collo niveo che assoggettato alla sua malizia si piegò docile, lasciando campo libero alla lingua che lasciò scie bollenti sulla carotide sentendo sulle sua bocca l'incedere del cuore della dottoressa che batteva frenetico.

« Nena, tranquila... Non pensavo di farti quest'effetto!» sorrise malizioso per poi soffiare sulla pelle bagnata provocandole brividi in tutto il corpo. « Esta noches es sólo para nosotros» le sussurrò all'orecchio prima di stenderla delicatamente sul divano e mettersi tra le sue gambe che si aprirono come un fiore in primavera al suo passaggio.

Occhi dentro occhi, lo stesso desiderio che premeva per uscire, il battito irregolare dei loro cuori, il respiro accelerato che faceva scontrare le morbide curve di lei contro l'acciaio di lui, peccato che il rumore di un vetro rotto e l'assordante allarme della macchina fecero spalancare gli occhi a Jojo che riconobbe quel suono immediatamente alzandosi velocemente per correre alla finestra riconoscendo accanto alla sua macchina il volto di una persona che non avrebbe mai pensato di trovare a Milano e soprattutto sotto casa della sua dottoressa.

« Rimani qui e non scendere per nessun motivo Alexandra!» la mise in guardia e  la donna non potè che annuire, ancora stordita dalla situazione.

L'uomo scese di corsa le scale abbottonandosi alla bene in meglio la camicia, con i bottoni rimasti incolumi dalla passione travolgente di pochi minuti fa.
Appena aperto il grande portone, una folata di vento gelido lo colpì in pieno viso facendogli stringere gli occhi cercando di individuare il suo ex compagno di squadra che si nascondeva tra le ombre della notte.

« Tucu non ti facevo così stupido...» una voce sprezzante si levò nella aria rimbombando nel parcheggio deserto. « Hai sempre voluto tutto, non ti basta mai niente e adesso te la fai con la dottoressina più sexy della serie A» strinse i pugni dal nervoso, ricordando come li avesse abbandonati senza alcun rimorso.

« Lascia stare Sasha Luiz, te l'ho già detto e lo sai che non amo ripetermi, perché non esci allo scoperto e parliamo da buoni amici!» Gli occhi pece vagavano alla ricerca dell'uomo che continuava a rimanere nascosto.

« Amici? Noi non siamo più niente ormai, hai buttato nel cesso la nostra amicizia, quando hai scelto quel branco di idioti al posto mio e degli altri!» finalmente uscì allo scoperto illuminato dal palo della luce vicino ai pezzi di vetro sull'asfalto.  « ma dimmi hermano... Lei era compresa nel tuo contratto? » sorrise maligno in direzione dell'argentino che si avvicinò pericoloso  arrivando a pochi centimetri dalla sua faccia. « allora è così brava con quella boccuccia, te lo ha già succhiato o ho interrotto la tua scopata?» si leccò lascivamente il labbro superiore facendo aizzare il moro che gli assestò un cazzotto in pieno stomaco mozzandogli il respiro e facendolo indietreggiare di pochi passi.

« Pezzo di merda!» si avvicinò fulmineo tirando un altro pugno che andò ad impattare con il suo occhio spaccandogli il sopracciglio e facendo colare il sangue lungo la sua tempia. « Non devi nominarla, pensarla o toccarla, hijo de puta!» la rabbia aveva accecato il suo giudizio e non si accorse del pugno che il brasiliano gli stava tirando per spaccargli il naso, solo all'ultimo riuscì a deviare la sua traiettoria arrivando a colpirlo a lato della bocca, tagliandogli il labbro inferiore a causa dell'anello che portava alla mano destra.

« Sei solo un bamboccio viziato e perderai tutto!» si sollevò da terra, lo osservò ultima volta con lo sguardo pieno di odio e rabbia per poi lasciarsi alla spalle il suo ex amico e quel parcheggio, salendo sulla sua auto incontrando gli occhi della persona seduta sul lato passeggero. « Hai ripreso tutto?» si tamponò la ferita mentre un ghigno mefistofelico si allargava sul suo volto al cenno d'assenso del suo accompagnatore.

Joaquin rimase fermo sul posto cercando di regolarizzare il respiro e spegnere la rabbia che scorreva nelle sue vene, non riusciva ancora a capacitarsi di come uno dei suoi più cari amici durante il periodo romano, fosse divenuto uno dei suoi peggiori detrattori, ma quello che gli mandava il sangue al cervello era la strana ossessione e perversione che provava nei confronti di Alexandra.
La sua dottoressa che in quel momento lo stava guardando dalla finestra del suo appartamento, con gli occhi spalancati e le mani a coppo a coprire la bocca spaventata da quello che aveva visto, così il moro non perse tempo e rientrò nell'androne dell'appartamento salendo di corsa le scale che lo dividevano da quell'angelo che sicuramente in quel momento correva da una parte all'altra cercando di non farsi sopraffare dall'ansia che la stava divorando.

« Nena...» chiuse la porta dietro di sé per poi avanzare nel salone cercando di infonderle un pochino della calma di cui necessitava la bionda davanti a sé. « non è successo...»

« Oh, Correa non ci provare minimamente a completare quella frase.» lo fulminò con i suoi occhi glaciali. « È successo che quel pazzo di Luiz Felipe ti ha distrutto la macchina e non contento ti ha pure preso a pugni, guardati stai sanguinando dal labbro. Aspetta vado in bagno a prendere qualcosa con cui medicarti...» si diresse verso il bagno, ma la presa ferma sul suo posto la fermò dal suo intento.

« Amor mío..» la girò verso di se tenendole ferma dalle spalle cercando di guardarla negli occhi, ma la bionda era testarda e fuggiva dai suoi occhi onice. « Sto bene, è solo un graffietto, per la macchina la porterò ad aggiustare non è la fine del mondo» le accarezzò le braccia dolcemente tentando di porre fine a quei tremori che sembravano essersi impossessati del corpo della donna, sopraffatta dalle forti emozioni.

« Ho avuto paura Joaquin, tanta, troppa.» un singhiozzo più forte arrivò alle sue orecchie e l'uomo non perse tempo a stringerla tra le braccia, baciandole la fronte e accarezzando le guance solcate da lacrime che sgorgavano dai suoi occhi rendendoli ancora più chiari e limpidi.

« Va tutto bene Sasha, respira, sono qui con te..» glielo sussurrò dolcemente sulle labbra prima di lasciarle un dolce bacio a stampo che venne subito approfondito dalla dottoressa che si aggrappò alla sua camicia cercando di tenerlo il più vicino possibile.  « Stai meglio doc?» Si staccarono dopo un tempo che ai due parve infinito, gli occhi pece dell'argentino osservavano dettagliatamente ogni particolare del viso e solo dopo aver visto un piccolo sorriso e un accenno del suo capo, rilasciò un sospiro.

« Estas listo bebe?» fece un passo indietro sorridendo maliziosa per poi voltarsi e mostrare il suo nome sul retro della maglietta e quel numero diciannove che gonfiò l'ego del ragazzo che osservandola, sentì i pantaloni tirare nuovamente a causa dell'eccitazione che si era risvegliata.
Sasha con lentezza portò le mani all'estremità della maglietta alzandola rivelando una perizioma nero che risaltava sulla sua pelle chiara e che infiammò i lombi del giocatore che si leccò il labbro superiore osservando la dea che si trovava di fronte. 

« Ven aqui mami...» con un ghigno malandrino si avvicinò fulmineo intrappolandola tra le sue braccia muscolose, già libere della camicia che aveva levato in fretta facendo saltare anche gli ultimi bottoni rimasti. Percorse con carezze voluttuose le gambe flessuose e toniche risalendo il ventre piatto sentendo all'orecchio il respiro accelerato della sua ragazza che fremeva ad ogni suo tocco, arrivando finalmente a sentire sotto i suoi polpastrelli la carne tenera e bollente del suo seno che massaggiò sentendo tra le sue dita i capezzoli induriti dalla passione che esplodeva senza controllo nel corpo della giovane.

« Joaquin...» gemette il suo nome persa nel turbinio di sensazioni che le mani esperte del moro le stavano facendo provare costringendola ad appoggiarsi al suo corpo statuario sentendo le gambe diventare improvvisamente di gelatina.

Il moro accecato dall'ardente desiderio che scorreva nelle proprie vene, le fece girare di poco il capo per potersi fiondare sulle labbra calde e provocanti, riprendendo ciò che lasciato in sospeso.
Senza sforzò la prese in braccio facendole allacciare le gambe alla sua vita non interrompendo neanche per un secondo il loro bacio, ma anzi intensificandolo ancora di più tanto che la stanza si iniziò a riempire dei loro gemiti.
La poggiò delicatamente sul grande tappeto rosso ai piedi del camino, mentre lui si liberava in fretta dei pantaloni divenuti ormai insopportabili.
Finalmente erano pelle contro pelle, potevano sentire i loro cuori battere impazziti nel loro torace, il dolce profumo di fragole si mischiava a quello più virile di lui creando un connubio inebriante che li fece perdere la testa.
Alexandra con un colpo di reni riuscì a ribaltare le posizioni ritrovandosi sopra di lui sentendo subito le grandi e calde mani posarsi possessivi sul suo sedere mentre gli occhi pece ardevano senza freni godendosi quello spettacolo che era la sua donna senza veli e senza quegli inutili vestiti a coprirla.
Si abbassò lenta facendo combaciare il proprio seno con il petto marmoreo del ragazzo, sentendo sotto di sè come i muscoli guizzassero al suo passaggio, quasi avessero vita propria.
Con gli occhi lucidi annebbiati dalla bramosia crescente, tracciò con un dito il profilo dei muscoli seguiti immediatamente dalla labbra che lasciavano dove capitava piccoli morsi e baci umidi, soprattutto assaggiò quegli addominali duri come l'acciaio che vedeva ad ogni allenamento per poi incontrare l'ultimo ostacolo che li divideva ancora dal diventare completamente una sola persona.
Si sbarazzò dei boxer neri vedendo per la prima volta in quella serata la sua intimità che si ergeva eretta e svettante che le provocò una fitta piacevole al basso ventre sentendo le mutandine bagnarsi inevitabilmente.
Alzò lo sguardo incontrando occhi furbi che osservavano rapiti ogni suo movimento, sotto quello sguardo si sentiva invincibile, bella come mai si era sentita.
Accarezzò la sua asta percorrendola fino all'estremità dove ruotò il palmo provocandogli un gemito simile ad un ruggito che lo costrinse a gettare la testa all'indietro socchiudendo gli occhi godendosi le attenzioni che gli stava donando.
Alexandra spinta da quella visione eccitante, abbassò il volto lasciando baci impercettibili lungo tutta la lunghezza che lo fecero sospirare mentre lo sguardo si caricava di molte aspettative che ben presto vennero esaudite poiché la bionda si decise ad aprire la bocca ed accoglierlo, iniziando a succhiare avidamente facendolo crollare sul tappeto mentre gemeva il suo nome come una dolce litania, mentre gli occhi verdi divenuti scuri per l'eccitazione crescente non si perdevano un espressione o un movimento del ragazzo; Joaquin Correa che gemeva incontrollato era lo spettacolo più eccitante e superlativo che avesse mai visto.

« Tocca a me ricambiare questo bellissimo regalo che mi hai fatto..» con il fiato spezzato la fece stendere sul morbido tappeto, i capelli si sparsero formando un corona dorata attorno al suo viso.
La baciò profondamente prima di scendere lentamente con la lingua fino al solco dei seni per poi lasciare baci e morsi sulla pelle d'alabastro che al suo passaggio diventava rossa mostrando quasi la sua appartenenza al ragazzo davanti a sé.

« Non sono ancora sazio dal ristorante, se fossimo stati da soli, sarei sceso sotto al tavolo, ti avrei strappato questo filo interdentale che porti...» il rumore secco di un filo che si spezzava la fece fremere e contorcersi cercando sollievo a quella piccola tortura che il moro le stava facendo « e ti avrei assaggiato lentamente fino a farti urlare il mio nome quasi fosse una preghiera perversa verso il dio della perdizione» si avventò sulla sua intimità che non aspettava altro e si schiuse sotto i suoi colpi di lingua sapienti e precisi facendola quasi urlare il suo nome come detto poco prima. La portò verso l'oblio ma all'ultimo come un bambino capriccioso si fermò lasciandole insoddisfatta e con un adorabile broncio a incorniciarle il viso. 

Si alzò ancora stordita dal piacere provato pochi attimi fa, il respiro accelerato le faceva alzare il seno sempre più veloce, le labbra erano gonfie e tumide, i loro corpi erano percorsi da brividi incontrollati che nemmeno la vicinanza al camino poteva spegnere. Si guardarono occhi dentro occhi, incatenati dalla passione che li legava senza via di scampo. Un sorriso malizioso a colorare le loro labbra si avvicinarono ancora una volta consapevoli che i giochi erano finiti, le parole erano diventate superflue e il tempo delle provocazioni era cessato. Joaquin la afferrò per le gambe mettendola a cavalcioni sul suo addome, facendo combaciare le due intimità come pezzi di un puzzle perfetti, la tenne stretta a sè, le mani si posizionarono ancora una volta sui suoi glutei aiutandola con i movimenti, dapprima uno lento e romantico per poi lasciarsi guidare dal proprio istinto e aumentare il ritmo. I seni esposti alla mercé dello sguardo lussurioso del moro venivano ritmicamente assaltati dalla lingua bollente e calda che si impossessava dei suoi capezzoli facendole provare scariche di adrenalina pura che si incendiavano il basso ventre sollecitato dalle forti spinte che l'argentino le stava dando.

« Guardami Alexandra, voglio vedere i tuoi occhi perdersi nell'oblio della passione» la sua voce calda roca le fecero aprire gli occhi proprio quando sentiva le sue pareti contrarsi per l'imminente orgasmo.

I loro corpi si muovevano all'unisono, quasi si conoscessero da sempre. Il piacere si propagava in ogni cellula dei loro corpi, facendoli provare una sensazione nuova e del tutto totalizzante così diversa dalle precedenti storie che avevano avuto. Gemiti rochi si mescolavano a quelli più acuti di lei, dimentichi del mondo esterno, dei vicini che li avrebbero potuti sentire.
Le unghie blu tracciarono scie indelebili sul corpo del giovane uomo, così come le mani caldi e grandi di Joaquin marchiarono ogni parte del corpo che potesse raggiungere.
Arrivarono all'apice insieme, sentendo sgorgare nei propri cuori sentimenti mai provati, come un fiume che rompe i propri argini, lasciandoli senza respiro e con una consapevolezza nuova che nessuno avrebbe mai potuto scalfire o forse no?

Angolo autrice...
Buon pomeriggio splendori, dopo due giorni di parto ecco come promesso la seconda parte del capitolo 😎 allacciate le cinture e se siete deboli di cuore ... no vabbè scherzo XD
Dopo il giochino sotto al tavolo, Joaquin si dirige all'appartamento di Alexandra pronto per godersi il suo meritato post cena.
E Alexandra decide di regalargli una notte speciale, vestendosi solamente con la maglia numero diciannove... 😍🖤💙 chissà di chi è vero? XD
Le candele, il profumo, la musica jazz alimentano quella passione che li aveva rapiti dal primo sguardo peccato che ci sia sempre in agguato qualcuno, finiranno mai queste interruzioni?
Luiz prima gli distrugge il vetro della macchina e poi lo provoca nel suo punto debole.. Alexandra.
Joaquin perde la testa e lo prende a pugni, voi direte se lo merita e pure io, ma purtroppo questo evento potrebbe portare delle conseguenze ... 😱😱
Ma finalmente lontani da tutto e tutti, la doc e il suo Tucu finalmente si lasciano andare e per la prima volta fanno l'amore! 😍😍
Che succederà adesso? vi leggo sempre e vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate ogni volta. Grazie a voi Senorita sta piano piano crescendo e non posso che ringraziarvi con tutto il mio cuore.
Come sempre vi invito a seguire la pagina instagram della storia : senorita_theeyeschico per foto, edit, video e tanto altro.

P.s. vediamo di vincere con la salernitana se no si mette davvero male. Questo digiuno di gol mi preoccupa seriamente.
Voi che ne pensate si tratta di un fattore fisico o mentale?
P.p.s. finalmente il Tucu è tornato in campo! 😍😍🖤💙

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