Trentasette gradi centigradi.

L'aria è così calda che le zanzare stanno chiamando a raccolta i parenti più lontani per banchettare sulla mia pelle, madida e bollente.

Per fortuna non soffro di pressione bassa, altrimenti avrei rischiato di svenire nel bel mezzo della discussione della mia tesi di laurea. Invece sono riuscita a tenere duro, incanalare le gocce di sudore lungo la spina dorsale, laddove i miei lunghi capelli coprono ancora la chiazza che potrei disegnare con una matita, tanta è la precisione con cui la sento aderire. Azzarderei a dire che si tratta di agitazione per via dell'importanza dell'evento, ma l'ansia non mi è mai appartenuta e fa davvero troppo caldo perché io possa imputare ad altri fattori una situazione termica così scomoda.

Fermi tutti.

È arrivato il mio momento.

«Dottoressa, dottoressa, dottoressa del b-»

«Soraya! Ci sono i miei genitori e almeno metà del mio albero genealogico!» interrompo la mia migliore amica.

Lei mi fissa, con lo sparacoriandoli ancora sigillato tra le mani, e lancia un'occhiata fugace alla mia famiglia, per poi tornare ad intonare la solita rima volgarotta che fa da contorno ad ogni cerimonia di laurea che si svolge nel Bel Paese.

Mia nonna suona la trombetta.

«Non adesso, mamma. Avevamo detto dopo i coriandoli.» le intimano mia madre e mia zia.

Reprimo un sorriso e mi decido a scendere gli scalini a testa alta, la corona d'alloro ben calcata tra i capelli. È un bene che la mia parrucchiera non sappia quanto tempo ho impiegato per rovinare il suo lavoro accurato.

Partono urla, fischi, congratulazioni, parole belle e parole vuote. Isolo le frasi di circostanza, concentrandomi solo sulla gioia negli occhi di chi mi guarda con affetto sincero, commossa fin dentro le ghiandole sudoripare che in questo momento fanno gli straordinari.

Abbraccio tutti, rido e sorrido, stappo più bottiglie. Celebro il mio trionfo.

«Laureata! Mia figlia si è laureata!» singhiozza mia madre. Le dedico un sorriso speciale, uno di quelli che profumano di sentimento radicale, e lei piange forte. Meno male che ci sono le zie a sostenerla.

Assorbo il rumore che mi circonda, faccio tesoro di tutte queste improvvise attenzioni che mi reggono su un piedistallo precario, nella fervente attesa che torni il silenzio.

La vera festa deve ancora cominciare.

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Señores y señoritas, ecco a voi una nuova storia!

Così come I Know What You Did Last Summer mi aveva fornito l'ispirazione per scrivere Shawn 365, la rinnovata collaborazione fra Shawn e Camila in Señorita mi ha rianimato la penna.

Votate, commentate, fatemi sentire che ci siete! Spero tanto vi piaccia 🙈

Besos 💖