Capitolo 25 • Crostacei
CAMI
Prima di uscire, mi accorgo che il mio cellulare sta vomitando notifiche. Le mie amiche sono preoccupate perché non mi sono fatta sentire e non rispondo, Noelle mi chiede se sta andando tutto bene e Ines si lamenta che gli zii non sanno neanche chi sia Shawn, perciò non sono propriamente tranquilli a sapermi con lui chissà dove. E, per finire, mia madre mi chiede cosa mi sia successo, perché sembra che io abbia dato di matto a partire così senza consultare niente e nessuno. Ciò che le preme, davvero, però, è capire quando tornerò a casa, perché non ho dato uno straccio di informazione a riguardo.
Pff, come se io ne avessi idea.
Per come sta andando la mia vita, mi è impossibile fare progetti. Cambia tutto rapidamente, doveri e desideri si sommano e si sovrappongono, qualcuno viene schiodato via, qualche altro si impone. E io non ci capisco più di tanto.
Evito nuovamente di rispondere, lasciando tutto in sospeso così com'è. Avrò tempo domani per comunicare con tutti, se Shawn non mi butta di nuovo in acqua per restarci ore e ore.
«Pronta?» domanda quest'ultimo.
Ingessato in un elegante completo nero è una favola. Bello, proprio bello. Con l'accezione più totalizzante del termine.
I suoi ricci castani determinano quella costante un po' sbarazzina che lo rende affascinante e non ancora completamente uomo, ma con un piede rimasto nel passato da ragazzo.
«Certo. Andiamo.» sorrido.
Il ristorante dove ci accomodiamo è chiaramente molto intimo. Riesco quasi a sentirmi esclusiva anche io, cenando qui.
Il tavolo è perfettamente apparecchiato, ma senza troppi fronzoli: tovaglia semplice, tovaglioli a tinta unita di un bordeaux deciso, piatti altrettanto privi di ornamenti e un delizioso vaso di rose che trabocca di quel rosso simile ai tovaglioli, ma un po' più vivo. Il cameriere, ad un cenno di Shawn, estrae l'accendino per le candele e si adopera in tutta fretta ed efficienza per versare il vino.
«Perdonami se non ti ho consultato per la scelta del vino, ma ci tenevo a farti assaggiare il preferito della mia famiglia. Puoi decidere di chiederne uno diverso quando vuoi.» si scusa Shawn.
«Oh, tanto non sono un'esperta... Non avrei saputo scegliere.» rispondo, soave.
Lui avvicina il calice alle labbra e manda giù lentamente un piccolo sorso di vino. Poi alza gli occhi su di me, incantato.
«Sei bellissima. Questo sempre, davvero. Ma adesso, qui, con le candele che proiettano un po' di luce diversa sul tuo viso, sei un incanto.» sussurra.
Il complimento fa breccia nel mio cuore. Sono pur sempre una donna... Debole. Molto debole. Quando si tratta di Shawn Mendes, è dura non esserlo. Bravo con le parole, magistrale nello sguardo, perfetto nella scelta della tempistica, un talento naturale nella voce: un sogno.
Felicissima, ma anche imbarazzata, guardo il piatto vuoto per qualche istante.
«Grazie. Anch'io ti trovo particolarmente attraente questa sera.» mi sforzo di ammettere.
Il sorrisetto compiaciuto sul suo volto mi fa capire senza indugio che ha apprezzato molto che io abbia ricambiato. Forse anche gli uomini hanno bisogno di venire complimentati, ogni tanto. Anche se, pensandoci, è difficile non gonfiare il loro ego più di quanto non si faccia solitamente senza intenderlo.
Eppure, fatico a credere che Shawn abbia problemi di autostima. Insomma, con tutti i messaggi adulatori (alcuni molto spinti) che gli arrivano ogni giorno, dubito che non si senta apprezzato.
Quando avrebbe il tempo di leggerli, fra il suo lavoro e la fatica di conquistarti continuamente?
Frustrata, metto a tacere la vocina nella mia testa e mi preoccupo di studiare il menù.
«Tu sai già cosa ordinare?» domando a Shawn, notando che ha messo da parte il plico.
«Sì. Anche se tutto quello che voglio è già qui, a questo tavolo con me.»
Ingoio a vuoto, colpita dalla sua frase ad effetto. Scombussolata, torno a leggere le proposte elencate.
«Mi piacerebbe assaggiare l'aragosta... Tu l'hai mai provata?» decido.
«Sì, e devo dire che è un'ottima scelta.» mi sorride Shawn.
A mia volta, ricambio incurvando le labbra.
«Ho gusto, eh?»
«Su questo non c'erano dubbi. Guarda con chi stai per cenare...» ribatte lui, rapido, alludendo a se stesso.
Un sospiro divertito lascia le mie labbra, e i miei occhi si spostano sulla splendida vista oceano che offre il tavolo a noi riservato. Il panorama è di una bellezza unica, eterea. La luna soffia spicchi di luce candida sulle onde di un blu abissale, quasi nero, e rischiara la notte di impalpabile magia.
I miei capelli vengono scompigliati dalla brezza leggera che arriva da fuori, così li sposto dall'altro lato.
«Quando inizierò a mangiare, immaginerò di morderti il collo.» sussurra Shawn, con voce roca.
Nella mia mente si apre lo scenario da cui dipinto, con le sue labbra che risucchiano la mia pelle come se fossero una ventosa. Ah, quanto mi piacerebbe... Oserei quasi saltare la cena, pur di arrivare in fretta a quel punto della serata. Anche se quel che prospetto arrivarmi nel piatto dev'essere una delizia fuori dal comune.
Consumiamo le pietanze con calma, a base di crostacei per entrambi: Shawn, a differenza mia, infatti, ha preferito riempirsi il piatto di gamberi e scampi, oltre a qualche altra mistura di pesce che non riesco ad identificare con precisione. Facciamo un brindisi, ammiriamo la visuale offertaci dall'incantevole posizione del ristorante e ringraziamo il cameriere per l'impeccabile servizio e la cortesia smisurata. Di fronte al mio entusiasmo, Shawn gli lascia una mancia molto generosa, la più alta che io immagino abbia mai ricevuto.
Passiamo velocemente dalla cassa e ci congratuliamo per l'ottima cucina, poi diamo il via ad una passeggiata romantica lungo la battigia, le dita di una mano intrecciate fra loro e le altre a reggere le scarpe.
È piacevole sentire l'acqua bagnare i piedi a quest'ora. Rinfrescante.
«Hai gradito la cena?» si premura di informarsi Shawn.
Annuisco vigorosamente.
«Mai stata più soddisfatta di così.» lo assicuro.
«Mai? Allora si vede che non hai spulciato nel mio immaginario personale di come andrà a finire stanotte...» replica Shawn, facendomi un occhiolino difficilmente fraintendibile.
Inspiro forte.
«E chi ti dà la certezza che andrà a finire esattamente come vuoi tu? Potrei essere improvvisamente molto stanca... Oppure potrebbe venirmi un atroce mal di testa che mi costringerebbe ad addormentarmi subito... Oppure, opzione da non sottovalutare, potrei non avere alcuna voglia di accontentarti solo perché mi hai portata fuori a cena in un ristorante meraviglioso.» argomento, con una certa nonchalance.
Una parte di me spera che Shawn non dica che glielo devo, perché non glielo perdonerei mai. L'altra spera che invece lo dica, così non devo affrontare le mie reali paure riguardanti la nostra relazione e posso usarla come scusa per dividere le nostre strade senza crucciarmi tanto.
Invece, vengo colta di sorpresa. Shawn si ferma, appoggia delicatamente le scarpe di entrambi sulla sabbia asciutta, mi prende le mani fra le sue e mi guarda dritta negli occhi.
«Io non ho nessuna certezza. Né su di te, né su di me, né su un eventuale "noi". Ma so che adesso ti voglio con tutto me stesso. E che se tu non mi vuoi con tutta te stessa...»
Impercettibilmente, sollevo il capo per avvicinarmi al suo volto.
«Cosa?» lo invito a proseguire.
Nei suoi occhi vela il pianto l'emozione di un cuor sincero, combatte l'istinto contro l'amor proprio e l'amore altrui, quello per gli altri, la forza della conquista. Abbracciami, baciami, urla. E stampami sopra un timbro che sia solo tuo. Perché io ti appartengo e non c'è niente che lo possa velare.
Deglutisce a fatica, stretto nella morsa dei sentimenti.
«E che se tu non mi vuoi... con tutta te stessa... stai solo mentendo.»
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Scrivendo, ho pregustato molto questa scena di fine capitolo. Mi auguro che abbia fatto un minuscolo effetto anche su di voi 🙈
(-5🔥)
Besos 💖
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