Jasmine

Mi sveglio a fatica, sono le dieci di domenica mattina e dopo la serata di ieri sono molto stanca. Ho proposto a Nadia di venire a stare nel mio dormitorio e oggi devo presentare l'idea a Melanie e convincerla ad accettarla. Fin da quando l'ho conosciuta ho capito che era una ragazza apposto, attualmente studia Letteratura ed è molto chiusa, sono quasi certa che lei e Nadia diventeranno ottime amiche.

Scendo dal letto e apro le serrande, vado di là, dove abbiamo un piccolo salotto, ancora totalmente in pigiama. Melanie è già sveglia da minimo un paio d'ore e sta studiando come una matta. I suoi genitori potrebbero benissimo permettersi di pagare la sua retta e quella di altre cinque persone senza alcun problema, eppure non rispettano la sua scelta nel corso di studi. È riuscita a prendere anche lei una borsa di studio che copre solo la metà e il resto l'ha coperto con debiti studenteschi che nemmeno la quinta generazione riuscirà a finire di pagare. Fa tre lavori, uno in un locale come barista, la cassiera e l'addetta alle consegne di una pizzeria. Riesce a mettere da parte qualche soldo in più, che si illude potranno servire a qualcosa per finire a pagare il tutto, ma arriva alla fine della settimana che è stanchissima. È impegnata quasi tutte le sere e si sveglia alle quattro ogni mattina per studiare, vorrei poterla aiutare in qualche modo.

L'unico problema è che neanche la mia famiglia naviga nell'oro, mia mamma è sola con otto figli, io sono autosufficiente ormai, ma rimangono sempre i miei fratelli e mia sorella. Anche lei fa più di un lavoro e si impegna anche a scrivere un libro, una raccolta di favole e fiabe che sta cercando di pubblicare, speriamo solo che questo riesca ad aiutarla un po' dal punto di vista economico. Io cerco sempre di non pensare al fatto che dopo l'università dovrò riuscire a trovare un modo di pagarmi una specializzazione in chirurgia, se non riuscissi ad ottenere anche in quel caso una borsa di studio non avrei speranze. L'unica soluzione per ora è essere la migliore, studio tanto e mi merito più di tutti quei figli di papà ricchi da far schifo di stare qui, loro però possono pagare gli esaminatori per fargli passare gli esami, possono organizzare feste e sbronzarsi dalla mattina alla sera, perché tanto anno già un posto di lavoro assicurato in una qualche azienda che li farà guadagnare capitali.

Non tutti hanno questa fortuna, c'è sempre qualcuno che si deve spaccare la schiena per portare pesi più grandi di lui, come nella storia la terza classe, eccoci, siamo noi poveri studenti per cui l'unico modo di rimanere qui a Yale e trovare un lavoro decente è quello di studiare come dei matti. Io non ne posso più di essere guardata con superiorità da coloro che si vantano della Maserati nuova di zecca, o dell'ultimo Rolex che hanno comprato, io sono figlia di un'immigrata, una madre single che cresce non uno, ma otto figli. È sempre dura, so che un giorno quando farò dei concorsi per entrare a lavorare in qualche ospedale i raccomandati mi metteranno i piedi in testa, ma la cosa che fa più male è che so che per colpa di quegli incompetenti ci saranno persone che moriranno per errori da principianti. Non è possibile, il mondo si merita di meglio di dottori ipocriti che rischiano solo di peggiorare la situazione. Ho fondato un club, siamo quindici fra ragazze e ragazzi e stiamo cercando di cambiare le cose, sarà un percorso lungo, ma se riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi ne sarà valsa assolutamente la pena.

-Ehi Melanie!- la saluto mentre mi siedo di fianco a lei al tavolo, in mano una tazza di caffè fumante e nell'altra un cornetto.

-Ciao, Jas.-.

-Dovrei dirti una cosa- inizio, lei mi fa cenno di darmi una mossa e continuo –Ti vorrei proporre la possibilità di avere una terza coinquilina, in fondo questa è una tripla e non ci hanno mai mandato un'ultima persona. Una mia amica è entrata da poco con una borsa di studio per il giornalismo, ci conosciamo da quando vivevo a Roma, secondo me ti starebbe veramente simpatica.-.

Solleva finalmente lo sguardo dai libri e mi guarda negli occhi, la sua espressione è neutra e non riesco a capire che cosa le baleni in testa.

-Per me va bene.- dice, alla fine, e ritorna a studiare. Scrivo a Nadia, ha il telefono spento, probabilmente è distrutta dal jet-lag. Sono contenta che abbia accettato, mi sarebbe dispiaciuto dover lasciare Nadia in pasto a delle sconosciute. Mi appoggio un attimo sul divano per finire la mia colazione, apro Instagram e do un'occhiata al profilo del ragazzo di ieri. La maggior parte delle sue Storie sono o su lui che studia Legge o sui monumenti di Firenze, sembra davvero fiero di essere toscano. Provo a distrarmi per un po', poi prendo un respiro, raccolgo tutto il mio coraggio e gli scrivo:

"Che ne dici di rivederci, sono stata molto bene ieri"

Premo invio e infilo in tasca il telefono. Arrivo in bagno, mi lavo e mi sistemo, raccolgo i capelli ancora lisci in una treccia, e indosso un paio di jeans lunghi chiari e una felpa pesante. Nonostante sia ancora inizio Settembre il clima è fresco e voglio evitare di prendermi già ora un raffreddore. Metto i miei libri nella borsa, insieme ad un paio di quaderni e un astuccio con dentro tutta la cancelleria necessaria. Mi dirigo in biblioteca, senza far caso a tutti gli studenti che ritornano dalla mensa ai dormitorio, sto andando contro corrente rispetto alla massa, come per tutto il resto della mia vita.

Inciampo in non so nemmeno io cosa, la maggior parte delle persone non mi guarda nemmeno e mi aggira come se non ci fossi. Solo un ragazzo si ferma, mi chiede come sto e poi alza lo sguardo sul mio volto. Due iridi di ghiaccio si inchiodano nelle mie nere, ancora lui.

🦋✨💙Spazio autrice💙✨🦋

Questo capitolo mi ha fatto sclerare di brutto, vi piace che abbia ricreato il loro primo incontro? Scrivetelo nei commenti e lasciate una stellina per aiutarmi a far crescere la mia storia!

Have a nice life🧘‍♂️🌺