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VI

E la notte si riempirà di musica,
e le preoccupazioni,
che infestano i giorni,
leveranno le tende e
scivoleranno via in silenzio.
(Henry Wadsworth Longfellow)

***

Non far capire a Marlene di possedere una mappa con tutti i passaggi segreti era stata un'impresa.

Era una ragazza molto curiosa e attenta ai particolari ma nonostante questo Sirius si riteneva abbastanza furbo per essere riuscito a tenergliela nascosta.

Avevano preso il passaggio che avrebbe portato direttamente alle cantine dei Tre Manici di Scopa, così da evitare di essere visti da chiunque.

«È così che vi muovete ogni volta che siete in punizione ma magicamente siete anche ad Hogsmeade?» chiese ad un tratto Marlene mentre camminava al fianco di Sirius in quel corridoio stretto.

«Si, più o meno si.» le rispose Sirius tenendo la bacchetta puntata in avanti con Lumos per illuminare il passaggio.

«Ed è anche così che seduci tutte le ragazzine?» chiese ancora Marlene.

«Cosa? Assolutamente no. A loro bastano anche i Sotterranei o i bagni al terzo piano.» spiegò Sirius lanciandole un'occhiata: «Non sono mica tutte come te.»

«Come me? In che senso?»

«Nel senso che vuoi essere stupita e non ti basta una cosa scontata. Sei la ragazza più strana che abbia mai incontrato. Insomma come fai a dire no a me? Ti sei pentita di quel si

«Lo hai detto tu stesso, voglio essere stupita e non mi basta una cosa scontata.» spiegò Marlene vedendo in lontananza una porta.

«Stai insinuando che io sia scontato?»

«Sto dicendo che sei una meta molto ambita, sei di tutte e di nessuna. Ed è per questo che non mi piaci.»

Sirius riflettè sulle sue parole e vide la porta avvicinarsi sempre di più. Gli piaceva parlare con Marlene perché gli permetteva di avere una visione completamente diversa di se stesso.

Lei lo vedeva come un puttaniere senza cuore, ma era così che Sirius voleva essere visto. Perché tutt'un tratto gli dava fastidio che quell'etichetta gli fosse data anche da lei?

«Siamo arrivati?» chiese Marlene indicando la porta.

Sirius annuì pensando ancora alle sue parole e distrattamente aprì la porta, non preoccupandosi che potesse esserci Rosmerta o suo padre.

Merlino evidentemente quel giorno desiderava proteggerli e nella cantina non c'era nessuno.

Marlene entrò nel piccolo spazio e si guardò intorno. Rimase stupita dalla quantità di alcolici che si trovavano in quel posto.

Sirius cominciò a prendere una cassa da sei di Whisky Incendiario e la portò nel tunnel da cui erano venuti.

Marlene lo imitò e ne prese un'altra. In totale ne presero dieci e poi dieci di Idromele.

«Dobbiamo prendere qualcos'altro?» chiese la ragazza mentre si guardava intorno per cercare altro alcol.

«Pensavo che forse dovremmo prendere almeno sette casse di Burrobirra.»

«Uhm, forse...»

Marlene non potè continuare la frase perché Sirius chiuse di scatto la porta per il tunnel e la tirò per un polso in uno stanzino delle scope.

Erano uno attaccato all'altro. I loro respiri si incrociavano e i loro petti si toccavano.

La ragazza lo guardò in quegli occhi grigi così profondi e alzò un sopracciglio: «Cosa...?»

Sirius le tappò la bocca con una mano mentre con l'altra le cingeva la vita per non farla muovere.

«È sceso qualcuno, non parlare.» sussurrò Sirius così a bassa voce che Marlene pensò di esserselo immaginato.

Sentì dei rumori venire dalla cantina e le mani di Sirius sembravano non volersi muovere, così Marlene con la mano più libera gli scostò quella che aveva sulla bocca.

All'improvviso percepì qualcosa muoversi vicino a lei e, una volta capito cosa fosse, il suo viso si tinse di rosso.

«Tutto bene, McKinnon?» chiese Sirius preoccupato: «Tranquilla, Rosmerta è un po' lenta ma penso abbia quasi finito.»

Marlene scosse la testa e si sporse un po' verso il suo orecchio, schiacciandosi completamente contro di lui: «Black, ti stai muovendo.»

Sirius non capì all'istante cosa stesse blaterando, troppo impegnato a pensare che i seni duri di Marlene fossero schiacciati contro di lui.

Ripresosi da quella constatazione aggrottò le sopracciglia: «Io non mi sto muovendo.»

«Qualcosa di te si muove.» ritentò Marlene allontanandosi e facendogli segno verso il basso.

Se non fosse stata per la mano pronta di Marlene probabilmente Sirius sarebbe scoppiato a ridere e li avrebbe fatti scoprire.

Sentirono poi Rosmerta salire le scale e chiudere la porta alle sue spalle.

Sirius finalmente liberò quella risata mal trattenuta mentre apriva la porta dello stanzino e usciva.

«Sei disgustoso, Black.»

«Non è una cosa di cui ho il controllo!» disse Sirius mentre si piegava in due dalle risate: «In ogni caso mi dispiace, non sarebbe dovuto succedere.»

Marlene lo guardò per qualche secondo e si stupì del fatto che le avesse chiesto scusa. Non era un comportamento molto da Sirius Black ma lo apprezzò comunque.

Sirius alzò la cassa di Burrobirra e fece cenno a Marlene di aprire la porta del tunnel.

La ragazza continuò a pensare alle sue parole, lo conosceva ormai da sette anni e non aveva mai visto che lui si fosse scusato con qualcuno che non fossero i suoi amici.

Forse valeva la stessa regola di James.

Forse c'era molto di più sotto la facciata da duro ragazzo.

***

Marlene e Sirius erano spariti ormai da un'ora e mezza. Che fine avevano fatto?

Lily si stava iniziando a preoccupare, aveva capito che ci sarebbe stato qualcosa di illecito ma per arrivare ad Hogsmeade e tornare non ci voleva tutto quel tempo. Poi la vocina nella sua testa le ricordò che avrebbero dovuto portare diverse casse di alcol e così si tranquillizzò.

«Dovresti smettere di far lavorare così i tuoi neuroni, Evans.»

La voce di James le apparve fin troppo vicina e quando si girò si accorse che effettivamente lui era troppo vicino.

«Staranno tornando. Sirius non le farebbe mai del male, se è questo che ti preoccupa.» continuò lui incrociando le braccia al petto mentre si poggiava al muro.

«Mi sembra evidente che Black non faccia del male a nessuno se non istigato.» rispose Lily mentre guardava gli altri finire di sistemare la Sala Comune.

James le lanciò un occhiata e poi la imitò: «Avranno preso più casse del previsto e hanno difficoltà a portarle.»

Normalmente si sarebbe opposta a quella festa e soprattutto alla quantità di alcol che sarebbe stata portato in Sala Comune, ma Lily aveva bisogno di mantenere la mente occupata.

Inspiegabilmente quella situazione le aveva ricordato Alex. Se fosse stata una persona istintiva a quell'ora avrebbe camminato avanti e indietro fuori l'Infermeria pentita di avergli dato un pugno sul naso, ma la Lily Evans che pensava prima di agire aveva ritenuto che forse un bel pugno sul naso se lo sarebbe meritato davvero anche se fosse stato meglio evitare.

Doveva lasciarlo. Assolutamente. Non poteva continuare ad arrabbiarsi ed essere ignorata dal proprio fidanzato per motivi a lei sconosciuti. Perché se Alex se lo fosse dimenticato, Lily era la sua fidanzata e meritava molto più rispetto di quanto gliene desse di solito.

Frank era una persona rispettosa.
Remus era una persona rispettosa.
Emmeline era una persona rispettosa.
Lei era una persona rispettosa.
E, nella sua particolarità, anche James Potter era una persona rispettosa. O almeno lo era con chi lo era con lui.

Lily si trovò a pensare se veramente Potter fosse meglio di Alex in tante cose. E si rispose di sì. Che forse persone peggio di Alex e Severus non ce ne fossero.

Si girò verso Potter e lo trovò con un sorriso compiaciuto mentre osservava gli striscioni e le decorazioni della Sala.

Era uno sbruffone? Sicuramente. Era un pallone gonfiato? Certo che si. Era egocentrico? Anche quello.
Ma oltre a quei difetti che potevano essere senz'altro migliorati, cosa aveva di così malefico?

Lily si ridestò come se solo in quel momento si fosse accorta del pensiero che stava formulando.

"Ma che ti salta in mente?" si rimproverò mentre si allontanava per sedersi su un divanetto.

Potter era il suo nemico, era il suo opposto, e oltre qualche scambio di parole occasionale non poteva esserci altro.

«Lily, cos'è quella faccia?» chiese Emmeline avvicinandosi all'amica.

«Io? Uhm... niente. Hanno finito?» cambiò discorso Lily.

Se fosse impazzita avrebbe voluto almeno averne la certezza prima di gridare ai quattro venti di star considerando Potter più un amico che un conoscente fastidioso come lo era stato fino a quel momento.

Emmeline annuì e guardò la Sala ormai trasfigurata: «Hanno fatto un buon lavoro, vero?»

La Sala Comune non era più come quella che conoscevano, sembrava molto più grande: i divanetti di solito posti davanti al fuoco, erano stati messi vicini ai muri; le poltroncine non c'erano più; e uno dei due tavoli era sparito, l'altro invece era diventato più stretto e più lungo ed era stato spinto contro la parete. In ogni angolo alto della stanza c'era una cassa.
Dal soffitto scendevano lunghi coriandoli oro e rossi; sul muro dietro al tavolo troneggiava la famosa foto di fine anno della squadra, ma di dimensioni giganti, si riusciva addirittura vedere il naso sporco di cioccolato di Marlene.

Avevano fatto davvero un bel lavoro. Lily pensò che non avrebbero potuto fare di meglio.

Ad un tratto il quadro della Signora Grassa si aprì e ciò le permise di vedere Marlene entrare vincitrice con Sirius al suo seguito.

«È stata difficile ma ce l'abbiamo fatta.» comunicò poggiando due casse a terra.

Le altre arrivarono con la magia e si poggiarono accanto alle altre.

«La casa vi offre dieci casse da sei di Whisky Incendiario, dieci casse da sei di Idromele e sette cassa da sei, di cui una però da cinque, di Burrobirra.» spiegò Sirius sorridente mentre poggiava le bottiglie sul tavolo: «Tutto gentilmente regalato dai Tre Manici di Scopa.»

Lily sentì un "Rubato" appena sussurrato ma non vi diede peso. Rubato o no ormai era in Sala Comune, nessuno le avrebbe riavute indietro.

«Perché cinque e non sei?» chiese Lydia Bones mentre poggiava le mani sui fianchi.

«C'è stato un piccolo incidente di percorso.» spiegò Marlene sorridendo.

Marlene sorrideva quando mentiva e con tutta probabilità la sesta bottiglia l'avevano bevuta durante il tragitto del ritorno. Ma nessuno oltre lei e Sirius lo avrebbe saputo con certezza.

***

«Lily, sei pronta?»

Alice bussò più volte alla porta del bagno.
Erano tutte pronte e stavano aspettando la loro amica.

«Due minuti!» rispose Lily.

Marlene cominciò a girare in tondo per la stanza, indossava un vestito aderente blu notte con le spalline sottilissime e sembrava che minacciassero di staccarsi ogni due secondi; Emmeline aveva i capelli biondi legati in una coda alta e indossava un vestito color panna, Alice le aveva detto che doveva mostrare un po' di roba se avesse voluto conquistare Remus - anche se sapevano tutte che non avrebbe potuto e dovuto - mentre la stessa Alice indossava un vestito rosso largo in vita ma stretto sul seno.

Dopo due minuti effettivi Lily uscì dal bagno con un vestitino nero che arrivava a mezza coscia ma il resto era tutto ben coperto da un maglioncino del medesimo colore.

«Lily, togliti subito quel coso.» ordinò Alice mentre incrociava le braccia al seno: «Io vi presto tutto quello che ho in mio possesso e tu mi ripaghi così? Mettendo un anonimo maglioncino nero?»

«Volevi che ci mettessi il maglione con le renne che mi hai regalato l'anno scorso?» insinuò Lily divertita mettendo la bacchetta nella borsetta a tracolla.

«Io volevo che non mettessi niente sopra!» rispose Alice mentre prendeva anche lei la bacchetta e la borsetta: «Ingrata.»

Lily scosse la testa e abbandonarono la stanza per scendere nella Sala Comune.

Nel corridoio rimbombava la musica proveniente dal piano di sotto e, scese le scale, Lily si chiese se fosse ancora la loro Sala Comune.

Aveva visto il cambiamento quel pomeriggio ma con le luci e la musica sembrava un posto diverso ancora una volta.

«Siete scese finalmente!» Remus si avvicinò al gruppo di ragazze mantenendo un bicchiere: «Sirius si è scolato già una bottiglia di Whisky Incendiario.»

«Quel traditore!»

E senza dare spiegazioni Marlene si allontanò nella direzione di Sirius suscitando una risatina da parte delle sue amiche.

«C'è Frank, vado da lui, a dopo.» disse Alice come se lo avesse visto solo in quel momento e si allontanò anche lei.

Lily si guardò intorno non sapendo come uscire da quella situazione da terzo incomodo.

Sapeva che né Remus né Emmeline avrebbero detto nulla sulla sua presenza ma voleva attenersi al piano di Marlene, quei due dovevano restare da soli.

«Ma c'è anche Potter, meglio che vada.» disse lei alla fine stupendosi per prima del suo capro espiatorio.

"Potter? Davvero?" pensò mentre si avvicinava a James.

Remus e Emmeline la guardarono allibiti. Da quando Lily cercava James?

Il ragazzo guardò il suo bicchiere e temette di aver bevuto cosi tanto da essersi immaginato una cosa del genere, ma dopo essersi dato un pizzicotto sulla mano capì che quella era la semplice realtà.

«Tu sai perché...?» Remus lasciò la frase in sospeso, era così grande la sorpresa che a malapena gli sembrava giusto poterne parlare così liberamente.

«Sono sorpresa quanto te.» rispose Emmeline non staccando gli occhi da Lily e James che avevano cominciato a litigare.

Remus si schiarì la voce e fece un sorso del Whisky Incendiario del suo bicchiere: «Sei... sei davvero carina questa sera.»

Emmeline per poco non svenne seduta stante. Le stava dicendo che era carina? A lei?

"Stai calma, tranquilla e dì qualcosa di intelligente."

«Grazie.» disse con un sorriso e si guardò i piedi: «Me lo ha prestato Alice, crede che non abbia molte cose adatte a questo tipo di occasioni.» annuì leggermente: «Dice che sono la donna pigiama.»

"Ma cosa cazzo dici Emmeline!"
La voce della sua coscienza aveva assunto quella di Alice, e solo per questo avrebbe dovuto ascoltarla.

«Scusami.» disse alla fine: «Non so perché ti sto dicendo queste cose. Penserai che sia una stupida.»

Remus ridacchiò e le poggiò una mano sulla spalla: «Non è vero, non lo penso. Che sei buffa però si.»

«Dovrei prenderlo come un complimento?» chiese aggrottando le sopracciglia: «Sai non credo che lo sia.»

«Il mio voleva essere un apprezzamento, e poi io credo che tu ti vesta bene.» disse Remus finendo il contenuto del bicchiere: «Ti va qualcosa da bere?»

Emmeline annuì, doveva dimenticarsi di quella figura di merda appena fatta. Le sue amiche l'avrebbero presa in giro per sempre se lo avessero saputo.

Si avvicinarono al tavolo e Remus versò del Whisky Incendiario in due bicchieri, uno poi lo porse a Emmeline: «Alla donna pigiama

E prima che la bionda potesse rendersi conto a cosa avessero effettivamente brindato, Remus aveva già fatto scontrare i loro bicchieri.

***

Erano le quattro e molte persone avevano già abbandonato la festa.

Non c'era da biasimarle. Tra qualche ora si sarebbero dovuti alzare e andare a lezione. Anche se i più caparbi erano rimasti a sfidare il sonno.

«Visto che siamo rimasti in pochi, io direi di fare un gioco.» propose Sirius sedendosi a terra vicino al fuoco.

«I tuoi giochi non portano mai a nulla di buono, Pad.» disse Remus sedendosi sul divanetto accanto a Emmeline.

Lily e Marlene si sedettero ai piedi del divanetto, lasciando in bella mostra però le gambe dei due, e Alice accanto a loro. Poco distante erano seduti anche Peter, Frank e James.

Mike trasfigurò una sedia e ci si sedette a cavalcioni, con lo schienale rivolto agli atri.

Lydia e Tom si sedettero ai lati della sedia mentre Luke si sedette accanto a Sirius.

«Allora Black, spiegaci questo gioco.»

Sirius sorrise e con la bacchetta fece apparire un barattolo di vetro con all'interno tanti foglietti di carta.

«Davis potresti passarmi quella bottiglia?» chiese Sirius mentre Mike gliela passava curioso: «Nel barattolo ci sono delle sfide mentre la bottiglia ci servirà per scegliere chi dovrà sfidarsi. È un po' simile a quel gioco babbano.»

«Il gioco della bottiglia?» chiese Lily mentre poggiava la testa sulla spalla di Marlene.

«Esatto.» annuì Sirius mentre metteva la bottiglia al centro del cerchio sbilenco: «Sorteggiamo prima i due sfidanti.»

Così puntò la bacchetta contro la bottiglia e la fece girare.

«Bones sei capace di attirare anche le bottiglie.» commentò Sirius quando si fermò su Lydia e la fece girare di nuovo.

La bottiglia si fermò su Mike e Lydia per poco non scoppiò a ridere: «Anche le teste di cazzo a quanto pare.»

Mike la fulminò con lo sguardo e Lydia si sistemò in vestito che le lasciava scoperte le gambe lunghe e toniche.

«Frank tu sei il più imparziale, a te l'onore di prendere il bigliettino.»

Frank inserì la mano nel barattolo e dopo qualche secondo di analisi ne tirò fuori uno: «"Chi è il più persuasivo?"»

«Bene. Dimostrateci chi è il più persuasivo.»

Lydia si alzò e si passò le mani sul vestito in modo da togliere la polvere inesistente e poggiò una mano sulla coscia di Mike.

«Giuro che se non dirai il mio nome.» cominciò la ragazza avvicinando il viso al suo: «Durante il prossimo allenamento ti colpirò così forte le palle con il bolide che dovrai pregare Merlino e i quattro fondatori affinché tu possa avere dei figli.»

Mike deglutì rumorosamente e lanciò un'occhiata di aiuto a James.

«Bones non credo che minacciare un tuo compagno di squadra sia molto leale.» intervenne James nella speranza di aiutarlo.

«Potter se ci tieni alla tua mano destra fammi vincere la sfida.» Lydia non distolse lo sguardo da Mike, il quale invece vide James alzare le mani in segno di resa verso di lui.

«Così è barare.» disse solo sperando di prendere tempo, sapeva che Lydia era seria e ciò non fece altro che intimorirlo ancora di più.

«Ci sono delle regole da rispettare, Black?»

«Assolutamente no.»

Sirius sghignazzava sotto i baffi e non vedeva l'ora di sapere se avesse vinto Lydia oppure se Mike avesse dovuto dire addio alla prole.

«Me la pagherai, Bones.» sussurò Mike mentre sul volto di Lydia si apriva un grande sorriso: «Lydia. La più persuasiva è Lydia.»

La ragazza si mise dritta e prima di sedersi scoccò un bacio sulla guancia a Mike lasciandogli il segno del rossetto.

«Prossima sfida!» Sirius fece girare due volte la bottiglia e quella volta uscirono Remus e Luke.

Dovevano sfidarsi su una gara di corsa e, nonostante l'alcol in circolo, uscirono dalla sala e corsero a salire le scale dal sesto piano fino alla Sala Comune.

Un grande applauso scoppiò quando ad arrivare per primo fu Remus con Luke poco distante da lui.

Sirius fece girare ancora la bottiglia e quella volta con sorpresa di alcuni e non di altri, uscirono James e Lily.

Frank pescò il terzo bigliettino e lo aprì: «"Chi è il più attraente?"»

James scoppiò a ridere: «Ovviamente io.»

Se pensava di averla vinta così facilmente si sbagliava di grosso. Lily alzò un sopracciglio: «Perché dovresti esserlo tu e non io?»

Prima che James potesse aprire bocca Sirius si intromise: «Dimostracelo. Caccia la mercanzia e togli quel maglioncino ecclesiastico.»

«Non lo farà mai. Troppo impegnata a seguire le regole e a comportarsi da perfetto Caposcuola.» commentò James.

Se c'era una cosa che Lily odiava più di tutte era quella di essere sottovalutata. Davvero credevano che non si sarebbe tolta quello stupido maglioncino?

«Tu dici, Potter?»

Lily si alzò da terra e cominciò a sfilarsi lentamente il maglioncino. I capelli lunghi le ricaddero sulla schiena. Il vestito nero le fasciava perfettamente i fianchi, il sedere e metteva ancora di più in risalto il seno già prosperoso.

James per un attimo credette di essere morto e che quello fosse un angelo. Il vestito arrivava a metà coscia e, dalla posizione seduta a terra, James credette che si fosse sollevato ancora di più, giusto per accertarsi che fosse veramente morto. In un universo parallelo Lily era la sua fidanzata e godeva di ogni centimetro di quella pelle così perfetta.

«Allora Potter?» chiese Lily inginocchiandosi davanti a lui e poggiandogli sulle spalle il suo maglioncino: «Chi è il più attraente?»

«Tu.»

«Non avevo dubbi.» e sorrise.

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