11. |"Battetele"?|
Il Corano è un libro di segni, (dall'ar. الآية, trasl. "al-āyah" "segno, simbolo, miracolo, precetto" tradotto erroneamente con "verso, versetto" che in arabo è invece البيت trasl. "al-bayt") di precetti, di saggezza, di uno stile di vita naturale, di una Legge Divina, che detta all'essere umano una condotta morale ben precisa. Molti Segni coranici invitano al musulmano/a* ad adottare un dato comportamento in una data situazione.
Assai discussa è il segno in cui Allāh si rivolge ai musulmani ed ordina loro con "battetele" facendo riferimento alle loro mogli, nel caso in cui venissero meno ai comandamenti di Allāh.
La Sharī'ah permetterebbe ai mariti di picchiare le mogli, quindi?
I libri di testo adottati nelle scuole sono scritti in italiano. Malgrado ciò gli studenti italiani frequentano la scuola, perché? Non potrebbero stare a casa ed imparare tranquillamente da soli, essendo questi italiani e i libri anch'essi in italiano?
La risposta è semplicissima: qualcuno deve spiegare i libri di testo, malgrado la medesima lingua che è ausiliare per la comprensione del testo soltanto e non per un imparare metodico; queste sono le circostanze per quando tali libri non siano altro che testi scritti per mano di uomini mortali.
Per una giusta comprensione del Libro di Allāh, ecco perché, Egli inviò il Messaggero e Profeta Muhammad (pace su di lui) come un insegnante che spiega; pertanto, la Sunnah che è la seconda fonte delle Leggi Islamiche, non è altro che l'interpretazione pragmatica del Corano. Ad esempio, nel Corano, in tantissimi passi Allāh ordina ai Suoi sudditi di pregare ma in tutto il Corano non si cita come; ed è uno dei primi pilastri dell'Islām nonché l'obbligo più importante in assoluto dopo la Professione di Fede! Sul come e le caratterische delle preghiere ci si rifà alla Sunnah che invece insegna tutto il necessario per la preghiera con sorprendente minuziosità. Il caso della preghiera non è l'unico nel suo essere specificato nella Sunnah nei dettagli.
Così, il Corano in nessun contesto andrebbe compreso bene se non si tenesse in considerazione la Sunnah: ci si deve sempre combinare il Libro (il Corano) con la spiegazione dell'Insegnante (il Messaggero di Allāh, in questo caso) così da poter comprendere il testo, impararne i giusti precetti ed applicarli.
La risposta della domanda-titolo, in breve, è no. Il verbo picchiare fa riferimento alle azioni come botte, calci, pugni, spinte, scosse e nulla di tutto questo ha a che fare col precetto coranico.
Si guardi, pertanto, la Sunnah per una più completa e soprattutto una più esatta comprensione del Libro; il Messaggero di Allāh (pace su di lui) non picchiò nessuna delle sue mogli (che Allāh il Misericordioso sia soddisfatto di tutte loro) dato che nessuna fonte islamica ufficiale o non ufficiale fà riferimento al Messaggero sotto queste caratteristiche nè riporta episodi del genere.
Qual è, allora, il significato esatto del Precetto coranico in questione?
L'atto di picchiare qualsiasi essere animale senza un valido motivo (come sarebbe un valido motivo frustare il cavallo affinché vada nella giusta direzione) nella Sharī'ah è proibito, questa proibizione diventa ancor più incombente nell'essere umano perché in esso vedono punto d'incontro tutte le forme di bellezza, fisica e psichica (ad es. le emozioni, i sentimenti). Le emozioni amplificano il dolore fino alla sfera psicologica e i sentimenti fino alle relazioni umane.
Una persona picchiata avrà lividi per il corpo (lesione della bellezza fisica); sarà turbata emotivamente e si chiuderà, anche per un breve periodo, in sè stessa (lesioni delle "bellezze" psichiche che sono l'essenza dell'uomo). Allāh avrebbe creato queste eccellenti caratteristiche che l'umano possiede ed è soltanto Lui colui che ha il diritto di lederle.
Tutto ciò è presente anche negli animali ma nel caso dell'uomo il tutto è più amplificato poiché dotato di una superiore intelligenza rispetto alle altre forme viventi.
Pertanto, e questo riguarda i genitori, dare botte ai bambini che lasciano segni sul corpo è proibito, malgrado lo scopo sia puramente educativo, come anche colpire la faccia in qualsiasi modo (schiaffi ecc...) è illecito alla luce della Sunnah e quindi della Sharī'ah. La faccia è considerata il fulcro della bellezza di una persona (non importa se la persona in questione sia "brutta" secondo il giudizio dei mortali, il Creato non deve giudicare l'Operato del Creatore).
Tornando al tema principale del paragrafo, al nipote e discepolo assai noto tra i discepoli per la sua singolare saggezza del Messaggero di Allāh ibn 'Abbās (che Allāh sia soddisfatto di lui) fu chiesto riguardo al battere che non lasciasse segni ed egli rispose:
"Battere con il bastoncino della Siwaak e ciò che gli somigli"
Sapete cos'è la Siwaak? È un bastoncino in legno naturale profumato, ricavato dalla pianta Salvadora Persica, il Messaggero di Allāh (pace su di lui) la usava per pulirsi i denti, pertanto, è una Sunnah che ogni buon musulmano dovrebbe applicare anche perché numerose ricerche scientifiche ne hanno dimostrato gli effetti salutistici sui denti e sulle gengive, come anche la prevenzione delle carie senza contare le sue proprietà antibatteriche che tengono sotto controllo il movimento delle placche ed è usato come uno spazzolino naturale dai musulmani di tutto il mondo.
Eccovi in immagine
Questo è uno di quei tanti casi in cui, come si evince dal detto di ibn 'Abbās (che Allāh il Misericordioso sia soddisfatto di lui) e, essendo esso il detto di un discepolo del Profeta, è a tutti gli effetti considerato come facente parte della Sunnah, l'azione appare puramente simbolica, considerando le dimensioni e la consistenza del bastoncino, senza contare che non deve lasciar segni sulla pelle.
In conclusione, per quanto detto, la Sharī'ah non incoraggia alcuna forma di violenza sulla donna, come, invece, pensano molti sia per ignoranza di come interpretare i testi sacri islamici, sia alla luce del comportamento di alcuni musulmani che ne ignorano i precetti.
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