Tre vecchiette sferruzzano i calzini della morte pt 2
Buongiornissimo
Eccoci finalmente con questo benedetto capitolo. Porco Crono mi fate venire ansia😂😂😂😂
Vabbé comunque mi fa veramente piacere sentire alcuni di voi così entusiasti e vi ringrazio di tutto❤️
Ma ora direi di iniziare.
BUONA LETTURA.
Vidi diverse persone lanciarci delle occhiate, specialmente Talia e Piper che sorridevano entusiaste.
Io alzai gli occhi al cielo e proprio in quel momento Afrodite decise di continuare
Il pomeriggio dopo, mentre uscivo dall'aula dopo tre ore di esame di latino, con ancora davanti agli occhi tutti i nomi greci e romani che di sicuro avevo scritto nel modo sbagliato, il signor Brunner mi chiamò.
Per un attimo temetti che avesse scoperto che li avevo spiati, la sera prima, ma a quanto pareva il problema non era quello. - Percy - disse. - Non scoraggiarti per il fatto di lasciare la Yancy. È... è la cosa migliore.
Vidi in volti dei miei amici farsi più duri, perfino mio padre e Artemide si accigliarono mentre Annabeth stringeva i pugni.
"Dai..." le dissi in un sussurro "Non preoccuparti, lui lo diceva solo per i mostri" la rassicurai ma la sua espressione rimase sempre dura
Il tono era gentile, ma le parole mi imbarazzarono lo stesso. Anche se parlava sottovoce, gli altri ragazzi che stavano finendo l'esame potevano sentirlo.
Nancy Bobofit sogghignò e mimò dei bacetti strafottenti con le labbra.Mugugnai: - Okay, signore. - Insomma... - Il signor Brunner dondolava avanti e indietro con la sedia, come se non sapesse cosa dire. - Questo non è il posto giusto per te. Era solo questione di tempo.
"MA PERCHÉ DOVEVA DIRE QUELLE COSE???" sbottò Annabeth incapace di trattenersi, vidi Leo e Piper annuire comprensivi come se ci fossero passati anche loro.
"Annabeth, lo faceva per i mostri" le dissi nuovamente ma lei pareva ferma e imperterrita.
Mi bruciavano gli occhi.
Sentii tutti guardarmi intensamente con gli occhi che sembravano entrarmi nell'anima, ad eccezione di Annabeth che intrecciò la mano nella mia.
Mi vergognavo parecchio di aver pensato quelle cose... Sembravo sul serio un ragazzino.
Ecco il mio insegnante preferito che, davanti a tutti, mi diceva che non potevo farcela. Dopo avermi ripetuto per tutto l'anno che credeva in me, ora mi diceva che ero destinato a essere buttato fuori.
"Era per i mostri, Percy" mi rassicurò mio padre e io non riuscii a trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo.
"Beh questo l'avevo, poi, capito." sbuffai leggermente infastidito... Ancora odiavo che si intromettessero nei miei pensieri!!!
- Giusto - dissi, tremando.
- No, no - riprese Brunner. - Oh, maledizione. Quello che sto cercando di dirti... tu non sei normale, Percy. Non è niente di cui...
"CHIRONE!!!" Gridò Annabeth con voce ferma "MA POSSIBILE CHE SI POSSA MANCARE DI TATTO IN QUESTO MODO!!!" continuò lei stringendo i pugni
I miei amici sembravano concordare "Dei! Se dovesse capitare di andare a istruire un altro potente mezzosangue" intervenne Talia
"E speriamo non ce ne siano!!!" puntalizzò rivolta ai tre pezzi grossi "Gli diremo noi cosa NON dire!"
- Grazie - sbottai. - Grazie mille, signore, di avermelo ricordato.
- Percy...
Mi guardarono sbalorditi e increduli di sentirmi dire che io stesso non ero normale.
Io sospirai... Non solo la mia vita da semidio mi aveva reso poco normale, io lo ero già.
"Ehi... Non soffermarti su questo" mi sussurrò Annabeth stringendosi ancora più a me e appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Lo so, Ragazza Saggia... Ma è strano risentire i miei pensieri" le dissi con un filo di voce e lei annuí per poi farmi un sorrisetto.
"Ma io sono ansiosa di sentire i tuoi pensieri su di me.." mi disse e io arrossiii violentemente per poi darle un dolce bacio sulla guancia.
"Quelle saranno le parti migliori..." lei ridacchiò leggermente e mi guardò intensamente negli occhi... Dei! Avevo voglia di baciarla.
"Ehm ehm" tossichiarono I miei amici e vidi gli dei leggermente imbarazzati, specialmente mio padre.
Io divenni viola "Potete continuare" mormora leggermente sbuffando...
"Vorrei essere sola con te" Mormorò un'ultima volta Annabeth e io non potei che essere concorde.
Ma me n'ero già andato. L'ultimo giorno del semestre ficcai tutti i miei vestiti in valigia.
Gli altri ragazzi se ne stavano là a scherzare e a parlare dei loro progetti per le vacanze. Uno partiva per le Alpi Svizzere. Un altro aveva programmato una crociera di un mese ai Caraibi.
Erano ragazzi a rischio, come me, ma erano ragazzi a rischio ricchi. I loro paparini erano manager, ambasciatori o celebrità.
A questa affermazione non riuscii a evitare di scoppiare a ridere e con me anche mio padre e tutti i semidei.
"Stige! Se per te vuol dire poco avere il padre che controlla 3/4 della superficie mondiale" scherzò Jason con un sorrisetto e io annuii nuovamente.
"Be diciamo che questo non posso negarlo" dichiarò mio padre fieramente e Zeus gli lanciò un'occhiata truce.
Io non ero nessuno e venivo da una famiglia che non contava nulla.
Scoppiammo tutti nuovamente a ridere e perfino Nico e Ade abbozzarono un sorriso.
"Mi stai considerando nulla, Percy?" chiese Talia con voce di sfida e io alzai le mani.
"Sia mai Thals!" e aggiunsi "Praticamente sono imparentato con tutto il mondo mitologico e..." deglutii e lanciai un'occhiata acuta a mio padre "E anche con un cavallo!"
Nuovamente le risate risuonarono nella stanza e dovevo ammettere che in quel momento era bello!
Mi chiesero cosa avrei fatto per l'estate e io risposi che sarei tornato in città. Quello che non confessai è che avrei dovuto procurarmi un lavoretto estivo, tipo portare a spasso i cani o vendere gli abbonamenti di una rivista, e che avrei trascorso il tempo libero nell'angoscia di trovare una nuova scuola entro l'autunno.
- Oh - fece uno dei ragazzi. - Forte. Tornarono alla loro conversazione come se non fossi mai esistito.
"Ma magari anche gli dei potessero fare così" sussurrai ad Annabeth e lei mi guardò serissima per poi annuire vigorosamente.
"Eccome!"
L'unica persona che avevo paura di salutare era Grover, ma alla fine non ce ne fu bisogno. Aveva preso un biglietto per Manhattan sul mio stesso autobus, perciò eravamo di nuovo insieme, diretti in città.
Per tutto il viaggio, Grover continuò a lanciare occhiate nervose nel corridoio, scrutando gli altri passeggeri.
Mi venne in mente che era sempre nervoso e agitato quando lasciavamo la Yancy, come se si aspettasse qualche guaio.
Prima, avevo sempre pensato che avesse paura dei bulli. Ma non c'erano bulli a bordo dell'autobus.
Alla fine, non ce la feci più. - Cerchi le Benevole? - chiesi.
Leo cadde a terra dalle risate mentre io gemevo dal dolore dopo aver ricevuto uno schiaffo sulla nuca da Annabeth
"MA SEI PAZZO!!!!???" Mi chiese scuotendo la testa e io ridacchiai "forse..."
"Percy... Potevi uccidere quel povero satiro!" mi ammoní mio padre e io alzai gli occhi al cielo.
"Anche lui mi aveva fatto prendere parecchi infatti!" mi difesi, ricordando l'episodio della Foschia
Per poco non cadde dal sedile. - C... che vuoi dire?
Gli confidai di avere origliato lui e il signor Brunner la sera prima dell'esame.
L'occhio gli si contrasse in un tic involontario. - Quanto hai sentito?
- Oh... non molto. Cos'è la scadenza del solstizio d'estate?
I due fratelli arrossirono leggermente al ricordo e Ade si passò una mano sulla fronte "Quella stupida scadenza! Zeusy voleva la sua preziosa arma indietro e Posy voleva le scuse.... Che bambini!!" mugugnò Ade, I fratelli socchiusero gli occhi.
"COME MI HAI CHIAMATO?" gridarono all'unisono e io per poco non scoppiai a ridere... Mi scambia un'occhiata con Talia e Jason e probabilmente tra di noi passò lo stesso messaggio.
-Come facciamo ad avere tali genitori?-
Trasalì di nuovo. - Senti, Percy... ero solo preoccupato per te, capisci?
Insomma, quelle allucinazioni sulla prof di matematica demoniaca...
- Grover...
- E stavo dicendo al signor Brunner che forse eri troppo stressato o roba del genere, perché non è mai esistita nessuna signora Dodds e...
- Grover, sei davvero un pessimo bugiardo.
Scoppiarono tutti a ridere e Annabeth alzò gli occhi al cielo "Sempre così sarcastico" borbottò e io le diedi un bacio sulla guancia
"Esattamente" le risposi e tutti ci guardano, i miei amici con un sorrisetto.
Le orecchie gli si fecero rosse. Dal taschino della camicia, tirò fuori un sudicio biglietto da visita. - Prendi questo, okay? Casomai avessi bisogno di me durante l'estate.
Il biglietto era scritto in una calligrafia piena di ghirigori - una tortura per la mia dislessia - ma alla fine riuscii a leggere qualcosa tipo: Grover Underwood Custode Collina Mezzosangue Long Island, New York (800) 009- 0009 - Cos'è la Colli... - Piano! - sibilò. - È il mio, ehm... indirizzo estivo. Sentii un tuffo al cuore. Grover aveva una casa delle vacanze.
"CASA DELLE VACANZE????!!!!" Chiese Leo mentre tutti ridevano "Lì si lavora ogni giorno!!!" mugugnò incrociando le braccia e tutti noi annuimmo vigorosamente.
"Accidenti sì!" risposi "Anche se è sempre meglio del Campo Giove... Reyna fa paura" aggiunse Jason con un filo di voce.
Non avevo mai preso in considerazione che la sua famiglia fosse ricca come quelle degli altri studenti della Yancy. - Okay - dissi, cupo. - Cioè, insomma, casomai volessi venire a trovarti nella tua villa.
Lui annuì. - O... casomai avessi bisogno di me.
- Perché dovrei aver bisogno di te? La domanda suonò più brusca di quanto avessi voluto. Grover arrossì fino al pomo d'Adamo.
"PERCY!" Mi rimproverò Hazel guardandomi sbalordita! "Un po' di tatto! Fortuna che adesso sei migliorato!" esclamò lei più tranquilla e Talia scoppiò a ridere
"Qui è Annabeth che ha fatto i miracoli! Da quando stanno insieme è diventato improvvisamente meno idiota!"
Mi sentii arrossire come un pomodoro, mentre Atena sembrava fissare orgogliosamente sua figlia, egualmente rossa
- Senti, Percy, la verità è... ecco, che devo proteggerti.
Lo fissai. Per tutto l'anno, avevo fatto a botte per difenderlo dai bulli della scuola.
Avevo perso il sonno pensando che l'anno dopo, senza di me, gliele avrebbero suonate.
E ora eccolo qui, a comportarsi come se fosse stato lui a difendere me.
"Boh" intervenne per la prima volta il Signor D con voce annoiata ma divertita "Underwood non ha fatto proprio un bel lavoro e Perry non ha tutti i torti"
Lo fissai. "Lei mi sta dando ragione?" chiesi sbigottito e mio padre trattenne un sorriso.
Il Signor D parve scandalizzato "Assolutamente no, Peter. Sto contraddicendo Underwood"
- Grover - replicai - da cosa mi staresti proteggendo, esattamente?
"Pff. Solo da un migliaio di mostri affamati che ti manderebbero in un attimo a dare fastidio a mio padre" rispose Nico con il suo solito sarcasmo fine e mortale.
Non riuscii a trattenermi dal ridere
"Senza considerare le presenze primordiali, giganti, titani e tutti gli dei che faccio arrabbiare"
"Cioè praticamente tutti gli dei tranne tuo padre, Estia, Apollo e Artemide" ridacchiò Talia e Annabeth, sopra di me (AN SOFIA, NON PENSARE MALE!) che sbuffò.
"Esatto. Ho un conto in sospeso con il pivello!" ringhiò Ares e io trattenni un sorriso "In questo libro c'è il duello, cugino" gli ricordai e lui mi guardò con ancora più rabbia sebbene non disse niente.
In quel momento, si sentì uno schianto sotto i nostri piedi. Dal cruscotto uscì una fumata nera e l'autobus si riempì di un tanfo di uova marce. L'autista imprecò e, procedendo a ritroso, riuscì ad accostare su un lato della strada. Dopo aver armeggiato per qualche minuto nel cofano, annunciò che dovevamo scendere.
Io e Grover uscimmo dietro gli altri. Ci trovavamo su un tratto di strada di campagna, il genere di posto che si nota solo se ci finisci per un guasto.
Sul nostro lato c'erano soltanto aceri e rifiuti lanciati dalle auto di passaggio. D
all'altra parte, oltre le quattro corsie di asfalto che tremolavano nell'afa del pomeriggio, c'era una bancarella che vendeva frutta.
La mercanzia sembrava molto appetitosa: casse traboccanti di ciliegie sanguigne, mele, noci e albicocche, bottiglie di sidro immerse nel ghiaccio, in una vasca da bagno con le zampe.
Non c'erano clienti, solo tre vecchiette su delle sedie a dondolo, all'ombra di un acero, intente a sferruzzare il più grosso paio di calzini che avessi mai visto.
Annabeth sussultò così tanto che per poco non cadde da me, era improvvisamente sbiancata e tremava leggermente.
"Percy... Sono quello che penso?" mi sussurrò con con voce incrinata.
Mio padre aggrottava le sopracciglia e Atena sembrava continuare a ragionare.
I miei amici mi guardarono interrogativamente ma io avevo attenzioni per Annabeth.
"Ehi... Tranquilla... In realtà riguardava Luke non me" la rassicurai "io non ti lascio!"
Insomma, erano grandi quanto maglioni, eppure erano chiaramente calzini. La vecchietta sulla destra ne sferruzzava uno. Quella sulla sinistra ne sferruzzava un altro. La vecchietta al centro reggeva un enorme cesto di filo blu elettrico. Tutte e tre avevano un aspetto decrepito, i volti pallidi e raggrinziti come bucce appassite, i capelli d'argento trattenuti da fazzolettoni bianchi, le braccia ossute che spuntavano da vestiti di cotone scoloriti.
"SANTI NUMI!" Imprecò Nico impallidendo e con lui anche tutti gli altri che sembravano aver capito
"LE PARCHE!" Completò Talia funebremente "Sì..." mi limita a dire.
"Be... Non si può dire che siano proprio delle bellezze!" borbottò Leo beccandosi una gomitata da Piper.
"Fai il serio Leonidas! Percy ha visto le parche!!"
Il figlio di Efesto di massaggiava ancora le costole "Sì ma è vivo!" mormorò
Ma la cosa più strana era che sembravano guardare me. Mi girai verso Grover per commentare la scena e vidi che era agitato. Aveva un tic al naso.
Leo aggrottò le sopracciglia, pensieroso "È seriamente possibile farsi venire un tic al naso?"
Per la nostra sanità mentale non rispondemmo.
- Grover? - chiamai.
- Ehi, amico... - Dimmi che non ti stanno guardando. Non lo stanno facendo, vero?
- Be', sì. Strano, eh? Pensi che quei calzini mi starebbero bene?
- Non è divertente, Percy. Non è affatto divertente.
"Secondo me invece era assolutamente così!" intervenne Leo nuovamente e io ridacchiai
"Fidati lo era. Grover mi stava facendo venire un'ansia assurda!"
La vecchietta al centro tirò fuori un grosso paio di forbici: d'oro e d'argento, a lama lunga, simili a cesoie.
Sentii Grover trattenere il fiato.
- Torniamo sull'autobus - mi ordinò. - Muoviti.
- Cosa? - protestai. - Saranno cento gradi, là dentro.
- Sbrigati! - Spalancò la porta e salì, ma io indugiai. Dall'altra parte della strada, le vecchiette mi stavano ancora guardando. Quella al centro tagliò il filo e giuro di aver sentito il suono di quella sforbiciata da quattro corsie di distanza.
I miei amici strabuzzarono gli occhi e anche mio padre sembrava più preoccupato.
"Hanno tagliato il filo!" sussurrò Hazel incredula portandosi le mani alla bocca...
Mi guardarono come se da un momento all'altro potessi morire
"Tranquilli. Non ero io.... Stavano tagliando la vita di Luke..." dissi e sentii la mia voce incrinarsi, diedi un'occhiata ad hermes che serrò la mascella mascherando il volto in una maschera di freddezza...
Annabeth rabbrividí e i suoi occhi si riempirono di lacrime, appoggiò laL testa dell'incavo del mio collo come per voler nascondere gli occhi rossi e fragili.
Anche Talia sembrava improvvisamente svuotata.
Le sue amiche raggomitolarono i calzini blu e io mi chiesi per chi li stessero facendo: lo Yeti o Godzilla?
"Solo tu!" commentò Annabeth ridendo sebbene avesse ancora le lacrime agli occhi.
"Solo tu puoi essere il folle da chiederti questo genere di cose dopo ciò!" abbassò poi la voce e mi fissò negli occhi.
"Come diavolo ho fatto a mettermi con te!"
"Perché sono un idiota.... Ma sono il tuo idiota!" le sussurrai e sorrise.
"Forse"
Dietro l'autobus, l'autista strappò un grosso pezzo di metallo fumante dal cofano. L'autobus sussultò e il motore tornò in vita. I passeggeri esultarono.
- Era ora, maledizione! - esclamò l'uomo, colpendo il veicolo col cappello.
- Tutti a bordo!
Una volta ripartiti, cominciai a sentirmi febbricitante, come se mi fossi beccato l'influenza.
Grover non sembrava stare molto meglio di me. Aveva i brividi e batteva i denti.
- Grover?
- Sì?
- Cosa mi stai nascondendo?
"Solo una centinaia di dei pronti a ucciderti" esclamò Talia stringendosi le spalle e molti di loro le lanciarono delle occhiatacce
"E anche i mostri" aggiunse con un filo di voce e noi semidei scoppiammo a ridere pensando a quando dannatamente fosse vero.
Si asciugò la fronte con la manica della camicia.
- Percy, che cos'hai visto in quella bancarella della frutta?
- Vuoi dire le vecchiette? Cos'hanno di tanto speciale, amico? Non sono come... la Dodds, vero?
Ade ridacchiò leggermente "Oh le mie torturatrici non sono niente in confronto a quello che c'è in questo mondo" esordì saggiamente e non approvai così tanto una sua frase come adesso
La sua espressione era difficile da interpretare, ma ebbi la sensazione che le vecchiette della bancarella fossero qualcosa di molto, molto peggio della Dodds.
Lui insistette: - Tu dimmi solo cos'hai visto. - Quella al centro ha tirato fuori le forbici e ha tagliato il filo.
Chiuse gli occhi e fece un gesto con le dita che somigliava al segno della croce, ma non lo era.
Era qualcos'altro, qualcosa di più... antico. Ripeté: - L'hai vista tagliare il filo.
- Sì. E allora? - Ma perfino mentre lo dicevo, sapevo che era qualcosa di grosso.
"Dei! Tu hai un istinto, impressionante, Percy" commentò Frank con tono sorpreso e io mi sentii arrossire leggermente
"Più vai avanti, più ci fai l'abitudine e capisci che niente è sicuro" esordii e tutti mi guadarono scioccati.
"Mi sa che gli è rimasto quel pessimismo da dodicenne" sussurrò Talia a suo fratello che annuí vigorosamente.
- Questo non sta succedendo - borbottò Grover. Si mise a mordicchiarsi il pollice.
- Non voglio che sia come l'ultima volta.
"Lieto di non aver assaporato l'ebrezza di essere trasformato in pino" annunciai e non appena lo dissi sentii una pesante scossa elettrica.
"NON FARE COMMENTI" Ringhiò Talia e io la guardai con le sopracciglia aggrottate.
"Potevi evitare di darmi la scossa elettrica!" Ribattei e sentii Annabeth darmi una gomitata come per smetterla.
Ma io ero abbastanza arrabbiato.
"Ti aspettano litri di acqua al campo, da tre anni" l'ammonii con voce cupa e lei mi guardò con espressione si sfida.
"A te aspettano diversi fulmini!" mi minacciò e feci per alzarmi e ci sarei riuscita se Annabeth fosse rimasta imperterrita sulle mie gambe.
"BASTA VOI DUE!" Sbottò lei "TALI GENITORI TALI FIGLI!" concluse e io arrossii violentemente abbassando il capo.
"Scusa" borbottammo all'unisono... Su una cosa eravamo certi, non bisognava mettersi contro Annabeth.
- Quale ultima volta?
- Sempre in prima media. Non superano mai la prima media.
"Che farò di ottimismo!" commentò Leo ridendo e io, sebbene fossi ancora un po' nervoso, ridacchiai con lui.
- Grover - dissi, perché stava davvero cominciando a spaventarmi. - Di cosa stai parlando?
- Lascia che ti accompagni a casa dalla stazione degli autobus. Promettimelo.
Mi sembrò una richiesta strana, ma glielo promisi. - Di che si tratta? È una specie di maledizione o roba del genere? - chiesi. Nessuna risposta.
- Grover... il taglio del filo. Significa che qualcuno morirà? Mi guardò con un'espressione afflitta, come se stesse già scegliendo i fiori per decorare la mia bara.
"Santi numi!" esordì Piper un po' scossa "Ora capisco da dove ti viene il costante senso di allerta...mai ringraziato così tanto di avere Coach Edge come satiro!"
Io ridacchiai sommessamente "Grover non era male... Era solo parecchio ansioso..." lo giustificai e tutti annuirono.
Intanto sapevo che si stava avvicinando il momento in cui sarei andato al campo e alla mia prima impresa...
Riecccoci qui!
Spero che vi sia piaciuto e io ora mi faccio il segno della croce per prepararmi a rispondere e controllare la miriade di commenti! (70% di Dea e Sofia... Vi Odio🙃)
Penso che dalla prossima settimana inizierete a vedere capitoli della lunghezze standard ovvero sulle 4000/4500 parole :')
Ci vediamo.
Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooo
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