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Tre vecchiette sferruzzano i calzini della morte

Buongiornissimo

Eccoci qui con un nuovo capitolo come promesso per lo speciale 200 iscritti!

Comunque, ieri ho finito la Canzone di Achille... REGÀ ho pianto dei fiumi... È una delle cose più tristi che abbia mai letto!!!

Vabbé bando alle ciance e iniziamo.

BUONA LETTURA

"Nuovo capitolo!!!" strillò Afrodite tutta contenta "Tre vecchiette sferruzzano i calzini della mia morte"

Soffocai una risata e Annabeth alzò gli occhi al cielo "Sempre tanto pessimista!"

Ero abituato a qualche stranezza di tanto in tanto, ma di solito passavano alla svelta. Questa allucinazione a tempo pieno stava diventando insopportabile. Per il resto dell'anno scolastico, sembrò che tutta la scuola si prendesse gioco
di me.

"Oh... Non hai idea di quanto ti capisca, bro" commentò Jason con un sospiro e lo vidi scoccare uno sguardo acuto a sua insopportabilissima maestà

Gli studenti si comportavanocome se fossero convinti che la signora Kerr - una pimpante biondina che non avevo mai visto in vita mia finché non scese dall'autobus alla fine della gita -fosse stata la nostra insegnante di matematica fin da Natale.
Ogni tanto buttavo là unaccenno alla Dodds, per coglierli in contropiede, ma mi guardavano come se fossi uno psicopatico.

"Ah tranquilli Percy" mi consolò Leo con un sorrisetto "Siamo tutti una banda di psicopatici. Dovresti vedere come mi guardano i Romani!"

L'ultima parte della frase aveva una nota di amarezza che non mi sfuggì ma evitai di farglielo notare.

Quasi ci credevo anch'io, ormai, che la Dodds non fosse mai esistita. Ho detto quasi. Grover non poteva fregarmi.
Quando gli nominavo la Dodds, lui esitava sempre prima di dichiarare che non esisteva. Ma io sapevo che mentiva.
Stava succedendo qualcosa.

Tutti i miei amici sospirarono, essendoci passati anche loro e mi guardarono comprensivi.

Al museo era successo qualcosa.Non avevo molto tempo per pensarci durante il giorno, ma di notte mi svegliavo in un bagno di sudore freddo,
con l'immagine dellaDodds munita di artigli e ali da pipistrello davanti agli occhi.

Mio padre aveva gli occhi che lampeggiavano e scoccò diverse occhiatacce a suo fratello maggiore "Proprio una Furia dovevi mandare, eh????" chiese con sarcasmo crogiolante e Ade ricambiò lo sguardo.

"Pensavo avesse rubato il mio Elmo!!!"
Poseidone alzò gli oggi al cielo e fece un sorriso senza gioia.

"Perché non riuscite mai a tenervi al sicuro le stupide armi del potere!" sbottò ed entrambi i fratelli lo guardarono male

Il tempo intanto continuava a fare il matto e ciò non migliorata affatto il mio umore.

"Chi è che dovrebbe imparare a gestirsi, ora???" li rimbeccò il dio dei morti e i due dei ebbero la saggezza di non ribattere.

Una notte, un temporale sfondò le finestre dellamia camera. Pochi giorni dopo, il tornado più grosso che si fosse mai visto nella Hudson Valley si abbatté a soli ottanta chilometri dalla Yancy Academy.

"Tieni a freno i tuoi ormoni!!!!" urlò mio padre a Zeus e sussultai leggermente... Dei qui si rischiava di nuovo la terza guerra mondiale!

"La mia Folgore era stata rubata!!!" ribatté Zeus e io sbuffai

"Che bambini piccoli" sussurrai ad Annabeth e lei sorrise alzando un sopracciglio

"Ora capisco da chi hai preso, amore" mormorò e io la guardai offeso

"Mi stai dando del bambino???" chiesi s voce troppo alta da attirare l'attenzione generale ed interrompere il litigio.

"Sì" risposero tutti, inclusa Annabeth e io socchiusi gli occhi.

"Ma i bambini non fanno l'amore con te!" replicai in un sussurro e lei sgranò gli occhi arrossendo bruscamente.

Afrodite cacciò uno strillo.

In classe leggevamo spesso sul giornale dell'insolito numero di piccoli aerei precipitati nel corso dell'anno a causa di burrasche improvvise sull'Atlantico.

"Ma voi due!!!" sibilò irritato Ade "Dovete imparare a stare calmi!!!" tuonò irritato e la stanza si fece fredda e buia...

"Amo la coerenza di questa famiglia" disse Estia dopo attimi di silenzio e noi semidei non potemmo che annuire vigorosamente e applaudirla fino a farci male alle mani.

Ero nervoso e irritabile per la maggior
parte del tempo.

"Sto iniziando a vedere le somiglianze tra padre e figlio" commentò Atena e io le scoccai un'occhiataccia di quelle degne di Talia.
Anche mio padre la fissò dritta negli occhi con astio evidente.

"Madre!" si lamentò Annabeth con le sopracciglia aggrottate.

I miei voti precipitarono dal cinque al quattro. Mi sbattevano nel corridoio quasi a tutte le ore.

"Proprio un alunno modello!" sibilò Era con gli occhi socchiusi e sentii Annabeth irrigidirsi cosí tanto da farmi sussultare.

"Non è vero!" rispose fermamente "Sta studiando come un pazzo per gli esami di ammissione all'ultimo anno di superiori!!!"

Afrodite sorrise così tanto che sembrava leggermente inquietante "Oh Annabeth" cinguettò "Sta studiando così perché vuole essere nella tua stessa classe"

Io divenni viola scuro e gemetti, colsi però un sguardo sorpreso da parte della dea Atena.

Alla fine, quando il signor Nicoli, il prof di inglese, mi chiese per la milionesima volta perché fossi troppo svogliato per prepararmi in ortografia, sbottai. Lo chiamai"vecchio beota".
Non sapevo nemmeno cosa significasse, ma suonava bene. Il preside mandò una lettera a mia madre, la settimana dopo, ufficializzando la cosa: l'anno seguente non ero invitato a tornare
alla Yancy.
"Bene" mi dissi."Benissimo." Avevo nostalgia di casa.

I miei compagni mi guardarono tristemente, specialmente Piper e Leo, mio padre sembrava comprensivo e nei suoi occhi leggevo pietà.

Mi sentii avampare le guance e nascosi il volto tra i capelli di Annabeth che intrecciò la mano nella mia.

Avevo proprio voglia di stare con mamma nel nostro appartamentino sull'Upper EastSide, anche se significava frequentare la scuola pubblica e sopportare il mio rivoltante patrigno e i suoi stupidi amici del poker.

"Patrigno?" chiese Hazel "ti riferisci a Paul?" io non risposi. Odiavo rivedere quei momenti!

Eppure... certe cose dellaYancy mi sarebbero mancate. La vista dei boschi dalla finestra della mia camera, il fiume Hudson in lontananza, il profumo dei pini.

Leo sorrise ampiamente, straordinariamente seguito da Nico e Jason... Anche io rivelai il mio sorrisetto sarcastico.

Talia sgranò gli occhi e l'aria intorno a lei brulicò di elettricità.

"NON OSATE!"

Io e Leo ci scambiammo uno sguardo di intesa "Un pino è???" domandò quest'ultimo
"Era tuo amico?" conclusi e fu così veloce che per poco non ci rimasi secco. Un fulmine cadde a pochi centimetri dal mio viso e proprio su Annabeth.

"TALIA!!!!!!!" Urlò con gli occhi furiosi "Se eviti di uccidere me e il mio ragazzo!" minacciò e questa deglutí leggermente spaventata.

"Jackson. Tu hai sempre fortuna con i fulmini!!" mi minacciò e Jason annuí "Non ti fanno mai morire!!!"

Mio padre sorrise sfacciato a suo fratello minore "Fratello" si limitò a dire e in quel momento fu un miracolo se un altro fulmine non cadde nella sala.

Avrei sentito la mancanza di Grover,che era stato un buon amico, anche se era un po' strano. Mi chiesi come sarebbe sopravvissuto il prossimo anno, senza di me.

"Probabilmente Grover si chiedeva lo stesso" commentò Frank

Avrei sentito anche la mancanza delle ore di latino e del signor Brunner, con i suoi folli tornei e la sua convinzione che io potessi essere un bravo studente.

Per la seconda volta mio padre mi guardò con pietà, lui e anche la maggior parte degli dei... Odiavo sempre di più questa lettura... Questi erano pensieri che dovevano rimanere miei.

Con l'avvicinarsi della settimana degli esami, studiai solo per il compito di latino. Non avevo dimenticato quello che Brunner mi aveva detto sul fatto che la sua materia fosse per me una questione di vita o di morte. Non sapevo perché, ma cominciai a credergli.

"E hai fatto bene, Testa d'Alghe" esclamò Annabeth "Anche se per la maggior parte te li dovevo spiegare io" concluse con un sorrisetto e io ridacchiai leggermente.

"Mi piace quando mi racconti dei miti... Anche se li so" le risposi in un sussurro e Annabeth si morsicò il labbro inferiore

"Stige... Vorrei baciarti" mormorò e io le sorrisi ampiamente "Quando mai rispettiamo le regole?" chiesi e lei trattenne una risatina e colsi il momento per darle un rapido bacio sulle labbra.

"No pda!!!" esclamò Leo con disperazione e vidi Hazel sbarrare gli occhi e diventare tutta rossa, Piper sorrideva e Jason scuoteva il capo. Mio padre mi strizzò l'occhio..

A tutte le loro espressioni, io e Annabeth diventammo rosso brillante.

La sera prima degli esami, persi talmente la pazienza che scagliai il libro di mitologia greca in fondo alla stanza.

"Spero che si sia aperto sulla pagina dedicata a Era" mi sussurrò Annabeth e io non potei che essere d'accordo... Quella vecchia vacca.

Le parole si erano messe a roteare fuori dalla pagina, girandomi attorno alla testa, con le lettere chesi lanciavano in acrobazie come su uno skateboard.

Tutti i semidei, ad eccezione di Frank, mi guardarono comprensivi e straordinariamente anche Atena.

Non sarei mairiuscito a ricordare la differenza fra Chirone e Caronte,

"Si è visto Percy!!!" commentò  Annabeth ed entrambi scoppiammo a ridere e tutti ci guardarono sorpresi, solamente Ade sembrava capirlo.

"Ma perché ridete?" chiese mio padre e tra una risata e l'altra riuscimmo a parlare

"Eravamo al passaggio degli inferi, per andare da Ade, e dovevamo prendere il traghetto di Caronte e io mi sono rivolto a lui come Chirone" dissi e tutti mi guardaro sorpresi.

"Sei stato negli inferi?" chiese Hazel preoccupata e io e Annabeth annuimmo.

"OH sì... Nella nostra prima ricerca..." spiegò la mia ragazza e un sorriso nostalgico comparve sul suo viso.

"Caronte si è lamentato con me moltissime volte... Mi continuava a chiedere il perché tutti lo scambiassero per il vecchio centauro" borbottò Ade
fra Polidette e Polideuce. E la coniugazione di tutti quei verbi latini? Impossibile.
Camminai avanti e indietro per la stanza, come se avessi le formiche sotto la maglietta. Ripensai all'espressione seria del signor Brunner, ai suoi occhi millenari."Pretenderò solo il meglio date, Percy Jackson."

"Ma dai!!" esclamò Talia "Pretendeva troppo da te!! Non sapevi neanche chi eri!" sbottò e io mi strinsi le spalle.

"Non importa"

Feci un respiro profondo e raccolsi il libro di mitologia. Non avevo mai chiesto aiuto a un insegnante, prima d'allora. Forse, se avessi parlato con Brunner, mi avrebbe dato qualche dritta. Almeno potevo scusarmi per lo splendido quattro che stavo per prendere al suo esame.
Non volevo andarmene dallaYancy lasciandogli l'impressione che non ci avessi provato.

Annabeth mi sorrise dolcemente e appoggiò la testa sulla mia spalla

"Sei un bravo alunno. Sono certa che non ci sarà nessuna espulsione quest'anno" mi sussurrò incoraggiante.

"Grazie amore" lei sorrise ancora più calorosamente e mi guardò con gli occhi brillanti per poi darmi un bacio sulla guancia.

Scesi al piano di sotto, dove c'erano gli uffici dei professori. La maggior parte erano bui e vuoti, ma la porta del signor Brunner era accostata e la luce del riquadro di vetro si allungava sul pavimento del corridoio. Ero a tre passi dalla maniglia quando sentii delle voci provenire dall'interno dell'ufficio.

"Ovviamente... Sia mai che non succeda qualcosa" commentò Nico con sarcasmo pungente
E io annuí vigorosamente...aveva proprio ragione

Brunner aveva fatto una domanda. Una voce, che era decisamente quella diGrover, stava dicendo: -...preoccupato per Percy, signore.
Mi blocca. Di solito non sono uno che origlia, ma vi sfido a non farlo se sentite il vostro migliore amico che parla di voi con un adulto. Mi accostai ancora un po'.
- ... da solo, quest'estate -stava dicendo Grover. - Voglio dire, una delle Benevole a scuola!. Adesso che noi ne siamo sicuri e cheanche loro ne sono sicuri...
- Peggioreremmo solo le cose mettendogli fretta - rispose Brunner.- Il ragazzo deve maturare.

"AHAHHAHAHHA" scoppiarono tutti a ridere mentre io diventavo un pomodoro vivente.

"Ma poverino!!!" esclamò Hazel con tono morbido e io sospirai alzando le spalle.
Vidi Talia e Leo ridere così tanto da avere le lacrime agli occhi.

"Perfino Chirone..." sfuggì a mio padre con una nota di rammarico e io cercai di ignorarlo... Odiavo rivivere quei momenti di confusione e incertezze....

- Ma forse non ne avrà il tempo. La scadenza del solstizio d'estate...
- ...si dovrà risolvere senza di lui, Grover. Lasciamo che si goda lasua ignoranza finché può.

"Ma magari!!!" esclamai io lanciando uno sguardo acuto sia a mio padre che a Zeus "Invece dovevo finire dritto dritto nei vostri problemi!" esclamai con una nota di amarezza che fece aggrottare la fronte di Atena che mi studiava come se fossi un pericolo.

- Signore, l'ha vista...
- La sua immaginazione -insistette Brunner.
- La Foschia gettata sugli studenti e sugli insegnanti basterà a convincerlo.
- Signore, io... io non posso mancare ai miei doveri un'altra volta.- La voce di Grover era soffocata dall'emozione.
- Sa cosa significherebbe.
- Non hai mancato ai tuoi doveri, Grover - ribatté Brunner in tono gentile. - Avrei dovuto riconoscerla. Ora preoccupiamocisoltanto che Percy sopravviva fino al prossimo autunno...

"Che pessimismo!" sbottò Leo con il volto serio... Forse perché di scadenze di morte lui ne sapeva qualcosa

Il testo di mitologia mi cadde dalle mani, atterrando sul pavimento con un tonfo.

"Proprio silenzioso!" scherzò Talia e io scrollai le spalle per poi rivolgermi ai miei divini zii.

"A dodici anni potevo forse rubare due armi così?" chiesi con un sopracciglio alzato ed essi rimasero zitti.

Il signor Brunner ammutolì all'istante. Con il cuore in gola, raccolsi illibro e arretrai nel corridoio. Un'ombra passò dietro il vetro illuminato della porta dell'ufficio di Brunner, l'ombra di qualcosa dimolto più alto del mio insegnante insedia a rotelle, qualcosa che aveva inmano un oggetto simile a un arco.

"Che imprudenza!" borbottò Atena "Assumere la forma di centauro!"

Aprii la porta più vicina e sgattaiolai dentro. Pochi secondi dopo sentii unlento clop clop clop, come di ceppi di legno ovattati che cadessero sul pavimento, e un verso, come di un animale che tirasse su col naso proprio davanti alla porta. Una grossa sagoma scura si fermò difronte al vetro, proseguì. Una goccia di sudore mi scese lungo il collo. Da qualche parte nel corridoio,il signor Brunner parlò.
- Nessuno- mormorò. - Ho i nervi a pezzi,dal solstizio d'inverno.
- Anch'io - disse Grover. -Ma avrei giurato...

Mio padre e Zeus abbassarono lo sguardo un po' colpevoli alla menzione del solstizio.

- Torna nel dormitorio. Ti aspetta una lunga giornata di esami, domani.
- Non mi ci faccia pensare.
Le luci dell'ufficio del signorBrunner si spensero. Aspettai al buio per quella che mi sembrò un'eternità. Alla fine sgattaiolai nel corridoio e tornai nel dormitorio al piano di sopra. Grover era disteso sul letto, a studiare gli appunti di latino come se non si fosse mai mosso di là per tutta la sera.
- Ehi - mi fece, con gli occhi annebbiati. - Pronto per l'esame?

"Non lo è mai nessuno!" esordí Leo accigliandosi e io non potei che concordare

Non risposi. - Hai una faccia! - Siaccigliò.

"Fortuna che Percy non era una ragazza" constatò Piper "Se fosse capitato alle mie sorelle, Grover sarebbe stato trovato morto"
Scoppiammo a ridere vedendo l'espressione incredula e stranita della dea dell'amore

- Stai bene?
- Sono solo... stanco.
Mi voltai in modo che nonvedesse la mia espressione, e cominciai a spogliarmi. Non capivo quello che avevo sentito al piano di sotto. Volevo credere di essermi immaginato tutto. Ma una cosa era chiara: Grover e il signor Brunner stavano parlando alle mie spalle. E pensavano che fossi in pericolo.

"Che tu sia in pericolo" mi disse Annabeth "Non è mai una novità" scherzò per poi abbassare la voce

"Ora però non ti caccerai più nei guai" mormorò "Altrimenti penso che farai una visitina al palazzo del tuo caro zio"

Io ridacchai e la strinsi a me... Potessero i pensieri della mia vita essere sentiti solo da lei... Lei mi avrebbe sempre capito... Non mi avrebbe mai abbandonato. Mai.


Eccoci nuovamente qui!
Spero che vi sia piaciuto e io vorrei ringraziarvi perché in poco tempo, tantissimi di voi la stanno votando e commentando. Non potrei essere più felice.

Sfortunatamente i commenti sono tantissimo e, specialmente con la scuola, non riuscirò più a rispondere come un tempo... Mi spiace!

Ci vediamo settimana prossima!

Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooo

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