La mia cena va in fumo
Buongiornissimo
Rieccoci con il solito aggiornamento! Aimé i capitoli stanno diventando sempre più lunghi!!
La mia vita va bene e oggi, molto probabilmente, sono interrogata in greco, domani forse in chimica ed epica e il giorno dopo ancora abbiamo il tema. Una settimana poco impegnativa!
Ma vabbé, bando alle ciance e iniziamo
BUONA LETTURA
Bene. Vi do cinque minuti per pensare all'argomento centrale della cena di questa sera... IL SOTTOSCRITTO!
Tutti parlottavano fitto fitto sulla mia vita, sui miei pensieri e su quello che mi succedeva.
Certamente l'argomento prediletto era la mia relazione con Annabeth e di come ci odiavamo inizialmente, sopratutto lei. Perfino gli dei ne parlavano! Sembravano delle nuove versioni possedute da Afrodite.
Mi sentivo come un pesce for d'acqua e non avevo idea di comportarmi. Preferiti mangiare il mio cibo silenziosamente e ad ignorare i numerosi tentativi di conversazione dei miei amici e perfino di mio padre.
Digrignai I denti con rabbia. Avevo sacrificato tutto per salvare l'Olimpo e i loro stupidk troni ma non bastava. Dovevano distruggere anche l'unica parvenza di umanità in me che avevo avuto a dodici anni prima che tutto accadesse.
Sbuffai silenziosamente. Mi sentivo soffocare dai bisbigli.
"Certo che Percy ha avuto proprio un cattivo benvenuto"
"Ha dovuto sopportare pure la perdita della madre"
"Se lo guardi ora non sembra abbia passato tutto questo"
La testa mi stava scoppiando e mi sentivo esplodere di energia repressa. Sentii la famigliare morsa allo stomaco e strinsi i denti. Non era il momento di fare scena.
Sentii una mano posarsi sulla mia che, inevitabilmente, rabbrividí. Gli occhi grigi di Annabeth non avevano niente di solito. Lo sfavillio divertito era scomparso e mi guardava con muta comprensione.
La sua espressione sarebbe sembrata illeggibile per chiunque tranne che per me.
Mi isolai dal resto del mondo. Non sentivo più niente. Mi concentrai sul viso di Annabeth.
I lineamenti delicati creavano un dolce contrasto con la linea marcata di zigomi e mascella.
La pelle abbronzata era, a tratti, puntellaya di cicatrici sottili e frastagliati. Solo una cattirava il mio sguardo.
Sulla spalla giaceva la ferita del pugnale che mi aveva salvato la vita. Piccoli brividi corsero in un punto della schiena all'tezsa dell'ombelico.
Gli occhi erano splendidi come lo erano stati 5 anni fa.. Con un sorriso notai come fossero ancora intimidatori e mi ritrovavano spesso a tenerli nelle discussioni sull'altare o meno il punteggio della cabina.
Presi un respiro e quando Afrodite annunciò che avrebbe letto un ultimo capitolo prima di dormire, il mio cuore non accelerò i suoi battiti.
Con una rapida occhiata guardai i miei amici. Anche loro avevano le loro cicatrici. Anche negli occhi freddi di Atena potevo vedere un barlume di umanità.
Presi un altro respiro. Non avevo intenzione di far passare ad altri poveri ragazzi la mia vita. Forse quei libri avrebbero davvero cambiato qualcosa.
La voce sull'incidente del bagno si diffuse all'istante. Ovunque andassi, i ragazzi del campo mi additavano e mormoravano qualcosasull'acqua del water. O forse stavano solo fissando Annabeth, che era ancora piuttosto fradicia.
"Geloso amico?" mi chiese Leo con un ghigno malefico e io sorrisi leggermente alzando gli occhi al cielo.
"Leo!!! Ci eravamo solo conosciuti solo poche ore prima!" protestai e lui fece un sorriso sghembo
"L'Amour è L'Amour!" esclamò con quell'accento americano che cercava goffamente di imitare il francese.
"Valdez!" sibilò a denti stretti la mia ragazza e questi si ritrasse come se fosse appena stato schiaffeggiato.
Mi mostrò un altro po' di posti: l'officina (dove dei ragazzi sistavano forgiando le spade), il laboratorio artistico (dove i satiristavano sabbiando una gigantesca statua di marmo di un uomo-capra)
"Sicuramente doveva essere Pan" mormorò Nico sovrappensiero.
e la parete d'arrampicata, che in realtà era costituita da due muri oppostiche tremavano violentemente, lanciavano massi, spruzzavano lava e cozzavano l'uno contro l'altro se non eri svelto ad arrivare in cima.
Hazel e Frank strabuzzarono gli occhi dalla sorpresi guardandoci allarmati "E poi dite che siamo noi i pazzi!" gridò la figlia di Plutone con tono sconvolto "È totalmente avventato!"
Feci un sorrisetto "Ammetto che essere in grado di scalarla è una delle mie più grandi soddisfazioni!" mi rivolsi a Jason alzando le sopracciglia "Bro, tu ci hai provato!?"
Lui alzò gli occhi al cielo "Come avrei potuto non farlo bro!?"
"Scommetto che sono più rapido di te, bro"
"Scommetti male, bro."
Sbuffai e sentii Annabeth e Piper guardarsi in mondo sofferente per poi sospirare e migugnare qualcosa sulla stupidità maschile, prontamente approvato anche da Artemide.
Alla fine tornammo al laghetto del canottaggio, il punto in cui il sentiero ritornava verso le capanne.
- Devo andare ad allenarmi -disse Annabeth in tono piatto. - La cena è alle sette e mezzo. Per la mensa, segui gli altri ragazzi della tua casa.
- Annabeth, mi dispiace per i gabinetti.
"Awww ma che dolce il piccolo Percy!" esclamò Piper con un sorriso sul volto
"Così preoccupato per la sua ragazza!!!" aggiunse Talia. Avampai e sentii anche Annabeth ridacchiare. "Vi sto detestando così tanto!"
"E non me ne può fregare un cazzo!"
"Sorelline! Non dire certe cose!!!"
Talia alzò gli occhi al cielo
"Piantala Jas, sono più grande di te!"
- Lascia perdere.
- Non è stata colpa mia.
"Sono quasi sicuro che è esattamente il contrario!" puntualizzò Nico e sul viso si stagliava l'ombra di un sorriso abbozzato.
Mi guardò con un'espressione scettica e realizzai che in realtà erastata proprio colpa mia. Ero stato io a fare esplodere l'acqua dagli impianti del bagno. Non capivo come, ma i gabinetti avevano risposto a me. Ero diventato un tutt'uno con i tubi.
"Se lo dici così appare veramente imbarazzante!" commentimò mio padre con la fronte aggrotata e il volto leggermente roseo. Nico alzò gli occhi al cielo "Meglio i tubi che diventare un tutt'uno con la morte!"sbuffò questi e mi parve di cogliere un rapido sguardo ferito sul volto di Ade.
"Con mio figlio, Will, è meraviglioso, vero?!" lo stuzzicò Apollo con il solito sorriso smagliante con tanto di strizzatina d'occhio.
Per la prima volta da tantissimo tempo, notai il suo volto avampare di un leggero rosa.
Sorrisi... A quanto pareva le figuracce non le facevo solo io.
- Devi parlare con l'Oracolo- mi suggerì Annabeth.- Con chi?
"Con Rachel, sai, la rossa, tutta strana. Sempre colorata e sorridente" rispose Leo ridacchiando ma non rise nessuno. In quel momento la stanza sembrava più fredda
Il volto di apollo, un attimo così raggiante, ora era duro. Ade non era da meno. I suoi occhi sembravano tornati indietro nel passato ed erano di un nero ancora più scuro del solito. Anche Nico trasalí.
- Non con chi, ma con cosa.
Sul volto di Leo, Piper, Jason, Frank e Hazel comparvero occhiate stupite ed esterefatte
"Okay... Rachel è strana. Ma arrivare a definirla una cosa" il tono di Piper era di rimprovero e lanciò un'occhiata delusa ad Annabeth che arrosí. Di riflesso la strinsi un po' più forte.
"Piper... Non stiamo parlando di Rachel. Prima di lei c'era un altro oracolo e..." Nico sembrava chiaramente in difficoltà e Ade stesso era leggermente imbarazzato. "beh non era proprio una ragazza normale..."
Gli occhi di Apollo lampeggiarono. I miei amici sembrarono stupidi ma dall'atmosfera della stanza, sembrarono capire quanto delicato fosse l'argomento.
Con l'Oracolo. Lo chiederò a Chirone.
Scrutai le acque del laghetto, desiderando che per una volta qualcuno mi desse una risposta chiara e tonda.
Arrossii violentemente e mi grattai il collo imbarazzato ma le occhiate che ricevevo non erano di pietà quanto di comprensione, anche dagli dei, in particolare modo i figli di Crono. Non doveva essere stato facile per loro vivere per secoli in uno stomaco per poi essere improvvisamente vomitati e scoprire un mondo così bello e soleggiato.
Sentii i battiti del cuore di Annabeth aumentare sempre di più, il suo respiro era irregolare e, per qualche strana coincidenza, i capelli le cadevano davanti agli occhi e lei non fece niente per scostarlo.
Non dissi niente. Le accarezzai dolcemente i riccioli biondi, per poi scendere sulla schiena e sfregarla in cerchi irregolari.
"Mi dispiace Percy." sussurrò con voce roca "avrei dovuto capire. E ci ero passata anche io... Sono stata veramente terribile" il suo tono era così amaro che mi sentii stringere il cuore
"Il passato è passato, Ragazza Saggia. Mi importa solo che tu sia qui con me, che ci amiamo e che andremo insieme a scuola e poi a nuova Roma!" cercai di abbassare il tono della voce perché ero così entusiasta che mi sarei fatto sentire da tutti.
"Lo so Percy, ma... Tu sei sempre stato gentile con me e..." non riuscii a trattenermi e l'abbracciai, ignorando gli sguardi perplessi.
"Io ero insopportabile. Entrambi lo eravamo. Sappi che ti amo anche per i tuoi difetti, okay?" le sussurrai e lei annuì, tirando su con il naso.
"TI amo, Testa d'Alghe"
Non mi aspettavo di incontrare lo sguardo di nessuno sul fondo, perciò per poco non mi prese un colpo quando notai due ragazze più grandi che sedevano con le gambe incrociate sul fondale alla base del molo, ad almeno sei metri sott'acqua.
"Sono le Naiadi?" chiese Frank aggrottando le sopracciglia e io annuii "Wow! Al Campo Giove non si vedono mai!"
Portavano i jeans e delle scintillanti magliette verdi, e i lunghi capelli castani e fluttuanti erano attraversati da pesciolini.
Mi sorrisero salutandomi con la mano, come se fossi un vecchio amico.
Non sapevo che altro fare, così risposi al saluto.
"Wow Percy! Non mi aspettavo che a dodici anni sapessi come flirtare!" commentò Leo strabuzzando gli occhi e io, ridacchiando, arrossii leggermente "Beh io... Ehm... Ecco non sapevo che cavolo fare e non volevo fare il maleducato" risposi ancora più imbarazzato. I miei amici scoppiarono a ridere come a bearsi del mio disagio
"Che bambino educato!" dichiarò sarcasticamente Talia e io alzai gli occhi al cielo.
"Al contrario di te, cugina!"
- Non incoraggiarle - mi avvisò Annabeth. - Le Naiadi sono delle terribili smorfiose.
"Ehhh Ora tocca ad Annie essere gelosa!" scherzò Leo con tanto di moltecipli occhiolini.
"Taci, Valdez" lo rimproverò la mia ragazza a denti stretti e questo si portò una mano sul viso, ritraendosi tragicamente.
"Che caratterino!"
"VALDEZZ!!!!"
"okay... Sto zitto..." e a bassa voce aggiunse: "Forse..."
Mi trattenni dal ridere e gli lanciai un'occhiata solidale a cui rispose con un ghigno malizioso.
- Naiadi - ripeteii, completamente sopraffatto.
"Santi Numi Annabeth! Tu, a dodici anni, non sapevi cosa significasse il tatto!" esclamò Piper leggermente scandalizzata per poi rivolgermi un ampio sorriso.
"Sì... Percy ti ha decisamente cambiata di meglio!" entrambi arrossimmo e io, sopraffatto dall'imbarazzo, abbassai lo sguardo.
Riuscii però a vedere l'espressione compiaciuta che mio padre rivolse a un'Atena leggermente stizzita. Okay... Forse molto stizzita.
- Ora basta. Voglio andare a casa.
Non era necessario alzare lo sguardo per capire che tutti mi stavano osservando con sguardo di dispiacere. Cercai, invano, di scrollarsi quel brivido di dosso.
Annabeth aggrottò la fronte. -Non capisci, Percy? Tu sei a casa. Questo è l'unico posto sicuro sulla terra per i ragazzi come noi.
"Grazie per la considerazione" Scherzò Hazel con il volto sorridente e Annabeth annuì con un viso ancora più radioso.
"E noi ci andremo a Nuova Roma, vero Ragazza Saggia?"
"Puoi scommetterci, Testa d'Alghe!"
Sorrisi e mi sporsi in avanti dandole un rapido bacio.
E neanche i sospiri di dei e semidei riuscirono a farmi togliere quella sensazione di gioia assoluta.
- Per i ragazzi con disturbi mentali, vuoi dire?
"E con una buona dose di pazzia!" aggiunse Leo mentre Nico incrociò le braccia "Oltre che un destino orrendo e una morte quasi sicuramente dolorosa!"
"Tu, amico, sei un faro di allegria!" replicò Leo e io gli lanciai uno sguardo acuto.
"Sei poco originale."
Per risposta lui scrollò semplicemente le spalle.
- Voglio dire per i ragazzi non umani. Non totalmente umani, insomma. Umani per metà.
- Per metà umani e per metà cosa?
Diversi dei nella sala ridacchiarono e io stesso non riuscii che a sorridere. Erano i peggiori genitori della storia ma erano pur sempre i nostri genitori.
- Penso che tu lo sappia.
Non volevo ammetterlo, ma temevo di saperlo. Mi sentivo formicolare tutto il corpo, la stessa sensazione che a volte avvertivo quando mamma mi parlava di mio padre.
Afrodite alzò gli occhi dal libro e, con un sorriso smagliante, strizzò l'occhio a mio padre portandolo ad arrossire violentemente.
- Dei - dissi. - Per metà dei.
Annabeth annuì. - Tuo padre non è morto, Percy. È uno degli dei dell'Olimpo.
- È assurdo.
"Devo ammetere che mi sento piuttosto reale, Percy." scherzò mio padre guadagnandosi l'ennesima occhiataccia da parte di Atena alla quale si aggiunse anche la mia.
- Davvero? Qual è la cosa più comune che gli dei facevano in quelle vecchie storie?
"Fulminare I mortali irrespettosi?"
"Creare cavalli forti e sani oltre che assicurare la benevolenza del mare ai meritosi?"
"Evitare che i morti resuscitino?"
Chiesero all'unisono Zeus, Poseidone e Ade mentre Atena scuoteva la testa sospirando.
"O andarvene in giro con ogni mortale esistente sulla terra sfornando eroi continuamente!" propose lanciandogli l'ennesima occhiata e i tre arrossirono.
Afrodite pareva perplessa "Ma i mortali sono così divertenti!"
Nell'istante in cui lo disse il volto di Piper si rabbuiò e serrò la mascella, incrociando le braccia. Un Jason alquanto a disagio le circondò le spalle con un braccio facendola appoggiare sul suo petto.
Se ne andavano a zonzo a innamorarsi dei mortali e a far figli con loro. Pensi che abbiano cambiato abitudini negli ultimi millenni?
"Tale madre tale figlia!" esclamò Talia strizzando l'occhio ad Annabeth che raddrizzò la schiena con orgoglio.
Le espressioni degli dei parevano deluse e quasi offese all'infuori del mio divino zio del piano di sopra che, con il volto sofferente, si stava sorbendo l'ennesima ramanzina della moglie a proposito della fedeltà.
- Ma questi sono soltanto... -
Stavo per dire "miti" un'altra volta. Poi mi ricordai dell'avvertimento di Chirone: fra duemila anni, forse avrebbero considerato un mito persino me.
"Tecnicamente noi saremmo già considerati come miti" puntualizzò Hazel e Leo gonfiò il magro petto con fierezza "Mi pare ovvio.... Cioè io sono mitico"
"Ti Prego, ragazzo delle riparazioni, risparmiaci queste battutacce!"
"Ah Miss Mondo, così ferisci il mio cuoricino!" declamò tragicamente portandosi una mano al cuore e la suddetta figlia di Afrodite alzò gli occhi al cielo.
- Ma se tutti i ragazzi di questo posto sono per metà degli dei...
- Semidei - specificò Annabeth. - È questo il termine ufficiale. Oppure mezzosangue.
- Allora chi è tuo padre?
Talia ridacchiò e alzò gli occhi al cielo "Povero Percy... Annabeth come minimo ti avrà ucciso!" Commentò Talia con un sorrisetto mentre appoggiava il mento sui palmi delle mani.
La figlia di Atena alzò gli occhi "Non l'avrei ucciso..." la guardai e alzai un sopracciglio. "Sicura?" e lei arrossí ma si ostinò a non rispondere eppure quando le misi un braccio sulle, lei si appoggiò a me.
Nel frattempo anche Atena sembrava parecchio infastidita.
Strinse le mani attorno al parapetto del molo. Ebbi la sensazione di avere appena toccato un tasto sensibile.
"Tu dici?" mi domandò Annabeth con voce intrisa di sarcasmo e un sopracciglio sollevato. Arrossii leggermente e mi passai freneticamente una mano trai capelli.
"EHM..." balbettai e lei scoppiò a ridere. Sospirò e alzò gli occhi al cielo. Il bacio che mi diede fu troppo rapido.
- Mio padre è un professore di West Point- rispose. - Non lo vedo da quando ero piccola.
Piper ed Hazel la guardarono sorprese e con le sopracciglia aggrottate "Perché non lo vedevi da tanto, Annabeth?" chiese la figlia di Afrodite con una punta di preoccupazione. Erano passati anni e i rapporti con suo padre erano ottimi ora ma questo non le impedì di serrare la mascella e stringere i pugni.
"Sono abbastanza sicura che si verrà a sapere nei prossimi capitoli" disse infine a denti stretti. Atena la guardava di sottecchi, con un'espressione insolitamente dolce e umana.
Insegna storia americana.
- È umano.
- E allora? Cos'è, pensi che solo un dio possa provare attrazione per i mortali? Ma quanto sei sessista!
Annabeth stessa scoppiò a ridere con tutti noi
"Percy può essere tutto ma sicuramente non sessista" dichiarò Talia con un sorrisetto e io, orgoglioso, portai un braccio sulle sue spalle.
"Naturalmente, senza Annabeth probabilmente sarei morto già da anni e anni"
E mi balzò il cuore in gola quando vidi un rossore intenso colorarle le gote.
- Chi è tua madre, allora?
Atena sorrise con soddisfazione guardando sua figlia con orgoglio.
- Casa numero sei.
- E cioè?
Annabeth drizzò la schiena.
Tutti non poterono che ridacchiare e mio padre stesso era estremamente divertito "Piuttosto fiera di essere figlia di Atena" commentò sarcasticamente mentre la dea in questione gli lanciava uno sguardo acuto.
"E fa bene!"
-Atena. Dea della saggezza e della battaglia.
"Okay" pensai. "Perché no?"
"AHAHAHAHA penso che questa sia la spiegazione che dovremmo adottare tutti di fronte alle stranezze delle nostre vite" le parole di Leo non poterono che provocare un altro scroscio di risate.
- E mio padre?
- Indeterminato - rispose Annabeth - come ti ho detto prima. Nessuno lo sa.
- Tranne mia madre. Lei lo sapeva.
Con un leggero sorriso e gli occhi lontani, mio padre annuí distrattamente.
- Forse no, Percy. Gli dei non rivelano sempre la loro identità.
Piper trasalí visibilmente e sbiancò. Afrodite non parve farci caso.
- Mio padre l'ha fatto di sicuro. Lui la amava.
Prima che mio padre, chiazzato di rosso, potesse aprire bocca, Afrodite sorrise radiosa "Eccome. Proprio una bella storia!" decantò con tono sognante.
"Afrodite!" l'ammoní Poseidone con tono seccato ma questa, sorridendo spensierata, fece spallucce.
Annabeth mi guardò con un'espressione cauta. Non voleva deludermi.
"Magari un po' più di tatto!" si intromise Hazel e Annabeth sorrise tristemente "Lo so" sussurrò per poi scrollare le spalle, come a scacciare quella sensazione.
- Forse hai ragione. Forse manderà un segno. È l'unico modo per esserne certi: tuo padre deve riconoscerti come suo figlio mandando un segno. A volte succede.
"Come succede solo a volte?!?" chiese Frank esterrefatto "Pensavo che nel vostro campo i semidei fossero riconosciuti immediatamente!"
Diversi di noi lanciarono sguardi acuti agli dei che abbassarono il capo imbarazzati. Avevano l'espressione illeggibile, pensierosa.
- Vuoi dire che a volte non succede?Annabeth accarezzò il parapetto con il palmo della mano.- Gli dei hanno molto da fare. Hanno un sacco di figli e non sempre... be', a volte non gli importa di noi, Percy.
Ci ignorano.
Non si curarono neanche di smentire l'affermazione perché sapevano, quanto noi, quanto veritiera fosse. Nell'aria aleggiava un silenzio carico di tensione.
Ripensai ad alcuni dei ragazzi che avevo visto nella capanna di Ermes: in fondo, mi erano sembrati spenti e depressi, come se stessero aspettando una chiamata che non sarebbe mai venuta.
Avevo conosciuto dei ragazzi del genere alla Yancy, scaricati in collegio da genitori danarosi che non avevano il tempo di occuparsi di loro. Ma gli dei avrebbero dovuto comportarsi meglio.
"Sí, dovevamo..." disse in un sussurro Hermes, gli altri sembravano persi nei loro pensieri. Solo Artemide sembrava apertamente dispiaciuta e anche, forse, leggermente irritata. "Molte delle mie cacciatrici non sono state riconosciute" dichiarò con le sopracciglie aggrottate e lo sguardo d'ammonimento, specialmente al fratello al suo fianco.
- Perciò sono bloccato qui -conclusi. - È così? Per il resto della mia vita?
Molti risero "Hai il gene del melodramma, Percy" scherzò mio padre "E non l'hai preso da me!" si difese, guardando di sottecchi il fratello minore e Ade dovette trattenere a forza un sorriso.
- Dipende - rispose Annabeth. - Alcuni si fermano solo per un'estate. Se sei figlio di Afrodite o di Demetra, probabilmente non sei una forza davvero potente e i mostri potrebbero ignorarti.
Piper tirò un sospiro di sollievo "Grazie al cielo!" Afrodite e Demetra sembravano sorprese e guardavano Annabeth con scetticismo.
Così te la puoi cavare con qualche mese di allenamento estivo e vivere nel mondo mortale per il resto dell'anno.
Ma per alcuni di noi, andarsene è troppo pericoloso.
"E Percy è automaticamente incluso in questo gruppo" gemetti leggermente
"Lo so." risposi secco a Leo che mi guardò con gli occhi animati da un barlume di comprensione.
Annabeth intrecciò la sua mano nella mia appoggiandosi sulla mia spalla "Vedrai che a Nuova Roma andrà tutto bene" mi confortò. Sentii la stanza diventare improvvisamente più luminosa
"Puoi scommetterci!"
Ci fermiamo tutto l'anno. Nel mondo mortale, attraiamo i mostri.
Ci percepiscono. Vengono a sfidarci.
In genere ci ignorano finché non siamo abbastanza grandi da causare problemi... verso i dieci o gli undici anni... ma dopo, per la maggior parte dei semidei ci sono solo due possibilità: arrivare qui o farsi ammazzare. Pochissimi riescono a sopravvivere nel mondo esterno, e diventano famosi.
Credimi, se ti facessi i nomi, li conosceresti. Alcuni non si rendono neanche conto di essere semidei. Ma sono casi molto, molto rari.
"Vero!" rispose Hermes rizzandosi a sedere "Mia figlia Harriet Tubman è stata veramente geniale!" esclamò con un nostalgico e orgoglioso sorriso.
- Quindi i mostri non possono entrare qui
Annabeth scosse la testa.
- A meno che qualcuno non li abbia introdotti di proposito nel bosco o non li abbia evocati dall'interno.
- E perché mai qualcuno vorrebbe evocare un mostro?
- Per allenamento. O per scherzo.
"Per scherzo?!?!" gridò Hazel inorridita e Leo annuí tutto serio "Concordo. Che pessimo gusto. Devono essere così incompetenti da chiamare un mostriciattolo e AHI! PIPES! CHE PROBLEMI HAI?!??!" La figlia di Afrodite gli aveva appena mollato un pugno e alzò gli occhi al cielo.
- Per scherzo?
- Il fatto è questo: i confini sono sigillati in modo da tenere fuori i mortali e i mostri. Dall'esterno, i mortali guardano la valle e non vedono niente di insolito, solo una fattoria in mezzo a campi di fragole.
- E tu ti fermi tutto l'anno?
"Vuoi proprio essere ucciso!?!" chiese Talia con sarcasmo pungente e Annabeth ridacchiò divertita raddrizzandosi "Ha la passione per le manie omicide!"
"EHI!"
Talia annuí, seria in viso, "Si vede"
"A volte è un tale idiota!"
"MA IO SAREI ANCORA QUI!"
Tutti scoppiarono a ridere e la mia ragazza trovò un ottimo modo per scusarsi.
Perfetto. Ora avevo di nuovo il sorriso da ebete.
Annabeth annuì. Da sotto il collo della maglietta estrasse una collanina di cuoio con cinque perle di terracotta di diversi colori. Era identica a quella di Luke, solo che sulla sua c'era appeso anche un grosso anello d'oro di un college.
Mai, in tutta la mia vita, mi sarei mai aspettato di vedere un leggero rossore tingere le gote di Atena. Per un momento notai quanto inquietante fosse la sua somiglianza con Annabeth.
- Sono qui da quando avevo sette anni - raccontò. - Ogni agosto, l'ultimo giorno della sessione estiva, riceviamo una perla per essere sopravvissuti un altro anno. Sono qui da più tempo della maggior parte dei capigruppo, e loro sono tutti al college.
- Perché sei venuta così presto?
"PERCY!?!" Mi sgridò Talia alzando le mani come per darmi una sberla e fui sufficientemente rapido da scansarmi.
"Cugina! Basta attentare alla mia vita! Tanto è inutile" scherzai e lei mi fulminò con un'occhiataccia da dieci e lode.
Si rigirò l'anello d'oro fra le dita.
- Non sono affari tuoi.
- Oh! - Per un minuto rimasi in silenzio, imbarazzato.
Perfino io scoppiai a ridere "Non avevi niente di meglio da dire, Bro?" chiese Jason e io mi passai una mano tra i capelli, improvvisamente imbarazzato "Ehm veramente no."
- Potrei andarmene anche subito, se volessi?
- Sarebbe un suicidio, ma potresti farlo, con il permesso del signor D o di Chirone. Loro non accordano permessi del genere prima della fine dell'estate, a meno che...
- A meno che?
- A meno che non ti venga assegnata un'impresa. Ma non succede quasi mai. L'ultima volta...
La sua voce si spense. Dal tono però capii che l'ultima volta non era andata bene.
Il volto di Annabeth si fece scuro e in quel momento appariva identica alla sé di dodici anni narrata nel libro.
Hermes aveva la medesima espressione e trasalí visibilmente.
- Giù all'infermeria - dissi- quando mi imboccavi con quella roba...
- L'ambrosia.
- Sì. Mi hai chiesto qualcosa sul solstizio d'estate.
Annabeth irrigidì le spalle. - Allora sai qualcosa?
"Strano vero? Qualche volta gli viene un colpo di genio" mi prese in giro Nico e per quanto glaciali fossero le occhiatacce che gli stavo lanciando, il suo viso rimaneva imperturbabile
- Be'... no. Nella mia vecchia scuola ho sentito Grover e Chirone che ne parlavano. Grover ha nominato il solstizio d'estate. Ha detto che non avevo abbastanza tempo, per via di una qualche scadenza. Che significa?Lei strinse i pugni. - Magari lo sapessi. Chirone e i satiri lo sanno, ma non vogliono dirmelo. C'è qualcosa che non va sull'Olimpo, qualcosa di grosso. L'ultima volta che ci sono stata, tutto sembrava così normale.
L'espressione di Ade si fece di ghiaccio e lanciò diversi sguardi acuti ai due fratelli che parevano leggermente a disagio. Perfino io strinsi i pugni fino a farmi sbiancare le nocchie.
- Tu sei stata sull'Olimpo?- Con Luke, Clarisse e qualche altro dei regolari. Abbiamofatto una gita durante il solstizio invernale. È quando gli dei tengono il loro Gran Consiglio annuale.
- Ma come ci siete arrivati?
- Con la ferrovia di Long Island, naturalmente. Scendi a PennStation, poi entri all'Empire StateBuilding e prendi l'ascensore speciale per il seicentesimo piano.- Mi guardò come se fosse sicura che lo sapessi già.
"Forse l'ho dato un po' per scontato!" ammise con un sorrisetto di scuse. Sembrava così adorabile che mi sporsi per podarle un bacio sulla guancia "Oh, non importa" feci finta di non sentire le urla soffocate di Afrodite
- Tu sei di New York, giusto?
- Oh, sicuro. -
A quanto mi risultava, c'erano solo centodue piani sull'Empire State Building, ma decisi di non farglielo notare.
"E hai fatto bene!" si complimentò Talia "La mia amica qui è leggermente strana a volte" aggiunse con un sorriso, rapidamente ricambiato da quello imbarazzato di Annabeth.
- Poco dopo la nostra visita- continuò Annabeth - il tempo è impazzito, come se gli dei si fossero messi a litigare. E, dopo di allora, ho sentito di sfuggita i satiri che neparlavano un paio di volte. Sono riuscita a capire solo che è stato rubato qualcosa di importante. E chese non viene restituito entro il solstizio d'estate, saranno guai.
"nahh solo la terza guerra mondiale" sdrammatizzai ridacchiando ma potevo sentire le occhiatacce di Zeus e Ade.
Quando sei arrivato tu, speravo...cioè...
Atena va d'accordo praticamente con tutti, a parte Ares
"E posso aggiungere che è completamente reciproco il sentimento" si intromise Ares scoccando un'occhiata truce alla suddetta dea (AKA la tua futura suocera)
...e naturalmente Poseidone.
Atena sbuffò "E ovviamente dovevi metterti con il suo unico figlio sul pianeta!" puntualizzò lanciandomi un'occhiata diffidente. Mio padre alzò gli occhi al cielo, stizzito.
Ma, a parte questo, pensavo che potessimo lavorare insieme. Ero certa che tu potessi sapere qualcosa.
Afrodite alzò improvvisamente la testa e la guardò con tanto di occhi "Annabeth, m-ma stavi praticamente flirtando con lui!!! Ohhhhh che romantico!!!!!" concluse strillando. La figlia di Atena arrossì violentemente e scosse la testa "No no no. Volevo semplicemente collaborare!!!" si difese ma la dea dell'amore le scoccò un'occhiata dubbiosa.
Scossi la testa. Avrei voluto aiutarla, ma ero troppo affamato, stanco e mentalmente esausto per porre altre domande.
"Questo sono io durante la prima ora di lezione a scuola!" Commentò Leo con il volto sconvolto dalla drammaticità del tono della voce. Ridacchiai e sotto sotto non potevo che concordare. Era l'inferno vivente svegliarsi presto.
- Devo ottenere un'impresa -mormorò Annabeth fra sé e sé. -Non sono troppo giovane. Se solo mi dicessero qual è il problema...
"forse sarebbe stato meglio non saperlo" le sussurrai. Mi guardò con gli occhi luminosi.
"Se ti dico che hai ragione ti monti la testa?"
"Mmm..." sorrisi "Forse giusto un pochino". Lei alzò gli occhi al cielo e si appoggiò al mio fianco.
Sentii i miei muscoli sciogliersi e potevo quasi immaginare la poltiglia che era in quel momento il mio cervello.
Certe cose non sarebbero mai cambiate.
Rieccoci qui! Spero che vj sia piaciuto se così lasciate una bella stellina e pregate Atena, la mia divina madre, anche per me :)
Ci vediamo settimana prossima
Ciaooooooooooooo
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