Capitolo Trentacinque
Selvaggia non ci mise molto a raccontare alle sue amiche la novità sulla promessa che le aveva fatto Giancarlo. Il giorno dopo, alla consueta colazione, fu la prima cosa che disse, prima ancora di ordinare da mangiare. Paola e Daniela si dimostrarono subito contente, senza astenersi da regalarle consigli non richiesti come se fossero due donne di mondo.
"Mi raccomando, non far vedere a tuo padre che siete molto intimi quando sarete laggiù." La avvertì Daniela.
Selvaggia arrossì. "Certo che no..."
"E convincilo a comportarsi da ragazzo educato, soprattutto durante i pasti." L'ammonì Paola.
"Beh... non è mica uno zoticone mentre mangia..."
"No, non volevo dire questo, ma..." Di colpo Paola si bloccò, attirata da qualcuno alle spalle di Selvaggia. Le altre due si voltarono in quella direzione e videro Ludovica in piedi con le mani in grembo e uno sguardo pentito, con la coda tra le gambe.
"Ciao, ragazze..."
***
Selvaggia camminava per la facoltà di giurisprudenza con un sorriso estasiato sulle labbra; era felice, non ricordava di essere mai stata così felice in vita sua. In pochi giorni aveva ritrovato l'amico di infanzia dopo tanti anni, ottenuto la parola di Giancarlo che si impegnava a conoscere suo padre e, alla fine, ritrovato l'amicizia con Ludovica, dopo che sembrava sparita dalla circolazione.
Vederla apparire al bar dopo tutto quel tempo fu davvero una bellissima sorpresa. Erano rimaste per un attimo tutte e tre senza parole, ma l'avevano accolta a braccia aperte e in breve tempo era come se non fosse successo niente. Era contenta perché entrambe si erano scusate, ammettendo i propri errori.
Ludovica aveva ammesso di aver permesso che i suoi sentimenti per Giancarlo offuscassero la sua capacità di giudizio, permettendo che la rabbia prendesse il sopravvento sui suoi rapporti di amicizia.
Selvaggia si era scusata per come aveva preso di petto la situazione, facendo venire Giancarlo direttamente alla mensa senza avvisarla, invece di parlarne prima con lei in separata sede.
Entrambe avevano concordato che ciò che era successo fosse da dimenticare, ormai era passato, ed erano entrambe d'accordo di non tirare mai più in ballo quella storia.
Entrò nella mensa e cercò le amiche con lo sguardo, allungandosi per vedere tra i vari tavoli già occupati, ma non trovandole da nessuna parte decise di prendere un vassoio e fare la fila.
Quando stava per sedersi a uno dei tavoli ancora liberi il suo cellulare iniziò a squillare. Colta di sorpresa appoggiò il vassoio sul tavolo ed estrasse il cellulare dalla borsa, rispondendo senza guardare chi fosse.
"Pronto?"
"Ciao Selvaggia, sono Matteo."
"Oh, Matteo, che bello risentirti! Scusa se non ti ho ancora chiamato, ma lo avrei fatto oggi, sai?"
Lui rise. "Non ti preoccupare, mi immagino la tua vita da laureanda piena di impegni. Eri fissata già alle elementari, non potresti mai cambiare in quel senso, non saresti più tu."
"Hai ragione... insomma, qual buon vento ti porta a chiamarmi?"
"Mi chiedevo se ti andasse di vederci e rivangare un po' i tempi andati. Solo se poi li riseppelliamo con la stessa vanga."
"Non sei cambiato affatto!" rise divertita. "Volentieri! Dove ci troviamo?"
"Hai presente il supermercato dove ci siamo visti? Io abito poco distante."
"Perfetto, allora vediamoci direttamente di fronte al supermercato."
"Affare fatto! Così mi ricompri il caffè che hai fatto cadere e lo hai tutto ammaccato."
"Ah, grazie! E io che ero pure uscita di corsa per ridartelo!" I due scoppiarono a ridere. "A che ore vuoi che venga?"
"Tu a che ore sei libera?"
Selvaggia pensò istintivamente a Giancarlo, come avrebbe fatto ad andare da Matteo senza dirglielo?
"Ehm... ti faccio sapere, ok? Perché pensandoci meglio non ho idea a che ore mi libererò dai miei impegni."
"Troppi uomini da scaricare su due piedi?"
Selvaggia rise di nuovo. "Smettila!"
"Pensavo che impegni fosse il nuovo sinonimo di ragazzi che mi fanno il filo." Fece sentire una risatina, a far da eco a quella di lei. "Ok, aspetto una tua telefonata. A oggi, Selvaggia."
"Ciao, ci vediamo oggi!"
Chiuse la telefonata raggiante e, nel rimettere il cellulare nella borsa, si ritrovò di fronte Ludovica, che la fissava con gli occhi sgranati.
"Con chi stavi parlando?"
"Ehm... io... con nessuno di particolare. Perché?"
"Ho sentito che hai preso appuntamento per oggi. Con chi?"
Selvaggia rimase un po' sconcertata da questa strana curiosità, cosa importava a lei con chi stava parlando?
"Con nessuno di importante. Davvero!"
Liquidò la discussione mettendosi a sedere e cominciando a mangiare.
Ludovica le si sedette accanto con il suo vassoio, apparentemente convinta di non avere motivo di fare tutte quelle domande.
"C'è una cosa di cui stamani non abbiamo parlato."
Lieta che avesse cambiato discorso, Selvaggia le sorrise.
"Di cosa?"
"Con Giancarlo tutto bene? State ancora insieme, no?"
Il sorriso si spense di colpo.
"Sì... tutto bene, grazie..."
Nella domanda in sé non c'era niente di male, ma era l'espressione da maniaca con la quale l'amica l'aveva guardata a confonderla. Deglutì un boccone e si guardò intorno.
"Paola e Daniela non vengono?"
"Oh, verranno, non temere! Le ho viste in corridoio mentre parlottavano con altre due galline come loro."
Era stupefatta! Il suo comportamento era davvero anomalo, pensò Selvaggia, come se di colpo una nuova persona avesse preso il suo posto e Ludovica non fosse più quella ragazza dolce e ingenua che conosceva.
Paola e Daniela appoggiarono i loro vassoi al tavolo, cominciando a ciarlare frenetiche alla loro maniera, parlando del ragazzo di Daniela e di qualcosa che aveva detto o fatto e che non sarebbe venuto a mangiare con loro. Ludovica sorrise e rispose in maniera timida ai loro scherzi come faceva prima... forse si era immaginata tutto.
***
All'uscita dell'Ateneo, Selvaggia aspettava Giancarlo guardandosi continuamente attorno, stranamente in apprensione. Aveva come la strana sensazione di essere spiata.
Giancarlo apparve tra la folla di ragazzi che usciva, e la salutò con un bacio a stampo sulle labbra, come faceva sempre.
"Tutto a posto?"
Era stranamente serio e la sua espressione la mise in allarme.
"Sì... certo. E tu?"
Sembrò pensarci su un attimo. "Sì... tutto a posto. Andiamo?"
Fece due passi stranita dal suo comportamento anomalo, ma poi si bloccò di colpo, la scusa che si era preparata e che si era ripetuta nella mente negli ultimi minuti smaniava per uscire dalla sua bocca.
"Senti... io mi dovrei preparare per un esame che dovrei dare tra un mesetto..." Fece una pausa, cercando il coraggio di continuare. Giancarlo corrugò la fronte e lei deglutì. "Perciò dovrei tornare a casa a studiare diritto... e..."
"...hai paura che la mia presenza possa distrarti." Lo guardò spaesata, ma lui sembrava comprensivo. "Tranquilla, ho capito. Non c'è motivo che mi spieghi la situazione."
Sentendosi in colpa per la bugia appena raccontata, Selvaggia si tuffò su di lui, baciandolo appassionatamente.
Trovandosi impreparato, Giancarlo non reagì immediatamente, ma le labbra morbide e vellutate della sua ragazza erano un richiamo troppo forte per rimanere indifferente. Rispose al bacio rendendolo subito molto sensuale, cosa che anche lei contribuì a fare aggrappandosi al suo giacchetto e allungando il bacio più del previsto.
"Ehi, a cosa devo questa manifestazione di affetto?"
Selvaggia sorrise. "Niente... avevo solo voglia di baciarti."
Giancarlo non riuscì a smettere di sorridere. La avvolse con un braccio e si incamminò con lei lungo la strada. "Vieni, ti accompagno a casa. E sappi che puoi baciarmi in questo modo ogni volta che vuoi!"
Gli sorrise, era sempre più grata di avere un tipo come lui al suo fianco. Si appoggiò con la testa sulla sua spalla, continuando a camminare in silenzio. Una volta arrivati sotto casa Selvaggia tornò a baciarlo nuovamente come prima, con la stessa passione e lo stesso trasporto.
"Ok..." Giancarlo sorrise, staccandosi da lei. "Adesso va' o giuro che non ti lascio più andare!"
Lei gli sorrise un'altra volta, gli diede un ultimo bacio a stampo e sparì oltre il suo portone.
Giancarlo restò per alcuni istanti fermo sul marciapiede, completamente assorto nei suoi pensieri. Da una tasca interna del suo giacchetto prese una busta da lettere dalla quale estrasse un paio di fotografie dove era ritratta Selvaggia mentre si abbracciava ad un ragazzo con dei folti capelli ricci.
Non c'era niente di preoccupante in quelle foto, ma non riusciva a capire perché qualcuno gliele avesse spedite, e soprattutto chi. Voleva giusto interrogare la sua ragazza a tal proposito, facendogliele vedere, ma il suo atteggiamento particolare e quel bacio dato in modo più passionale del solito lo avevano fatto desistere. Forse non era niente....
In fondo aveva appena deciso di conoscere suo padre!
Ma allora perché aveva la netta sensazione che quella di studiare fosse solamente una scusa? Scosse la testa cercando di autoconvincersi che non fosse così e che qualcuno voleva solo fargli uno scherzo. Forse Selvaggia aveva solo ritrovato un vecchio amico e si era dimenticata di parlargliene. Rimise le foto nella tasca interna della giacca e si avviò a casa.
Spazio autrice:
SALVE A TUTTI/E!!!
Spero di essere riuscita a farmi perdonare con questi due capitoli dato che la scorsa settimana non ho potuto pubblicare. Purtroppo... Cioè, purtroppo di certo non per me, ero in vacanza e sinceramente pubblicare su wattpad mi era quasi passato di mente. Spero che mi abbiate perdonata! 😛
E niente, la storia inizia a farsi ingarbugliata. Il ritorno di Matteo ha portato gioie ma anche preoccupazioni. E chi è che ha mandato quelle foto a Giancarlo?
Stay tuned, see you to the next chapter!
Bye!
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