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Derek - 51

<Amalie, di che cosa stai parlando. Sai benissimo che nel Codice è espressamente scritto che non si conosce l'origine dei licantropi.> Victor la guarda, visibilmente confuso.
Io intanto mi sento come sott'acqua. Amalie deve avermi iniettato una variante di strozzalupo che più che ammazzarmi lentamente, mi disorienta e stordisce, anche se non capsico il motivo di questa decisione, visto che oramai sono sempre più convinto ci abbia portati qui esclusivamente per ucciderci.
Ho perso la speranza? No, mai. Ma mi sento molto demoralizzato. La ragazza che ho di fronte non è la mia, ed il pensiero di averla persa definitivamente mi tormenta sempre di più ad ogni secondo che passa.
<Beh, Victor, in realtà devi sapere che la storia della licantropia si radica così indietro nel tempo, che riporta alla mente divinità antiche e lontane, ma anche così vicine, per alcuni di noi.> inizia Amalie, fissando Victor per qualche secondo.
Mi dimeno ancora un po', anche se inutilmente, semplicemente perché vorrei fare qualcosa, vorrei riprendermi Amalie, tornare indietro a quando era tutto poco più semplice, ma decisamente più bello.
<Lupo, sta fermo. Questi tuoi sforzi sono totalmente inutili.> la voce di Fenrir è accompagnata dal raggelante ghigno che ha sul volto.
<Non prendo ordini da nessuno, tantomeno che da te.> ringhio, e lo sguardo che Amelie mi rivolge mi intima chiaramente di stare zitto e soprattutto buono.

<Stavo dicendo,> riprende lei, poco dopo con voce più dura <che ci sono antiche divinità vicine, a chi di noi viene dall'alto emisfero boreale, nel Nord. Nella mitologia norrena si racconta di come, dall'unione di Loki e Angrboða, sia nata una delle creature più straordinarie della storia. Per chi di voi non li conoscano, sono rispettivamente un dio ed una gigantessa. Ciò ha permesso la creazione di un lupo dalle dimensioni straordinarie, dotato di un'intelligenza fuori dal comune e della capacità di parlare come i comuni mortali, e per questo molto temuto. Anche e soprattutto da parte degli stessi Dei, che, convinti che da lui e i suoi due fratelli abitanti la Terra dei Giganti non scaturissero altro che disgrazie, decisero di portarli al cospetto di Odino perché decidesse cosa farne. Deciso degli altri due, e non sapendo cosa farne del lupo, gli Dei decisero di tenerlo lì con loro.>
<Questa noia continuerà a lungo, o possiamo arrivare al dunque, per favore?> 
Stiles piagnucola, sbadigliando. Fernir gli ringhia contro e fa un passo in avanti, verso il ragazzo, ma la mano di Amalie lo afferra e blocca immediatamente. 
<Non ci pensare nemmeno.> gli intima, particolarmente autoritaria. Talmente tanto da sembrare lei quella a comandare, tra i due.
Lui la guarda, per qualche secondo, poi alza le mani e le sorride per rabbonirla.
<Volevo solo spaventarlo un po'.> sembra voglia tranquillizzarla, più falso e nervoso di prima, ma lei si accerta che davvero non farà una mossa prima di lasciarlo andare del tutto. 

La cosa mi insospettisce un po'. Sembra quasi che lei non voglia che lui ci si avvicini, o che ci faccia del male. Non starà mica.. sta per caso cercando di proteggerci?
Se così fosse, significa che non è poi così lontana dal tornare in sé stessa. Significa che possiamo provare in qualche modo a renderla nuovamente la nostra adorabile Amalie.
Devo pensare immediatamente a qualcosa, mi dico, intanto lei ricomincia a parlare.
<Ovviamente quel lupo straordinario di cui vi raccontavo è proprio Fenrir. Più cresceva, più era indomabile e pericoloso, così gli Dei presero la decisione di incatenarlo. Ma niente sembrava in grado di durare, non rompersi, trattenerlo. Perciò pensarono bene di chiedere aiuto ad alcuni esseri fatati per costruire una speciale catena magica dall'insospettabile aspetto di nastri di seta, che fosse però in grado di contenerlo. Così, con un tranello, riuscirono a bloccarlo, e a renderlo solo più furioso, ma per lo meno inerme, e soprattutto in trappola per sempre, o quasi.>
<E come si sarebbero creati i licantropi, se Fenrir è stato intrappolato? O almeno, come si è liberato ora..>
Amalie sorride alla domanda di Lydia <Come sempre sei tu la più sveglia del gruppo.>, poi guarda l'omone che ha accanto e gli chiede: <Vuoi raccontarle tu queste ultime due parti?>
Lui le sorride e le bacia languido la mano, ma più che sembrare un gesto galante, risulta decisamente disgustoso.
Più fa così, meno io riesco a pensare a qualcosa.
<Ti ringrazio, tesoro.> le dice, poi si rivolge a noi, continuando a sorridere, quasi divertito.
<Prima di essere catturato ed incatenato, quando ancora vivevo nella Terra dei Giganti, mi ero innamorato di un'altra gigantessa, una maestosissima Lupa Bianca, dalla quale ho avuto due figli, successivamente maledetti dagli Dei, uno a rincorrere la Luna, l'altro il Sole. Figli che a loro volta hanno avuto la loro progenie, da cui discendono tutti i licantropi, ovviamente. Per quanto riguarda questo mio stato di libertà, purtroppo è ancora soltanto.. apparente, diciamo. Ma la mia libertà è certamente il motivo per cui sono qui. Ogni volta che rinasce una potentissima Lupa Bianca, corro a cercarla, attratto a lei come una falena alla luce, perché oltre che essere la mia unica possibile compagna di vita, è anche l'unica che possa definitivamente liberarmi da quelle maledette catene incantate.>
Si gira ancora a guardarla, con un fintissimo sguardo lascivo, mentre se la stringe a sé e le affonda il viso nell'incavo del collo.
<Adesso andiamocene, avanti.> le sussurra, ed il solo sentirlo mi fa ribollire il sangue nelle vene.

Basta, non ne posso più.
Non posso sopportare quanto le stia vicino, quanto controllo abbia su di lei.
Ringhio così forte che vedo la mia bionda sussultare e scostarsi dal bestione, quasi lo facesse per istinto.
Strattono con forza le catene che mi tengono, recuperando quella forza che credevo mi avesse momentaneamente abbandonato. Le strattono ancora e mi spingo in avanti, ringhiando con sempre più forza e riuscendo a far saltare finalmente una delle due catene che mi continuano a trattenere. Ne approfitto immediatamente allungando gli artigli verso Fenrir, per afferrarlo. Ho proprio voglia di squarciargli il petto da parte a parte. E poi passare alla gola. Al viso. Dio, ho seriamente intenzione di distruggerlo.
Lui sembra quasi impassibile per un po', come se non volesse esporsi più di tanto, poi però contrattacca. Mi afferra per la gola e mi solleva da terra con così tanta forza, che anche l'altra catena pare stia per saltare. Il che sarebbe semplicemente perfetto.
<Tu. Tu mi stai creando soltanto problemi. ormai. Ma ora basta. Prenderò il tuo potere e la tua vita, così almeno servirai a qualcosa.> 
La sua voce è profonda e graffiante, la sua mano intorno al mio collo è sempre più stringente e mi affonda gli artigli nel collo. Per quanto io provi a dimenarmi per liberarmi dalla sua presa mortale, mi sembra praticamente impossibile. Mi sento completamente inerme sotto la sua presa. Inizio a pensare che forse è sul serio arrivata la mia ora ormai, che non ho più nessuna via di fuga. Sento Lydia e Stiles urlare, in una confusione generale, eppure non riesco a smettere di fissare dritto negli occhi l'enorme lupo che mi tiene praticamente penzoloni. 
Poi un ringhio spaventosissimo si leva dal fondo della stanza, e tutto il rumore generale si azzittisce immediatamente, concentrandosi sulla provenienza di quel suono profondo. Vedo Fenrir sussultare, sorpreso quasi quanto me, mentre entrambi ci voltiamo verso la fonte del verso.
Amalie ha gli occhi che brillano con forza di un azzurro intenso, gli artigli e le zanne sguainate mentre si rivolge verso quello che teoricamente ora sarebbe il suo capo, fuori di sé.
<Levagli. Le zampe. Di dosso.> ringhia ancora, con una ferocia inaudita, che non credevo le fosse possibile. Al non muoversi dell'antico lupo, lei ulula con forza il suo nome, sembrando più grande di quel che è, più forte, decisamente molto più arrabbiata.
<FENRIR!> sbraita inferocita.
Vedo il lupo titubare, ma non mollare la presa.
<Tesoro..> prova a dirle, con dolcezza, ma lei afferra una lama dal tavolo pieno di attrezzi che ha accanto.
<Mi hai dato la tua parola che non avresti fatto del male a nessuno di loro, specialmente a Derek..> inizia lei.
<Tesoro, il suo potere potrebbe..> fa per dire lui, ma lei lo interrompe, con ringhi ancora più intensi.
<.. e sai perfettamente che è stata la mia unica richiesta, che era l'unica cosa che volevo in cambio. Ma se ne vieni meno, ti levo l'unica cosa che sei tu a volere. L'unica di cui hai veramente bisogno.> dice, portandosi la lama dritta al collo, pronta ad usarla senza paura <Me.>
<No, non è vero. Non lo farai.> accenna lui, con voce appena tremante nel trattenere un ringhio. 
Ma quando lui non accenna al minimo movimento, lei inizia a tagliarsi parte della gola, lenta.

<No!> 
Il mio urlo si confonde con quello del lupo, che poco dopo piano mi rimette per terra, concentrandosi totalmente sulla mia bionda.
<Fermati! D'accordo, hai ragione! Terrò fede alla mia parola, ma smettila Amalie!>
Lei è ancora una maschera di rabbia, allo stesso tempo in e fuori controllo. Quel controllo che per settimane ho provato a farle raggiungere, senza risultati.
<Allontanati da lui. Senza passi falsi.> sibila, rigida.
Lui fa come dice, con le mani alzate e lo sguardo fisso sulla lama che è ancora ferma e premente sul collo di lei, ora appena sanguinante.
<Amalie, per favore..> mormoro in una supplica. Deve aiutarmi ad uccidere questo bastardo, e a riportarla in sé.
<Sta zitto Derek! Sta zitto!> urla , con lo sguardo fisso su Fenrir, al quale intima con un cenno del capo di indietreggiare verso l'uscita del capannone.
Lui esegue senza fiatare, risultando immediatamente molto meno forte di quel che appariva fino a qualche momento fa. 
<Andiamo.> dice Amalie, avanzando verso di lui e facendolo indietraggiare ancora.
Lui sorride appena, come a volerla addolcire.
<Hai ragione, andiamo via ora.>
Lei ringhia ancora, leggermente più calma, e lo spinge appena fuori. Poi si volta verso di noi, staccandosi finalmente quella lama dal collo.
<Bionda, ti supplico.. non andare.>
Lei evita totalmente di posare lo sguardo su di me, ma si rivolge direttamente a Stiles.
<Liberali tutti, con calma.> gli ordina, lanciandogli vicino, lentamente, la lama che aveva ancora tra le mani.
<Poi non mi cercate. Mai più.>
Alla fine, finalmente, mi guarda, sempre dietro a quella sua barriera che mi sembra però ora leggermente incrinata.
<Mi dispiace.> mormora, poi sparisce velocemente, mentre io mi dimeno per provare a seguirla, mentre urlo più forte che posso il suo nome.

Inutile dire che ho passato le ore successive a cercarla ovunque, estenuando entrambi i branchi e ancora di più me stesso.
<Derek..> la dolce voce di Lydia mi è arrivata vicina, quando mi si è seduta accanto, dopo che mi sono messo in disparte dagli altri, totalmente perso nei miei pensieri.
<Ascoltami okay? La troveremo. Ne sono sicura.>
<L'hai visto anche tu, Lydia, vero? L'hai visto che non è persa definitivamente.. che è ancora lì dentro, da qualche parte...>
Lydia mi sorride e posa la mano sul mio braccio, posandovi poi piano anche il viso.
<Sì Derek, l'ho vista. E grazie a questo sappiamo finalmente cosa è che la fa scattare, quello di cui ha bisogno per tornare sé stessa.>
La guardo e ricambio il sorriso che mi sta rivolgendo.
<Se pensa che Fenrir possa risultare un pericolo per noi..>
<Per te.> mi corregge lei.
<Per me..> ripeto, sorridendo al pensiero <.. sarà molto più facile raggiungerla nel profondo. Riportarla da noi.>
Lydia annuisce piano, poi si alza.
<Avanti, andiamo a riposare un po', domattina inizieremo con le ricerche in modo più esteso ed approfondito. Ci faremo aiutare anche dalle altre creature sovrannaturali che conosce Victor.>
Annuisco, alzandomi. Sollevo per un attimo lo sguardo verso il cielo stellato e sospiro. 
La troverò, non importa cosa dovrò affrontare, ma la riporterò qui da noi. A casa, con me. Definitivamente.

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