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Capitolo 36


Sono a Roma ed ho individuato l'indirizzo dove si trova Crystal. Ho deciso di non presentarmi subito da lei. Prima la voglio osservare. Vedere come svolge le sue giornate. Voglio guardarla nella sua routine. Mi parcheggio dal lato opposto della strada e aspetto. Ho affittato una macchina con vetri oscurati, non voglio che mi veda. Voglio essere io a vedere lei.

Dopo mezza giornata ad aspettare finalmente qualcuno apre la porta. E' lei. Il cuore batte forte. Finalmente la vedo. Indossa un vestito color pesca che le sta divinamente. Ha i capelli raccolti in una coda di cavallo. Cerca qualcosa nella borsa mentre si avvicina al marciapiede. La osservo. Sembra stanca. Guardo la pancia ma non vedo nessuna differenza. Forse il vestito nasconde bene. Una fitta al petto mi fa pensare al peggio. E se non ha voluto tenere il nostro bambino? Stringo il volante con forza. Devo calmarmi. Niente di impulsivo. Non posso permettermi sbagli. Siamo a pochi metri. Cosi vicini eppure cosi lontani.

Una macchina arriva frenando bruscamente accanto a lei. Sto per uscire allarmato ma poi mi blocco quando la sento ridere. Lei ride. Un ragazzo ricciuto esce dalla macchina felice e corre ad abbracciarla. E questo chi cazzo è? I due si abbracciano con affetto e la cosa mi da molto fastidio. Possibile che sia andata avanti con la sua vita in cosi poco tempo. Mi si stringe il cuore. Lei sorride e lui le bacia la fronte mentre le accarezza i capelli. Si scambiano qualche parola e poi lui la fa salire in macchina. Cazzo. Cazzo. Cazzo. La rabbia sta avendo la meglio. Non posso scendere e fermarla. Si infurierebbe e mi manderebbe a quel paese. Tutti i miei progetti andrebbero in fumo. 

E' deciso. Li seguo. Voglio saperne di più. Devo sapere com'è cambiata la sua vita in questi mesi. E scoprire se aspetta il nostro bambino.

Dopo dieci minuti di strada si fermano di fronte un bar e scende solo lei. Saluta il ragazzo con la mano sorridente ed entra nel locale. Parcheggio la macchina e scendo appena l'auto si allontana. Sono curioso di sapere perchè è qui. Ma non voglio farmi vedere, cosi resto a debita distanza osservando attraverso la vetrata. La cerco con gli occhi ma non la noto subito. Passano alcuni minuti e la vedo. Si posiziona dietro il bancone e prepara dei caffè. Il mio amore lavora in un bar? Inconcepibile. Perchè diavolo lavora in un bar. Sono fuori di me. Non può lavorare qui dentro. Osservo come risponde sorridente ai clienti mentre passa loro le ordinazioni. Sembra serena. Ha anche un aspetto diverso. Più grande. E' sempre bellissima.

Entro e la faccio finita oppure aspetto l'occasione giusta? Sono bloccato. Non so che fare. Ed è veramente strano, io so sempre cosa fare. C'è poco da fare. Quando si tratta di lei non ragiono più. 

Agendo d'istinto entro nel bar. Non mi guarda, è troppo concentrata a lavorare. Appena si accorgerà di me quel sorriso cosi bello scomparirà e nei suoi occhi rivedrò la paura. So che ha paura di me anche se non lo direbbe mai. Mi avvicino cauto al bancone con il cuore in gola. Ti prego guardami. E come se mi avesse sentito alza i suoi bellissimi occhi su di me. Si ferma e mi guarda. Non sembra spaventata, anzi direi che si aspettava la mia visita.

"Buongiorno" esclama con un mezzo sorriso. Non ci capisco niente. Mi aspettavo tutt'altro.

"Buongiorno" riesco a dire con un filo di voce. Non riesco a parlare. Accidenti.

"Cosa le preparo?" chiede comportandosi come se non mi conoscesse. La sua voce è tranquilla, troppo. Decido comunque di stare al gioco.

"Scotch grazie" 

"Non preferisce della Vodka?" chiede in modo scherzoso alzando un sopracciglio. Chi è questa donna cosi spavalda? Dov'è finita la ragazza che tremava come una foglia? Ancora stordito scuoto la testa.

Mi passa un bicchiere con il liquido dentro appoggiando la bottiglia di lato "nel caso non le bastasse" sussurra avvicinandosi leggermente. Piccola strega, mi sta sfidando. Si sente al sicuro ecco perchè questo comportamento. Stavolta sono io nel suo territorio. 

Bevo un sorso guardandola mentre saluta la sua credo collega che sta andando via. Osservo la pancia ma non vedo nulla. Nessun segno che sia in gravidanza. Comincio a sudare freddo. Pian piano il bar si svuota rimane solo un uomo di mezza età seduto ad un tavolo mentre legge il giornale. Devo parlarle. Ma prima che io possa aprire bocca lei mi sorprende di nuovo.

"Cosa la porta da queste parti?" chiede mentre sistema le tazzine del caffè. 

"Cercavo una persona di vitale importanza per me" rispondo continuando a tenere gli occhi fissi su di lei. 

Si blocca e mi guarda. Uno sguardo indecifrabile "e lei è di vitale importanza per questa persona?" chiede seria. Cazzo. Non so che rispondere. Non mi aspettavo questa domanda. Sinceramente non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Scuoto la testa sospirando. Mi sta punendo. Sta facendo la parte della fredda senza cuore. Ma non mi arrendo la sua lettera mi aveva fatto capire tutt'altro. Silenzio. Non parla più. Continua a lavorare comportandosi come se non esistessi. Snervante. Mi massaggio le tempie al limite della sopportazione.

"Crystal ho bisogno di parlare con te" esclamo. Mi guarda.....non parla. Sta pensando. E' in guerra con se stessa, non sa che fare. Prego dentro di me che mi conceda un po di tempo. Spero che ascolti il suo cuore. So che mi ama ne sono certo.

Si guardiamo negli occhi finché non esclama "Finisco alle 14 passami a prendere. Andiamo a mangiare qualcosa cosi mi potrai raccontare L'inferno di Dante" e si gira dall'altra parte come niente fosse. Il sarcasmo non le manca devo dire. Ho sentito bene? Ha detto di passarla a prendere? Vorrei urlare vittoria ma a questo punto non so. Ha un comportamento totalmente diverso da ciò che ho conosciuto fino ad oggi. Mi sa che sarà più dura di quanto credessi. Ok, dovessi fare a modo mio la caricherei in spalla per poi farla salire sul mio jet e fine della storia. Ma stavolta voglio che sia lei a scegliere è giusto cosi. 

AVVISO IMPORTANTE

E' disponibile su amazon la nuova versione con il titolo A OGNI COSTO lo trovate in e-book su amazon e kobo, invece in Cartaceo su amazon. Ho fatto danni e modificato molto. Di seguito vi lascio copertina, link, sinossi e il primo capitolo. Un bacione.

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SINOSSI

Per Alexander Volkov, mafioso russo di trent'anni non esiste il rifiuto. Mai avrebbe immaginato che una dolce ragazza Spagnola, gli avrebbe scombussolato la vita. Un colpo di fulmine, o meglio dire, uno scontro. Crystal ha appena compiuto diciotto anni, ed è in occasione di una festa in suo onore che conosce il misterioso Alexander. Ancora deve scoprire il mondo, e un uomo come lui non è di certo ciò che cerca nella vita. I due fanno scintille dal primo momento che i loro occhi si scontrano, e quando tutto sembra essere svanito, l'uomo prende una decisione importante che cambierà le loro vite per sempre. Lui la vuole a ogni costo, non importa quanto rischia, lei deve essere sua. Inizia cosi una storia tra amore e odio. Il diavolo e l'acqua santa.

Serie MOYA

A OGNI COSTO Vol. 1

SEI SOLO MIA Vol. 2

DISPOSTO A TUTTO Vol. 3

Dopo il grande successo sul web con il titolo SEI MIA ecco la versione rivisitata e trasformata. Nulla a che vedere con la versione precedente, la storia ha preso un altra piega.


CAPITOLO 1

Cosa accade, se cinque ragazze, vengono messe insieme per una serata folle? E se queste amiche, fossero dei vulcani in eruzione? Una catastrofe preannunciata. Oggi è un giorno speciale, il mio compleanno. Varco quella soglia che mi qualifica come maggiorenne. Non poteva essere un giorno come un altro, non si poteva rinunciare a una festa in mio onore, non sia mai. Infatti, le mie care amiche hanno organizzato una serata all'insegna del divertimento. Andare in discoteca, forse, non era la mia idea di divertimento, ma non mi sono opposta. Mi vogliono bene, si sono impegnate molto per organizzarmi una serata speciale. Un tavolo in uno dei locali più esclusivi di Madrid, il sogno di ogni festaiola. C'è solo un piccolo problema, io non lo sono. Mai negato che amo ballare e divertirmi, diciamo non spesso. Fosse per loro quattro, altro che divertimento. Ecco per questo, sono considerata la moderatrice del gruppo. 

Le guardo prese dall'euforia mentre ridono tra loro commentando una l'abbigliamento dell'altra. Sharon, è la determinata. Porta sempre a termine qualsiasi cosa e odia il ritardo. Ha avuto una vita difficile. Due genitori assenti, troppo presi dalla bella vita per occuparsi di lei. Ha passato la maggior parte della sua infanzia con la tata, la quale considera più madre di quella biologica. Poi c'è Annabel la romantica, crede nell'amore e non vede l'ora di trovare il suo principe azzurro. Adottata all'età di cinque anni dalla zia, dopo che i suoi genitori sono morti in un incidente stradale. Non ne parla mai e noi cerchiamo di rispettare i suoi spazi. Cosa dire di Jasmin? Beh, lei è come un treno in corsa. La sua regola di vita è "cogli l'attimo". Sempre sorridente e pronta a provare tutto senza preoccuparsi molto delle conseguenze. In fine Tessa. In realtà si chiama Teresa ma odia essere chiamata cosi. Tessa è un tipo particolare, crede che tutti siano buoni. Non riesce a vedere il male da nessuna parte. A volte ho paura che qualcuno possa farle del male, si fida troppo delle persone.

E io? Beh io sono io, sempre diffidente, razionale e pessimista. Non credo nelle favole, preferisco i fatti alle parole. Diciamo che parlo di tutto e tutti tranne di me stessa. Passiamo a cose più interessanti. Stasera andiamo a festeggiare il mio compleanno. Sono l'ultima ad essere diventata maggiorenne nel nostro gruppo ed è proprio per questo che le mie amiche hanno ben pensato di optare per una serata in discoteca. La dolce vita. Già il nome è tutto un programma. Mi sento la persona più fortunata del mondo, ho delle amiche fantastiche che considero come sorelle. Siamo un gruppo strano, piene di problematiche, e sono proprio le nostre vite ad averci unite.

‹‹Stasera si fa festaaa ›› urla Jasmin. Ci piace fare le pazzoidi tra noi ma in modo genuino. Stasera abbiamo optato di vestirci tutte con dei vestitini neri, ci piace fare cose diverse e fuori dal normale. Ci consideriamo le magnifiche cinque, non per la bellezza - anche se non ci manca nulla - ma per come sappiamo divertirci senza badare all'opinione altrui. Devo dire che mostriamo qualche anno in più, e l'obbiettivo è proprio quello. Sembro un altra persona, sarà il trucco, o forse il modo in qui porto i capelli. Di solito tengo sempre legati i miei lunghi capelli neri, ma stasera Sharon ha insistito per lisciarli, non sono male, mi garbano. Il taxi è appena arrivato, ed ecco che si scatena il caos. Chi urla di muoversi, chi si lamenta di non aver finito, e io che le guardo divertita. Siamo le solite casiniste, ma il bello è anche questo. Stasera ho proprio voglia di scatenarmi, speriamo solo che ci sia bella musica. E perché no magari anche qualcuno da conoscere. Improbabile se continuo a tenere il genere maschile a debita distanza. E' come un allergia, e non riesco a spiegarne il motivo. Dovrei abbassare la guardia, provare a lasciarmi andare, magari scopro che non è poi cosi tragico avere accanto un ragazzo. Eppure, qualcosa mi blocca, ogni volta che qualcuno si avvicina alzo un muto. Divento antipatica, fredda ed è inevitabile che se la diano a gambe. Chi vorrebbe avere a che fare con una come me, nessuno. A volte mi chiedo se troverò mai qualcuno che riesca a tenermi testa, qualcuno in grado di abbattere quel muro fatto di anni e anni di odio e tristezza.

Eccoci, si va in scena. Scendiamo dal taxi con molta calma e stranamente anche con molta grazia. Solitamente non siamo cosi perfettine, anzi.

Entrati al locale, cerchiamo il tavolo che è stato prenotato. Questo posto è molto raffinato e ci sono molte persone. Un punto per loro, hanno scelto bene. Mi guardo intorno osservando come la gente si diverte, chi balla, chi chiacchiera e chi se ne sta semplicemente seduto ad osservare.

‹‹Ragazze, ho trovato il tavolo, ma c'è un problema›› avvisa Tessa. Mi volto, la guardo sorpresa.

‹‹Che problema?››

‹‹Il tavolo è occupato da cinque bei fusti ›› risponde imbarazzata. Oh andiamo, ora iniziano i complessi, ci scommetto. Sbuffo appoggiando le mani sui fianchi e parto in modalità guerriera senza scrupoli.

‹‹Non m'interessa, devono sloggiare e lasciarci il nostro tavolo›› dico infastidita. La seguo mentre mi fa strada con un obbiettivo ben preciso. Sicuramente sono i soliti fighetti che si credono dio sceso in terra. E io non vedo l'ora di seppellire il loro ego. Mentre mi avvicino studio i cinque ragazzi, aveva ragione, sono proprio belli. Hanno un non so che di particolare, affascinanti. Osservandoli meglio direi che sono molto più grandi di noi, il che potrebbe essere un problema. Ma come si dice, non mi arrendo facilmente. Sento di sfuggita alcuni commenti delle mie amiche, apprezzano molto ciò che vedono. Inutile negarlo, sono una meraviglia per gli occhi. Su via, non mi farò imbambolare da bei visini, questa è la mia serata e voglio ciò che mi spetta.

‹‹Buonasera. Scusatemi, state occupando il nostro tavolo›› dico gentilmente. Partiamo con il piede giusto, meglio essere educata.

I cinque si girano tutti verso di me, e io vorrei sprofondare dal imbarazzo. Oh mamma. Mi guardano, e poi volgono l'attenzione verso le mie amiche. Si lo so, neanche noi siamo male. Sorridono, tranne uno. Sguardo cattivo da mettere i brividi. Mi guarda in un modo strano, come se avessi fatto qualcosa di grave. Il tipico soggetto da evitare. Ricambio accigliata, non ho nessuna intenzione di distogliere lo sguardo.

‹‹Non m'interessa. Adesso ci siamo noi›› lo stronzo ha parlato. Ha un accento strano, non è di qui. Uno scambio di sguardi, occhi profondi che mi penetrano. Mossa sbagliata.

‹‹Forse non ti è chiaro. E' il nostro tavolo e lo voglio›› ringhio appoggiando le mani sul tavolo. Lo guardo negli occhi, non mi lascerò intimorire da quello sguardo. Non distoglie lo sguardo, si acciglia mentre mi squadra dalla testa ai piedi. Non sei abituato, si vede palesemente. Rimaniamo cosi, come due animali feroci nella stessa gabbia. Improvvisamente sento caldo, e non capisco perché. Il suo sguardo incatena il mio, non respiro. Mi sento in trappola, piccola, ma non lo do a vedere.

‹‹Dai Alex, non essere così duro. Potremmo condividere›› un biondino parla appoggiando la mano sulla spalla dello stronzo, che a quanto pare ha anche un bel nome, Alex. Noi continuiamo a guardarci, nessuno dei due parla. E' qualcosa d'inspiegabile, mai successo prima. Sembra incuriosito, ma nello stesso tempo arrabbiato. Osservo come contrae la mascella mentre con la mano prende il bicchiere per poi avvicinarlo alle labbra, molto lentamente. Dovrei distogliere lo sguardo, finirla subito, ma non ci riesco. Beve un sorso del liquido ambrato e poi passa la lingua sul labbro inferiore. Sta flirtando per caso? Deglutisco. E' sfacciato, stronzo, affascinante. Devo smetterla, mi devo riprendere e anche velocemente. Ma prima non resisto alla tentazione di rispondere alla sua provocazione. Senza pensarci troppo, mi abbasso, prendo il suo bicchiere e ne bevo un sorso. Lo imito. Lecco il labbro inferiore. Sposta la testa di lato corrucciando la fronte. Sfacciata, sotto lo sguardo di tutti i presenti. Appoggio il bicchiere sul tavolo e gli sorrido sornione. Non sei l'unico in grado di flirtare sconosciuto. Mi sto spingendo in territori che non conosco, non ho mai avuto un comportamento simile. E credo sia arrivato il momento di finirla qui.

‹‹Per noi va bene›› esclama Jasmin alle mie spalle. Mi giro di scatto fulminandola per l'idiozia che ha appena detto, matta. Non se ne parla. Noi nello stesso tavolo in compagnia di cinque sconosciuti. Le altre mi sorridono, e capisco di essere l'unica contrariata. Assurdo. Ho appena flirtato con uno di loro, o almeno credo che fosse cosi. Sospiro sconfitta. Non posso evitarlo, maggioranza vince.

‹‹Fate come volete, io vado a prendere qualcosa da bere›› dico arresa. Mi allontano lasciandole sole, sicuramente se la caveranno meglio di me. Mi avvicino al bar ordinando una vodka liscia con ghiaccio. Sorseggio mentre studio la situazione al tavolo. Eccole lì le mie care amiche, flirtano come non mai. Dico, non sono mica gli unici maschi presenti sul pianeta. Contegno ragazze, tenete sotto controllo gli ormoni. A guardarle sembrano raggianti, anche i ragazzi sembrano coinvolti a giudicare da come le guardano. L'unico in disparte è Alex. I nostri sguardi si scontrano. Sto al suo gioco fissandolo anch'io. Non capisco come mai ma m'incuriosisce. E poi mi chiedo cos'è successo poco fa. Ero fuori controllo. Mi avvicino al tavolo senza distogliere lo sguardo dal suo. M'intimorisce, ma allo stesso tempo m'incuriosisce.

‹‹Crystal, loro sono Ivan, Lucas, Christopher, Liam e Alexander›› il tono euforico di Jasmin mi lascia senza parole. Tutti mi salutano tranne lui, Alexander. Non poteva essere altrimenti. Stronzo, presuntuoso. ‹‹Vengono dalla Russia›› m'informa Tessa. Interessante. Ho sempre desiderato andare a Mosca, spero tanto che nessuna di loro tiri fuori questo mio desiderio. E' la volta buona che le sistemo per le feste.

‹‹È un piacere conoscervi ragazzi›› dico imbarazzata. Ok, ammetto di non essere abituata a parlare, figuriamoci con soggetti che sembrano usciti fuori dall'ultimo servizio fotografico di Calvin Klein.

Mi siedo accanto a Tessa iniziando una conversazione, con quello che, se non ricordo male, si chiama Liam. Ho scoperto che sono fratelli, ma tutti molto diversi tra loro. Ho scoperto anche che Alex è il più grande tra loro. Parlano un buffissimo spagnolo ma sono di una simpatia disarmante. Liam è quello più loquace, ed è anche l'unico che sorride tutto il tempo.

La mia attenzione inspiegabilmente va sempre su Alex, devo ammetterlo, è bellissimo. I suoi capelli neri corti spazzolati indietro, quei occhi cosi profondi, per non parlare poi del viso, perfetto. Dovrei smetterla ma non ci riesco.

‹‹Ragazze, andiamo a ballare?›› chiede uno di loro. Ottima idea, ho proprio voglia di svagarmi. Ci alziamo tutti tranne Alex, il quale declina l'invito. Il che non mi dispiace, anzi. Devo evitarlo il più possibile, fino alla fine della serata. Non mi piace l'effetto che mi fa. Ovviamente formano tutti delle coppie, così mi ritrovo sola mentre ballo sulle note di El perdon. Ballo senza guardare nessuno, solo io e la musica. Mi rilasso, finalmente la tensione sembra essere svanita.

‹‹Balla con me dolcezza›› un ragazzo si piazza davanti sorridendomi. Non è male, ma non fa per me. Non voglio ballare con nessuno. Decido di usare la solita tattica, funziona sempre.

‹‹Mi dispiace sono impegnata›› dico.

‹‹Non ci credo, e dai balla con me›› protesta. Ok, piano b. Mi guardo intorno fino a soffermarmi su Alex. Le parole mi escono senza pensare.

‹‹Lo vedi quello seduto al tavolo, è il mio ragazzo›› dico indicando Alex. Non so perché l'ho fatto. Volevo solo levarmi questo tizio di torno. Non avevo previsto che Alexander si voltasse proprio in quel momento verso di me. Accidenti, questo non ci voleva. Guarda lo sconosciuto accanto a me in modo truce. Ah però, lui si che sa come intimorire le persone. Deve avergli fatto paura il suo sguardo perché si è dileguato immediatamente. Come se niente fosse ritorno al mio ballo. Tutto sommato è andata bene. Ballo scuotendo la testa a ritmo con le mani in alto. Mi sto divertendo, sorrido felice. Vengo afferrata per i fianchi, sorpresa mi volto trovandomi l'ultima persona che avrei mai pensato, Alex.

‹‹Balla con il tuo ragazzo›› commenta malizioso. Ops. Ora ho una bella gatta da pelare. Sono così imbarazzata ‹‹scusami non dovevo metterti in mezzo›› dico mortificata abbassando lo sguardo. Mi prenderà per stupida. Le sue mani stringono ancora di più, non ha nessuna intenzione di lasciarmi. Ci guardiamo e mi perdo. Senza troppi ma e perché mi ritrovo a ballare con lui. Sembra cosi naturale, e bello. Sono completamente a mio agio, non capisco come sia possibile. Forse colpa dell'alcol, eppure non ho bevuto quasi niente, o la canzone troppo bella. Sto cercando una spiegazione, ma non la trovo. Avvolta nei miei pensieri mi rendo conto solo ora di dove sono finite le mie mani. Intorno al suo collo. Il mio corpo si rifiuta di collaborare, rimango cosi. Nessuna parola, solo occhi negli occhi. Non mi è mai capitato prima. Non sono così disinvolta, solitamente tengo il mondo maschile a debita distanza. Con lui sembra che le mie difese crollino poco a poco. Spaventata da me stessa per le emozioni che sto provando, mi stacco bruscamente allontanandomi da lui. Ho bisogno di prendere aria, sto soffocando. Non dico nulla, abbasso lo sguardo incapace di trovare qualsiasi scusa e me ne vado abbandonandolo sulla pista. Non mi segue, non dice niente. Meglio cosi.

Esco sul terrazzo facendo respiri profondi, sembra che stia andando a fuoco. Ma che mi prende? Devo calmarmi, non posso ridurmi cosi. Dopo alcuni minuti immersa nei miei pensieri decido di ritornare dalle ragazze e farla finita. Dobbiamo andarcene e subito.

Ciò che vedo penso sia frutto della mia immaginazione, e man mano che mi avvicino al tavolo posso constatare che è tutto reale. Le mie amiche di sani principi avvinghiate a quei ragazzi. Ma quando è successo tutto questo?

Appena si accorgono della mia presenza cercano di darsi una controllata ma ormai è tardi ‹‹ho bisogno di parlare con voi. Adesso›› dico infuriata. Senza proferir parola mi seguono in terrazzo con sguardo colpevole. Sanno come la penso, era inevitabile la mia reazione. Ma stasera è tutto strano, persino io sto sbagliando.

‹‹Vi ha dato di volta il cervello per caso?›› chiedo picchiettando le dita sui fianchi ‹‹non vi ho mai visto fare così. Non li conoscete, e si vede che sono molto più grandi di noi. Arrivano da un altro paese e non sapete nulla di loro. Dovete fare più attenzione›› sbraito camminando avanti e indietro. Sono fuori di me. Rimangono in silenzio con lo sguardo basso. Colpevoli.

‹‹A me Liam piace, non ci vedo nulla di male›› borbotta Tessa a bassa voce.

‹‹Ho visto, sembravi un anguilla›› commento acida.

‹‹Senti Crystal, noi vogliamo fare la loro conoscenza, non c'è nulla di male›› protesta Jasmin ‹‹e poi, proprio tu parli? Abbiamo visto come vi guardate, gli hai anche permesso di ballare con te››. Colpita e affondata. Ha ragione, ma non posso ammetterlo. Devo mentire.

‹‹Avete detto loro quanti anni avete? Non credo.››

‹‹Lo faremo, ma lasciaci divertire un po'. Cosa può mai succedere?›› insiste avvicinandosi alle altre. Sarà ma io prevedo guai. E' una situazione strana e insolita.

‹‹Fate come volete, non dite che non vi ho avvertito›› avverto seria studiandole una ad una. Niente da fare, sono decise. Non posso impedire niente a nessuno, ognuna di loro può scegliere per sé. Ritorniamo al tavolo e senza problemi ricominciano ciò che avevano interrotto. Noto che Alex non c'è. Per un attimo ne sono sollevata. Non devo guardarlo, non devo accettare le sue provocazioni, e non devo pensarlo.

‹‹Crystal, che ne dici se domani andiamo tutti al mare›› la domanda di Sharon mi sorprende. Vuole il mio consenso e non posso oppormi fino a questo punto. Dovrò andare con loro, tenerle d'occhio. Bugiarda. Vorrei andare anche per lui? Non lo so.

‹‹Va bene›› rispondo prima che possa cambiare idea. Anche se non mi fido di queste persone, voglio che le mie amiche si divertano. Chi sono io per impedirlo.

‹‹Alex, domani andiamo tutti al mare›› al suono di quel nome, mi giro di scatto. Era alle mie spalle. Da quanto tempo è li? Trattengo il respiro, continuando a ripetermi di non guardarlo negli occhi.

‹‹Tu vieni?›› chiede mentre il suo sguardo si posa sul mio. Barcollo imbarazzata e annuisco. Sembra sorpreso, come dargli torto. Passo dal essere arrabbiata a sorridere nel giro di pochi secondi. Comunque sia, vado solo per le mie amiche. Forse il mio subconscio, vuole che vada per lui. Non è possibile, non devo pensare a lui come una possibile conoscenza, non esiste.

‹‹Chi fa un giro di Fuego con me?›› chiede ai fratelli. Nessuno sembra intenzionato ad accettare. La curiosità ha la meglio ‹‹cos'è il Fuego?›› chiedo guardandolo negli occhi. Mi studia sorpreso, e con quella voce profonda risponde con fare provocatorio.

‹‹Un mix di alcolici. Niente che voi ragazze potreste reggere››. Questo non doveva dirlo. Amo le sfide, ho tutte le intenzioni di mostrargli quanto si sbaglia a sottovalutarci. Ma forse è proprio questo che voleva ottenere.

‹‹Voglio provare ›› dico convinta.

‹‹Lascia stare ragazzina. Non sono cose per te›› ribatte serio.

‹‹Tu dici? Hai paura che una ragazzina sappia resistere meglio di te?›› lo provoco.

‹‹Questa la voglio proprio vedere. Cominciamo con due giri, e vediamo se non finisci già in ospedale›› dichiara guardandomi accigliato. Mio caro, non sai proprio niente di me. So reggere l'alcol, vedrai. Al tavolo vengono portati quattro bicchierini con del liquido verde, fin qui sembra tutto normale. Ma poi, qualcosa mi mette in allerta. Liam prende un accendino, avvicinandolo alla superficie del liquido, essa prende fuoco. Wow, mai visto prima.

Deglutisco preoccupata. Credo di essermi cacciata nei guai. I miei occhi si spostano sull'ammasso di muscoli accanto a me, sorride sornione accorgendosi della mia espressione. Si avvicina, sento il suo respiro sulla mia pelle. Pericolo. Non mi muovo.

‹‹Prima le signore›› la voce di Alex arriva come un sussurro. Ovvio che tocca a me, non è certo per galanteria, vuole godersi la mia arresa. Non sarò cosi, preferisco andare all'inferno piuttosto. Raccolgo tutto il coraggio che ho, prendo il bicchiere appena la fiamma si è spenta, e mando giù tutto in un colpo. Merda. Sto andando a fuoco, mi brucia la bocca, la gola e lo stomaco, questa cosa è un veleno. Accidenti a me. Dovevo farmi i fatti miei e lasciar perdere. Non ho nessuna intenzione di farmi vedere sofferente, devo resistere. Lecco le labbra guardandolo dritto negli occhi ‹‹ottimo›› esclamo come se niente fosse. Potrei sputare fuoco in questo momento, ma cerco di mantenere il controllo. Prendo un bicchiere e lo passo a lui, mi sollevo sulle punte per avvicinarmi al suo orecchio e sussurro ‹‹vediamo cosa sai fare››. Si volta, mi studia e poi il suo sguardo si sofferma sulle mie labbra. Baciami. No, non posso averlo pensato. Non ci credo, sto impazzendo. Sollevo un sopracciglio indicandogli con la testa il bicchiere. Concentriamoci, è meglio per tutti. Ora vediamo cosa sai fare russo. Con molta semplicità lo beve per poi ridarmelo vuoto. Certo, lui è Russo, sarà abituato. Ci guardiamo, ci studiamo, nessuno dei due sembra intenzionato a fermarsi. Decido di bere anche il secondo bicchiere alla svelta, lo imito. Guarda bene Alex, non piagnucolo, non rifiuto. Di nuovo sento quel bruciore infernale. Non oso immaginare cosa ci sia dentro, so solo che la testa mi gira. Possibile che mi sia ubriacata con solo due bicchierini? Il tempo scorre veloce. Non riesco a concentrarmi. Non riesco a controllarmi. Da quel momento, le mie azioni, sono degne di una sfacciata, quella parte di me che opprimo da tutta una vita. Non ricordo più quanti giri sono stati fatti, non ricordo chi si è arreso.

Vedo i fuochi d'artificio, il mondo sembra perfetto, allegria, gioia, spensieratezza. La terra sotto i piedi si muove e io mi sento leggera come non mai. La musica rimbomba nella mia testa e non riesco a stare ferma.

‹‹Alexander balla con me›› dico in modo buffo ormai fuori controllo. Non attendo una risposta, mi alzo, lo guardo e poi inizio a ballare intorno a lui. I nostri sguardi non si lasciano, sembra incuriosito mentre do il peggio di me. Le mani scivolano lentamente sul suo petto, sembra fatto di marmo. Per non parlare della maglietta attillata, lo rende ancora più sexy. Perché non me ne ero accorta prima, di questo ben di dio? Al diavolo tutto, quest'uomo è sexy, muoio dalla voglia di baciarlo. Niente ripensamenti, buttati. Mi avvicino al suo viso, sento il suo respiro caldo. Il cuore batte all'impazzata mentre guardo le sue labbra. Non si muove, non dice nulla, mi guarda. Lo bacio con foga tenendo il suo viso tra le mani, non rifiuta. La sua lingua danza in modo frenetico con la mia, mi siedo a cavalcioni su di lui e continuo a baciarlo.

‹‹Crystal›› mi richiama Tessa. Non riesco a fermarmi, ne ho bisogno. E lui non si rifiuta, mi lascia fare. Basta stare in panchina, stasera anch'io voglio trasgredire. Perché tutti possono e io no. A cosa serve essere razionale se alla fine non riesco mai a soddisfare i miei desideri. Volevo baciarlo, l'ho fatto. Mi sento soddisfatta e credo sia il momento di tagliare la corda. Ho avuto ciò che volevo. Non ha senso proseguire oltre.

‹‹Grazie Alex, è stato divertente. Se vuoi scusarmi, vado a ballare›› dico alzandomi. Stiro il vestito con le mani cercando di evitare lo sguardo di tutti i presenti. Il momento è stato fantastico, ma ora subentra la vergogna. Crystal non fa queste cose, non sia mai. Ciò che succede stasera, verrà spazzato via come il vento. Alex è i suoi fratelli ripartiranno per la Russia, io mi dimenticherò di questa storia per sempre. Consideriamolo un regalo per me stessa.

‹‹No piccola, tu non vai da nessuna parte›› la mano di Alex afferra la mia attirandomi a sé. Barcollo andando a sbattere su quel ammasso di muscoli, lo guardo sbigottita mentre mi strige tra le sue braccia.

‹‹Senti Russo o come diavolo ti chiami. Non farla tragica, era solo un bacio››. Serra la mascella guardandomi in modo inquietante, da mettere i brividi.

‹‹Non puoi giocare un gioco dove sono l'unico vincitore Crystal›› dichiara serio. Cosa mi tocca sentire. Un altro con il cervello più piccolo di una noce.

‹‹E' il mio gioco e ho vinto›› dico strizzando l'occhio. Mi rialzo in fretta per poi allontanarmi. La musica rimbomba, ballo come non ho mai fatto. Mi sto divertendo da matti. Rido senza motivo, sembra tutto cosi bello. Ora capisco cosa vuol dire essere euforici, lo sono. Mi spaventa il fatto di non avere il controllo di me stessa, ma c'è anche un lato positivo. Ho fatto ciò che da sobria non avrei mai avuto il coraggio di fare. La discoteca comincia a girare. La discoteca gira? Il mio corpo è fuori controllo, non capisco più niente. Mi sento mancare, le gambe stanno per cedere, o cavoli, sto per svenire. Qualcuno mi afferra, ma io non vedo più niente. Buio. Silenzio.


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