Capitolo 27
Ritorno a casa. Si non è un sogno. Finalmente stavolta è realtà. Sono sul volo da Parigi a Madrid. Sono emozionatissima, non vedo l'ora di abbracciare mio padre. Tornare nella mia casetta. Tra le mie cose. Stavolta le mie preghiere sono state esaudite.
Non oso immaginare la faccia e l'ira del signor Alexander. Già, lui il padrone assoluto di tutto, che ha avuto questa sconfitta da una ragazzina. Sono proprio soddisfatta. Eh caro mio, chi la fa l'aspetti. Vengo distolta dai miei pensieri dalla voce di Rodrigo.
"Crystal spero che adesso tu sia tranquilla. Sarei curioso di Sentire la tua storia, non riesco a capire come tu sia finita in questa situazione"
"Adesso sinceramente non ne ho voglia. Vorrei pensare al futuro e non più al passato"
"Capisco. Sicuramente non è facile per te, ma sappi che se hai bisogno io sono qui".
Atterrati all'aeroporto di Madrid, Rodrigo mi informa che c'è un auto che ci attende. Mi chiedo come mai lui faccia tutto questo. Ok che è il suo lavoro e sarà anche stato pagato profumatamente. Sembra non aver paura di Alexander, il che è strano.
Una volta saliti in macchina comunico l'indirizzo di casa a Rodrigo. Me ne sto in silenzio avvolta nei miei pensieri.
Ci siamo. Ecco la mia casetta. Sono cosi emozionata che mi tremano le mani.
"Crystal. So che non è facile tutto questo. Ma ti prego di darmi ascolto e seguire le istruzioni filo per segno" raccomanda leggermente preoccupato.
Annuisco scendendo con lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
Busso alla porta facendo dei respiri profondi. La porta si apre di scatto rivelando la figura di mio padre.
"Crystal" esclama incredulo. Mi osserva per qualche secondo come per accertarsi che sia reale.
Mi butto tra le sue braccia con le lacrime "papà sono cosi felice di riabbracciarti"
"Amore mio. Non sai quanto mi sei mancata, ho pensato al peggio. Non vivevo più. Ti ho cercato ovunque ma di te non c'era traccia" mi stringe forte, quasi non respiro.
Poverino, gli ho fatto passare mesi d'inferno.
Dopo diversi minuti stretti uno nelle braccia dell'altro mi ricordo che devo giustificare la presenza dell'uomo dietro di me.
"Papà, lui è Rodrigo. L'uomo che mi ha aiutata a tornare a casa" dico poco convinta.
Mio padre guarda l'uomo, lo sta studiando. Rodrigo si avvicina con un finto sorriso stampato e gli porge la mano.
"E' un piacere conoscerla signore. Sua figlia mi ha parlato tutto il tempo di lei" mente.
E' un ottimo attore devo dire. Il che mi preoccupa.
Il viso di mio padre si rilassa e dopo aver stretto la mano a Rodrigo e averlo ringraziato fin troppe volte chiede all'uomo se vuole entrare.
Rodrigo declina l'invito ma assicura a mio padre che verrà presto a trovarci. Ma anche no. Per me può anche non tornare.
Una volta in casa riesco finalmente a convincere mio padre a lasciarmi andare dalle sue braccia. Vorrei farmi una doccia, e riprendere possesso di tutte le mie cose.
Corro di corsa in camera mia, mi è mancata tanto. Tutto mi mancava, anche l'aria di questo posto.
Per la prima volta dopo mesi mi sento libera. Ho voglia di urlare, correre, ballare, vivere. Ho voglia di essere io, senza che nessuno mi comandi e mi dica ciò che devo fare.
Una strana sensazione allo stomaco. Non capisco. Adesso è tutto come volevo eppure sento un vuoto dentro.
Non so, è come se una parte di me fosse rimasta la con il mio carceriere. Ho come l'impressione che a volte mi manca.
Soffoco questa sensazione, è meglio non pensarci e andare avanti. Sono convinta che man mano che passeranno i giorni, andrà meglio.
La mattina seguente ricevo una visita inaspettata. Rodrigo. Vestito in modo casual che risalta il suo fisico asciutto. Mi ricorda tanto il genere d'uomo troppo convinto e pieno di se.
Mio padre è molto contento di rivederlo, certo è il mio salvatore. Ma io non sono poi cosi contenta. Vorrei chiudere con il passato e con tutto ciò che mi ricorda la Russia e in specifico Alexander.
Eccolo li, davanti a me con dei fiori in mano e un sorriso smagliante.
"Buongiorno Crystal. Come stai?" chiede.
"Bene" rispondo secca.
"Passavo di qui per caso e sono venuto a trovarti. Questi sono per te" conclude porgendomi il mazzo di fiori.
"Ok. Grazie per essere passato, adesso scusami ma devo uscire" dico sbrigativa. Mi fulmina con lo sguardo contrariato. Ma sinceramente non mi interessa.
Esce di casa borbottando sottovoce un "dobbiamo parlare" ma faccio finta di non aver sentito. So che dobbiamo parlare sul da farsi, e so che non c'è molto tempo. Ma devo ancora capire come gestire la cosa con mio padre. L'idea di andarmene via da casa per sempre per rifugiarmi chi sa dove, non mi alletta per nulla. Ma so anche che se resto qui, Alex mi verrà a prendere.
Mio padre mi guarda confuso mentre Rodrigo si allontana con la sua auto.
"Come mai sei cosi sgarbata con l'uomo che ti ha salvato? Dovresti essere grata, ti ha riportato a casa" dice.
Certo, dovrei essere grata se fosse andata come gli ho raccontato. Ok, è stato sempre gentile ed è riuscito a riportarmi a casa sana e salva, ma in fondo è il suo lavoro. E' stato pagato per questo, non perchè gli importasse realmente di me.
"Scusa papà, cercherò di essere più gentile la prossima volta" dico tagliando corto.
Credo che dovrò imparare a gestire meglio questa situazione, anche perchè il tempo a mia disposizione non è molto.
Alexander PDV
Osservo la foto di Crystal sulla mia scrivania, mentre penso ad un piano per riprenderla. Non può finire cosi. Lei è mia.
Sono convinto che adesso sarò già a casa, e pensa che tutto sia finito. Ma si sbaglia, non rinuncerò mai a lei.
Devo capire come muovermi, senza destare alcun sospetto. Dovrò chiedere l'aiuto del Clan Reset di Barcellona per organizzare il tutto. Non posso uscire allo scoperto, rischierei troppo. Dovrò aspettare un po di tempo prima di mettere in atto ciò che ho in mente. Devo coglierla di sorpresa.
ECCO IL NUOVO CAPITOLO. ALEX COS'HA IN MENTE?
VI INFORMO CHE SU YOUTUBE C'E' IL NUOVO TRAILER DI SEI MIA. L'HO AGGIUNTO ANCHE QUI.
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